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ARGOMENTO: SUBACQUEA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Miscele
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Dopo aver introdotto vantaggi e svantaggi nell’uso delle miscele iperossigenate entriamo nel vivo del loro uso.
Una manciata di formulette
Proviamo adesso a ripartire da dove il nostro corso nitrox era terminato, ovvero da quelle formulette citate nel manuale, quasi mai prese in considerazione dall’istruttore di turno, e considerate erroneamente da molti una superflua digressione sul tema. Esse sono invece la base di partenza per il subacqueo che pianifica l’immersione sia con aria che con le miscele iperossigenate. La prima relazione coincide con la legge di Dalton applicata alla nostra miscela, che lega tre parametri fondamentali: la pressione ambiente, PA, la frazione di ossigeno, FO2, e la sua pressione parziale, PO2. Da questa prima relazione fondamentale ricaviamo le altre due formule, che si ottengono ricavando il parametro che ci interessa dopo aver fissato gli altri due. Dipende da ciò che ci possiamo fissare e ciò che desideriamo ottenere. Nelle relazioni non compare direttamente la profondità, ma la pressione ambiente, PA.
La profondità dovrà essere quindi poi ricavata da essa, semplicemente moltiplicando per 10 e aggiungendo 1, come ben noto. Infine, la frazione di ossigeno non è altro che la percentuale di questo gas divisa per 100. Ad esempio la miscela EAN 36, contenente ossigeno al 36%, ha una frazione di ossigeno pari a 0,36. Ognuna delle tre formulette fornisce quindi la risposta ad una domanda, l’esigenza cioè di conoscere uno dei tre parametri in gioco. Vediamole:
Quale pressione di ossigeno raggiungo usando una data miscela nitrox ad una data profondità?
PO2 = FO2 x PA (legge di Dalton)
Questa prima relazione è utilizzata per calcolare la pressione parziale di ossigeno ad una certa profondità. Serve soprattutto per verificare che la miscela nitrox che abbiamo a disposizione sia compatibile con la profondità che vogliamo raggiungere, ovvero la pressione parziale di ossigeno non superi 1,4 bar.
Vediamolo con un esempio.
Abbiamo a disposizione una miscela nitrox EAN 36. Vogliamo conoscere la pressione parziale di ossigeno respirando questa miscela a una profondità di 25 metri, alla quale corrisponde una pressione ambiente PA di (25/10 +1 )= 3,5 bar.
PO2 = FO2 x PA ; 0,36 x 3,5 = 1,26 bar
Tale miscela è quindi utilizzabile alla profondità di 25 mt, poiché non eccede il limite di 1,4 bar.
Quale pressione ambiente posso raggiungere usando una data miscela nitrox entro una data pressione di ossigeno?
PA = PO2 / FO2
Questa seconda relazione è la più utilizzata perché fornisce la MOD= Max profondità operativa per una data frazione di ossigeno. Ad esempio vogliamo sapere quale è la max profondità operativa, respirando miscela nitrox al 40% di ossigeno, considerando che il valore limite di PO2 è sempre fissato a 1,4 bar.
PA = PO2 / FO2 1,4 / 0,4 = 3,5 bar
A questa pressione ambiente di 3,5 bar corrisponde una profondità di: 3,5 x 10 -10 = 25 metri che rappresenta il limite di utilizzo di tale miscela, (MOD).
Quale miscela nitrox debbo usare per raggiungere una certa profondità entro una data pressione di ossigeno?
FO2 = PO2 / PA
Questa terza relazione consente di calcolare la miscela nitrox più adatta alla profondità che stiamo pianificando. Ad esempio vogliamo fare un’immersione su un relitto che poggia su un fondale di 37 metri, con una miscela nitrox che consenta la massima estensione del limite di non decompressione.
A 37 metri di profondità corrisponde una PA di 4,7 bar. Quindi:
FO2 = PO2 / PA 1,4 / 4,7 = 0,3
da cui una miscela nitrox al 30 % di ossigeno, (EAN 30).
Ricapitolando
Se usassimo delle miscele nitrox EAN 32 o EAN 36 avremmo facilmente a disposizione delle tabelle decompressive specifiche per queste percentuali di ossigeno, e potremmo usarle direttamente per pianificare l’immersione.
Se usassimo una qualunque diversa percentuale di ossigeno, dovremmo utilizzare tabelle per l’aria alla profondità equivalente (EAD), calcolata in base alla profondità reale ed alla percentuale di ossigeno utilizzata. La profondità da utilizzare nelle tabelle ad aria è la più vicina, per eccesso, alla EAD che risulta dal calcolo. Bisognerà inoltre controllare di rimanere entro la massima pressione parziale di ossigeno prevista ed entro i limiti di tossicità CNS.
Nel caso si utilizzi invece un computer subacqueo, sarà lui ad effettuare tutti i calcoli decompressivi, tenendo conto della ridotta percentuale di inerte nella miscela, e terrà sotto controllo anche la percentuale di esposizione all’ossigeno in tempo reale (cumulo delle OTU oxigen toxicity units e del % CNS). Il computer, lavorando sulla base di algoritmi matematici, calcolerà dati esatti senza fare arrotondamenti grossolani; inoltre considererà la reale percentuale di azoto anche nella fase di risalita, che viene quindi ottimizzata in termini di tempo.
Luca Cicali
in anteprima: Decompression Dive Preparation di subacquei tecnici – autore DiverDave
Decompression Dive-Preparation.JPG – Wikimedia Commons
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ingegnere elettronico e manager d’azienda, è un grande appassionato di subacquea ma non è un professionista del settore. E’ autore di Oltre la curva, un testo di subacquea diventato in breve un best seller per tutti gli appassionati.