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NO PLASTIC AT SEA

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Petizione OCEAN4FUTURE

Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

Salve a tutti. Noi crediamo che l'educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado sia un processo irrinunciabile e che l'esempio valga piรน di mille parole. Siamo arrivati a oltre 4000 firme ma continuiamo a raccoglierle con la speranza che la classe politica al di lร  delle promesse comprenda realmente l'emergenza che viviamo, ed agisca,speriamo, con maggiore coscienza
seguite il LINK per firmare la petizione

  Address: OCEAN4FUTURE

Mar Baltico: una nuova area di crisi?

Reading Time: 6 minutes

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livello elementare

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ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR BALTICO
parole chiave: Mar Baltico

 

Negli anni passati ho spesso incontrato ufficiali svedesi e finlandesi, partecipanti alle riunioni NATO aperte a possibili futuri partner. Per un marinaio mediterraneo, sentir parlare delle condizioni di navigazione in quel lontano mare nordico, chiuso dai ghiacci per molti mesi all’anno, ciononostante con secoli di seafaring alle spalle, era affascinante; un mare con frequentazioni commerciali antiche, conosciuto giร  dai tempi dei Romani, il cui nome potrebbe essere connesso con l’isola Baltia, nominata da Plinio il Vecchio.

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Carta dei fondali del Mar Baltico e Skagerak che evidenzia i bassi valori di batimetria locale – Fonte  NordNordWesthttps://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ostseetiefen.png

Baltico
Il mare suebicum, come lo chiamavano i Romani, ha raggiunto lโ€™attuale configurazione geologica negli ultimi diecimila anni, ovvero al termine dellโ€™ultima glaciazione. Ha una profonditร  media abbastanza bassa, di circa 55 metri, con una massima di circa 460 metri in acque svedesi. Il problema maggiore di questo mare รจ la sua disponibilitร ; nei mesi invernali si ghiaccia fino al 45% della sua superficie, bloccando lโ€™accesso a numerosi porti che restano cosรฌ isolati.

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il porto di Helsinky bloccato dai ghiacci ancora in tarda Primavera, 2011 – photo credit @andrea mucedola

Un handicap per le nazioni piรน settentrionali, in particolare per la Russia, che se lo contesero nei secoli. Non a caso, con i progressi nella navigazione commerciale, quelle acque divennero presto territorio di scontro. Non ultimo, durante la Seconda Guerra Mondiale, vi furono affondate numerose navi e sommergibili, relitti che popolano ancora quei fondali, spesso ben preservati dalle acque relativamente dolci e dalle estreme condizioni ambientali.

Geopolitica
Sulle sue coste si affacciano sei Paesi appartenenti alla NATO (Estonia, Lituania, Lettonia, Polonia, Germania, Danimarca), due paesi neutrali,  Svezia e Finlandia, e la Russia con lโ€™Oblast di Kaliningrad, un exclave compresa tra Polonia e Lituania, che rappresenta un territorio strategicamente importante per la Federazione russa. A differenza dei porti russi del nord del Baltico, sia Kaliningrad che Baltijsk sono gli unici due porti russi a restare aperti tutto lโ€™anno dove, non a caso, la marina russa ha dislocato la sua flotta del Baltico.

Un’area dove perรฒ esistono ruggini secolari
Dopo questa breve introduzione a quest’area marittima, prima di affrontare lโ€™argomento di oggi, รจ doveroso ricordare alcuni punti fondamentali della sua storia:

–  tra il 30 novembre 1939 e il 12 marzo 1940 lโ€™Unione Sovietica (URSS) invase la Finlandia, repubblica indipendente dal 1919, per acquisire alcuni territori finlandesi ritenuti per sรฉ di importanza strategica dal punto di vista militare. Le perdite finlandesi furono di circa 48.000 tra morti e dispersi ma quelle dei sovietici furono maggiori. I numeri sono diversi ma recenti studi negli archivi militari dell’URSS hanno stimato oltre 126.000 tra morti e dispersi solo tra i soldati sovietici. Nonostante l’invasione fosse stata condannata internazionalmente il supporto del mondo occidentale, soprattutto francese e britannico, fu tardivo se non inesistente.

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Un nido di mitragliatrice finlandese Maxim M/32-33 a 100 metri dalle forze sovietiche durante la Guerra d’Inverno, situata a circa 5 chilometri a nord di Lemetti (area del distretto di Pitkyarantsky, Russia) –  1940 – Collezione del Military Museum of FinlandFinnish Maxim M-32 machine gun nest during the Winter War.jpg – Wikimedia Commons  

I Finlandesi combatterono coraggiosamente in quelle regioni ghiacciate, bloccando l’invasione delle truppe di Stalin tanto che, nel marzo 1940, si arrivรฒ ad un accordo di pace, il trattato di Mosca, per il quale la Finlandia, a denti stretti, dovette accettare di cedere all’Unione Sovietica circa il 10% del proprio territorio, tra cui gran parte della Carelia ed alcune isole nel golfo di Finlandia. Di fatto, il patto Molotov-Ribbentrop, firmato alla fine di agosto 1939 tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica sconvolse l’equilibrio regionale e durante la seconda guerra mondiale, come la vicina Svezia, si mantenne neutrale.

