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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XIX SECOLO
AREA: RUSSIA
parole chiave: Schilder, sommergibili, Flotta imperiale russa
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Nel 1834, un ingegnere militare russo, Aiutante Generale K.A. Schilder disegnò un sommergibile da sedici tonnellate. La sua costruzione avvenne presso il cantiere navale della fonderia Aleksandrovsky. Il battello di Schilder è passato alla storia come il primo sommergibile della futura flotta sottomarina russa.

K.A. Schilder (1785 – 1854)
Per quanto possa sembrare bizzarro, il progetto derivò da una specifica ben diversa. Nel 1832 Schilder stava studiando come utilizzare al meglio le mine navali per proteggere i porti russi. Durante lo studio nacque l’idea di sviluppare un sommergibile, in grado di avvicinarsi in immersione ad una nave nemica e farla quindi esplodere con una mina. Considerando l’epoca i problemi ingegneristici erano tutt’altro semplici da risolvere. Le tecnologie non consentivano di costruire battelli con profili fortemente idrodinamici e rimaneva l’incognita della propulsione.
Karl Schilder non si scoraggiò ed iniziò a costruire il battello a proprie spese. Solo in seguito, dopo aver considerato i vantaggi del progetto, il governo russo decise di sponsorizzarlo assegnandogli la cifra di 13.448 rubli.
Il primo modello aveva un dislocamento di 16,4 tonnellate e non era particolarmente idrodinamico … realizzato con lamiere di ferro di 5 millimetri di spessore, e con uno scafo con una curiosa forma a uovo era abbastanza bizzarro con dimensioni di sei metri di lunghezza, 2,25 metri di larghezza e 1,85 metri di altezza.
Lo scafo era progettato per resistere fino ad una profondità di poco più di dieci metri. Nella parte superiore era provvisto di due torrette cilindriche di circa un metro di altezza e 0,8 metri di diametro, giusto lo spazio per far passare un membro dell’equipaggio. Al centro il sommergibile aveva un portello per il carico della zavorra e dei materiali. All’interno del sottomarino erano installati dei serbatoi di zavorra che venivano riempiti o svuotati dall’acqua tramite una pompa volumetrica.
L’equipaggio era composto da tredici marinai che provvedevano alla propulsione … remando dal suo interno con due paia di remi a “zampa d’anatra”. La curiosa propulsione ricorda il mezzo sommergibile ideato dall’inventore olandese Cornelius Drebbel nel 1620 per Giacomo I, studiato per rilasciare “water petards” in prossimità delle navi nemiche. Da alcuni dipinti sembrerebbe si trattasse di un’imbarcazione realizzata in legno, ricoperta da pelli, con capacità di incamerare acqua per facilitare l’immersione e poi di evacuarla attraverso una pompa interna, per poter riemergere.

battello sommergibile di Drebbel
Il battello di Drebbel era dotato di un alettone posteriore che, a seguito del moto ottenuto tramite i rematori, permetteva l’immersione del battello fino alla quota di cinque metri dalla superficie. Forse Karl Schilder aveva ripescato l’idea, avvantaggiato dal fatto di poter impiegare una migliore tecnologia.
Il sistema di variazione di quota del primo battello di Schilder consisteva in una vasca di zavorra d’acqua e due ancore, ciascuna del peso di circa 1300 kg. Un’interessante novità era la dotazione di un tubo “ottico”, un prototipo degli odierni periscopi, che l’inventore aveva realizzato utilizzando il principio del telescopio riflettore sviluppato dallo scienziato russo Michail Vasil’evič Lomonosov. L’armamento era piuttosto interessante. Il battello era dotato di razzi attivabili elettricamente, il cui lancio veniva effettuato tramite due installazioni a tre tubi installate su ciascun lato. Sott’acqua la sua velocità massima teorica era intorno ad un nodo ma sembra che non li raggiunse mai (0,4 nodi). In superficie era possibile alzare una piccola vela o essere rimorchiato da un’altra imbarcazione a vapore.
I primi test
Il prototipo, con una squadra di otto persone al comando del guardiamarina anziano Shmelev, il 29 agosto 1834 condusse con successo un primo test alla presenza dello zar Nicola I. Fu una prova spettacolare culminata con il lancio di missili incendiari da quattro pollici dal battello che distrussero diverse imbarcazioni a vela bersaglio che si trovavano all’ancora.
Il successo della sperimentazione assicurò a Schilder nuovi finanziamenti che consentirono la costruzione di un secondo prototipo di dimensioni minori. Lo scafo in ferro aveva una forma cilindrica più idrodinamica con una prua appuntita che terminava con un bompresso allungato sul quale era inserito un arpione incorporato ad una mina. Il concetto di impiego prevedeva un avvicinamento occulto al bersaglio e il suo speronamento con l’arpione. La mina, collegata all’arpione, veniva poi attivata, da una distanza di sicurezza, con un accenditore elettrico tramite le batterie di bordo del battello. L’armamento, oltre alle mine, consisteva in sei tubi in grado di sparare dei razzi sia in superficie che sott’acqua.
I test del secondo progetto si svolsero il 24 luglio 1838 a Kronstadt. Ancora una volta il problema fu l’insufficiente velocità (0,3 nodi) assicurata dalla propulsione remiera. Nei sei anni seguenti Schilder si dedicò al perfezionamento dei sistemi d’arma, effettuando numerosi test di successo. Fu costruito un nuovo prototipo ma questa volta con una propulsione innovativa … a reazione … ottenuta grazie ad una pompa idraulica manuale, chiamata ventilatore centrifugo di Sablukov dal nome del suo inventore.
L’importanza dei progetti di Schilder
Va riconosciuto all’ingegnere russo la tenacia e ingegnosità ad adattare le scoperte di quegli anni alla sua invenzione. In particolare, Schilder fu il primo a considerare la possibilità di utilizzare l’elettricità per la propulsione dei battelli subacquei. Questa idea nacque dopo aver assistito agli esperimenti effettuati sul fiume Neva, nel 1838, da B. S. Jacobi con una barca con propulsione elettromagnetica.
Schilder progettò anche l’Otvazhnost, un natante in ferro simile ad un pontone “semi-subacqueo” propulso da un motore a vapore, in grado di trasportare un sommergibile a bordo. Questo poteva consentire di avvicinarsi ai bersagli avversari con una velocità di 5 – 6 nodi. Di questo progetto, di cui si sono conservati i disegni, ne furono costruiti due esemplari.
Schilder, oltre ad essere un ingegnere innovativo, fu anche il primo a studiare come impiegare tatticamente i sommergibili e come difendere le aree costiere con l’uso di pontoni armati e navi “semi-sommergibili”.
Durante la guerra di Crimea, nella campagna del 1853-1854 sul Danubio, Schilder fu gravemente ferito da un frammento di granata alla gamba, e morì l’11 giugno 1854 in un ospedale della città di Calarasi, Moldavia.
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