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livello elementare.
ARGOMENTO: BIOLOGIA E ECOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: CROSTACEI
parole chiave: Granchi di Colombo, tartarughe
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Cristoforo Colombo – dal Diario di bordo
“Lunedí, 17 settembre 1492 …
Quel lunedí, all’alba, videro molte piú erbe e simili a erbe di fiume, fra le quali si rinvenne un granchio vivo, che l’Ammiraglio conservò. E dice furono quelli segnali certi di terra, perché non se ne trovano mai a ottanta leghe da riva …”
Capita spesso, quando si recuperano esemplari di tartaruga in difficoltà, di trovare dei granchietti nella zona caudale. Si tratta per lo più di esemplari del genere Planes Bowdich,1825 che gli americani chiamano granchio di Colombo. La storia narra infatti che l’esemplare raccolto dall’ammiraglio il 17 settembre 1492 fosse proprio un granchietto del genere Planes.

Fig. 1 Esemplare trovato sulla tartaruga “Eleonora” ritrovata a Salerno il 7/01/2021 – si ringrazia l’AMP di Punta Campanella per il materiale messo a disposizione
Questi crostacei, appartenenti alla famiglia dei Grapsidae, sono stati oggetto di diversi studi volti a capire il perché della loro presenza sulle tartarughe. In questo breve articolo vengono riassunte le recenti scoperte in merito e le principali differenze con le altre specie segnalate associate alle tartarughe.
Generalità sul genere Planes
Questi crostacei, appartenenti alla famiglia dei Grapsidae vivono associati a oggetti galleggianti e su tartarughe marine, localizzati prevalentemente nella zona sopra la coda e nella zona inguinale (Dellinger et al., 1997, Pfaller et al., 2014).

Fig 2: posizione in cui si trovano usualmente i crostacei del genere Planes
Un tempo si riteneva che ne esistessero più specie, ma in tempi recenti si è dimostrato che ne esistono solamente due, illustrate in figura.
![]() rappresentazione schematica di Planes marinus, Rathbun, 1914 |
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![]() rappresentazione schematica di Planes minutus (Linnaeus, 1758) o granchio di Colombo |
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Le principali differenze tra le due specie sono legate alle caratteristiche del carapace ed all’area di avvistamento. Come si può osservare dalle immagini precedenti, gli esemplari appartenenti alla specie P. marinus presentano i bordi laterali del carapace dritti e con evidenti striature, mentre la specie P. minutus più arcuata e più liscia (Rathbun, 1914).
Inoltre, tutte le segnalazioni per P. marinus sono relative al Pacifico, al sud dell’Oceano Indiano, al sud della Cina, in Nuova Zelanda e nella fascia tropicale dell’Atlantico, (Kepel et al, 2001) mentre la specie P. minutus ha distribuzione generale anche nel mar Mediterraneo (Pfaller et al 2019).
Ecologia della specie
Si stima che circa il 50% delle tartarughe che frequentano il bacino occidentale dell’atlantico abbiano come ospite almeno un esemplare del genere Planes (Casale et al 2004; Laurent et al., 1998; Dellinger et al.,1997). Ci sono molti studi sulle abitudini di questi crostacei, tra questi Davenport nel 1994 dimostra il ruolo di “spazzini” del carapace delle tartarughe, analizzando il contenuto dello stomaco e trovando resti degli epibionti tipici di Caretta caretta, per esempio Lepas, amphipodi e altri esemplari di P. minutus. È stato osservato (Davenport, 1992) che gli individui di Planes sp. divengono progressivamente meno abili a nuotare al progredire dello sviluppo. Dellinger nel 1997 notò misurando gli esemplari ritrovati sulle tartarughe, che in prevalenza si trattava di individui di grandi dimensioni il che lo portò ad ipotizzare che quando le tartarughe si trovano vicino o a contatto con il materiale galleggiante, i granchi di maggiori dimensioni si trasferiscano su di essa. Nel 2014 Pfaller et al., catturando a intervalli regolari le tartarughe che ospitavano esemplari di Planes sp. (misurando le loro posizioni con dati GPS), hanno osservato che spesso i granchi tendevano a instaurare delle coppie stabili al contrario di quanto accade per gli esemplari che vivono su oggetti galleggianti.
