livello elementare
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ARGOMENTO: OCEANOGRAF E METEOROLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: vento
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Vento e mare … spesso anche noti giornalisti della televisione parlano erroneamente di mare forza 7, forse ignorando che la misura della forza è solo del vento mentre per il mare si parla di stato. Oggi parliamo, con la dovuta leggerezza, di vento e di mare, da oltre diecimila anni inseparabili compagni di avventura di tutti i marinai.
Ma che cos’è il vento?
La conoscenza del vento è importante per determinare le condizioni che ci dovremo aspettare nella zona di mare dove transiteremo. Il vento è il movimento di una massa d’aria da un’area di alta pressione (anticiclonica) ad un’area di bassa pressione (ciclonica).
Il vento si definisce con una direzione (da 000 a 359) e con un’intensità che può essere espressa in nodi (miglia all’ora), in chilometri all’ora o in metri al secondo. La loro relazione è di circa:
un chilometro all’ora (km/h) = 0.27 m/s
un metro al secondo (m/s) = 3.6 km/h
un nodo equivale a 1.852 km/h
Da secoli i marinai hanno usato diversi nomi per i venti rappresentati sulla rosa dei venti, legati alla loro zona di mare di origine.
Per chi volesse memorizzare quelli mediterranei che troviamo sulla rosa dei venti esiste un semplice acronimo (da leggere in senso orario): TRAGRELESCIMELIPOMA dalle iniziali dei venti letti in senso orario da TRA (TRAMONTANA), GRE (GRECALE), LE (LEVANTE), SCI (SCIROCCO), ME (MEZZOGIORNO detto anche OSTRO), LI (LIBECCIO), PO (PONENTE), MA (MAESTRALE). Vi ricordo che i venti si leggono da dove vengono, per cui la Tramontana viene da Nord e va verso Sud mentre il Mezzogiorno viene da Sud e va verso Nord.

rosa dei venti @andrea mucedola
Un valore importante per i naviganti è la previsione della forza o intensità del vento espressa in nodi. L’intensità del vento varia se misurata a livello del mare o in quota. Un tempo veniva riportata sulle mappe meteorologiche stampate dagli apparati MUFAX, (utilizzati sulle navi e nelle stazioni meteo terrestri per la ricezione di mappe meteorologiche e foto via radio). In quelle macchine, i segnali audio venivano convertiti in impulsi di corrente che creavano un’immagine meteo molto elementare ma immediatamente leggibile. Oggi questi apparati sono praticamente scomparsi e sono stati sostituiti dai siti meteorologici su internet che consentono non solo la stampa delle mappe ma anche la valutazione dei cambiamenti delle masse d’aria nel tempo. Per gli usi dei naviganti e di coloro che effettuano attività in mare, come i subacquei, i motonauti ed i velici, le carte meteo di primo riferimento sono quelle che riportano la direzione e l’intensità del vento riferita ai 10 metri dal suolo.

dati aggiornati della situazione del vento si possono trovare su http://www.lamma.rete.toscana.it/mare/modelli/vento-e-mare
Come leggerle
L’Intensità del vento dipende dal gradiente barico, che può essere apprezzata dalla distanza fra le isobare (linee di ugual pressione) riportate sulle carte isobariche che rappresentano i campi di alta pressione e bassa pressione sulle carte meteorologiche.

