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Rex, la nave più bella

tempo di lettura: 7 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: NAVI MERCANTILI
PERIODO: XX SECOLO
AREA: DIDATTICA

parole chiave: Blu Riband, Nastro Azzurro
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Dal suo varo, avvenuto nell’agosto del 1931, la Rex è restata nell’immaginario collettivo di molti marinai. Una nave innovativa, bellissima, frutto di un’ingegneria da sempre fiore all’occhiello della nostra cantieristica navale.

Tutto incominciò quando i Lloyd della Germania settentrionale con il duo di transatlantici Bremen ed Europa conquistò il trofeo Blu Riband, assegnato alla nave passeggeri in servizio regolare che attraversava l’Oceano Atlantico con la velocità media più alta. In Italia, nacque l’idea di sfidare la competizione con una nave di linea italiana. Tra le altre compagnie di navigazione a vapore, fu prescelta la Italian Line che propose i suoi due maggiori transatlantici, Rex e Conte di Savoia.

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interno della Rex, 1 Classe – uno stile caratterizzato da un gusto italiano e raffinato – SS Rex 1st Class Main Staircase.jpg – Wikipedia

La Rex era decorata in uno stile classico che differiva dalla norma dell’epoca, Art Deco, e dal cosiddetto “Liner Style” che era stato presentato per la prima volta a bordo dell’Ile de France della French Line nel 1927. Il design esterno della nave aveva seguito la tendenza delle tedesche Bremen ed Europa. La grande nave sfoggiava uno scafo lungo con una prua moderatamente inclinata, due fumaioli, ma con un disegno della poppa sporgente di vecchio tipo (noto anche come coda a ventaglio) che si ritrovava su navi come la Olympic e l’Aquitania.

Il Rex fu il primo ad essere completato e fu varato il 1 agosto 1931, alla presenza del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena e di una immensa folla di circa 100.000 persone. Come tradizione, una bottiglia di spumante la battezzò sullo scalo, prima della sua entrata in acqua. Si trattava di una bottiglia di spumante italiano Royal Brut Riserva, prodotto dalla Gancia, che si dice fu presentata alla Regina Elena, madrina del varo, in una splendida scatola con il nome della nave e il suo profilo delineato a rombi. La Rex fu il primo transatlantico a presentare quelle innovazioni che l’avrebbero resa una vera nave da crociera: cabine di lusso con verande private, aria condizionata, enormi ponti sportivi e due piscine permanenti all’aperto, un garage drive-in con accesso diretto dalla banchina. Tutte caratteristiche che oggi giorno sono di routine nell’allestimento delle navi da crociera … ma non lo era novanta anni fa.

Il Rex fu la più grande nave passeggeri di linea italiana. Varata nel 1931 aveva una stazza lorda di 51.062 tonnellate ed una lunghezza di 268,20 metri, una larghezza di 31 metri ed un pescaggio di 10 metri; 142.000 cavalli di potenza le consentivano di sviluppare una velocità massima di 29,5 miglia orarie. Aveva un equipaggio di 756 persone e poteva trasportare 604 passeggeri di prima classe, 378 di seconda classe, 410 in classe turistica e 866 in terza classe.

Da un punto di vista tecnologico, fu una delle primissime navi al mondo dotate di prora a bulbo; la sua straordinaria carena, studiata presso la vasca navale di Amburgo, era stata ottimizzata copiando le sue forme da quelle della trota. Una nave assolutamente innovativa con uno sguardo alla tradizione, che presentava linee aggraziate e filanti, tipiche dello streamline e dell’industrial design degli anni Trenta, mentre gli interni erano ispirati agli stili storici più classici. Da notare che fu anche una delle ultime navi con la poppa a clipper per ottenere una maggiore superficie dei lidi poppieri a dispetto dei limiti di lunghezza dello scafo imposti dalle dimensioni del bacino di carenaggio di Genova.

