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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MAR EGEO
parole chiave: nave civetta, Regia Marina italiana
Mar Egeo, 1941
Da qualche tempo sono di base a Syra con una nave civetta. E’ questo il pretenzioso nome che qualche umorista di MARIEGEO ha voluto dare a quello che, prima che gli arsenalotti di Lero vi mettessero le mani, era un bel motopesca catanese quasi nuovo, di circa 33 tonnellate, intrappolato nell’Egeo allโinizio del conflitto.

L’ammiraglio Luigi Bianchieri, nel dicembre 1939 assunse il comando delle forze navali presenti nell’Egeo, mantenendo tale incarico fino al maggio 1942, e distinguendosi nella rioccupazione dell’isola di Castelrosso e nell’invasione dell’isola di Creta (Operazione Merkur)
Il mio MAS era ai grandi lavori e ne aveva per piรน di un mese. L’Ammiraglio Luigi Biancheri, sempre sollecito del benessere dei dipendenti, per evitare a me ed alla parte del mio equipaggio non direttamente impegnata nelle riparazioni, di annoiarsi in un paesino cosรฌ poco divertente come Lero, aveva provveduto a trasferirci sul Sant’Antonio del quale avremmo costituito l’equipaggio militare, sette persone, che si sarebbe aggiunto a quello civile giร presente ma ormai, per vari motivi, ridotto a soli sette elementi. Per quel che ne potevo capire mi sembrava una gran bella barca tenuta molto in ordine e ciรฒ era facilmente spiegabile dato che il capitano ne era il proprietario e buona parte dell’equipaggio era costituito da suoi parenti. Aveva un motore a nafta a due cilindri che gli consentiva di filare poco piรน di otto nodi ma che, ahimรจ, era anche la parte della barca meno sicura perchรฉ proveniva da un altro motopesca radiato per vetustร . Anche la bussola era una ereditร . Si trattava di uno strumento a quarte, non a gradi. Per tutto il tempo in cui sono rimasto a bordo quella bussola รจ stata la mia croce: non sono mai riuscito ad abituarmici ed ogni volta per ordinare un cambiamento di rotta dovevo perdere molto tempo per trasferire i gradi in quarte, mezze quarte, quartine e punti.

in questa vecchia bussola รจ visibile la rosa dei venti divisa in ben settori, ottenuti dividendo gli otto venti classici (da Nord in senso orario: Tramontana, Greco, Levante, Scirocco, Ostro, Libeccio, Ponente, Maestro) in quattro Quarte ciascuno. La bussola del San’Antonio non doveva essere molto diversa ma era piรน semplice e non aveva la suddivisione angolare
In veritร avevo giร navigato su di una nave con una bussola come quella ma allora ero un ragazzo di 14 anni che passava una parte dell’estate a fare il mozzo su di un brigantino che trasportava sale dalla Sardegna in continente. In quell’epoca potevo avvicinarmi alla bussola solo per lucidarne gli ottoni e la sua suddivisione mi lasciava del tutto indifferente. Solo in Egeo, patria del vento, e sul Sant’Antonio, motoveliero da pesca, ho capito quanto fosse pratica per un pescatore, il cui lavoro รจ condizionato dal vento, una suddivisione di quel tipo.
Durante la prima visita a bordo invece il capitano mi aveva fatto una pessima impressione. Per una intera ora, tanto era durata la visita, non aveva fatto che parlarmi dei danni che la trasformazione aveva fatto alla sua barca, dei pericoli che loro, dei civili, avrebbero corso facendo i militari, della paga troppo bassa e cosรฌ via. Mentre lui mugugnava, il Capitano del Genio della Flottiglia mi illustrava le trasformazioni fatte:
– due ampi tratti delle murate erano stati tolti sostituendoli con false murate di tela, dipinte come il resto dello scafo. Sarebbe stato sufficiente un colpo di martello ai ganci a scocco per farle abbattere fuori bordo;
– sulla coperta, dietro di esse, erano stati sistemati due lanciasiluri a molla, del tipo in uso nella prima guerra mondiale (fondi di magazzino insomma), e su di essi erano allogiati due siluri. Tutto ciรฒ che si puรฒ dire di loro รจ che erano divertenti;
– quello di sinistra era del tipo: “B – 30 – 1906” (dove “B” sta per bronzo, metallo in cui era costruita la testa, 30 indica i Kg. di esplosivo e 1906 l’anno di costruzione), senza guida-siluri, con una corsa di 900 metri alla velocitร di 17 nodi, con una carica di fulmicotone. Allora non avevo idee chiare sul fulmicotone, l’unica cosa che sapevo รจ che si tratta di un esplosivo estremamente instabile, ma il Capitano del Genio si era affrettato a rassicurarmi. Non vi era alcun pericolo, era sufficiente non urtate con violenza la testa e tenerla al fresco, magari d’estate coprirla con un paglietto di canapa da bagnarsi ogni tanto con acqua fresca;
– quello di destra era invece del tipo “A – 100 – 1911” (dove “A” sta per acciaio, 100 il peso dell’esplosivo, e in questo caso si trattava del buon onesto tritolo, e 1917 l’anno di costruzione, quasi avantieri!!!). Era munito di un guidasiluri non regolabile, velocitร 28 nodi, corsa 2.500 metri.