carta che mostra la situazione barica. La distanza fra le isobare, linee di ugual pressione, ci fa comprendere l’intensità del vento (più sono ravvicinate maggiore è il vento)
Ad esempio, in questa carta delle isobare si osserva, ad ovest dell’Irlanda, un’area di bassa pressione indicata con la lettera T (o L), caratterizzata da isobare molto strette. In quella zona, per variazioni legate alla pressione, le isobare sono più ravvicinate e quindi i venti sono più forti e fanno predire uno stato del mare proibitivo. Sulle carte sono rappresentati anche i fronti freddi, generati dal minimo di pressione (L – Low). Essi si generano dal centro della depressione fino a raggiungere lunghezze anche di migliaia di chilometri. Nel nostro emisfero (Boreale) si dirigono da nord verso sud, per poi piegare verso sud-est. Lungo i fronti si verificano le precipitazioni temporalesche che tendono ad attenuarsi al passaggio del fronte. Ad ogni isobara è associato un valore di pressione espresso in hPa o mbar. Si può stimare la direzione del vento al suolo considerando che non scorre lungo le isobare ma, a causa dell’attrito al suolo, le interseca con un angolo di circa 30 gradi su terra o di 10 gradi sul mare. Intorno ai sistemi di bassa pressione (caratterizzati dalle lettere B, L o T) il vento ruota in senso antiorario deviando verso il centro. Questo è il motivo per cui si producono fenomeni di convergenza al suolo e moti ascensionali che favoriscono la condensazione e la formazione di nubi (i classici cumulonembi) che vengono seguiti dalle piogge.
Leggere il vento
Come abbiamo detto, l’intensità del vento diminuisce man mano che ci si avvicina al suolo per via dell’attrito con la superficie terrestre. I marinai, ma non solo, la misurano con uno strumento, chiamato anemometro, composto da delle palette o coppette che fanno ruotare un asse. I “giri’ effettuati in un determinato tempo danno un valore di intensità (ad esempio 20 nodi). Ne esistono di molti tipi che possono essere interfacciati con i sistemi moderni di controllo della navigazione nautica. Monitorare le variazioni dell’intensità del vento fornisce al marinaio un importante informazione necessaria, ad esempio, per stimare gli effetti sulla velocità di trasferimento della sua imbarcazione in mare. In funzione dell’intensità del vento in nodi possiamo definire il vento. Ad esempio per venti compresi tra 34 a 40 nodi parliamo di vento di burrasca.
Scala Beaufort
SCALA BEAUFORT | nodi | metri al secondo | |
0 | calma | <1 | 0,2 m/s |
1 | bava di vento | 1-3 | 0,3-1,5 |
2 | brezza leggera | 4-6 | 1,6-3,3 |
3 | brezza tesa | 7-10 | 3,4-5,4 |
4 | vento moderato | 11-16 | 5,5-7,9 |
5 | vento teso | 17-21 | 8-10,7 |
6 | vento fresco | 22-27 | 10,8-13,8 |
7 | vento forte | 28-33 | 13,9-17,1 |
8 | burrasca | 34-40 | 17,2-20,7 |
9 | burrasca forte | 41-47 | 20,8-24,4 |
10 | tempesta | 48-55 | 24,5-28,4 |
11 | tempesta violenta | 56-63 | 28,5-32,6 |
12 | uragano | >63 | >32,6 |
Passiamo ora al mare
Come abbiamo predetto, la misura del mare, che influenza fortemente la sicurezza della navigazione e della subacquea, è sempre legata al fattore vento. Un errore ricorrente è di parlare di forza per il mare (ad esempio dire mare forza 4 … è sbagliato e si dovrebbe dire MARE 4). In realtà la forza è solo del vento.
Oltre alla direzione del moto ondoso, è importante definire l’altezza probabile delle onde (in metri), che può essere dedotta dalla scala Douglas per il mare aperto che vedremo fra poco. Dal punto di vista idrografico, il mare viene anch’esso definito con una misura angolare di direzione, riferita al nord magnetico, ovvero mare 300 significa che va verso 300. Lo stato del mare viene quindi definito con un numero assoluto che deriva dall’intensità del vento a cui è sottoposto che crea un’altezza delle onde specifica. Questo valore lo leggiamo sulla scala di Douglas.
Scala di Douglas
TERMINE IN ITALIANO |
SIGNIFICATO |
ALTEZZA DELLE ONDE |
TERMINE IN INGLESE |
TERMINE IN FRANCESE |
0 | calmo | 0 | calm glassy | calme |
1 | quasi calmo | 0-0,10 | calm rippled | calme |
2 | poco mosso | 0,1-0,5 | smooth | belle |
3 | mosso | 0,5-1,25 | slight | peu agitè |
4 | molto mosso | 1,25-2,5 | moderate | agitè |
5 | agitato | 2,5-4 | rough | forte |
6 | molto agitato | 4-6 | very rough | tres forte |
7 | grosso | 6-8 | high | grosse |
8 | molto grosso | 8-14 | very high | tres grosse |
9 | tempestoso | > 14 | phenomenal | enorme |
La direzione del mare, a differenza di quella del vento, è la direzione dove il mare va. Per ricordarci la differenza, ricordate che il vento viene ed il mare va.
Valutazione del fetch
Non ultimo un’importante concetto. Nelle baie e nei mari interni, in prossimità della costa e con venti provenienti da terra, le onde risultano generalmente meno alte e ripide di quelle in alto mare. Questo dipende dalla quantità di superficie marina battuta dal vento, il fetch, ovvero quella superficie marina su cui spira il vento ed entro cui avviene la generazione del moto ondoso. Questo spiega perché esistono aree in cui la navigazione può avere maggiori rischi rispetto ad altre. In queste aree, essendoci un fetch maggiore, se sottoposte a forti venti, si generano onde di maggiore grandezza e quindi un mare con uno stato maggiore. Se il vento varia di direzione avvengono quindi cambiamenti significativi del mare che spiegano la formazione di stati di mare incrociato.
Ho raccontato in poche parole gli effetti del vento sul mare e come valutarli quando si pianifica una navigazione. Ricordatevi sempre che il vento viene (ad esempio secondo la rosa dei venti la Tramontana viene da Nord) e il mare va (il mare sottoposto a Tramontana va verso Sud quindi sarà un mare 180).
In un prossimo articolo parleremo degli effetti sulle rotte e come, attraverso delle opportune correzioni possiamo mitigarli. Per il momento … buon vento a tutti.
in anteprima la rotazione dei venti intorno alle aree di alta e bassa pressione @andrea mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).