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La risposta dei Maddalenini ai cannoni di Napoleone

tempo di lettura: 4 minuti

 

livello elementare

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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XIX SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: La Maddalena, Bonifacio, Domenico Millelire

 

Dopo due giorni dall’inizio dell’aggressione le munizioni dei difensori cominciarono pericolosamente a scarseggiare, ma la natura indomita dei maddalenini non cedette alle rumorose pressioni dei transalpini. Il comandante della piazza di La Maddalena distaccò allora un gruppo di coraggiosi, agli ordini del nocchiere2 Domenico Millelire, che con un cannone dovevano far tacere le artiglierie della nave nemica. Cosa che avvenne grazie alla precisione del loro tiro, che costrinse i transalpini a cercare riparo dietro l’isola di Santo Stefano.

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A questo punto il Millelire si rese conto che La Maddalena non avrebbe potuto resistere ancora per molto e, vista la grave situazione e il continuo e preciso martellamento da parte delle batterie nemiche, decise di agire di iniziativa. Fece arrivare altri cannoni dalla piazza centrale e passò al contrattacco nonostante le forze francesi fossero decisamente superiori e attestate su posizioni migliori.

Ingannando la vigilanza del nemico, con una audace azione notturna, utilizzando mezzi dalla capienza limitata, attraversò il braccio di mare che separa La Maddalena dalla costa gallurese e piazzò due piccole batterie di cannoni in posizioni tali da poter colpire alle spalle le artiglierie comandate da un giovane ufficiale, Napoleone Bonaparte, nonché la cala dove erano ancorate le navi avversarie.

Così, mentre i Francesi erano intenti a bombardare La Maddalena, il 24 febbraio 1793 il gruppo guidato da Domenico Millelire cominciò improvvisamente a colpire i francesi, che si ritrovarono da assedianti ad assediati. Ancora una volta il fuoco preciso dei maddalenini attestatisi sulle coste sarde sconvolse i dispositivi nemici, gettandoli nella confusione. I francesi si trovarono quindi in una difficile posizione, sotto bombardamento avversario da La Maddalena e dalle coste alle loro spalle e senza la possibilità di usufruire delle navi, bloccate nella rada dal micidiale cannoneggiamento maddalenino del Millelire.

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Torre Quadra detta anche Torre Napoleonica all’isola di Santo Stefano Torre Napoleonica .jpg – Wikimedia Commons

Come sottolinea sempre Giovanna Sotgiu 3, … la mancanza di disciplina e di preparazione militare dei volontari (francesi, nda) ebbe la meglio su ogni altra considerazione, sulla dignità e il dovere e … imposero il ritiro. Napoleone, che vedeva vicina la vittoria … obiettò e cercò di resistere, ma il disordine e l’anarchia ormai predominavano costringendo tutti alla ritirata o, se si preferisce, a una disonorevole e disordinata fuga…” lasciando frettolosamente anche parte dell’armamento sull’isola da quella che era ormai diventata una trappola mortale. Napoleone giurò di ritornare per finire il lavoro, ma la storia ci dice che poi le cose andarono molto diversamente. La leggenda ci ha tramandato un Millelire che, non pago della precipitosa fuga degli aggressori, si imbarcò su una lancia cannoniera e inseguì fin quasi in Corsica il convoglio nemico nella sua disordinata fuga.

Domenico Millelire fu acclamato come un eroe che, insieme a pochi altri coraggiosi, aveva condotto azioni di indubbio ardimento, assumendosi l’onere di portare avanti rischiose iniziative che avevano portato alla vittoria, salvando l’indipendenza dell’arcipelago e, probabilmente, di tutta la Sardegna dall’aggressione francese. Un umile nocchiere che, grazie al suo coraggio e intraprendenza riuscì a chiudere una falla nel dispositivo di difesa maddalenino e ad accerchiare l’aggressore, mettendolo in seria difficoltà. Il suo valore fu adeguatamente premiato con numerose promozioni, diventando in seguito anche comandante del porto di La Maddalena, un incarico prestigioso che seppe svolgere con dignità e competenza. Non a caso è storicamente ricordato per aver ricevuto la prima medaglia d’oro al valor militare delle Forze Armate italiane. Domenico Millelire mantenne la sua umiltà negli anni successivi alla sua impresa e non si considerò mai un eroe, nonostante i riconoscimenti ricevuti, tra i quali la nomina a cavaliere dell’ordine militare dei Savoia, passando alla storia come il nocchiere che sconfisse Napoleone.

Fine II parte – continua

Renato Scarfi

 

Note

2 È un termine usato per indicare chi è incaricato del governo e dei servizi di bordo di una nave. È addetto al servizio di timoniere, a salpare l’àncora o alle manovre dei paranchi o della gru. È anche parte fondamentale dell’armamento delle motobarche (padrone e prodiere).

3 Giovanna Sotgiu ha insegnato negli Istituti Superiori di La Maddalena ed è socio fondatore del Co.Ri.S.Ma.

 

articolo pubblicato originariamente su DIFESAONLINE Il nocchiere che sconfisse Napoleone – Difesa Online

 

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