Questo era l’armamento silurante. Per quello antisommergibile:
– due tramogge lanciabombe con 4 bombe A.S. ciascuna ed altre 8 bombe di riserva, identiche a quelle in dotazione alle unitร di superficie. Tenuto conto perรฒ della bassa velocitร del motopesca erano stati munite di gavitello di sughero che ne rallentava la discesa onde evitare di restare compresi nel cono dallo scoppio;
– due โtubi Cโ simili a quelli in dotazione ai MAS, prolungati per consentirne la rotazione al di sotto della chiglia, ovviamente molto piรน immersa di quelle dei Mas.
Infine lโarmamento antiaereo e di superficie:
– una mitragliera da 20 mm a poppa, la stessa in dotazione al naviglio leggero (mascherata, in uno con le tramogge, da una grossa rete appesa ad asciugare allโalbero di poppa;
– due mitragliatrici da 8 mm sul castello, sistemati in modo da poterle rapidamente rovesciare per nasconderle.
Infine, era stata particolarmente curata la parte logistica: contro lโalbero di maestra era stato costruito un casottino trasversale di 1,2 m per 2,3 m. In esso trovavano posto una cuccetta larga 58 cm, un lavabo e tre armadietti. Uno per i documenti, le carte e gli strumenti nautici e gli altri due per i miei oggetti personali. Unโapposita tavoletta sovrapponibile al lavabo lo trasformava in un elegante tavolo da lavoro e da pranzo. Naturalmente lโunico modo per poterlo utilizzare era quello di sedersi sul bordo della cuccetta.
Tornando verso la caserma sommergibili, dove sono alloggiato ripenso a ciรฒ che ho visto e mi dico che poteva andarmi anche peggio, ma non ne sono proprio sicuroโฆ Non so quali saranno i compiti affidati al Sant’Antonio. Non certo quelli di nave civetta. Potrร sรฌ attirare il nemico, ma certo non potrร combatterlo. Ed allora? Forse allโammiraglio serve lโaffondamento di un pacifico motopesca? Non credo: vengono giร affondate tante navi che certo la distruzione di un motopesca non servirร neppure a far scrivere due righe su di un bollettino di guerraโฆ Ed allora? Bah! Staremo a vedereโฆ
Un paio di giorni dopo la nave รจ pronta e riceve il primo ordine di operazioni: rimorchiare due MAS a Syra e trasportare benzina, olio e viveri per rifornire la piccola base MAS. Eโ un lavoro come un altro e non mi dispiace, ma se รจ questo che devo fare, a che serve questo strano armamento? Continuo per un pรฒ con questo lavoro di trasporto e rimorchio ed incappo anche un paio di burrasche che mi fanno sudare un pรฒ freddo perchรฉ quando i fusti rompono le rizze e cominciano a rotolare per la coperta la situazione diviene piuttosto antipatica. Ma รจ bene quel che finisce bene ed il lavoro procede. Si risparmia un sacco di benzina per il trasferimento dei MAS e questo รจ molto importante per lโEgeo, che di benzina disponibile ne ha veramente poca. Praticamente conduce la barca il personale mercantile con lโaiuto dei miei due motoristi, degli altri militari il segnalatore e lโ R.T. fanno a turno la radio, gli altri due si alternano nel fare il cuoco e la vedetta ed io … io ho il lavoro piรน importante: sopporto le continue lagnanze del capitano.
Come provviste di viveri abbiamo molte lenticchie (col verme), della carne in scatola e delle gallette (col verme). Ammaestrati dallโesperienza, in ogni isolotto abitato cerchiamo di comprare dellโolio, di cui le isole greche abbondano anche in tempo di guerra, e un pรฒ di verdura. Quando viaggiamo senza rimorchio mettiamo in acqua una rete e prendiamo un poโ di pesce che รจ sempre il benvenuto. Ma dopo qualche tempo il programma cambia: scendiamo fino al canale di Caso per la sorveglianza antisommergibile. ร un lavoro che conosciamo bene perchรฉ รจ quello che fanno abitualmente il MAS, ma un conto รจ fare una notte di agguato e poi tornare in porto ed un altro รจ pendolare nel canale per 12 giorni e 12 notti di fila. Ferma, un colpo indietro, ferma, idrofoni a mare, salpa idrofoni, avanti per un quarto dโora, ferma, indietro, ferma, idrofoni a mare e cosรฌ via.
