livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA CONTEMPORANEA
PERIODO: XX SECOLO
AREA: REPORTAGE
parole chiave: Taipei, Taiwan
Nel 1971 andai a Taiwan per un reportage generico su questa Cina “non Cina”, ma che oggi Beijing vorrebbe far diventare Cina-Cina. Allora a Beijing, o nella China Mainland, come la chiamano i taiwanesi, c’era al potere Mao e già lui voleva far di tutto un fascio. Un servizio fotografico su questa grande isola, in mezzo al mar cinese meridionale, a sole cento miglia dalla costa Cinese-Cinese doveva avere un pò di tutto: dai templi confuciani ai militari e, quindi, il viaggio, organizzato nei minimi dettagli dall’ufficio PR taiwanese, aveva incluso visite a caserme qua e là e una gita all’isola di Quemoy o Kinmen o Cancello Dorato, che è un isolotto di soli 152 km quadrati a sole 6 miglia dalle spiagge della Repubblica Popolare Cinese ed è veramente uno strano posto.
Sono partito un mattino presto, accompagnato dall’addetto stampa dell’esercito taiwanese o meglio della Repubblica di Cina, maggiore Ma, a bordo di un bimotore Douglas DC3, che era già molto vecchio negli anni 70: Dopo il decollo l’aereo volò molto basso sul mare per attraversare le circa 180 miglia che separano Taipei da Quemoy; secondo il maggiore Ma la bassa quota era per evitare i radar della Repubblica Popolare Cinese … forse allora era così. All’arrivo ci aspetta una jeep con autista e come prima tappa, ci porta a visitare una residenza per anziani, ovviamente gestita dall’esercito, ovviamente non un posto avventuroso ma che avrebbe fatto sicuramente la felicità dei miei colleghi, amanti delle foto in bianco e nero e dei reportage su manicomi e carceri minorili. Io, in realtà, speravo qualcosa di meglio, ma così era il programma della visita e quindi così doveva essere.
La seconda tappa è un villaggio sulla costa, disabitato e bombardato dai Cinesi-Cinesi che hanno i cannoni dalle parti di Xiamen e che a giorni fissi, tra le 12,00 e le 14,00, sparano qualche colpo su queste case; per non fare molti danni, non mettono l’esplosivo nei proiettili li riempiono di volantini propagandistici.
Qui però è Xiamen, meglio starci poco, giusto il tempo di qualche foto e via, perché non si sa mai, magari i Cinesi-Cinesi, decidono di cambiare giorno e ora, senza dirlo, e ci può arrivare in testa un proiettile da venti chili senza esplosivo. È veramente un posto strano.
Terza tappa un boccone alla mensa del quartier generale locale dove mi presentano diversi ufficiali, i pochi che parlano inglese sono contenti che io sia lì a documentare come sono pronti a fermare le orde nemiche in caso d’invasione; personalmente penso che se fossi il generale nemico, per attaccare Taiwan; passerei al largo da questo posto strano, ma ovviamente non dico niente e mi gusto un ottimo maiale agrodolce.
La quarta e quinta tappa comprende la visita alle batterie costiere, ai bunker ed agli altoparlanti alti tre metri che quando il vento è in favore mandano messaggi democratici ai Cinesi-Cinesi, sempre quando il vento è in favore mandano anche piccolissime barchette a vela con a bordo messaggi democratici che dovrebbero servire per far cambiare idea politica agli abitanti di Xiamen. Mi dicono che anche loro, oltre ai bombardamenti, mandano le “barchette messaggere” quando gira il vento.
Il giro è finito e il programma dice che si riparte per Taipei. Oggi penso che a Quemoy, sia tutto diverso, con i social non credo abbia più senso usare gli altoparlanti e le barchette. Ho guardato su Google se per caso in questi anni l’esercito della Repubblica di Cina ha costruito un campo di golf, ma l’unica scarna informazione è di cinque campi di lusso a Xiamen, costruiti dai Cinesi-Cinesi.
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tutte le foto di Guido Alberto Rossi sono coperte da copyright – fonte FOTO FINE ART | FOTO VEDUTA AEREA | FOTO GEOGRAFICHE | GUIDO ALBERTO ROSSI
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Milanese classe 1949, inizia giovanissimo la professione del fotografo. Il suo primo servizio fotografico fu pubblicato nel 1966 su Sport Illustrato, settimanale della Gazzetta dello Sport. Ha girato per il mondo sempre con la macchina al collo passando dai reportage di sport, guerra, natura, ma negli ultimi anni si è dedicato principalmente alla fotografia aerea. Ha lavorato per le maggiori riviste ed editori internazionali con un attivo di 36 libri fotografici pubblicati, tra cui L’Acqua Vista dal Cielo, fotografando da aerei ed elicotteri i mari e i corsi d’acqua dei cinque continenti.
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