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livello elementare.
ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: EUROPA
parole chiave: North Stream 2, gasdotto, politiche energetiche
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A fine luglio la Germania e gli Stati Uniti hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per consentire il completamento del controverso gasdotto Nord Stream 2 dalla Russia verso l’Europa evitando l’imposizione di ulteriori sanzioni commerciali statunitensi.
Mappa del Nord Stream e delle pipeline di connessione, 2009 – Fonte Own work Author Samuel Bailey (sam.bailus@gmail.com) Nordstream.png – Wikimedia Commons
L’accordo sul gasdotto afferma, in estrema sintesi, che Berlino e Washington si impegnano a contrastare qualsiasi futuro tentativo di Mosca di utilizzare il gasdotto come leva politico-commerciale.
Le due grandi potenze commerciali hanno inoltre concordato di sostenere economicamente sia Polonia sia Ucraina che hanno, probabilmente a ragione, visto il progetto come una minaccia alla sicurezza economica dei due Paesi.
In una dichiarazione congiunta, i due governi di Varsavia e Kiev hanno affermato di essere “uniti nella determinazione di ritenere la Russia responsabile di una sorta di aggressione e di imporre costose sanzioni” e quanto precede fa riferimento, in gran parte, al sostegno russo ai separatisti in Ucraina, precisamente nella regione contesa del Donbass.
Certamente sono preoccupazioni di vecchia data basate sull’evidenza che il gasdotto Nord Stream 2 possa dare alla Russia maggiore potere nella gestione delle forniture di gas europee o consentire l’interruzione delle forniture stesse agli avversari di Mosca che prima della costruzione del Nord Stream avevano un “passaggio obbligato” verso la Germania.
La dichiarazione congiunta di Berlino e Washington afferma che “se la Russia tenterà di usare l’energia come arma, o commetterà ulteriori atti aggressivi contro l’Ucraina, la Germania agirà a livello nazionale e chiederà misure efficaci a livello europeo, comprese sanzioni economiche”.
La Germania e gli Stati Uniti si sono entrambi impegnati a sostenere un fondo da un miliardo di dollari per l’Ucraina per diversificare le sue fonti energetiche. Di questo budget la Germania fornirà inizialmente 175 milioni di dollari. Il governo di Berlino ha anche garantito che rimborserà l’Ucraina per le tasse di transito del gas che perderà dall’essere bypassata dal Nord Stream 2 fino al 2024, con una possibile proroga di 10 anni. La Germania si è inoltre impegnata a continuare ad offrire sostegno all’Ucraina per la transizione dal carbone, anche nominando un nuovo “inviato speciale” con un finanziamento dedicato di 70 milioni di dollari. Facendo un cenno alla Polonia, la Germania ha anche accettato di firmare la “Three Seas Initiative“, uno schema promosso da UE e USA che mira a rafforzare la sicurezza energetica tra i paesi che si affacciano sul Mar Baltico, sul Mar Nero e sull’Adriatico.
Nonostante quanto precede, l’opposizione al Nord Stream 2 è ancora diffusa in quanto sia Ucraina sia Polonia. hanno definito l’accordo raggiunto “insufficiente” e continuano a chiedere agli Stati Uniti e alla Germania di affrontare più adeguatamente la crisi della sicurezza nella regione ini cui considerano la Russia unico beneficiario del gasdotto fino a quando non saranno trovate opportune “soluzioni”.
Anche alcuni esponenti politici statunitensi hanno criticato l’accordo e, soprattutto nell’opposizione repubblicana, si continua a non avere dubbi che la Russia continuerà a usare il gasdotto Nord Stream 2, non appena sarà operativo, come arma di coercizione contro l’Ucraina e la sicurezza energetica transatlantica. Alcuni esperti affermano che la leva del gasdotto sarà utilizzata dal Presidente russo Putin sia per privare Kiev di circa 2 miliardi di dollari di tasse annuali, guadagnate autorizzando il passaggio del gas russo in Ucraina verso Europa attraverso i suoi gasdotti dell’era sovietica, sia per aumentare la quota di Mosca delle importazioni di gas europee, che il Cremlino potrebbe utilizzare come “merce di scambio” nelle trattative geopolitiche. Nel 2019 gli Stati Uniti avevano approvato una legge che impone sanzioni alle società europee che stavano lavorando alla costruzione del gasdotto, creando attriti con la Germania e la Commissione UE, che avevano visto la mossa come un intervento extraterritoriale senza precedenti nella politica energetica europea, e inasprendo i legami bilaterali tra Berlino e Washington.