Mentre prima eravamo noi aiutare un pรฒ con lโequipaggio mercantile, ora sono loro che aiutano noi: mentre i militari fanno la guardia alla radio e dagli idrofoni, i civili fanno la guardia in coperta, manovrano la barca e cucinano. Il capitano ha perfettamente compreso che ciรฒ che bisogna fare e governa da barca da solo mentre io sostituisco per quanto posso gli idrofonisti tormentati dagli spruzzi, dal vento e dal rollio. Dopo 12 giorni siamo sostituiti da due MAS che provengono dalla vicina Scarpanto. Rientriamo in porto e possiamo dormire per quattro giorni su di una cuccetta che non rolla e mangiare carne fresca, pecora o coniglio perchรฉ nelle isole non si trova altro, ma per noi รจ festa.
Una festa che dura pocoโฆ Dopo quattro giorni siamo di nuovo nel canale di Caso. I MAS non ci sonoโฆ Ricominciamo la vigilanzaโฆDopo due giorni si lesiona la camicia di un cilindroโฆ ร un bel guaioโฆ Siamo alla deriva e la corrente ci trascina adagio, ma non tanto adagio, verso sud e verso ponente, in pratica sotto Creta e verso il centro del Mediterraneo e sia a Sud che a Creta ci sono gli inglesi. Informiamo MARIEGEO che ci chiede se siamo in grado di riparare lโavaria. La risposta รจ affermativa: a bordo cโรจ una camicia di ricambio. MARIEGEO da ricevuto e tutto finisce lรฌ. Non possiamo metterci a chiacchierare, chiedere consigli, esprimere opinioni, la radio deve tacere, abbiamo giร parlato troppo e ad una decina di miglia da noi cโรจ Creta.
Gli Inglesi certo ci hanno giร sentiti e, dalle esperienze fatte, ho ben poca fiducia nella segretezza dei nostri cifrari. Gli Inglesi non sono certo degli sprovveduti, non hanno alcun bisogno di decifrare il messaggio. Anche se, per prudenza, abbiamo impiegato per trasmettere il nominativo di un MAS ai lavori, a cosรฌ breve distanza anche il peggior radiogoniometro ed il piรน sprovveduto dei telegrafisti possono rilevare la direzione di provenienza ed in quella direzione le vedette scopriranno non un MAS in navigazione ma un peschereccio fermo.
La prima domanda che mi pongo รจ quindi: quanto ci metteranno a capire che siamo stati noi a trasmettere? E la seconda: vi saranno aerei o navi in zona pronte ad intervenire per chiarire la situazione? Se intervengono l’unica cosa che ci rimane da fare รจ affondare gloriosamente con la bandiera al vento, ma non so perchรฉ, l’idea di andare a fondo oggi non mi attira particolarmente. Meglio pensare a qualche altra cosa. E una idea mi viene. E’ un pรฒ balorda ma in questo momento รจ la migliore che ho: Capitano, metti subito in vela e metti in mare una rete. Il capitano capisce al volo. Risponde solo: va bene, Signurรฌ, e non chiede spiegazioni.
L’attivitร diventa frenetica. Si apre la stiva, si tirano su le vele, le si inferiscono e le si issano. In una ventina di minuti siamo un onesto peschereccio che, dato il tempo relativamente buono, per economizzare il carburante, pesca alla vela. Naturalmente in testa all’albero sventola una bandiera greca. Al capitano dico di dirigere per la punta a Sud Est di Creta. Man mano che ci avviciniamo ci allarghiamo un poco, voglio che con un binocolo si veda bene sventolare la bandiera ma non si notino le nostre mascherature. Ora non si tratta piรน che di pescare ed aspettare che finisca la riparazione che, stando in vela, procede meglio perchรฉ la barca rolla molto di meno. Ogni tanto ci fermiamo e tiriamo su la rete con qualche pesce, Vuol dire che se le cose vanno bene domani noi mangeremo il pesce, se vanno male … il pesce mangerร noi. Allah รจ grande. Quando non posso fare piรน nulla divento fatalista.

l’isolotto di Chrissi (ฮงฯฯ ฯฮฎ) o ฮฮฑฯฮดฮฟฯ ฯฮฟฮฝฮฎฯฮน (Gaiduronรฌsi)
Pian piano ci infiliamo tra la costa di Creta e l’isolotto di Gaiduronisio. Anche sullโisolotto vi รจ una stazione di vedetta e questo mi tranquillizza. Ci vedono da nord e da sud e quello che vedono รจ un peschereccio greco che pesca per prudenza molto sotto costa. Il tempo passa, il vento gira ed ora viene da nord. Si avvicina al tramonto e noi invertiamo la rotta ed accendiamo un fanale; non voglio che ci perdano di vista e magari preoccupati per noi mandino qualcuno a cercarci. Procediamo cosรฌ per gran parte della notte, fino a che non sentiamo il piacevole rumore del motore che si mette in moto. Ormai abbiamo superato la punta estrema di Creta, spegniamo il fanale, ritiriamo la rete, ammainiamo le vele e scappiamo con la velocitร del lampo, 8 nodi, forse mezzo nodo di piรน. Dico al capitano di andare a riposarsi e mi metto al timone mentre il cuoco tira fuori qualche scatoletta di carne e tre o quattro bottiglie di Rakรฌ.