Fu anche  la prima nave ad avere un centro benessere, una lussuosa spa che includeva lettini a raggi di sole per l’abbronzatura cosmetica. Nel 1936, la sensibilità degli armatori portò a combinare la classe speciale e quella turistica in risposta alle esigenze del crescente mercato turistico. Per precisione, in origine, le due classi erano state progettate e realizzate dall’architetto milanese Enrico Monti e dalla ditta genovese di Gavarone. In particolare, gli spazi progettati da Monti erano essenziali ed includevano le suite e le cabine di lusso, il lido con la veranda, la piscina ed anche la palestra di prima classe. Forse perché i proprietari erano meno interessati agli spazi per le classi inferiori, Monti e Gavarone li avevano progettati con una funzionalità interessante ma di minore profilo. Ciononostante, va ricordato, che la Rex fu il primo transatlantico in cui anche le classi minori potevano godere di piacevoli cabine e di spazi comuni luminosi e ampi. Ma al di là degli allestimenti, si trattava di un transatlantico straordinario, voluto più grande e più veloce del Conte di Savoia. Il suo tentativo di un viaggio inaugurale da record non ebbe però successo.

Il Rex salpò da Genova nel settembre 1932, salutato dal premier Benito Mussolini, con una lista passeggeri composta da celebrità internazionali. Mentre si avvicinava a Gibilterra, sorsero gravi difficoltà meccaniche che costrinsero la nave a delle riparazioni che richiesero tre giorni. Una cosa curiosa fu che la metà dei suoi passeggeri sbarcarono, vivamente seccati dell’accaduto, e raggiunsero altre navi in partenza dalle coste tedesche ma quando arrivarono a New York trovarono la Rex già ormeggiata al molo. Dopo ulteriori riparazioni a New York il transatlantico ripartì per Genova dove arrivò il 26 ottobre 1932, compiendo la sua prima traversata dalla costa statunitense all’Europa in soli sei giorni e mezzo.

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Italian liner Rex in navigazione nel 1933 dopo la vittoria del prestigioso Blue Riband – Fonte La Voce di New York – Autore Daniela Tanzj e Andrea Bentivegna
Italian liner Rex.jpg – Wikipedia

Nell’agosto del 1933 il transatlantico Rex entrò nella storia vincendo il Blue Riband. Questo nonostante il suo percorso fosse molto più lungo di quelli percorsi dai precedenti mantenitori del record. La nave arrivò addirittura con più di un giorno di anticipo rispetto alla data programmato dopo aver percorso a vapore le 4.181 miglia nautiche che separano Gibilterra dall’Ambrose Lightship in 4 giorni 13 ore e 58 minuti, alla straordinaria velocità media di quasi 29 nodi con una velocità massima superiore ai 30 nodi.

Sebbene il suo record non durò a lungo, superato due anni dopo dalla Normandie, il Rex ebbe una possibilità di rivincita quando la French Line annunciò che la sua ammiraglia avrebbe effettuato una crociera da New York a Rio de Janeiro per il Carnevale del 1938: la Italian Line annunciò subito una crociera simile. All’annuncio molti passeggeri, sapendo che il veloce transatlantico francese non era equipaggiato per i climi caldi, cancellarono il viaggio con la Normandie per effettuare la medesima crociera sul più confortevole Rex. Uno smacco economico non indifferente.

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L’intercettazione della Rex in alto mare da parte dell’aviazione militare dell’United States Army Air Corps avvenne il 12 maggio 1938.  Fu un evento importante nella storia dell’Aviazione statunitense perché aiutò lo sviluppo di una nuova dottrina che portò alla nascita della United States Air Force, una nuova Forza Armata indipendente dall’esercito da B-17s flyby Rex.jpg – Wikimedia Commons

Dopo l’entrata in guerra dell’Italia nel giugno 1940 il transatlantico Rex fu trasferito da Genova a Trieste, per sfuggire a possibili bombardamenti inglesi o francesi: il governo italiano lo riteneva troppo grande per essere adatto alla guerra e rimase all’ancora, fino all’armistizio. Il 5 settembre 1944, spogliata dei suoi preziosi arredi dai nazisti e poi dalla popolazione locale, la Rex fu rimorchiata fuori dal porto per evitare di essere colpita durante i bombardamenti si incagliò davanti alla costa di Semedella, tra Isola e Capodistria. Segnalata da osservatori partigiani, pochi giorni dopo, fu attaccata e affondata dagli aerei della Royal Air Force e quindi bombardato con 123 razzi. La nave bruciò per quattro giorni prima di affondare.

