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L’età dell’oro delle scienze nautiche nel mondo musulmano

tempo di lettura: 5 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: SCIENZE NAUTICHE
PERIODO: MEDIOEVO
AREA: IMPERO OTTOMANO
parole chiave: Arabi, Ottomani, navigazione, Piri Reis

 

Nella nostra visione occidentale, l’Oriente è sempre stato visto con un certo distacco; una regione geografica separata dall’Europa dal Medio Oriente, che spesso non comprendiamo perché cerchiamo di valutare con le nostre metriche. Eppure ci furono tempi in cui i commerci e gli scambi culturali fra questi due mondi furono molto vivi e favorirono il progresso delle nostre rispettive civiltà. Forse l’impero a cui dobbiamo molte delle nostre conoscenze scientifiche, e nello specifico, nel campo della navigazione fu quello Ottomano, un grande dominio che in alcuni periodi fu in grado di creare un ambiente culturale straordinario dove arte e scienza fiorirono in maniera armonica a vantaggio di tutta l’Umanità.

In realtà questo processo di integrazione culturale iniziò in medio oriente molti secoli prima, con i primi scambi commerciali tra i Babilonesi e gli Egizi. Fu però grazie alle spedizioni di Alessandro Magno che avvenne il primo processo di fusione culturale del mondo ellenistico e semitico. Dopo l’espansione dell’Islam nella regione, l’influenza della cultura e della cultura indiana, attraverso la Persia, proliferò attraverso i circoli accademici del mondo arabo, in particolare nel periodo abbaside. Gli Abbàsidi furono una grande dinastia califfale musulmana che governò il mondo islamico dal 750 al 1258, e poi parte di esso tra il 1261 e il 1517.

Fu proprio durante il tardo periodo abbaside che le culture ellenistica e araba interagirono da Baghdad, il maggiore centro di potere e culturale, fino alle ex aree bizantine, formando una società multiculturale, composta da studiosi di origine ebraica, persiana, indiana e bizantina ovvero cristiana; in altre parole una fucina culturale che solo nel Rinascimento italiano avrebbe raggiunto un qualcosa di simile.

In particolare, grazie alla disponibilità della carta, le cui tecniche di produzione erano state portate a Samarcanda dalla Cina attraverso l’India, permise di trascrivere in lingua araba tutto lo scibile dell’epoca. Si pensi che all’inizio del XII secolo, le traduzioni in arabo di opere greche erano quasi del tutto completate, permettendo così la disseminazione della cultura ellenistica in tutto il mondo musulmano. In particolare, i testi di matematica greci e indiani sanscriti che contribuirono allo sviluppo di tutte le scienze.

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Manoscritto astronomico (Taweel Alesharh Tmsel Alebarh) datato 933 (1527 AD) Nord Africa, Maghreb, XVI secolo

La fusione delle scienze matematiche ellenistiche e indiane permisero quindi agli scienziati arabi e turchi di sviluppare, esplorare e progredire in nuovi campi come l’astronomia nautica. Fu grazie a questi straordinari progressi che si sviluppò la cartografia per la creazione delle mappe necessarie ai navigatori marittimi.

Sebbene la cartografia astronomica, in lingua araba “Surat al-Ard“, fosse stata studiata inizialmente per motivi funzionali alla religione musulmana, ovvero per poter consentire ai pellegrini di raggiungere la città santa della Mecca durante l’Hajj, l’utilizzo di un sistema cartografico basato su principi matematici permise di effettuare un passo avanti notevole nelle scienze nautiche, correggendo il sistema di Tolomeo, fino allora predominante nel mondo pre-musulmano. Va sottolineato che questo non si sarebbe realizzare senza l’apporto delle conoscenze di geometria sferica indiane, che portò ad una visione cartografica basata su una rappresentazione sferica della Terra.