Raggiunta la nostra zona di ricerca ne diamo avviso a MARIEGEO e riprendiamo a pendolare. Non vi รจ alcuna risposta, ma non la aspettavamo; dopo due giorni riceviamo l’ordine di cambiare zona; dobbiamo trasferirci tra Paro e Nassรฒ. E’ pur sempre un cambiamento e la zona รจ un pรฒ piรน riparata, forse si rollerร di meno. I viveri cominciano a scarseggiare ma รจ inutile dirlo a MARIEGEO, alle domande stupide non risponde. Filando i nostri bravi 8 nodi praticamente ci riposiamo. Durante la seconda notte raggiungiamo la zona assegnata e ricominciamo l’ascolto. Poco dopo le 05.00 del 12 marzo MARIEGEO ci ordina di spostarci nella zona ad Est di Serifo dove รจ stato avvistato un sommergibile. Ci muoviamo il piรน rapidamente possibile, per fortuna il tempo รจ abbastanza buono, un pรฒ di vento da Maestro con cielo chiaro e buona visibilitร . Strada facendo penso che deve essere passato abbastanza tempo tra lโavvistamento e l’ordine dato a noi. La visibilitร รจ buona ma per elementare prudenza un sommergibile non viaggia di notte troppo vicino alla costa, quindi quando lo hanno visto doveva essere in emersione, in trasferimento od intento a caricare le batterie, probabilmente le due cose insieme. Nella zona non vi sono rotte d’interesse inglese, ve ne sono invece di interesse italiano: Atene – Rodi, Atene – Lero, Capo Matapan – Lero.

Un MAS della Regia Marina nell’Egeo
L’azione
Il sommergibile รจ quindi in agguato in attesa del passaggio di qualche nave italiana e, anche al termine della carica, non si allontanerร di molto. Certo non verrร verso levante per non trovarsi impastoiato tra isole ed isolotti e sapendo, come sicuramente sa, che a Syra vi รจ una piccola base di MAS. La sua posizione รจ indubbiamente ottima. Puรฒ stare all’agguato nascondendosi dietro qualche scoglio o isolotto e nello stesso tempo avere acqua libera verso Creta in caso di complicazioni. Tra una mezz’ora albeggerร , la notte non รจ stata molto lunga ed รจ probabile che per completare una buona carica resti in superficie fin quando possibile. Vi รจ quindi una buona probabilitร che da terra sia avvistato di nuovo. Comunque mi conviene passare sotto Sifanto in modo da tagliargli la rotta per Creta e poi ricercarlo con calma su rotte a Nord. L’unico vero guaio sta nel fatto che a 8 nodi arriverรฒ in zona utile tra 4 ore mezza. Certo sono tante. Ma in immersione la sua velocitร di crociera รจ di circa 2 nodi e quindi non potrร andare molto lontano. Ormai questa povera carta nautica a forza di rette e di cerchi per cercare di ridurre la zona di ricerca รจ ridotta uno straccio ma la zona resta sempre molto, troppo grande. Non posso neppure mettere in vela per correre un pรฒ di piรน perchรฉ il vento non รจ in favore ed รจ anche inutile che ogni 5 minuti mi affacci all’osteriggio di macchina, tanto piรน di questo il vecchio motore non puรฒ fare. Quello che invece posso fare per passare il tempo รจ cercare di mettermi nei panni del comandante del sommergibile per capire cosa starร facendo adesso.
Certo ha chiesto di essere svegliato ad ogni avvistamento o poco prima dell’alba. Adesso quindi si รจ appena alzato, sale in torretta e guarda fuori. Va tutto bene. C’รจ giร luce ma non troppa. In tutto l’orizzonte non si vede nรฉ una nave nรฉ una traccia di fumo. Perรฒ qualcosa che non va c’รจ. Fino a ieri il mare era calmo e non c’era un filo di vento. Ma al tramonto si รจ alzato il maestrale e questo, unito ad una corrente un pรฒ piรน forte del solito, ha fatto scarrocciare e derivare la sua barca verso Sud. Lo so perchรฉ lo ha fatto anche con la mia ed ho dovuto trafficare un pรฒ per mantenermi in posizione. Questa รจ una seccatura. Immergersi adesso vuol dire perdere due ore, due ore e mezzo per riprendere la posizione di agguato, visto che non c’รจ nessuno in giro, meglio dare una rapida tirata di una mezz’ora in superficie e riprendere la posizione. In realtร non credo che possa fare altro.
Ed ho ragione. Infatti alle 08.40 intercetto una comunicazione di qualcuno che dice a Syra di aver sicuramente avvistato un sommergibile in superficie alle 07.55. Parla in chiaro quindi รจ una stazione di vedetta ed รจ principalmente sulla loro frequenza che stavo facendo l’ascolto nella speranza di avere qualche altra notizia.