Ora l’amministrazione del presidente Biden ha fatto della ricostruzione delle relazioni con i partner della NATO come la Germania una priorità. Infatti, in base all’accordo, annunciato pochi giorni dopo l’ultima visita della Merkel a Washington come cancelliere, gli Stati Uniti hanno ritirato le sanzioni “contro l’oleodotto” in cambio delle già citate promesse di Berlino di proteggere l’Ucraina e l’Europa da potenziali minacce russe. Infatti, l’accordo prevede, come precedentemente indicato, che la Germania nomini un inviato speciale per definire con Mosca i dettagli delle contropartite economiche e l’aiuto per accelerare la transizione dell’Ucraina dal carbone a progetti di energia rinnovabile. Inoltre, Berlino fornirà anche 70 milioni di dollari per migliorare la sicurezza delle infrastrutture energetiche dell’Ucraina. In Polonia però c’è chi afferma che l’accordo creerà un enorme divario di sicurezza sul fianco orientale della NATO, in particolare in Ucraina, e che non c’è stata la volontà di convincere la Germania che mantenere la pace sul fianco orientale della NATO sia più prezioso delle sue relazioni con la Russia di Putin.
In merito, la Cancelliere Merkel ha respinto l’idea che l’accordo sia un segno che Ucraina e Polonia rappresentino una priorità inferiore per Berlino rispetto alla Russia ed ha confermato che la Germania sarebbe disposta a imporre sanzioni alla Russia se necessario. Molto dipenderà dalle prossime iniziative diplomatiche e dalla capacità di Berlino di persuadere i critici che ci si può fidare della Germania nel difendere gli interessi ucraini ed europei. Non va dimenticato che a settembre ci saranno le elezioni in Germania e gli esperti prevedono una vittoria dei “Verdi” e sia la sconfitta dei partiti oggi al governo con la già annunciata fine dell’ era Merkel che, da Cancelliere, aveva sempre sponsorizzato il gasdotto.
I probabili vincitori sembrerebbero convinti nel definire la NATO “indispensabile” alla sicurezza tedesca, nel promuovere il progetto per una Difesa Europea e nel sostenere l’esigenza di un Esercito tedesco moderno. Questo anche se l’obiettivo del 2% del Pil da destinare alla Difesa, più volte chiesto dai Washington, non è comunque considerato “ragionevole” dai tedeschi, rifiutando un’importante e costosa modernizzazione militare. Tuttavia, a fronte della cautela in tema di armamenti, i Verdi sosterrebbero, e qui il condizionale è d’obbligo, la demolizione immediata del progetto infrastrutturale, a causa del suo impatto dannoso sul clima e dei suoi effetti potenzialmente destabilizzanti per l’Ucraina nei confronti della Russia. Mancano quasi due mesi alle elezioni … vedremo.
Giuseppe Morabito
in anteprima Ceremony of opening of gasoline Nord Stream. Among others Angela Merkel and Dmitry Medvedev – Fonte www.kremlin.ru – Creative Commons Attribution 4.0 Nord Stream ceremony.jpeg – Wikimedia Commons
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Generale dell’Esercito italiano, ha ricoperto l’incarico di Direttore presso il Dipartimento Protezione Civile Roma Capitale e di Direttore presso la Scuola di Formazione di Roma Capitale durante le fasi peggiori della pandemia. Analista geopolitico è professore a contratto del corso di studi della Difesa e della Sicurezza presso la Link Campus University. Morabito fa parte del Board of Directors presso NATO Defence College Foundation.
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