Ocean for Future

Ultima Clock Widget

  • :
  • :

che tempo che fa

Per sapere che tempo fa

Per sapere che tempo fa clicca sull'immagine
dati costantemente aggiornati

OCEAN4FUTURE

La conoscenza ti rende libero

su Amazon puoi trovare molti libri sulla storia del mare (ma non solo) e sulla sua cultura :) clicca sull'immagine ed entra in un nuovo mondo :)

i 100 libri da non perdere

NO PLASTIC AT SEA

NO PLASTIC AT SEA

Petizione OCEAN4FUTURE

Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

Salve a tutti. Noi crediamo che l'educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado sia un processo irrinunciabile e che l'esempio valga più di mille parole. Siamo arrivati a oltre 4000 firme ma continuiamo a raccoglierle con la speranza che la classe politica al di là delle promesse comprenda realmente l'emergenza che viviamo, ed agisca,speriamo, con maggiore coscienza
seguite il LINK per firmare la petizione

  Address: OCEAN4FUTURE

Batteri “vulcaniani” potrebbero contribuire alla riduzione del CO₂ atmosferico

Reading Time: 6 minutes

.

livello medio

.

ARGOMENTO:  EMERGENZE AMBIENTALI
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: RICERCA
parole chiave: sequestro CO2, batteri

 

Si parla tanto di segregazione delle emissioni di CO₂ per ridurre l’impatto sul clima terrestre ma spesso non viene ricordato che la maggior parte delle emissioni sono assorbite dagli oceani. Un processo fondamentale per la nostra sopravvivenza che però comporta delle variazioni chimico-fisiche e biologiche delle acque oceaniche.

Un ciclo fondamentale per la nostra sopravvivenza
Circa il 25% della CO2 emessa in atmosfera viene assorbita dai nostri oceani dissolvendosi nell’acqua di mare a seguito di un processo fisico-chimico di scambio tra atmosfera e superficie marina che viene controllato dalla concentrazione i gas e dal coefficiente di scambio [0]. A seguito di questo ciclo si ha la segregazione di parte della CO2 ma un aumento di protoni (ioni H+) che influiscono sull’acidificazione del mare, ma anche una diminuzione degli ioni carbonato (CO3-) necessari a molti organismi marini per costruire il loro scheletro o guscio calcareo (coralli e molluschi). Le ricadute sui processi marini, sia da un punto di vista ecologico che economico, sono importantissime.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è carbonato-co2-1.jpg

il rimescolamento aria-acqua favorito dal vento e dalle onde favorisce questo processo chimico della CO2 in mare. / @Slideplayer

Sebbene dare delle previsioni non sia semplice, alcuni ritengono che alla fine di questo secolo gli oceani dovrebbero essere del 150% più acidi di ora, causando a livello globale una delle più grandi minacce per la vita marina; questo comporterà, a causa della raggiunta saturazione aria-acqua, anche una riduzione della segregazione della CO2. In pratica questo comporterà un ulteriore aumento delle temperature globali, forse limitato solo dal passaggio ad una nuova fase astronomica più fredda.

 

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è acidificazione-mappa.jpg

cambiamenti della acidificazione degli oceani dal 1850 al 2100 mappati in base allo stato di saturazione di aragonite che indica la solubilità del carbonato di calcio nell’acqua di mare in uno  scenario di aumentp delle emissioni di CO2 (RCP 8.5) Fonte: IGCBP, IOC, SCOR (2013)

Un aiuto dai batteri
È noto che piante e microalghe possiedono la capacità di segregare CO₂; in tempi recenti è stato scoperto che anche i batteri possono contribuire in tale processo molto efficacemente in quanto hanno un tasso di crescita rapido e un ciclo di vita notevolmente più rapido dei vegetali. Inoltre, possono essere facilmente modificati geneticamente e riprodotti in laboratorio. Un ulteriore vantaggio del loro utilizzo è che possono generare utili sottoprodotti industriali come biocarburanti, composti farmaceutici e bioplastiche.

Oggi parliamo di una scoperta interessante, la scoperta di particolari batteri che prosperano in condizioni estreme ovvero in situazioni ambientali che normalmente impedirebbero la vita degli organismi viventi. Lo studio di questi batteri ci riporta indietro nella storia del pianeta, ad oltre 3,6 miliardi di anni fa ed è di fondamentale importanza per studiare profondamente i processi che hanno portato all’evoluzione della vita nel nostro pianeta.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Micrographoto-Thermus-aquaticus-Y51MC23-da-anaerobic-cultures-.png

Microfotografia di Thermus aquaticus Y51MC23 da colture anaerobiche. Il campione di coltura è stato colorato con macchia fluorescente Syto 1 9 in acqua sterile – immagini da studio pubblicato su Researchgate https://www.researchgate.net/figure/Micrograph-of-Thermus-aquaticus-Y51MC23-from-anaerobic-cultures-Culture-sample-was_fig1_282852661

E’ stato notato che microorganismi che abitano habitat estremi si evolvono più velocemente di quelli che popolano ambienti favorevoli e rappresentano non solo un serbatoio genico per potenziali applicazioni biotecnologiche (ad esempio, la scoperta della Taq polimerasi, una reazione chimica che porta alla formazione di una catena polimerica, ovvero di una molecola costituita da molte parti uguali di DNA e RNA che si ripetono in sequenza, che fu isolata dai batteri termofili Thermus aquaticus), ma possono essere usate per esplorare le relazioni tra la bio diversità ed i fattori ambientali.