Gaglioti M., Mazzella V.,, nel 2021, riportano alcune testimonianze di pescatori di un altro comportamento di queste specie, tutto da dimostrare in modo rigoroso, che si riporta per completezza di trattazione. È stato osservato che quando la tartaruga si immerge, il granchio disturba “pizzicando” la stessa che tende pertanto a risalire per togliersi il granchietto di dosso.
Altre specie associate alle tartarughe
Nei loro studi sugli epibionti delle tartarughe, Caine nel 1986 e Frick, nel 2004, riportano associate alle tartarughe anche le seguenti specie:
![]() rappresentazione schematica di Dyspanopeus sayi (S. I. Smith, 1869) |
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Dyspanopeus sayi
Il suo areale va dal Canada al Nord America. La prima segnalazione in letteratura per il Mediterraneo risale invece al 1993 per la Laguna di Venezia, anche se sporadici esemplari sono stati osservati sin dagli anni 70 ma non pubblicati. Oggi questo granchio è regolarmente presente dalle aree più vicine e il suo areale è ancora in espansione, nel 2020 è stato rinvenuto anche in Sardegna (Cabiddu et al, 2020). Carapace di forma sub-esagonale, dalla superficie dotata di fini granulazioni. Chele disuguali: la destra più grande e robusta, la sinistra più affusolata e tagliente. Colorazione da verde olivastro a bruno; le estremità delle chele sono nere. Dimensioni del carapace: lunghezza fino a 2,5 cm nel maschio, fino a 1,5 cm nella femmina.
![]() rappresentazione schematica di Panopeus herbstii |
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Panopeus herbstii
Si differenzia dalle altre specie per le maggiori dimensioni e per il suo areale limitato alle coste atlantiche del Nord America, Brasile e Bermuda dove è localmente comune in fondi fangosi e si nutre principalmente di ostriche.
![]() rappresentazione schematica di Pachygrapsus sp. |
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Pachygrapsus sp.
è un crostaceo anch’esso appartenente alla famiglia Grapsidae. Nelle acque costiere del Mar Mediterraneo la specie più rappresentativa è il Pachygrapsus marmoratus che descriviamo brevemente. Ha un carapace quadrangolare e leggermente convesso, di colore bianco giallastro sul ventre, bruno-violaceo sul dorso, con macchie giallo-senape, che gli conferiscono l’aspetto marmorizzato a cui deve il nome. Si nutre di piccoli invertebrati, piccoli granchi di altre specie e di detriti organici. Popola i fondali rocciosi, dal piano mesolitorale sino a pochi metri di profondità.
Daniele Pagli
Bibliografia
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Cabiddu, S., Palmas, F., (2020). First record of Dyspanopeus sayi (Smith, 1869) (Decapoda: Brachyura: Panopeidae) in a Sardinian coastal lagoon (western Mediterranean, Italy). BioInvasions Records. 9. 74-82.
Casale, P., Freggi, D., Basso, R., Argano, R., (2004). Epibiotic barnacles and crabs as indicators of Caretta caretta distribution and movements in the Mediterranean Sea. Journal of the Marine Biological Association of the UK. 84.
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Pfaller, J.B., Alfaro-Shigueto, J., Giffoni, B.T., Ishihara, F., Mangel J.C., Peckham S. H., Bjorndal, K.A., Baeza, J.A., (2014), Social monogamy in the crab Planes major, a facultative symbiont of loggerhead sea turtles Journal of Experimental Marine Biology and Ecology Volume 461, December 2014, Pages 124-132
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Siti utili
http://www.seaturtle.org/mtn/archives/mtn90/mtn90p11.shtml?nocount
https://alchetron.com/Panopeus-herbstii
https://www.alamy.com/pachygrapsus-marmoratus-marbled-rock-crab-image66714969.html
https://msn.visitmuve.it/it/ricerca/schede-tematiche/specie/dyspanopeus-sayi/
http://www.seafriends.org.nz/enviro/crust/grapsida.htm
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Ingegnere civile specializzazione idraulica, settore di lavoro opere idrauliche e geotecniche, GIS e rilievo del territorio con stazione totale e GPS. Socio della Società Italiana di Malacologia e membro del Gruppo Malacologico Livornese.