L’avvistamento รจ avvenuto nella Baia di Calabaki. Occorre precisare che il Sant’Antonio gira per l’Egeo con una sola carta nautica, quella del Mediterraneo Orientale, nella quale le isole dell’Egeo sono praticamente segnate con un puntino o poco piรน e naturalmente la baia in questione non vi รจ riportata. Vogliamo dire che sono lievemente seccato del contrattempo? Non รจ cosรฌ, sono arrabbiato come una belva ferita. Mi precipito in Radio e dico al radiotelegrafista: fai la chiamata di soccorso. Mi guarda a bocca aperta e poi chiede: cosa รจ successo. Non sono in vena di spiegazioni, gli ripeto fai la chiamata di soccorso ed appena c’รจ il silenzio Radio chiama Syra e digli in chiaro solo questo: dove diavolo รจ Calabaki? Passa qualche minuto e senza alcuna chiamata o premessa sento in chiaro una Latitudine ed una Longitudine seguita da un cessato allarme soccorso. Mi precipito a mettere il punto sulla carta e do un respiro di sollievo; le mie elucubrazioni erano esatte. La congiungente i due avvistamenti passa in prossimitร della costa di levante di Siufanto e Calabaki รจ lรฌ, proprio un po’ a sinistra della prua del Sant’Antonio. Ci diamo da fare con la ricerca idrofonica ed alle 09.40 sentiamo il sommergibile. Ora sono calmissimo. Inizio la triangolazione a spezzate fisse ed alle 09.55 รจ localizzato. Io ho sentito lui e lui ha sentito me, ha seguito le mie manovre ed ora sa che sono un normale peschereccio. Mi accorgo che ha praticamente invertito la rotta ed ora procede per Sud Est.
Inizia una caccia estenuante. Quando siamo fermi con gli idrofoni a mare il sommergibile si allontana. Quando li salpiamo e rimettiamo in moto dirigendo sulla posizione presunta lui contro- manovra e quando reimmergiamo gli idrofoni lo sentiamo da un’altra parte. Ad ogni buon fine getto ogni tanto una bomba regolata a 50 metri dal lato mare della sua rotta cercando cosรฌ di stringerlo verso la costa riducendo la sua manovrabilitร . Io pesco un paio di metri e lui ai periscopi ne pesca piรน di quindici. Andando sotto costa si troverร ben presto in difficoltร . Le bombe servono solo ad impedirgli di scegliere la rotta del mare aperto perchรฉ se riesce ad arrivare in acque profonde non lo prendo piรน. E’ chiaro che di questo si rende conto anche lui e decide di reagire. Attende che io fermi il motore e mette a tutta forza iniziando l’emersione. Le vedette gridano: scia di prora a dritta. E’ chiaro che ha deciso di accettare lo scontro prima di trovarsi in seria difficoltร . Bene. Come dicono i toreri: รจ arrivata l’ora della veritร . Salgo sul tetto della cabina per vederci meglio.
Il capitano รจ al timone; gli dico di mettere a tutta forza e raggiungere il sommergibile tenendosi una cinquantina di metri al largo della sua scia. All’equipaggio dico solo: “sbarazza tutto e leva i gavitelli” e loro sanno cosa fare. In un paio di minuti le false murate sono abbattute ed i siluristi al loro posto, le mitragliere smascherate ed i gavitelli rallentatori delle bombe tolti. Cominciano ad affiorare antenne e periscopi. Grido al capitano: barra a dritta, avanti a speronare. Ed il capitano dimentica tutti i dubbi e le lamentele e mette barra. Sulle tramogge ci sono 6 bombe. Dico a poppa: 4 a 50 metri e 2 a25. Ancora qualche istante poi l’urto ed il brusco arresto. Lo abbiamo investito; dico a poppa: fuori tutto ed al capitano: mantieni avanti adagio.
Passano una manciata di eterni secondi. Dalle scosse dello scafo sento che il sommergibile si sta sganciando, poi una serie di scoppi subacquei. Il povero Sant’Antonio fa un balzo fuori acqua e ricade. Il motore singhiozza ma si muove ancora e ci trascina un pรฒ verso terra. Poi si ferma del tutto. Rimango a guardare e vedo venire a galla dei paglioli di legno, poi delle macchie d’olio o nafta. Dopo vi รจ un sommovimento dell’acqua ed una specie di rigurgito e la nafta sale in gran quantitร . Un istante di calma. Mi sono distratto a guardare il capitano gridando qualcosa che mi sembra strano: portate su subito i fiocchi. Ma le vedette non sono distratte, gridano: lร , lร ! Seguo la loro indicazione e vedo affiorare qualcosa di scuro. Emerge sempre di piรน. Ora รจ una specie di ovale di color marrone, lungo una ventina di metri ed alto poco piรน di mezzo metro.
Alcuni anni or sono, nell’Atlantico Meridionale, avevo visto delle balene. Ci somiglia molto. Solo le balene erano di un grigio scuro tendente al viola. Questo รจ nero e marrone scuro ed รจ chiaramente di metallo. Resto a lungo a guardarlo. Mi distrae un grido di: Attenti a prua! Guardo a prua e vedo il nostro povero albero di trinchetto che si abbatte in avanti.