In questo contesto, gli ambienti vulcanici terrestri e sottomarini suscitano interesse per la comunità scientifica, poiché sono considerati analoghi ad alcuni dei primi ambienti sulla Terra.

L’utilizzo di batteri, potenzialmente migliorati dall’ingegneria genetica, è un’area di ricerca scientifica molto attiva per produrre sostanze chimiche in grado di generare sottoprodotti industriali utili come biocarburanti, composti farmaceutici e bioplastici, ma anche di catturare la CO₂. Non si tratta di fantascienza in quanto la società americana Lanzatech utilizza già batteri per convertire la CO₂ in combustibili e sostanze chimiche commerciali e la recente startup Cyanocapture con sede nel Regno Unito, sostenuta da Shell ed Elon Musk, stanno sfruttando cianobatteri per produrre biomassa e oli biologici. In Italia, nel Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara, in collaborazione con il Politecnico di Torino e con una rete di start-up italiane, ENI ha avviato un impianto pilota a fotobioreattori multi layer in cui le alghe sono alimentate da luce artificiale per favorire la fotosintesi.

La biomassa vegetale prodotta, raccolta ed essiccata è una farina algale che può essere utilizzata in ambito nutraceutico, mangimistico o cosmetico, mentre la frazione grassa dell’estratto può essere utilizzata per l’estrazione di olio algale che, a sua volta, può essere valorizzata nelle bioraffinerie ENI per la produzione di bio-combustibili avanzati. Avviato a novembre 2020, l’impianto pilota di Novara ha raggiunto dei dati di produttività giornaliera di biomassa molto promettenti che, secondo ENI, se proiettati su impianti di scala industriale, potrebbero consentire di produrre fino a 500 tonnellate di biomassa ed intrappolare circa 1000 tonnellate l’anno di CO₂ per ogni ettaro di superficie. La ricerca avanza quindi in tutto il mondo per ottimizzare l’uso di batteri per catturare il carbonio dall’acqua di mare, bloccando la CO2.

Cianobatteri
Torniamo quindi alla scoperta di questi batteri; un team di microbiologi del progetto Two Frontiers (2FP), un’iniziativa sostenuta dalla Seed Health, un’azienda che opera nelle nanotecnologie, sta studiando dei particolari cianobatteri che si sono adattati a condizioni estreme in ambienti estremi cono lo scopo di trovare nuove soluzioni per contrastare il cambiamento climatico e lo sbiancamento dei coralli. In particolare, il Progetto ha ipotizzato che questi organismi, in grado di sopravvivere in quegli ambienti estremi ed in grado di agire sul carbonio, potrebbero segregare più efficacemente e velocemente la CO2 atmosferica.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è carbon-1-subacquei.jpg

spedizione Carbon 1 all’isola di Vulcano

Ad oggi, il 2FP ha completato due spedizioni di ricerca, etichettate Carbon 1 e Carbon 2. La prima, Carbon 1, ha avuto luogo alle isole Eolie, al largo della costa della Sicilia, Italia, per studiare la vita batterica nelle sorgenti idrotermali vulcaniche e altamente acide dell’isola di Vulcano. Il particolarissimo ambiente geologico rientra in un’area vulcanica che attraversa la costa nord-orientale della Sicilia fino alle isole eoliche e sono presenta dei sistemi idrotermali poco profondi. In particolare, Vulcano e le altre isole eoliche, sono da anni studiate per le popolazioni microbiche che hanno portato all’isolamento di nuove specie di batteri alotolleranti o alofili (ovvero che si sono adattate a sopravvivere in ambienti ad alta salinità) e termofile.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è colorado-carbon-2-spedizione.jpg

spedizione Carbon 2 nelle sorgenti idrotermali dei parchi del Colorado

Il team di ricerca è stato in grado di isolare dei cianobatteri, un gruppo di organismi fotosintetici unicellulari “ossigenici”, ovvero capaci di produrre ossigeno molecolare (O2) utilizzando l’acqua come fonte di elettroni. Questi batteri, ritrovati nelle sorgenti termiche nella baia di Baia di Levante dell’isola di Vulcano, sarebbero in gradi di trasformare la CO2 in biomassa più velocemente di qualsiasi altro cianobatterio conosciuto e sembrerebbero essere particolarmente efficienti nella cattura del carbonio rispetto ai loro concorrenti del settore.