Dopo la seconda guerra mondiale, Finlandia e Svezia, a differenza della Norvegia e della Danimarca che entrarono nella NATO, decisero di mantenere la loro tradizionale neutralitร  nei confronti dell’Unione Sovietica anche durante la Guerra Fredda. Non in possesso di forze armate competitive, la loro Home guard si sviluppรฒ lentamente in un quadro geopolitico che vedeva da un lato un URSS aggressivo, sebbene piรน interessato al lato meridionale europeo, e dall’altro una cornice di Paesi scandinavi che avevano aderito alla NATO con entusiasmo. Negli ultimi anni non sono mancati momenti di tensione; i Svedesi hanno segnalato spesso l’infiltrazione di mezzi russi nelle loro acque territoriali, episodi che Mosca aveva sempre negato fino all’imbarazzante arenamento su un banco roccioso svedese del S-363, un sottomarino sovietico classe Whisky. L’evento fu talmente clamoroso da essere definito scherzosamente sulla stampa internazionale come il “whisky on the rocks“, un’espressione normalmente usata per descrivere uno dei modi piรน popolari per bere il whisky, versandolo in un bicchiere contenente del ghiaccio. Non credo che la battuta piacque molto al comandante del sommergibile sovietico.

–  Finlandia e Svezia hanno aderito il 9 maggio 1994 al programma Partnership for peace, un programma di cooperazione bilaterale tra singoli paesi partner euro-atlantici e la NATO istituito nel 1994 per sviluppare rapporti individuali con lโ€™Alleanza atlantica secondo prioritร  ad hoc per la cooperazione. Un programma di successo che favorรฌ l’entrata nella NATO di molti paesi ex sovietici, desiderosi di entrare in un ombrello di protezione comune. Va ricordato, per completezza, che in quegli anni anche la Russia aderรฌ a tale programma mettendo le basi all’importante consiglio NATO-Russia che si dimostrรฒ inizialmente molto promettente.

–  Sia La Finlandia che la Svezia hanno contribuito in passato a missioni a guida NATO: la Svezia in Afghanistan, alle operazioni KFOR in Kosovo e alla Missione NATO in Iraq, e la Finlandia alle operazioni e missioni nei Balcani, in Afghanistan e in Iraq.

Un cambio epocale?
Nonostante la loro sempre dichiarata neutralitร , lโ€™invasione dellโ€™Ucraina da parte della Russia ha di fatto creato i presupposti ad un cambio di paradigma. In pratica, come avrete sentito nelle news, il primo ministro svedese Magdalena Andersson e la finlandese Sanna Marin hanno dichiarato che entrambi i Paesi stanno valutando lโ€™adesione alla NATO โ€œda quando la Russia ha invaso l’Ucraina“.

Il loro ingresso nellโ€™Alleanza farebbe sรฌ che potrebbero godere della clausola prevista dall’articolo 5 della NATO che afferma che un attacco ostile contro uno Stato membro รจ considerato come un attacco contro tutti. La decisione da parte dei due Paesi potrebbe essere molto rapida, entro la fine di maggio, al fine di aderire all’Alleanza atlantica entro giugno. Sebbene la Finlandia sembra essere maggiormente motivata ad unโ€™immediata adesione, la Svezia ha deciso di esaminare una serie di opzioni alternative per la sua sicurezza, tra cui l’approfondimento della cooperazione nordica in materia di difesa e l’invito all’Unione Europea a sviluppare politiche di difesa rafforzate per offrire una maggiore protezione militare agli Stati membri dell’UE che confinano con quelle regioni altamente sensibili del Mar Baltico.

La reazione di Mosca
La reazione della Russia รจ stata immediata ed il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che, nel caso, la Russia “riequilibrerebbe la situazione” nel Baltico. Il 14 aprile, Dmitry Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, ha dichiarato che, se Finlandia e Svezia dovessero aderire alla NATO, la Russia rinuncerebbe alla sua politica di zona franca nucleare per il Mar Baltico, dispiegando nella sua exclave armi nucleari. Una minaccia che non apporta nessun valore aggiunto in quanto la flotta russa del Baltico, di base nella exclave di Kaliningrad, giร  possiede la capacitร  nucleare per cui di fatto l’equilibrio della sicurezza non cambierebbe molto. 

Una minaccia che non sembra spaventare perรฒ i Finlandesi visto che, secondo un sondaggio condotto dal Finnish Business Policy and Forum (FBPF), pubblicato il 12 aprile, circa l’84% dei Finlandesi considera la Russia una “minaccia militare significativa” per la Finlandia ed una minaccia costante per l’Europa, il Mar Baltico e le regioni dellโ€™Alto Nord; inoltre il 60% รจ risultato favorevole all’adesione alla NATO, rispetto al 26% nell’ottobre 2021.  Una situazione che Mosca avrebbe potuto evitare … vedremo presto cosa succederร . 

 

in anteprima corvetta HMS_Stockholm a Kalmar – autore Marcus Roos – HMS Stockholm in Kalmar.JPG – Wikimedia Commons

 

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Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne lโ€™autore o rimuoverle, puรฒ scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dellโ€™articolo

 

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