Mi dico: Bene, questa รจ fatta, ora vediamo se riusciamo a cavarcela noi. Scendo in coperta e dico al capitano: ho sentito un rumore, si รจ rotto qualcosa? Stranamente il capitano, che si lamenta di ogni piccolo graffio fatto alla sua preziosa barca, non sembra affatto turbato da ciรฒ che รจ accaduto e mi risponde: poca cosa, solo lo scafo, la macchina, il timone e l’alberatura. Gli chiedo se si puรฒ fare qualcosa e mi risponde che per ora siamo a galla, poi si vedrร . Vado alla radio e preparo una serie di messaggi che ricalcano ciรฒ che รจ accaduto. Finora non avevo detto nulla per evitare che mi arrivassero ordini o consigli durante l’azione. Non mi รจ mai piaciuto essere interrotto mentre sto facendo qualcosa d’importante.
Ora non ho piรน nulla da fare e vado ad aiutare quelli che stanno sbarazzato e rizzando il trinchetto. Si รจ rotto a circa due metri dal ponte. Sospendiamo il lavoro perchรฉ dal relitto provengono dei rumori ed affiorano delle grandi bolle d’aria; poi inclinandosi un po’ avanti ed un pรฒ indietro pian piano affonda. Riprendiamo il lavoro e cominciano ad arrivare le risposte. La prima dice di mantenere il contatto, la seconda annunzia l’arrivo di due MAS del Pireo. Forse erano in agguato da queste parti. Frattanto il capitano ha fatto passare i due fiocchi sotto lo scafo trincandoli a ferro ed ora l’acqua entra ancora ma molto piano. In macchina si erano tranciati i bulloni che collegano l’asse. Li stanno sostituendo. Per il timone per ora non c’รจ nulla da fare, si sono scardinati gli agugliotti. Dopo circa un’ora arriva un MAS e mi dice che lโaltro non puรฒ venire; sta rientrando alla base per una avaria. Racconto ciรฒ che รจ accaduto e gli dico che non ho piรน bisogno di lui, ma insiste per restare con argomenti convincenti: se andiamo a fondo potrร raccogliere i naufraghi. Il Sant’Antonio ha una sola elica e la mancanza del timone รจ preoccupante.
Se il tratto da fare fosse molto breve con un oculato impiego della marcia avanti e di quella indietro si potrebbe fare qualcosa, ma il primo porticciolo in cui vi รจ qualche piccola officina che puรฒ aiutarci รจ quello di Serico e ci sono da fare una decina di miglia. Il MAS, se ci rimorchiasse, rovinerebbe i motori ma puรฒ aiutarci a tenere la rotta. Alla fine decido di fare da solo. L’albero di maestra รจ sano, ha un boma per la vela ed un albero di carico per le reti. Il verricello ha al centro il cavo dell’albero di carico ed ai lati due tamburi. A bordo ci sono delle baie. Ho quindi tutto quel che mi occorre. Fisso trasversalmente in maniera rigida il boma e l’albero di carico dopo aver guarnito la penna del boma con una pastecca e relativo cavo. Faccio fare qualche foro sul fondo delle baie per non farle saltellare sull’acqua e le fisso ai due cavi, le metto a mare e le faccio scorrere fino all’altezza della poppa e provo a manovrarle. Da fermo funzionano benissimo. Vedremo come vanno in navigazione.
Quando il motore รจ pronto metto avanti adagio. Il mio sistema di governo va in tiro. Mi metto al verricello e, con l’aiuto di un marinaio, provo a fare delle lente accostate. Il sistema รจ un pรฒ faticoso ma funziona. Poichรฉ non vediamo la bussola ci vuole un altro uomo che ci dica cosa fare. Piano piano aumentiamo di velocitร ma piรน di tre nodi non possiamo fare; andando piรน forte le baie prendono a saltellare fuori d’acqua. Pazienza. In tutto questo tempo il capitano รจ rimasto a guardare, prima scuotendo la testa, poi interessato e quando siamo definitivamente in rotta mi dice: credevo di sapere tutto sul modo di andare per mare ed invece alla mia etร ho ancora da imparare. Sorrido rispondendogli: tu hai navigato molto ma io sono andato molto lontano e viaggiando si impara.
Frattanto MARIEGEO ha dato a noi l’autorizzazione ad andare a Serifo ed al MAS di scortarci. Verso le 4 del pomeriggio siamo davanti al porto di Serifo ed io vado a terra col battello per vedere se possono aiutarci. Non combino gran che, parlano solo greco anche se in Grecia il francese รจ quasi una lingua nazionale. Si รจ radunata parecchia gente, l’arrivo di un motopesca danneggiato e con la bandiera italiana รจ una grossa novitร per un paesino che ha pochissimi contatti con il resto del mondo.