Il primo mappamondo conosciuto fu costruito dai musulmani nell’anno 1279, anni prima che il concetto di terra rotonda fosse ampiamente accettato in Occidente. Quando, nel XII secolo, Ruggero II cercò di creare un atlante del Mediterraneo, allo scopo di espandere il commercio nel suo dominio, invitò i principali cartografi musulmani alla sua corte. Tra di essi Abū ‘Abd Allāh Muhammad ibn Muhammad ibn ‘Abd Allah ibn Idrīs al-Ṣabti più conosciuto come Al Idrisi, che divenne il principale cartografo musulmano alla corte di Ruggero. Idrisi utilizzò il sistema di mappatura astronomica e zodiacale prevalente nel mondo musulmano come base per le mappe per la navigazione da impiegare nei viaggi marittimi.

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Una copia del 1929 con i nomi delle località translitterati in Latino della Tabula Rogeriana del 1154, originariamente con caratteri arabici – notare che la tavola è orientata con il nord in alto – TabulaRogeriana.jpg: Al-Idrisi (original map), Konrad Miller (current map) File:TabulaRogeriana upside-down.jpg – Wikimedia Commons

Queste conoscenze divennero patrimonio culturale nella Turchia ottomana, che comprese l’importanza di possedere mappe accurate, affidabili e soprattutto sistematiche per l’amministrazione imperiale sia in campo civile che militare.

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mappa di Piri Re’is – Piri Reis map of Europe and the Mediterranean Sea.jpg – Wikimedia Commons

Fra i diversi ammiragli turchi, voglio ricordare Piri Ibn Haji Mehmed, in seguito conosciuto con il suo titolo navale di Piri Re’is. Nato tra il 1465 e il 1470 nella città di Gelibolu, Piri Re’is divenne ammiraglio della flotta turca, sconfiggendo i Portoghesi nel Mar Rosso, vittoria che permise di riaprire la rotta marittima che dall’Egitto ottomano arrivava ai porti indiani. Nel 1513 Piri Re’is produsse il Kitabi Bahriye, o Libro della navigazione, un portolano che descriveva, in grande dettaglio, coste, porti, secche, correnti e venti prevalenti del Mediterraneo e nel Mar Egeo. La sua posizione gli consentiva l’accesso alle biblioteche fornendogli una quantità pregevole di materiale su cui elaborare le sue carte. La mappa più conosciuta, se non altro per la presenza di continenti all’epoca ancora non del tutto conosciuti, è conosciuta oggi come la mappa di Piri Re’is, un portolano dell’intera Terra che include le coste delle Americhe e, ancora inspiegabilmente quelle dell’Antartico. La precisa accuratezza della mappa illustra il livello di perfezione ottenuto sia da Piri Re’is che dalla cartografia turca.

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mappa dell’oceano atlantico attribuita a Piri Re’is, 1513 circa Piri reis world map 01.jpg – Wikimedia Commons

Questo spinse i navigatori musulmani a viaggiare ed esplorare il mondo, spingendosi in tutta l’Asia orientale e nell’Oceano Indiano, esplorazioni confermate dalla presenza ragionevolmente corretta nelle loro mappe di territori come la Cina, la Corea, il Giappone ma anche territori dell’Africa sub sahariana. Le conoscenze nautiche arrivarono al mondo occidentale che ne fece tesoro, alimentando il periodo aureo del Rinascimento ma anche creando le basi di una competizione culturale, religiosa e politico-militare che insanguinò il Mediterraneo per parecchi secoli.

La visione del mondo musulmana era, a causa dei lunghi viaggi, molto più completa di quella degli Europei all’alba dell’era della scoperta, poiché i musulmani furono i primi a rompere con la rigida stagnazione del sistema geografico tolemaico che dominava lo studio della geografia in Occidente.

Per ironia della sorte, in seguito alla scoperta cristiana della cultura musulmana che avrebbe aiutato ad avviare il Rinascimento in Europa, iniziò il declino del potere dell’Impero ottomano. Ma questa è un’altra storia.

 

in anteprima Mappa del mondo di Muhammad al-Idrisi (1154). Riproduzione del planisfero inciso su lastra d’argento per il Re Ruggero II di Sicilia. In mostra al Museo della Civiltà Islamica di Sharjah (UAE) – autore foto S N BaridAl’Idrisi’s World Map.jpg – Wikimedia Commons

 

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