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Computer, sicurezza e pianificazione – parte I – di Luca Cicali

Reading Time: 4 minutes

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livello elementare
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ARGOMENTO: SUBACQUEA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: computer subacquei, modelli, pianificazione
.

Il computer subacqueo è ormai diventato uno strumento insostituibile nell’immersione sportiva; in particolare nelle immersioni entro curva di sicurezza ha definitivamente soppiantato le tabelle decompressive.  La sua affermazione è stata facile e rapida: le tabelle infatti obbligano sempre a considerare l’immersione come se fosse condotta interamente alla massima profondità raggiunta, e quindi risultano molto penalizzanti per qualunque profilo multi livello, di gran lunga il più praticato in immersioni “turistiche”. Ultimamente i computer subacquei hanno subito una certa evoluzione tecnologica: non tanto sugli algoritmi utilizzati quanto sull’utilizzo di display sempre più grandi e accattivanti, alcuni dei quali a colori. Inoltre, anche ormai in modelli piuttosto a buon mercato, sono comparse funzioni molto importanti, come la possibilità di effettuare immersioni multi-miscela, utilizzando sia miscele nitrox che trimix.  Accanto ad esse sono però anche comparse funzioni che ritengo “distrattive” rispetto alla gestione operativa dell’immersione, come ad esempio l’accesso a dati diagnostici di tipo numerico e grafico, relativi all’immersione in corso, o anche ad immersioni precedenti.

Alcuni ritengono che il pieno sfruttamento del tempo disponibile entro curva, che è reso possibile dall’uso del computer subacqueo, sia un fattore che riduce la sicurezza rispetto all’uso delle tabelle.    In linea teorica questo è vero, infatti l’uso delle tabelle aggiunge indirettamente un margine di sicurezza, proprio perché esse trattano tutte le immersioni come “quadre”, anche quando il profilo è ben diverso.   Ma questo margine di sicurezza “improprio” viene pagato (e con gli interessi) da un inconveniente di segno opposto: l’errore umano, che è sempre in agguato malgrado l’utilizzo delle tabelle sia relativamente semplice.   Tutti i test comparativi relativi ad incidenti embolici, effettuati su un elevato numero di immersioni con uso di  tabelle o computer subacqueo, fanno pendere nettamente l’ago della bilancia a favore del computer.   Evidentemente usando le tabelle l’impatto dell’errore umano sul tasso di indicenti è tale da superare il vantaggio legato alla approssimazione del profilo quadro. 

La diffusione del computer è ormai tale che è persino diventato difficile trovare qualcuno che ricordi ancora come si utilizzano le tabelle per immersioni entro curva.  Si impara ad utilizzarle durante le poche immersioni dei corsi di primo livello, senza poi quasi mai proseguirne l’uso.    C’è un aspetto negativo in questo abbandono totale delle tabelle: la perdita graduale dalle capacità di pianificazione operativa di una immersione. Le immersioni ricreative entro curva di sicurezza vengono infatti condotte spesso senza alcuna reale pianificazione, utilizzando come unica linea guida quella di iniziare la risalita uno o due minuti prima delle fine del tempo di non decompressione, oppure quando si raggiunge un certo livello minimo di gas residuo nelle bombole. Il verificarsi di uno dei due eventi determina l’inizio della risalita la quale, non prevedendo soste decompressive ma un’unica sosta di sicurezza, comporta consumi contenuti e facilmente prevedibili. L’immersione può quindi essere condotta mantenendo semplicemente sotto controllo la pressione delle bombole e il tempo che manca all’inizio della decompressione.  

Le immersioni che comportano una fase di decompressione devono invece essere pianificate con cura per disporre di una scorta di miscela respiratoria adeguata, ed eseguite rispettando fedelmente il piano prestabilito.   Infatti, una volta superato il limite “no-deco”, il fabbisogno di aria per la risalita non è più una quantità standard, stabilita solo in base alla profondità dalla quale raggiungere la superficie, ma dipende dall’intero profilo di decompressione, che a sua volta è determinato dalla   profondità massima raggiunta e dal tempo di fondo. L’attività di pianificazione viene effettuata utilizzando tabelle decompressive oppure un personal computer, sul quale sia installato un applicativo software di pianificazione di immersioni.  Qualunque sia la modalità seguita, il profilo di immersione che ne scaturisce definisce la quota e la durata di tutte le tappe decompressive da effettuare in base alla massima profondità e al tempo di fondo programmati.  Questi dati vengono annotati su una lavagnetta o un notes subacqueo e utilizzati successivamente in immersione.  La necessità di pianificare in anticipo, e di eseguire fedelmente il piano prestabilito, sembra limitare l’utilizzo di un computer subacqueo per immersioni con decompressione, essendo questo strumento più adatto ad una gestione dell’immersione di tipo “real-time”, tipica delle immersioni entro curva.   Infatti un computer subacqueo “ragiona” secondo un proprio modello decompressivo specifico, che può essere più o meno vicino a quello (software o tabelle) utilizzato in fase di pianificazione, il che crea un disallineamento tra quanto prescrive la pianificazione basata su tabelle e quanto il computer richiede di fare durante l’immersione. Malgrado ciò, anche per le immersioni con decompressione, specialmente se prevedono il cambio di miscela, il computer subacqueo è diventato un punto di riferimento fondamentale.  Ciò si è  reso possibile realizzando una pianificazione conforme con quanto il computer indicherà in immersione, ovvero utilizzando un programma di pianificazione che impieghi lo stesso algoritmo decompressivo implementato nel computer subacqueo, e sia configurabile in modo identico ad esso. Si tratta quindi di un vero e proprio simulatore di immersione che consente di ottenere piena uniformità tra la pianificazione ottenuta e il monitoraggio da parte del computer durante l’immersione, con il vantaggio di poter gestire in tempo reale qualunque occasionale disallineamento rispetto al piano prestabilito.

Questa versatilità operativa, offerta dal computer subacqueo, è ovviamente un vantaggio determinante rispetto all’uso di tabelle, profondimetro e timer, che può essere sfruttata pienamente solo disponendo di un vero e proprio applicativo di simulazione di immersione basato sul computer subacqueo che utilizziamo, il che significa stesso algoritmo e stesse modalità di configurazione di parametri dell’immersione.     

A presto … nel prossimo articolo continueremo a parlare di computer, sicurezza e pianificazione.

Luca Cicali

 

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