Tra gli altri si รจ avvicinato un signore piuttosto elegante accompagnato da una graziosissima bambina sui 14-15 anni che sembra divertirsi ai miei sforzi per farmi comprendere. L’uomo che รจ con lei interviene, parla il francese molto meglio di me e sa a chi rivolgersi. La gente lo ascolta con rispetto; poi vedo molte persone darsi da fare attorno ad un piccolo scalo. Lo stanno approntando per mettere a secco il Sant’Antonio. A me spiega che lo scalo รจ molto piccolo ma domani lo rinforzeranno. Per questa sera tireranno la barca a terra solo in parte, perchรฉ non si riempia d’acqua. Per metterlo totalmente a secco ci vorrร tempo perchรฉ c’รจ solo un argano a mano e cavi di sparto non molto robusti. Mentre tutti cominciano a lavorare lui dร altri ordini ed un grosso barcone si affianca al Sant’Antonio e lui mi dice: Ia prego di far sbarcare le armi e quanto vi รจ di pesante a bordo, occorre alleggerire l’unitร quanto possibile altrimenti c’รจ il pericolo che i parati dello scalo non reggano. Torno a bordo e trasbordiamo sulla chiatta i siluri, le mitragliere, le munizioni, due grossi cavi da rimorchio ed altro materiale pesante. Penso che questo basterร per tirare a terra la prua e domani cercheremo di sbarcare ancora un pรฒ di roba. Frattanto lo scalo รจ stato approntato, le cime fissate a bordo e l’argano prende a girare. Vedo la prua salire a poco a poco sullo scalo. Poi quel signore dice: per questa sera basta cosรฌ. Ora siamo tutti molto piรน tranquilli. Ridiscendo a terra e ringrazio caldamente iI signore pregandolo se non gli รจ di troppo disturbo, di assistermi anche domani ed i giorni successivi. Risponde cortesemente che lo farร con piacere e mi invita a casa sua. Ha una bella villetta, mi offre qualcosa e parIiamo un poco dei lavori da fare. Mi dice che per le riparazioni allo scafo ed al timone e per una manutenzione generale non c’รจ da preoccuparsi purchรฉ io abbia del catrame e della stoppa per calafatare e della pittura per riverniciare le parti nuove. Gli dico che, tranne il legname, ho tutto quello che occorre. Dopo un po’ di silenzio gli chiedo se vuole dirmi chi รจ, certo non รจ uno dei pescatori. Lui sorride un poco e mi dice: sono un pรฒ pescatore perchรฉ ho una barca con cui vado a pesca ed un pรฒ contadino perchรฉ ho un orto che coltivo. Ma a questo punto interviene la piccola che dice: non gli dia ascolto, papร รจ tenente colonnello del Genio Navale. Lui sorride e dice ancora: lo ero ma ora la Marina Greca non c’รจ piรน ed io sono tornato nella vecchia casa di famiglia. Penso che oggi รจ proprio il mio giorno fortunato. La settimana successiva la passo praticamente sempre con lui che segue i lavori
Facciamo anche qualche passeggiata nei dintorni ed un giorno mi portano a vedere una vecchia cava abbandonata. E li trovo il modo di risolvere il nostro piรน grosso problema, quello dell’albero spezzato. si poteva sostituire perchรฉ sull’isola non vi era un albero di quella misura ma qui nella cava vi รจ una vecchia decauville abbandonata. Con qualche rotaia possiamo rappezzarlo. L’idea gli piace e dร subito gli ordini necessari. Dopo nove giorni la barca viene rimessa in mare, รจ dipinta a nuovo, perfettamente stagna ed ha un trinchetto non bello ma robusto.
Chiedo al colonnello di dirmi quanto debbo per i lavori per comunicarlo al mio comando. Lui perรฒ รจ molto realista. Dice che il denaro greco non serve a nulla e quello italiano certo non arriverร . Se sento il dovere di ricompensare in qualche modo i pescatori che hanno lavorato posso dar loro quello che serve piรน del pane, qualcosa per riparare le loro barche. Lo dico al capitano che mi risponde solo: sono brava gente. Facciamo sbarcare uno dei cavi da rimorchio, tutto il cordame non indispensabile, la pittura, la stoppa, un barile di olio di macchina e quattro barili di nafta ed altre piccole cose fino a che il colonnello non si intromette per dire: รจ troppo. I ringraziamenti non finiscono piรน. Ma a guastare la festa c’รจ un telegramma da Syra, dice semplicemente “rientrare subito a Syra“. Avevo tenuto il comando informato sull’andamento dei lavori e questa ne รจ la logica conseguenza. Sono molto arrabbiato con l’Ammiraglio.
In 10 giorni non ci ha detto una parola di conforto, non ci ha chiesto se avevamo bisogno di qualcosa, sa sicuramente che abbiamo finito i viveri ma non si รจ preso la briga di mandarci qualche provvista. Rispondo: “Difficoltร nelle prove”. Dopo mezz’ora un altro messaggio: “Ti aspetto a pranzo. F.to Biancheri“. Rispondo: “Impossibile previsione partenza“. Altro messaggio: “Se puoi vieni a cena. F.to Gino“. Il colonnello ha seguito divertito lo scambio di messaggi, ed ora interviene dicendomi: Comandante non faccia sciocchezze, parta. Non vorrei dargli ascolto ma so che ha ragione, e mi decido. Saluto e ringrazio il colonnello facendo le solite promesse da marinaio alle quali nรฉ io nรฉ lui crediamo, abbraccio la piccola e vado a Syra.