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la triste fine della Rex attaccata da aerei della RAF – data 7 settembre 1944 – Fonte Imperial War Museums C 4622 – Autore RAF
IWM C4622 Rex under attack.jpg – Wikimedia Commons

Dopo la guerra fu considerata la possibilità di recuperare il Rex ma, valutata l’impresa come antieconomica, ed essendo inoltre il relitto in acque jugoslave, fu smantellato sul posto tra il 1947 e il 1958. Sembra che una delle sue quattro eliche sia ancora nascosta sotto uno spesso strato di sabbia e sassi a poco più di 300 metri dalla linea di costa, davanti a Semedella. Quest’elica, l’esterna di sinistra, di 4,74 metri di diametro e 16 tonnellate di peso, dovrebbe essere ancora immersa nel sedimento ma la sua identificazione e soprattutto il recupero non sarebbe certamente una cosa facile. Della grande nave, ammiraglia della flotta mercantile italiana degli anni Trenta, è possibile vedere la campana.

Ed il trofeo Nastro Azzurro ?
Dopo che, nel 1936, la Normandie vinse il Blue Riband, con la velocità di 29,98 nodi, la Queen Mary portò il record a 30,14 nodi. In realtà la rivalità fra i due transatlantici durò fino al 1952 quando il transatlantico United States, con una velocità media di 34.51 nodi, conquistò il trofeo. Il record fu mantenuto fino al 1986, quando il trofeo venne sfidato dall’imprenditore britannico Richard Branson con la sua motonave ad alta velocità, la Virgin Atlantic Challenger 2 (in realtà vi fu anche un primo tentativo con una prima imbarcazione omonima che però affondò in un primo tentativo).

Nonostante il Virgin Atlantic Challenger 2 dovette fermarsi più volte per fare rifornimento, Branson abbassò il tempo del record di due ore, portando la velocità media a 36,4 nodi. Tuttavia, poiché la Virgin Atlantic Challenger 2 non era una nave passeggeri ma uno yacht, il Museo Marittimo di New York si rifiutò di consegnare il trofeo e Branson decise di inaugurare il Virgin Atlantic Challenge Trophy, un nuovo trofeo da assegnare alla traversata atlantica più veloce. Questo di fatto comportò che il Nastro Azzurro restò all’United States, ultima nave passeggeri a partecipare alla competizione originale. Tre anni dopo Tom Gentry, con il Gentry Eagle attraversò l’Atlantico in 62 ore ad una media di 47,4 nodi. polverizzando il record di Branson. Ma trent’anni dopo, nel 1992, il trofeo fu conquistato dallo yacht italiano Destriero dell’Aga Khan, abbassando ancora il tempo di traversata a 58 ore 34 minuti, con una media di 53,09 nodi. Il Destriero, che mantiene ancora il trofeo, batté anche il record del ritorno, vincendo il Columbus Atlantic Trophy (lanciato dallo yacht club in risposta alla Virgin Atlantic Challenge per il viaggio di andata e ritorno più veloce, ovvero una singola traversata e un viaggio di ritorno entro un tempo specificato).

Trofei transatlantici effettuati con navi diverse, assolutamente non comparabili fra di loro. Certo navi più prestanti ma nessuna con il fascino del transatlantico Rex, che resta nella memoria collettiva una delle più belle navi di linea italiane.

Andrea Mucedola

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