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livello elementare
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ARGOMENTO: SUBACQUEA
PERIODO: XX SECOLO
AREA: PROTAGONISTI DELLA SUBACQUEA
parole chiave: Cousteau, Falco, Equipe, Calypso
Molti di voi ricorderanno i documentari dell’equipe Cousteau, che hanno in qualche modo avvicinato molti di noi alla subacquea. Si sa che un team è di successo quando è composto da uomini straordinari e nell’equipaggio della Calypso ve ne furono molti. Tra di essi oggi ricordiamo Albert “Bébert” Falco, subacqueo, ricercatore e poi Comandante della Calypso, la famosa nave oceanografica del comandante Cousteau. Il 21 aprile del 2012 Falco morì nella sua casa di Marsiglia all’età di 84 anni dopo una vita dedicata alle immersioni e alla protezione del mondo sottomarino. Quasi fosse un coronamento alla sua lunga carriera, solo alcuni giorni dopo la realizzazione del progetto a lui più caro, il Parco nazionale delle Calanques.
Un marsigliese alla conquista degli abissi
“Bébert” nacque a Marsiglia il 17 ottobre 1927. dove incominciò ad immergersi nella baia di Sormiou. Nel 1952, si unì alla squadra della Calypso inizialmente come operatore subacqueo volontario per una missione di scavo archeologico. Un’attività quella della ricerca ed esplorazione subacquea che perseguì fino al 1990. Il medico di bordo della Calipso, Denis Martin-Laval, ricordava ancora quando, nel 1955, Falco gli offrì di fare il battesimo subacqueo. Detto da un veterano come Falco, giustamente maniaco della sicurezza, l’invito non poteva essere rifiutato. La cosa funzionò e Martin-Laval partecipò per 15 anni a quelle straordinarie missioni negli oceani del mondo.
Raccontare, in poche righe la sua vita è come riaprire un vecchio album di fotografie, alcune ingiallite ma che ci fanno tornare giovani. Tutti ricordano la sua grande umanità mista ad una non comune professionalità. Nel 1955, Albert Falco ricoprì uno dei ruoli principali nel film di Jacques-Yves Cousteau e Louis Malle, Le Monde du silence, che ottenen nel 1956 la Palme d’or a Cannes e poi vinse l’Oscar.
Nel 1962, Albert Falco, ottenne una prima mondiale con Claude Wesly. Furono i primi “oceanauti” a vivere 7 giorni sotto il mare al largo dell’arcipelago di Frioul, di fronte a Marsiglia.
Questa prima esperienza, chiamata Precontinente, sarà seguita da altre due, nel 1963 presso il sito di Shaab Rumi in Sudan (Precontinente II). Falco e il suo team vissero in questi abitacoli subacquei per trenta giorni ad una profondità di almeno dieci metri, collocati fuori Nizza nel 1965 con la missione Precontinente III.
Falco divenne anche il capo pilota del disco volante subacqueo “Denise”, che, nel 1959, dopo i primi test in mare divenne protagonista di molte immersioni profonde.
L’SP-350 Denise, famoso come “Disco volante subacqueo” (Soucoupe plongeante), era un piccolo sottomarino progettato per contenere due persone, in grado di esplorare profondità fino a 400 metri (1.300 piedi). Fu inventato da Jacques-Yves Cousteau e dall’ingegnere Jean Mollard presso il Centro francese per la ricerca subacquea ma fu costruito solo nell’anno 1959. La sua propulsione era costituita da getti d’acqua orientabili e alimentati elettricamente, che consentivano di navigare in tutte le direzioni, oltre a girare attorno al suo asse verticale. Per correggere l’atteggiamento dello scafo, il pilota doveva spostare una massa di zavorra di mercurio liquida.
I membri dell’equipaggio entravano nell’imbarcazione attraverso un boccaporto sulla parte superiore dello scafo e si sdraiavano fianco a fianco su dei materassi per azionarlo, osservando l’ambiente circostante attraverso dei grandi oblò inclinati per potersi avvicinare a pochi centimetri dal soggetto. Per le immersioni notturne e per le riprese era dotato di lampade elettriche che fornivano un’illuminazione potente anche a profondità di lavoro estreme. Un braccio manipolatore, azionato elettricamente, poteva essere montato nella parte anteriore dell’imbarcazione in modo da raccogliere oggetti sul fondo.
Un mezzo per l’epoca straordinario con il quale Albert Falco effettuò oltre trecento immersioni, per scopi scientifici e cinematografici, rimanendo a volte dalle 4 alle 5 ore a 350 metri di profondità. La sua attività a bordo della Calypso durò fino al 1990 ma, poco dopo, il glorioso ex dragamine francese Calypso affondò a Singapore nel 1996. La Calypso fu poi recuperata e riportata alla Rochelle dove si parlava di esporlo al Museo Marittimo della città della Charentaise ma una battaglia legale tra il Team Cousteau (ex-Cousteau Foundation) e il cantiere Piriou a Concarneau (Finistère), dove si trova oggi, ne impedì il restauro.

Albert Falco con alle sue spalle la baia di Sormiou dove iniziò negli anni ’50 ad immergersi
Il capitano Falco, che dedicò la sua vita al mondo del mare, non smise mai di educare gli uomini alla ricchezza e fragilità degli Oceani. Ad esempio, nel novembre 2011, sponsorizzò a Fort-de-France la 2a Conferenza internazionale delle aree protette per i mammiferi marini. Fino all’ultimo continuò ad immergersi e, nel dicembre 2011 (all’età di 83 anni) si immerse per filmare i cannoni di Fort St Louis.
Una vita straordinaria il cui impegno per la protezione del mondo sottomarino, gli valse diverse distinzioni, in particolare l’Ordine nazionale al merito e la Legione d’onore e, nel 1964, in qualità di Direttore Scientifico della Fondazione Cousteau, il Tridente d’Oro dell’Accademia Internazionale delle Scienze e Tecniche Subacquee, riconoscimeto ricevuto anni prima anche da Cousteau.
In Martinica, dove passò molti periodi della sua vita, alla sua morte la Marina Nationale posò una targa sott’acqua, un ricordo di questo grande protagonista del mare … non un addio ma un arrivederci perché i subacquei come lui non muoiono mai, ma vanno ad immergersi in altri oceani.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. E’ docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione scientifica.
Un articolo che mi ha fatto venire il magone. Mi sono tornate in mente le domeniche pomeriggio in Belgio quando avevo 13 anni. Dopo aver divorato il suculento dolce al cioccolato che mia mamma sfornava una volta alla settimana. Corricato sul divano e avvolto in una morbida coperta mi immergevo nel tubo catodico in bianco e nero formato 4/3 con la Calipso nel “mondo del silenzio” e successivamente “il mondo senza sole”. Vedere Falco , braccio destro di Cousteau, sempre sorridente con quel viso severo e cotto dal sole aveva rapito quanto di me era rivolto verso la passione per il mare.
Grazie Andrea per questo articolo
Il mondo del silenzio (1956), Il mondo senza sole (1964) e Voyage to the Edge of the World (1976).