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livello elementare.
ARGOMENTO: ASSOCIAZIONI
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: CULTURA
parole chiave: Storia della subacquea
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Il 24 aprile del 1994 nasceva a Marina di Ravenna The Historical Diving Society Italia, una associazione che si poneva come obiettivo la ricerca, conservazione e divulgazione della storia dell’immersione subacquea. Soci fondatori erano Leslie Dolejal, Joe Steel, Faustolo Rambelli, Federico De Strobel, Paolo Vistoli, Francesco Lo Savio e Pasquale Longobardi.
HDS Italia è collegata ad altre HDS nel mondo con cui condivide lo stesso obiettivo ed un simile atto costitutivo, tra cui:
“HDS, UK” sorta nel 1990
“HDS, USA” sorta nel 1992
“HDS, South Africa” sorta nel 1995 “HDS, Denmark” sorta nel 1996
“HDS, Australia and South East Asia” sorta nel 1997
“HDS, Canada” sorta nel 1998 “HDS, Germany” sorta nel 1999
“HDS, Mexico” sorta nel 1999 “Swedish Diving Historical Society” sorta nel 1979
“HDS, Russia” sorte nel 1999 “HDS, Norway” sorta nel 2000
“HDS, France” sorta nel 2002 “HDS, Poland” sorta nel 2005
“HDS, España” sorta nel 2006 “HDS, Czech Republic” sorta nel 2009
The Historical Diving Society Italia non è legata ad alcuna federazione, corporazione, editoria, scuola, didattica ed è semplicemente il punto d’incontro di tutti gli appassionati dell’attività subacquea che abbiano a cuore il retaggio culturale, la storia, le tradizioni di questa affascinante attività umana nata insieme all’Uomo. L’Associazione ha fatto del recupero, della conservazione e della divulgazione la sua missione. La sede dell’Associazione si trova a Marina di Ravenna, sede anche del MAS, il Museo delle Attività Subacquee, creato e gestito dall’Associazione, il primo Museo Nazionale delle Attività Subacquee creato in Italia.
HDS Italia da oltre vent’anni è il motore di una serie di iniziative rivolte alla divulgazione di questa interessante branca della storia umana. Oltre al Museo, HDS Italia è sempre stata presente all’European Diving Show con uno stand ed una mostra divulgativa, con la sponsorizzazione di EUDI e Assosub, l’Associazione dei Produttori e degli Operatori della Subacquea.
HDS Italia ha promosso dodici convegni su vari temi legati alla storia delle attività subacquee, assegnando venticinque riconoscimenti (awards) ad altrettanti fondamentali personaggi nel campo delle attività subacquee. Ha promosso la pubblicazione di svariate opere letterarie sempre nel settore, che sono diventate dei must per tutto gli appassionati. Inoltre, pubblica la rivista HDS Notizie, arrivata oggi al numero 63, divenuta un riferimento per la divulgazione della storia dell’immersione.
Non ultimo, HDS Italia è stata fondatrice di una Scuola Palombari Sportivi per l’insegnamento della antica arte del Palombaro. All’interno di queste fondamentali attività culturali, alcuni dei suoi consiglieri e soci si sono dedicati particolarmente all’attività divulgativa attraverso l’organizzazione e partecipazione a serate dedicate a tema presso associazioni sportive, club subacquei, organizzazioni varie.
Ci sono state altre attività importanti, forse atipiche per una associazione “italian style” e, tra queste, mi piace ricordare il recupero del tesoro del Polluce.
Il Polluce era un piroscafo di circa 50 metri che trasportava un vero e proprio tesoro, non dichiarato nelle polizza di carico, che il 17 giugno 1841 a seguito della collisione con il Mongibello affondò nelle acque di porto Azzurro in 103 metri di fondale. Dopo un tentativo infruttuoso di recupero, effettuato lo stesso anno dall’Armatore, furono effettuati altri tentativi nei primi anni del XX° secolo ma fallirono per la mancanza di riferimenti precisi sulle coordinate del relitto.
Nel 2000 un gruppo di inglesi, nella più completa illegalità, operò una razzia sul relitto con l’utilizzo di una benna manovrata da una gru posta su un rimorchiatore, che distrusse la parte superiore del relitto, recuperando parte del carico. Fortunatamente il materiale fu ritrovato e restituito allo Stato Italiano e gli Inglesi processati. Di fatto, buona parte del carico si trova ancora nelle stive del Polluce a 103 metri di profondità.
Il recupero del rimanente carico del piroscafo era possibile ma problemi economici non lo permettevano. A questo punto entrò in campo l’HDS Italia in rappresentanza di una cordata di sponsor privati (Marine Consulting – CNS Coop. Nazionale sommozzatori – Capmar Studios) alle quali, in seguito, si aggiunse, in qualità di co-sponsor, il Comune di Porto Azzurro, che sulla base di un contratto con la Sovraintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, finanziarono l’operazione di recupero. A HDS I fu concesso il diritto di sfruttamento del materiale recuperato (documentari e mostre), che naturalmente resta di proprietà dello Stato Italiano. Iniziò quindi l’Operazione “Recupero Polluce” che si svolse con la tecnica dell’immersione in saturazione fino ad oggi riservata al mondo dell’Off-Shore.
Tutto questo e molto altro lo potrete leggere sul sito di HDS Italia, www.hdsitalia.org. Soprattutto spero di aver fatto venire nei lettori la voglia di associarsi a questa organizzazione che ha necessità di avere alle spalle un numero sempre più alto di “sponsor” per continuare nel suo mandato culturale. In qualità di consigliere da molti anni di questa grande associazione, mi piace dire che HDS Italia è la casa comune per tutti, subacquei e non, che pensino sia importante per tutti avere come riferimento per il futuro la storia del proprio passato, compresa anche quella avventurosa dell’immersione.
Fabio Vitale
Storico della subacquea
Consigliere HDS Italia
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