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La guerra di corsa tedesca nella I guerra mondiale

tempo di lettura: 8 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: Corsari
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Prima del trattato di Parigi del 1856, la guerra di corsa veniva effettuata con navi ed equipaggi civili autorizzati dal proprio Stato tramite un’apposita Patente di Corsa per compiere atti di guerra contro le navi e le coste nemiche. Parte del bottino ricavato doveva essere ceduta allo Stato mentre il resto veniva diviso con apposite percentuali fra l’equipaggio e l’armatore. In realtà, la differenza fra corsaro e pirata era molto labile.

Dopo il 1856, la guerra al traffico marittimo fu autorizzata solo per le navi militari che dovevano consegnare tutto il carico allo Stato, venendo ricompensate sempre in percentuale. Inoltre, dovevano essere portati i registri di carico davanti all’apposito tribunale delle prede che, dopo averli analizzati, dichiarava la nave buona preda, e provvedeva alla confisca ed alla ricompensa. Se la nave era stata fermata ingiustamente, veniva invece rilasciata.  Le navi sequestrate dovevano essere equipaggiate con una parte dei marinai della nave “corsara”, detto equipaggio da preda, inviata in patria per il procedimento da parte del tribunale. La norma prevedeva che le navi potevano essere affondate solo in rare eccezioni ed in tutti i casi l’equipaggio doveva essere tratto in salvo.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, la Germania aveva navi da guerra sparse nei vari possedimenti coloniali e decise di rispondere al blocco navale inglese con la guerra da corsa; questo sia per interrompere i traffici mercantili nemici sia per rifornire le navi soprattutto di carbone. Dell’Emdem e della sua crociera tratterò in un altro articolo per cui per ora parlerò delle altre navi utilizzate per la guerra da corsa.

Königbserg

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Bundesarchiv_Bild_105-DOA3002_Deutsch-Ostafrika_Kreuzer_Konigsberg-wikipedia.jpg

Kleiner Kreuzer SMS Königsberg a Dar es Salaam, 1914- Sammlung Walther Dobbertin (Bild 105)
File:Bundesarchiv Bild 105-DOA3002, Deutsch-Ostafrika, Kreuzer Königsberg.jpg – Wikimedia Commons

Il Königbserg era un incrociatore leggero varato il 12 dicembre 1905, armato con dieci cannoni da 105mm e dieci da 52mm che poteva raggiungere una velocità massima di 24 nodi. Al comando del capitano di fregata Max Looff, nel marzo 1914 fu inviato in Africa Orientale Tedesca (l’attuale Tanzania) dove arrivò a Dar es Salaam il 6 giugno, dopo aver effettuato delle soste di rifornimento a Cagliari, Napoli, Messina, Port Said e Aden. Alla fine di luglio Looff, rendendosi conto della possibilità di una imminente guerra contro l’Inghilterra, decise di salpare per non farsi sorprendere nella baia di Dar es Salaam. Il giorno 4 agosto, mentre era in navigazione, fu informato dello stato di guerra con Francia, Russia e Inghilterra e, già nel pomeriggio del 6 agosto, il Königbserg fermò la sua prima preda, il cargo inglese City of Winchester. Dopo averlo depredato del carbone e dei viveri, necessari per poter navigare fino al giorno 19, Loff affondò la nave mercantile e si diresse verso le coste africane, nei pressi di Capo Guardafui dove aveva fissato l’appuntamento con una carboniera di rifornimento, la Somali.

Arrivato al punto rendez vous, scoprì che la rifornitrice non era sul posto e, con sole 200 tonnellate di carbone e poca acqua, il Königbserg dovette attenderla fino al 21.  Effettuato il rifornimento, il 23 di agosto l’incrociatore tedesco fece rotta verso il Madagascar dove, non trovando nuove prede sul suo cammino, ai primi di settembre, si ricongiunse con il Somali presso l’isola di Aldabra. Essendo il mare troppo agitato per effettuare il trasbordo del carbone, su suggerimento del comandante della carboniera, si diressero verso il delta del Rufiji, del quale avevano carte particolareggiate grazie ai recenti rilevamenti della nave idrografica Möwe. Qui giunti, risalirono per otto miglia uno dei canali del delta, ed inviarono un telegramma a Dar es Salaam, dove il governatore tedesco organizzò un invio di rifornimenti. Il 19 settembre, dopo aver effettuato il rifornimento e la revisione dell’apparato motore, Looff, venne a sapere che una nave da guerra inglese era ancorata a Zanzibar; si trattava dell’incrociatore inglese Pegasus intento anche lui nella revisione delle caldaie. Il Königsberg, lasciò il delta la sera stessa e, alle ore 04.00, fu battuto il posto di combattimento.  Alle 05.05 venne rilevato l’HMS Pegasus a 5 miglia di distanza.

