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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: Sommergibili, U boot
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C’è da chiedersi se gli alleati, ed in particolare Churchill ed ancora più l’amministrazione Roosevelt negli Stati Uniti, non abbiano volutamente amplificato a più riprese la minaccia, l’importanza, la portata ed i risultati della guerra sottomarina tedesca. Quanto sopra sia ai fini della propria politica interna che della giustificazione inizialmente di un sempre maggiore coinvolgimento nel conflitto ed in seguito per la massiccia politica di aiuti agli alleati europei.
Quando la strumentalizzazione e la drammatizzazione della battaglia dell’Atlantico raggiunse il suo apice, tra la fine del 1942 e la metà del 1943, la sconfitta tedesca era già evidente per ambedue le parti, e l’incidenza delle perdite, per l’economia di guerra alleata, era più che sopportabile.

cattura del U 505. La cattura del sottomarino tedesco U-505 avvenne al largo delle coste africane il 4 giugno 1944 durante la seconda guerra mondiale (1939-1945). Costretto a emergere dalle navi da guerra alleate, l’equipaggio dell’U-505 abbandonò la nave. Muovendosi rapidamente, i marinai americani salirono a bordo del sottomarino e riuscirono a impedirgli di affondare. Riportato negli Stati Uniti, l’U-505 si rivelò una preziosa risorsa di intelligence per gli alleati.
Se rischio ci fu, questo riguardò il Regno Unito ed è focalizzabile nel 1940, sia per gli aspetti percentuali degli affondamenti rispetto ai traffici ed alle necessità inglesi che per gli aspetti psicologici e di deterrenza dell’azione tedesca (anche se, in quel momento, la marina tedesca non era pronta per una vera e massiccia offensiva subacquea).
In quel momento ed in quel contesto anche le deficienze intrinseche dello strumento subacqueo tedesco non sarebbero state determinanti e sarebbero state comunque in ombra delle deficienze contingenti, numeriche, organizzative ed operative, della UK Royal Navy.
Mentre appare logico evidenziare i risultati dovuti quasi esclusivamente alla preparazione e dedizione del personale che non vennero meno neppure nei momenti finali del conflitto (qualità che, oltre a suscitare ammirazione e meritare rispetto, non hanno tali riscontri in nessun’altra Marina) è evidente la sproporzione per fini propagandistici con la quale i dati che riguardavano la tecnica e l’industria tedesca furono evidenziati .
Il vero avversario degli U Boot nella battaglia dell’Atlantico furono le nuove costruzioni, fondamentalmente le Liberty, e non solo le unità anti sommergibili. A tal riguardo va considerato che per tali navi la preparazione degli equipaggi era secondaria, potremmo dire quasi ininfluente, sull’efficienza bellica dei sistemi e quindi anche sulla necessità di rimpiazzo umano.

esplosione di una carica di profondità
Questo non era il caso per i sommergibili tedeschi, nei quali la preparazione era determinante, al punto che, quando cominciarono le perdite di unità con personale addestrato, la mancanza di sommergibilisti esperti divenne il fattore critico. Questo spiega il numero ridotto di sommergibili in agguato negli oceani contro l’alto numero di sommergibili mantenuti per addestramento nel mar Baltico.
Probabilmente sotto l’influenza di lobby industriali, vennero magnificati aspetti tecnici ed industriali di una produzione in serie che di innovativo, riguardo al prodotto, avevano ben poco. La loro efficacia in termini costo/benefici era molto discutibile, come erano stati ingiustamente ingigantiti i discutibili successi di un proliferare di prototipi e di innovazioni che poco contribuirono in seguito ai risultati del conflitto. Con il successivo avvento del sottomarino nucleare e la diffusione delle tecniche relative, anche se si fosse potuto dimostrare la loro validità, in realtà, il loro contributo nello sviluppo generale dell’arma subacquea fu minimale.
La guerra sottomarina ed i sommergibili tedeschi vanno considerati quindi non più come un mito ma come un “fenomeno” ed una tendenza che influenzò il pensiero e la strategia navale per oltre cinquanta anni: nessun mito e segreto se non la consapevolezza di grandi strumentalizzazioni a fini propagandistici ed il riconoscimento della tenacia, della capacità e dello spirito di sacrificio di due generazioni di sommergibilisti tedeschi, che andò molto oltre il supporto ricevuto dai propri governi, dalla propria industria e, in certe fasi, dai vertici della stessa Marina tedesca.
Gian Carlo Poddighe
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Bibliografia e ricerche
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– IWM – London
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– National Arch. And Rec. Adm., Washington DC – Rec. U Boats warfare
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– Ufficio Storico Marina Militare italiana – Sommergibili in Atlantico
– Kaaiser Fund.
– Rower – Axis Submarine Success
– Rower – Chronology of war at sea
– Churchill – La 2^ Guerra Mondiale
– J.P. Mallman Showell – U Boats under the swastika
– Bekker – The German Navy
– C. Bekker – Hitler’s naval war
– K. Dönitz – Ten years and tenti Days
– Gröner – German Navy 1815/1945 – vol 2
– H. Bodo – U Boats in action
– Lohmann and Hildebrand – Kriegsmarine 1939/45
– Macintyre – The battle of the Atlantic
– Rossler – The U-Boat
– Ruge – Sea warfare 1939-45
– U. Gabler – Construcciòn de Submarinos
– Preston – Submarines
– Lucas – La 2^GM vista dai tedeschi
– R.C. Stern – Tipe VII U-Boats
– V.E. Tarrant – The U- Boats offensive 1914-1945
– ONI – Naval German Vessel of WW2
– Gudmundur Helgason – U-web – U-Boat war 1939/45
– R. Winklareth Naval Shipbuilders of the world
– Showell German Navy Handbook

Ufficiale del Genio Navale della Marina Militare Italiana in congedo, nei suoi anni di servizio è stato destinato a bordo di unità di superficie, con diversi tipi di apparato motore, Diesel, Vapore, TAG. Transitato all’industria nazionale ha svolto incarichi di responsabilità per le costruzioni della prima legge navale diventando promotore delle Mostre Navali Italiane. Ha occupato posizioni dirigenziali sia nel settore impiantistico che delle grandi opere e dell’industria automobilistica, occupandosi della diversificazione produttiva e dei progetti di decarbonizzazione, con il passaggio alle motorizzazioni GNV.
E’ stato membro dei CdA di alcune importanti JV internazionali nei settori metallurgico, infrastrutturale ed automotive ed è stato chiamato a far parte di commissioni specialistiche da parte di organismi internazionali, tra cui rilevanti quelle in materia di disaster management. Giornalista iscritto all’OdG nazionale dal 1982, ha collaborato con periodici e quotidiani, ed è stato direttore responsabile di quotidiani ricoprendo incarichi di vertice in società editoriali. Membro di alcuni Think Tank geopolitici, collabora con quotidiani soprattutto per corrispondenze all’estero, pubblica on line su testate del settore marittimo e navale italiane ed internazionali. Non ultimo ha pubblicato una serie di pregevoli saggi sull’evoluzione tecnologica e militare sino alla 2^ Guerra Mondiale, in particolare della Regia Marina, pubblicati da Academia.edu.
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