Un’altra missione della spedizione Two Frontiers Project, Carbon2, ha attraversato lo stato del Colorado – uno stato famoso per le sue sorgenti calde e carbonizzate – per raccogliere, sequenze e campioni microbici di coltura da sorgenti calde delle montagne rocciose. Sequenziando il DNA degli organismi che vi vivono gli scienziati ritengono di poter progettare sistemi avanzati di coltura. I risultati e i metodi saranno integrati con quelli di Carbon 1 e potrebbero portare a nuove interessanti scoperte. Intanto in tutto il mondo la ricerca prosegue.

.

[0] Il processo è legato alla pressione parziale di un gas sopra una superficie. Ogni volta che la pCO2 aumenta, il gas si diffonde nel volume di acqua fino a quando le pressioni parziali nell’interfaccia aria-acqua si equilibrano. Se aumenta, la CO2 atmosferica si diffonderà nell’oceano aumentando, nella reazione la produzione di ioni H+ ovvero l’acidità delle acque.

 

Riferimenti
https://www.researchgate.net/publication/Bacterial_Communities_from_Extreme_Environments_Vulcano_Island

https://twofrontiers.org/expeditions/vulcano

 

Una sorpresa per te su Amazon Music unlimited   Scopri i vantaggi di Amazon Prime

 

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

 

PAGINA PRINCIPALE

 

print
(Visited 50 times, 1 visits today)
Share
5 1 vota
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
vedi tutti i commenti

Legenda

Legenda

livello elementare
articoli per tutti

livello medio
articoli che richiedono conoscenze avanzate

livello difficile
articoli specialistici

Traduzione

La traduzione dei testi è fornita da Google translator in 42 lingue diverse. Non si assumono responsabilità sulla qualità della traduzione

La riproduzione, anche parziale, a fini di lucro, e la pubblicazione per qualunque utilizzo degli articoli e delle immagini pubblicate è sempre soggetta ad autorizzazione da parte dell’autore degli stessi che può essere contattato tramite la seguente email: infoocean4future@gmail.com


If You Save the Ocean
You Save Your Future

OCEAN4FUTURE

Salve a tutti. Permettetemi di presentare in breve questo sito. OCEAN4FUTURE è un portale, non giornalistico e non a fini di lucro, che pubblica articoli di professionisti e accademici che hanno aderito ad un progetto molto ambizioso: condividere la cultura del mare in tutte le sue forme per farne comprendere la sua importanza.

Affrontiamo ogni giorno tematiche diverse che vanno dalla storia alle scienze, dalla letteratura alle arti.
Gli articoli e post pubblicati rappresentano l’opinione dei nostri autori e autrici (non necessariamente quella della nostra redazione), sempre nel pieno rispetto della libertà di opinione di tutti.
La redazione, al momento della ricezione degli stessi, si riserva di NON pubblicare eventuale materiale ritenuto da un punto di vista qualitativo non adeguato e/o non in linea per gli scopi del portale. Grazie di continuare a seguirci e condividere i nostri articoli sulla rete.

Andrea Mucedola
Direttore OCEAN4FUTURE

Chi c'é online

11 visitatori online

Ricerca multipla

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
Archeologia
Associazioni per la cultura del mare
Astronomia e Astrofisica
Biologia
Cartografia e nautica
Chi siamo
Climatologia
Conoscere il mare
Didattica
Didattica a distanza
disclaimer
Ecologia
Emergenze ambientali
Fotografia
Geologia
geopolitica
Gli uomini dei record
I protagonisti del mare
Il mondo della vela
L'immersione scientifica
La pesca
La pirateria
La subacquea ricreativa
Lavoro subacqueo - OTS
Le plastiche
Letteratura del mare
Malacologia
Marina mercantile
Marine militari
Materiali
Medicina
Medicina subacquea
Meteorologia e stato del mare
nautica e navigazione
Normative
Ocean for future
OCEANO
Oceanografia
per conoscerci
Personaggi
Pesca non compatibile
Programmi
Prove
Recensioni
Reportage
SAVE THE OCEAN BY OCEANDIVER campaign 4th edition
Scienze del mare
Sicurezza marittima
Storia della subacquea
Storia della Terra
Storia Navale
Storia navale del Medioevo (post 476 d.C. - 1492)
Storia Navale dell'età antica (3.000 a.C. - 476 d.C,)
Storia navale dell'età moderna (post 1492 - oggi)
Storia navale della prima guerra mondiale (1914-1918)
Storia navale della seconda guerra mondiale (1939 - 1945)
Storia navale Romana
Subacquea
Subacquei militari
Sviluppi della scienza
Sviluppo compatibile
Tecnica
Uomini di mare
Video
Wellness - Benessere

I più letti di oggi

 i nodi fondamentali

I nodi fanno parte della cultura dei marinai ... su Amazon puoi trovare molti libri sul mare e sulla sua cultura :) clicca sull'immagine ed entra in un nuovo mondo :)

Follow me on Twitter – Seguimi su Twitter

Tutela della privacy – Quello che dovete sapere

> Per contatti di collaborazione inviate la vostra richiesta a infoocean4future@gmail.com specificando la vostra area di interesse
Share
Translate »
0
Cosa ne pensate?x