Il porto di Syra
Arriviamo verso le 17.30. In porto vi รจ gran movimento. Sembra che siano in atto i preparativi per una esercitazione di sbarco. Nulla di piรน facile. Ovunque va l’Ammiraglio fa fare una esercitazione di sbarco. Chissร perchรฉ. Voglio fare buona figura e mi ormeggio di punta con una bella manovra.
L’Ammiraglio รจ giร in banchina e sale subito a bordo. Ho fatto schierare i due equipaggi. Li passa in rivista poi mi dice: vatti a cambiare, andiamo a pranzo al Circolo. A Syra vi รจ anche un Circolo Ufficiali ereditato dalla Marina Greca ed al quale fanno capo gli ufficiali italiani e gli ex ufficiali greci. Vado a cambiarmi e, mentre mi vesto, sento l’Ammiraglio che interroga tutto il personale facendosi raccontare ciรฒ che hanno visto e fatto. Quando mi accorgo che ha finito gli interrogatori esco dalla cabina e lo raggiungo. Appena in auto gli chiedo: adesso รจ convinto che lo abbiamo veramente affondato? Mi risponde: adesso sรฌ. Poi parla d’altro.
Finiti i vari brindisi mi riaccompagna personalmente a bordo e mi informa che visti i risultati del Sant’Antonio ha dato a Lero l’ordine di modificare un altro peschereccio, ne darร il comando a Zanoni. Gli dico che mi sembra una buona scelta; รจ un ex ufficiale della marina mercantile ed un buon marinaio. Gli chiedo che ordini ha per me e risponde, nessuno in particolare, resterai a Syra per difendere i canali di accesso all’Egeo. Vorrei dirgli che ho il trinchetto rotto ma sento che รจ inutile, lo ha certamente giร visto. Va bene cosรฌ. In fondo Syra รจ molto lontana da Rodi.
Fine Parte I – continua
Antonio Scialdone
Nato a Rimini il 6 Gennaio 1917, lโAmmiraglio Antonio Scialdone. dopo aver ottenuto il diploma di Capitร no Marittimo nel 1935, entrรฒ all’ Accademia Navale di Livorno conseguendo la nomina a Guardiamarina. All’inizio del conflitto servรฌ nella 12ห Squadriglia MAS dislocata ad Imperia, poi nella squadriglia MAS di base ad Augusta ed infine, nel Febbraio 1941 nella 3ห squadriglia MAS di Lero. Promosso STV ed imbarcato sempre sui MAS, operรฒ sulle coste della Sicilia e dell’Africa Settentrionale conseguendo brillantissimi risultati con l’affondamento di due unitร nemiche tra cui un incrociatore (15/8/1943). Durante la cobelligeranza operรฒ costantemente e con grandi rischi in alto adriatico appoggiando azioni dietro le linee nemiche. Dopo la guerra ebbe il comando della fregata CรNOPO e quindi, da Capitano di Vascello. il comando dellโIncrociatore GARIBALDI. Con la promozione a Contrammiraglio assunse il Comando del Gruppo Subacqueo Incursori del Varignano che mantenne anche da Ammiraglio di Divisione fino all’assunzione del Comando Marittimo Autonomo della Sicilia. ll 5 Gennaio 1977 venne promosso Ammiraglio di Squadra. Grande ricercatore, ottenne encomi ed avanzamenti per meriti scientifici. Detentore di brevetto di sommozzatore, incursore, palombaro e paracadutista civile, l’Ammiraglio Scialdone รจ stato decorato con Medaglia dโOro, due Medaglie d’Argento, due di Bronzo, tutte al valor militare, e quattro Croci di Guerra. Si รจ spento a La Spezia nel 1992.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), รจ laureato in Scienze Marittime della Difesa presso lโUniversitร di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude allโUniversitร di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. E’ docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione scientifica.
Carissimo Andrea, bellissimo racconto che rispecchia pienamente il carattere ed il modo di fare dell’Ammi. Antonio Scialdone che ho avuto l’onore e piacere di averlo conosciuto al Varignano come C.te della Base Logistica da CF che come C.te del Varignano da Ammiraglio.
Giovanni
Bellissima ed avvincente narrazione. Sono un ex sottufficiale della Marina e curo la rubrica “Gente di mare” per la rivista culturale “il filo di Aracne”. Mi piacerebbe pubblicare questa vicenda nel prossimo nr. di giugno, ma naturalmente occorre il vostro consenso. In caso di risposta affermativa potete inviare articolo e foto alla mia e.mail
Gentile signor Chiffi, chiederรฒ a chi detiene i diritti e le farรฒ sapere .. comunque, se vuole, nel frattempo, potrร pubblicarne un riassunto ed il link all’articolo originale, naturalmente citando sempre la fonte