Looff ordinò di aprire il fuoco con l’armamento principale e, alla terza salva, l’incrociatore inglese venne colpito; nel frattempo anche gli Inglesi aprirono il fuoco sebbene la nave tedesca fosse ancora fuori dalla loro portata. Di fatto in una decina di minuti tutti i cannoni del Pegasus furono ridotti al silenzio e, dopo 20 minuti di combattimento, il comandante inglese, ordinò di ammainare l’Union Jack e di alzare la bandiera bianca. Looff fece sospendere il fuoco e dato che il Pegasus era ormai in fiamme ed incominciava ad imbarcare acqua, decise di bombardare la stazione radio di Zanzibar. Non ultimo, al fine di far credere di aver minato le acque, Loof fece gettare in mare 14 casse per la cordite vuote; quindi fece rotta verso sud, con l’intento di raggiungere l’Atlantico e rientrare in patria. Solo poche ore dopo, una delle motrici dell’incrociatore tedesco andò in avaria a causa della rottura di un pistone e gli ufficiali di macchina, la dichiararono irreparabile con i mezzi di bordo. Pertanto Looff fece di nuovo rotta verso il delta e tornò al suo nascondiglio. Con l’aiuto dei contadini tedeschi si provvide a far giungere le parti meccaniche necessarie per la riparazione fino alla linea ferroviaria che collegava il delta con Dar es Salam. Looff consapevole dei lunghi tempi di riparazione, fece quindi mimetizzare la nave, creò dei posti d’osservazione sulle vicine colline e, sbarcando l’armamento secondario, creò delle difese antisbarco.

Il rinforzo britannico nell’Indiano
Gli Inglesi, dopo l’attacco subito a Zanzibar ed il bombardamento di Madras da parte dell’Emden, inviarono nell’oceano Indiano altri tre incrociatori leggeri di recente costruzione. Durante le operazioni in mare, il 19 ottobre, l’incrociatore Chatham fermò il vapore tedesco Präsident e scoprì che i suoi ordini erano di portare carbone nel delta del Rufiji. Il 30 ottobre l’incrociatore britannico arrivò alla foce del fiume e, dagli interrogatori degli indigeni, ricevette conferma che lungo il fiume vi era una grande nave. La mattina seguente il Chatam entrò nel canale più ampio del delta aprendo il fuoco, che però risultò impreciso. Looff, non avendo riferimenti per il tiro preferì non rispondere e decise di spostarsi ancora più a monte.

Il 2 novembre, anche gli incrociatori Weymounth e Dartmouth, giunsero alla foce ma, non conoscendone la profondità, si limitarono a pattugliare al di fuori tutti i numerosi canali che sfociano in mare; nel frattempo arrivò anche la corazzata Goliath che, il 9 di novembre, affondò alla foce del canale maggiore il mercantile Newbridge con l’intento di bloccare la nave. In realtà i Tedeschi erano a conoscenza di altri canali navigabili per prendere il largo ma ciò che realmente bloccava il Königbserg era sia la scarsità di carbone, che non gli avrebbe permesso una lunga navigazione, sia il numero crescente di navi che pattugliavano la foce. Pertanto Looff, decise di spostarsi ancora più a monte, andando ad incagliarsi su un banco di sabbia.

Il 19 novembre venne effettuato dai Britannici un volo di ricognizione con un idrovolante Curtiss noleggiato a Durban, ma solo il 22 novembre il pilota avvistò la nave tedesca a dieci miglia all’interno del fiume. L’avvistamento fu ritenuto non possibile dagli Inglesi che decisero ulteriori ricognizioni; intanto tutti i tentativi fatti per inoltrarsi nel fiume con le lance furono respinti dalle postazioni di osservazione lungo la costa che erano state predisposte dai Tedeschi. Intanto il Königsberg si spostò in un altro canale navigabile, inoltrandosi ancora di più nel fiume a 15 miglia dalla costa. L’arrivo della stagione delle piogge fermò tutte le operazioni e sia gli Inglesi che i Tedeschi incominciarono a studiare un mezzo per uscire dallo stallo che era venuto a crearsi.

I primi decisero di utilizzare dei monitori (chiatte a fondo piatto, armate di cannoni di grosso calibro, normalmente utilizzati per il tiro contro costa) mentre i secondi prepararono un piano per rifornire la nave di carbone. Il 19 febbraio partì da Amburgo un cargo carico di carbone ed altri rifornimenti che giunse la mattina del 14 aprile sul luogo dell’appuntamento dove però trovò le navi inglesi che, avendo intercettato il messaggio che annunciava il suo arrivo, lo attaccarono per affondarlo (anche se il comandante riuscì ad arenarsi sulla riva).

La perdita del rifornimento di carbone fu la fine del Königsberg; Looff, vedendo sfumare la possibilità di prendere il mare e scomparire nell’oceano, si preparò alla battaglia facendo dipingere lo scafo di verde e aumentando la protezione della coperta. I monitori giunsero alla fine di giugno ed il 6 luglio si portarono sul Rufji e, alle 6.47, diretti da un aereo, aprirono il fuoco contro l’incrociatore tedesco. Alle 7.00 il Königsberg aprì a sua volta il fuoco, che risultò subito più accurato di quello inglese ma, alle 7.31, i monitori riuscirono a mettere a segno un colpo sull’incrociatore.

