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livello elementare
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ARGOMENTO: AMBIENTE
PERIODO: XX-XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Marina Militare italiana, ambiente marino, ecologia
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La Marina Militare Italiana da sempre dedica parte delle sue risorse alla protezione dell’ambiente marino. Voglio ricordare le campagne di propaganda e oceanografiche condotte dall’Amerigo Vespucci e dall’Istituto Idrografico di Genova e le innovazioni tecniche per rendere le sue navi eco compatibili. Non tutti sanno che la Marina Militare italiana fu la prima marina militare al mondo ad applicare la convenzione “International Convention for the Prevention of Pollution from Ships” o MARPOL per ridurre per quanto possibile (era il 1995) l’inquinamento in mare delle navi adeguando i sistemi di smaltimento delle sentine e scarico a mare. Inoltre vanno ricordati gli studi per la riduzione degli impatti acustici dei sonar acustici sui cetacei elaborati alla fine degli anni ’90 dell’ammiraglio Nascetti che portarono a linee guida per mitigare gli effetti.
Non ultima la campagna per valutare lo stato di salute delle praterie di Posidonia oceanica lungo le coste italiane, coordinando università e sigle subacquee, e pubblicando un libro La Posidonia oceanica, di Cinelli, Fresi †, Lorenzi e Mucedola, in versione bilingue, che fu presentato dalla Marina Militare al Parlamento europeo in occasione dell’anno per la conservazione della natura del 1995. Il libro prodotto in oltre 11000 copie è stato per molto tempo un riferimento per gli studiosi di questo ecosistema marina fondamentale per la sopravvivenza dle Mediterraneo.
Nel tempo la Marina Militare ha continuato a fornire un rilevante contributo nel monitoraggio dei parametri ambientali marini utili a accertare lo stato di salute dei mari nazionali e internazionali. La sua opera si esplica soprattutto nell’alto mare dove risulta evidente la difficoltà ad operare per altri Enti, Istituti Scientifici ed Organizzazioni coinvolti nella salvaguardia dell’ambiente marino.
Oltre alle Unità Navali specialistiche della Squadra Navale – ben 6 Unità Navali a livello Pattugliatori specializzati per le operazioni di antinquinamento (Unità della classe Costellazioni 1^ e 2^ Serie del Comando delle Forze da Pattugliamento di base ad Augusta – COMFORPAT) – tutte le unità navali delle Marina Militare Italiana hanno tra i propri compiti secondari quello della salvaguardia dell’ambiente marino. Esso si esplica sia nei controlli ed accertamenti degli sversamenti di idrocarburi in mare (D.L. 6 nov 2007 n.202, art. 12) sia nel monitoraggio relativo alla presenza dei cetacei nonché la segnalazione di addensamenti da macro plastiche. Inoltre partecipa a esercitazioni congiunte con numerose marine (ad esempio l’esercitazione RAMOGEPOL, che viene svolta con mezzi aerei e navali francesi, monegaschi e italiani, nella simulazione di uno sversamento in mare di agenti inquinanti) per ottimizzare l’impiego dei pochi mezzi disponibili in aree marine di grande importanza economica ed ecologica. Non ultimo il tangibile contributo dalla Marina Militare, per il monitoraggio ambientale marino, e la sua partecipazione attiva al programma europeo Marine Strategy, come testimonianza della specifica attenzione che viene dedicata agli aspetti ambientali da parte della nostra Forza Armata.
Cos’è’ la MARINE STRATEGY?
La Comunità Europea, con la direttiva 2008/56/CE, ha dato mandato ai Paesi membri di realizzare delle strategie nazionali volte a salvaguardare l’ambiente marino che coinvolgano tutte le principali istituzioni attive sul mare. L’Italia ha recepito questa direttiva con il D.Lgs. 13 ottobre 2010, n° 190 che ha conferito al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) il compito di coordinatore della strategia attraverso un organo denominato Comitato Tecnico per la Strategia Ambientale Marina (c.d. Marine Strategy). A tale Comitato nazionale partecipano rappresentanti dei principali Dicasteri italiani, attivi nel campo della tutela ambientale marina tra cui un rappresentante della Marina Militare in veste di delegato permanente del Ministero della Difesa.
In particolare, sul piano tecnico – operativo la Marine Strategy nazionale si realizza attraverso una serie di fasi:
- la valutazione dello stato attuale delle acque marine nazionali (fase già completata);
- la determinazione dell’obiettivo da raggiungere: il “buono stato ambientale marino” o Good Environmental Status – GES (già effettuata);
- la definizione dei “traguardi ambientali marini” (TARGET) attraverso i quali sarà possibile raggiungere il GES (già effettuata);
- l’elaborazione dei programmi di monitoraggio dei parametri che attestano la salute dell’ambiente marino (in corso);
- l’elaborazione delle azioni da compiere per raggiungere il GES e mantenerlo, una volta raggiunto. (da definire).
La valutazione iniziale dello stato delle acque marine e l’individuazione dei parametri che danno luogo ad un GES ovvero l’indicatore generale atto a definire il “buono stato ambientale” dei mari nazionali, sono state effettuate sulla base di 11 parametri specifici, individuati dalla stessa Commissione Europea e denominati “DESCRITTORI”. Il controllo sistematico di tali DESCRITTORI costituirà, pertanto, il Piano Nazionale di Monitoraggio Ambientale e permetterà di individuare dei traguardi ambientali il cui raggiungimento porterà all’ottenimento del GES. L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), su incarico del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, al riguardo ha redatto un documento denominato “Architettura per il Piano Nazionale di Monitoraggio” che individua i suddetti DESCRITTORI e definisce le modalità operative del monitoraggio.
Il contributo della marina Militare Italiana alla Marine Strategy
La Marina Militare italiana ha collaborato alla redazione del GES, dei traguardi ambientali marini e dei Piani di Monitoraggio in diversi campi della tutela ambientale marina. Tra questi l’habitat del fondale marino e delle biodiversità, le Condizioni idrografiche e ambientali marine e il rumore sottomarino. Nell’ambito del monitoraggio ambientale marino il contributo della Marina Militare avviene sia in termini di supporto logistico (con navi e mezzi minori operanti in acque costiere e offshore) sia tramite competenze specifiche degli Enti Tecnici specialistici quali l’Istituto Idrografico della Marina di Genova ed il Centro Supporto Sperimentazione Navale (CSSN) di La Spezia. Tutto ciò in una piena logica ed attinenza con la connotazione duale della Forza Armata e con l’attività che la M.M. svolge in termini di Difesa e Sicurezza Marittima nel Mediterraneo.
In particolare la Marina Militare può contribuire nella fase di monitoraggio con:
- l’impiego di unità navali per il monitoraggio dei Descrittori, in sinergia con le attività istituzionali;
- l’impiego dei dati acquisiti nel corso dello svolgimento delle Campagne Idro-oceanografiche e dei dati provenienti dalle collaborazioni con Enti di ricerca;
- la fornitura dei dati idro-oceanografici in possesso dell’I.I.M.;
- il monitoraggio di “habitat biogenici – coralli bianchi profondi”;
- l’impiego delle Unità Idrografiche e delle unità Cacciamine per il controllo di specifici parametri con impiego di ecoscandagli multibeam, side scan sonar, benne, e veicoli subacquei guidati o autonomi (ROV e AUV);
- lo svolgimento di apposite spedizioni idrografiche per indagini specifiche.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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