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ARGOMENTO: SUBACQUEA PROFESSIONALE
PERIODO: ODIERNO
AREA: SUBACQUEA
parole chiave: OTS, off shore, lavoro subacqueo
Il lavoro subacqueo italiano è un cosmo costituito da oltre 350 aziende, a struttura variabile, molte delle quali a conduzione individuale e/o famigliare. Altre, però, hanno dimensione industriale e rappresentano la punta di diamante in materia di innovazione, tecnologia, qualità delle energie professionali, di un mondo che, silenziosamente, contribuisce alla formazione del PIL e al benessere degli italiani: le aziende e gli operatori sono quelli – per voler rendere l’idea del ruolo che svolgono – tra le altre cose, aprono e chiudono i rubinetti sottomarini del gas e del petrolio.
Il settore è molto più vario e spazia dai servizi per le opere marittime e portuali, impiantistica di idraulica civile, impiantistica strutturale, e appunto, interventi al servizio dell’industria petrolifera “offshore” e molti altri settori come descritto più avanti. Il cui fatturato annuo, per quando riguarda le aziende, supera di molto i duecento milioni di euro, volendo considerare i dati delle imprese che gravitano nell’ambito del solo settore “offshore” e molto di questo fatturato proviene da contratti esteri dove gli italiani sono considerati, non a torto, bravissimi e valenti operatori subacquei.
Il lavoro subacqueo, per la sua specificità ambientale necessita, al pari di altri settori, come quello aereo, o del lavoro in roccia o in miniera, di norme specifiche che facciano riferimento allo stato dell’arte e alle tecniche di immersione che, a loro volta, si rifanno a standard ormai condivisi ed adottati in tutto il mondo. Quella che noi italiani indichiamo come “immersione professionale” è, nel mondo anglosassone, definita “commercial diving” e talora tradotta in Italiano con la risibile locuzione di “subacquea commerciale” che richiama l’idea di una procace tuffatrice in bikini.
In effetti, oltre a riunire tutti coloro che dalla attività subacquea ricavano emolumenti di qualsiasi entità e di qualsiasi tipo, raggruppa diversi settori di attività, diversificati fra loro e dotati di specifiche caratteristiche e di specifici requisiti.
Filiera produttiva e target di riferimento per le Norme Operative e Procedure di Sicurezza
I soggetti interessati alle attività subacquee professionali sono imprese iscritte alla Camera di Commercio e hanno il profilo giuridico di ditte individuali, snc, srl, s.coop. rl, spa. La strutturazione aziendale in termini di energie umane direttamente impegnate nella configurazione imprenditoriale spazia dal singolo individuo, per le ditte individuali (a profilo prevalentemente artigiano), a centinaia di componenti per le società più strutturate.
La forza lavoro, impegnata in qualità di OTS (Operatori Tecnici Subacquei) e/o di OTI (Operatori Tecnici Iperbarici), si quantifica attorno alle 10.000/15.000 unità dislocate sia sul territorio italiano che fuori dal contesto geografico nazionale. La classificazione e la identificazione di aziende che svolgono attività subacquea ed iperbarica professionale non in maniera prevalente sfugge ad un censimento certo e preciso in quanto le opere subacquee rappresentano il “complemento” di altre opere quali strutture edilizie come ponti, manufatti di sbarramento, palificazioni, etc. Queste attività sono, quindi, riconducibili al settore edilizio e sono definite “on shore”. A questo “segmento” appartiene un gran numero di aziende che spesso, però, utilizzano altre aziende, specializzate nei lavori subacquei, e che dispongono di apparecchiature, attrezzature, mezzi nautici e personale con specifici requisiti di formazione e competenze professionali.
Attività subacquee professionali prevalenti e pertinenze di intervento
Volendo inquadrare i tanti compiti diversificati nell’ambito di riferimento possiamo elencarli come:
– recupero o demolizione di relitti (salvage diving), attività tradizionale dei palombari che ha costituito per oltre un secolo e mezzo il nucleo (core business) dell’attività professionale subacquea;
– interventi portuali (harbour diving) esercitata dai palombari nei porti sia per la loro costruzione, insieme ai “cassonisti”, sia per le operazioni di ispezione, carenaggio, manutenzione e riparazione delle navi e degli ormeggi. In questo settore rientrano tutti i palombari (q.v. Codice della Navigazione) e tutti i Sommozzatori (q.v. DM del 13 Gennaio 1979) iscritti nei rispettivi registri per essere abilitati a operare in “servizio locale”;
– interventi industriali per gli idrocarburi (Oil and Gas diving), attività che si è sviluppata, in un crescendo rossiniano di clamore e di energia, a partire dal secondo dopoguerra e che ha assorbito gruppi crescenti di operatori subacquei professionisti, al punto da vantare oggi, nelle sue file, oltre tre professionisti subacquei su quattro;
– interventi per acquacoltura (fish farm diving) è probabilmente la più silente, ma non per questo la più negletta, tra le attività subacquee professionali. Di relativamente recente comparsa, rivela una lenta e contenuta tendenza all’espansione;
– pesca professionale e raccolta di corallo (coral diving), storicamente e tradizionalmente ricca di nomi e di episodi, questa attività è limitata a un gruppo relativamente ristretto di operatori che lavorano spesso oltre i limiti della fisiologia e delle regole internazionali dell’industria;
– istruttori, guide, accompagnatori (professional leisure diving). Sono le ultime attività entrate nel professionismo, e riuniscono coloro che in ambito sportivo e turistico lavorano remunerati per fornire un servizio di didattica e/o di accompagnamento a turisti ed a sportivi di ogni livello e provenienza;
– giornalisti e foto/cine/teleoperatori (Media project diving). Questa è un’attività limitata, nel numero dei partecipanti, ma elevata nei livelli di specializzazione e di competenza che giungono spesso a portare i praticanti oltre i limiti tradizionali e codificati della fisiologia e delle regole internazionali dell’industria;
– Ricerca Subacquea scientifica (Scientific diving) in tutte le sue accezioni; viene svolta da biologi, etologi, geologi, archeologi che per motivi di Studio e Ricerca svolgono la loro prevalente attività in ambito subacqueo. E’ un settore ad alto profilo di specializzazione che si realizza sia sul territorio nazionale che all’Estero, spesso in partenariato con Istituti di Ricerca ed Università straniere;
– monitoraggio ambientale (Environment monitoring), la prevenzione e repressione dei reati ambientali. A questo settore aderiscono organismi che utilizzano personale specializzato in interventi subacquei per la raccolta, campionamento e documentazione dei valori ambientali nel caso di eventi di inquinamento accidentale o doloso.
Ultimi ma non per importanza, i Militari e Corpi dello Stato subacquei. Essi sono reparti di eccellenza delle Forze Armate. Nati nell’ambito della Marina Militare sono oggi organizzati in Reparti autonomi in tutte le Forze Armate e nei Corpi dello Stato, operando a favore della comunità.
I primi si distinguono, anche a livello internazionale, per la grande capacità di intervento in aree e teatri critici del mondo, laddove sono richiesti interventi contro il terrorismo, la sicurezza nazionale ma anche in soccorso di popolazioni per calamità naturali. I secondi sono corpi specialistici che svolgono diverse funzioni nell’ambito delle loro competenze come il controllo del territorio, la prevenzione e repressione di reati ambientali, la sicurezza della vita umana in mare, la salvaguardia del patrimonio ambientale, archeologico subacqueo. Spesso in collaborazione con altri istituti come la Magistratura e/o Istituti di Ricerca e Prevenzione.
Fine I parte
Giovanni Esentato
immagini photo credit @andrea mucedola
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