Il  Königsberg alle 7.40 colpì con due colpi uno dei monitori, uno sul cannone di prua ed uno sullo scafo che aprì falle tali da costringerlo a ritirarsi momentaneamente. Alle 8.10 anche il secondo monitore venne colpito anche se non con gravi conseguenze. Uno scambio di colpi che continuò senza danni per i due contendenti. Alle 15.35, i monitori, con le canne ormai arroventate dall’utilizzo, si ritirarono, dopo aver sparato 633 colpi da 152mm, di cui solo 4 avevano colpito la nave tedesca. Il giorno 11, i monitori tornarono sul fiume ma questa volta il primo ad aprire il fuoco fu l’incrociatore tedesco. Alle 11.25, dopo pochi minuti, due colpi colpirono il monitore, uno nei pressi del cannone ed uno a poppa, cosa che lo costrinse al ritiro. Ma la fine dell’incrociatore tedesco era ormai vicina: alle 12.45 un colpo da 152mm colpì una riservetta dei cannoni da 105mm del Königsberg provocando un’esplosione che provocò la diminuzione dei cannoni che rispondevano al fuoco.

Alle 12.53 sul Königsberg era rimasto attivo un solo cannone; per un colpo ricevuto in un deposito munizioni si dovette allagare il compartimento, cosa che causò la perdita delle scorte di munizioni. Ormai il tiro inglese si faceva sempre più preciso, tanto che Looff alle 13.30 ordinò l’abbandono della nave che fu fatta affondare tramite lo scoppio di un siluro alle 14.00.

Nonostante, le poche navi affondate, il Königsberg ebbe la capacità di bloccare una grande quantità di navi da guerra inglesi e distrarre due monitori dallo scenario dei Dardanelli, per il quale erano stati approntati. Nei giorni seguenti, i Tedeschi asportarono tutto il materiale recuperabile dalla nave, compresi i cannoni da 105mm, e l’equipaggio continuò a combattere a fianco delle truppe terrestri.

Dresden
Il Dresden, unità gemella del Emden, fu varata il 05 ottobre del 1907 ed entrò in servizio il 14 novembre 1908. Alla vigilia della guerra al comando di Fritz Lüdecke si trovava nel mar dei Caraibi ed il 25 luglio, sebbene già sostituito dal Karlsruhe prima il suo rientro in Germania, ricevette l’ordine di fermarsi ai Caraibi visto l’imminente stato di guerra.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è SMS_Dresden_German_Cruiser_LOC_16727.jpg

SMS Dresden German Cruiser LOC 16727 attraversa il canale di Kiel – da United States Library of Congress’s Prints and Photographs division File:SMS Dresden German Cruiser LOC 16727.jpg – Wikimedia Commons

Tra il 6 e 8 agosto fermò ben sei navi che, dopo il controllo dei documenti, furono però lasciate andare; il 15 affondò il mercantile Hyades, ed in seguito catturò la carboniera inglese Holmwood dalla quale si rifornì di carbone prima di affondarla. A questo punto Lüdecke decise di passare in Pacifico e unirsi alla Squadra Navale tedesca del sud est asiatico comandata da von Spee; il 18 settembre ricevette l’ordine di raggiugere il Leipzig e di incrociare con lui al largo del Cile.

Il 12 ottobre, si unì alla Squadra e la seguì fino alle Falkland dove, nell’ambito della battaglia omonima, riuscì a sfuggire alla distruzione grazie alla sua posizione di retroguardia ed alla maggiore velocità; raggiunto lo Stretto di Magellano si nascose nei suoi fiordi in cerca di combustibile, cosa che avvenne il 19 dicembre grazie alla carboniera Sierra Cordoba. Iniziò così il suo peregrinare fra Atlantico e Pacifico partecipando a numerosi scontri navali fino a quando, ormai a corto di combustibile, si diresse verso l’isola cilena di Juan Fernandez dove richiese via radio un rifornimento di carbone.

Venne inviata la carboniera Gotha ma i messaggi, intercettati e decrittati dagli Inglesi, ne svelarono la posizione; il 7 marzo arrivarono all’isola tre incrociatori inglesi, fra cui il HMS Glasgow che, nonostante la neutralità delle acque cilene, si avvicinò al Dresden ed apri il fuoco, costringendo Lüdecke ad ammainare la bandiera.

Il comandante tedesco, protestando violentemente per la violazione della neutralità, vista l’impossibilità di proseguire ogni azione, diede quindi l’ordine di affondare la nave per non farla catturare dagli Inglesi.

 

in anteprima SMS Dresden al largo di New York, Fonte Library of the Congress,  SMS Dresden 1909 LOC det 4a16116.jpg – Wikimedia Commons

 

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