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livello elementare.
ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: coralli profondi
Siamo abituati a leggere o, i più fortunati, a vedere, coloratissimi coralli che popolano le aree costiere tropicali ma ne esistono altri, difficilmente visibili, che vivono nelle acque profonde dei nostri oceani e mari. Un recente studio, Underwater surveys reveal deep-sea corals in newly explored regions of the southwest Atlantic, condotto nelle acque brasiliane con l’aiuto della Società offshore Petrobras, ha rivelato che questi animali coloniali sono tutt’altro che rari.
In realtà la distribuzione e la composizione dei coralli di acque profonde sono ancora a causa delle profondità in gioco che richiedono mezzi speciali per poter operare a quelle profondità. Nel bacino di Santos, nel sud-est del Brasile, la Petrobras ha effettuato delle campagne in aree con profondità comprese tra i 241 ed i 963 m di profondità nell’ambito di sette campagne oceanografiche, mappando la topografia dei fondali con sofisticati sonar multibeam, ed effettuando riprese video con veicoli ROV.
Nello studio citato sono stati raccolti i dati inerenti la distribuzione delle specie coralline di acque profonde in quelle acque raffrontata alle proprietà fisiche oceanografiche locali al fine di comprenderne l’adattamento in ambienti profondi.
Storico (a, b) salinità pratica e (c, d) profili di temperatura potenziale entro un raggio di ~20 km dalle posizioni A, B, C, D, E. Le profondità delle posizioni A, B, C, D, E sono 245, 494, 886, 822 e 853 m, rispettivamente. Il numero di misure CTD con dati validi entro la profondità del fondale del sito (linee colorate orizzontali) ±5 m è indicato da ‘n’. I boxplot di (e, f) salinità e (g, h) temperatura sono stati calcolati selezionando dati validi all’interno del suddetto intervallo di raggio e intervallo verticale. Nei boxplot, il valore centrale rappresenta il valore mediano, il riquadro rappresenta i quartili, mentre i baffi mostrano l’intervallo interquartile ±1,5× del quartile. I valori degli assi orizzontali dei pannelli superiori corrispondono agli intervalli nei pannelli inferiori – da studio citato open access – Underwater surveys reveal deep-sea corals in newly explored regions of the southwest Atlantic | Communications Earth & Environment (nature.com)
In generale, la Solenosmilia variabilis è risultata la specie coloniale più diffusa e, complessivamente, il 67% delle specie appartengono agli Octocorallia. La struttura, l’abbondanza e la ricchezza delle colonie coralli variavano tra i diversi siti, con una maggiore densità e ricchezza nel bacino più settentrionale di Santos. La profondità era il fattore più indicativo per comprendere la distribuzione dei coralli sclerattinici (madrepore), con intervalli di profondità che sono risultati variabili a seconda della specie. Le differenze di densità delle popolazioni corrispondevano ai cambiamenti fisici nella massa d’acqua. Ad esempio il Desmophyllum pertusum era più abbondante nelle acque centrali dell’Atlantico meridionale mentre la Solenosmilia variabilis nelle aree influenzate dalle acque intermedie antartiche.
Amphithyris buckmani Thomson, 1918. Solenosmilia variabilis Duncan, 1873 Amphithyris buckmani Thomson, 1918 su matrice morta di corallo pietroso (Solenosmilia variabilis) da 1080 m di profondità nel Tauranga Canyon, Bay of Plenty. Ogni animale è largo circa 6 mm. Amphithyris buckmani on Solenosmilia variabilis – Category:Solenosmilia variabilis – Wikimedia Commons
Secondo lo studio citato, l’estensione geografica dei coralli di acque profonde (DSC) è lungi dall’essere completamente compresa. In tutti gli oceani del mondo, la comprensione dei processi che determinano la loro distribuzione migliorerà la nostra comprensione delle comunità dei margini continentali. In ogni nuova località esplorata, sono state rivelate nuove specie di coralli profondi e sono state osservate notevoli differenze nella distribuzione e nelle preferenze di habitat dei diversi taxa di corallo.
Mappa delle aree di studio (A; B; C; D; E) che mostra l’ubicazione del bacino settentrionale del Santos nel sud-est del Brasile, Atlantico sud orientale – da Underwater surveys reveal deep-sea corals in newly explored regions of the southwest Atlantic | Communications Earth & Environment (nature.com) Underwater surveys reveal deep-sea corals in newly explored regions of the southwest Atlantic | Communications Earth & Environment (nature.com)
Queste valutazioni non sarebbero state possibili o comunque difficili da effettuare senza i mezzi resi disponibili dai progressi della tecnologia dell’offshore. Le indagini ecologiche hanno mostrato l’intervallo di profondità delle specie ed i taxa più e meno frequenti e/o abbondanti trovati fornendo informazioni su molti aspetti della comunità, comprese le dinamiche delle popolazioni, il loro adattamento e le interazioni ecologiche con altre specie come la competizione e la predazione.
Tre distinte caratteristiche morfologiche dei siti corallini nelle aree di studio. Area A – barriere coralline viventi; Area B – barriere coralline vive in cima a cumuli di carbonato di corallo estinto in acque profonde; e le aree C, D ed E – cumuli carbonatici di corallo estinti – da studio citato Underwater surveys reveal deep-sea corals in newly explored regions of the southwest Atlantic | Communications Earth & Environment (nature.com)
Come si formano e cosa influenza lo sviluppo di queste colonie?
La creazione di colonie di coralli di profondità richiede condizioni fisiche, chimiche e geologiche specifiche, come determinati valori di temperatura, salinità, concentrazione di ossigeno disciolto, intensità di corrente e substrato. Dalle survey è emerso che esistono intervalli di profondità per ciascuna specie a seconda delle variabili regionali, come la struttura della massa d’acqua e i gradienti batimetrici della produttività.
Sebbene la loro presenza sia maggiore negli oceani, sono stati ritrovati anche nel mediterraneo. Hanno scheletri calcarei alti anche possono raggiungere anche un metro, ma sono particolarmente fragili e vulnerabili all’azione antropica. Vivono nelle acque profonde, in fondali fangosi, di solito lungo canyon e scarpate e, nelle acque italiane, sono stati ritrovati anche alle Cinque Terre, nel canale di Sicilia, in Calabria, in Toscana e in Puglia. A tal riguardo ricorderete l’articolo di Andrea Peirano sui coralli ritrovati con l’ausilio dei mezzi subacquei della Marina militare italiana.
Ma torniamo allo studio citato, I risultati del modello realizzato dai ricercatori, autori dello studio, hanno indicato che i pendii continentali sono uno dei principali siti di coralli profondi in tutto il mondo. La regione batiale (oltre i ~200–3000 metri di profondità) presenta caratteristiche topografiche sporgenti, che interferiscono con il flusso della corrente di fondo e creano substrati duri colonizzabili a diverse profondità; questo migliora l’erosione del fondale marino e risospende il particolato, che fornisce un elevato apporto di particelle alimentari sospese per i coralli. Ad esempio lungo i limiti della piattaforma continentale brasiliana, sono state individuate cinque masse d’acqua principali con intensità e direzioni di trasporto distinte che influenzano la morfologia della scarpata continentale, che può contribuire alla biodiversità delle specie.
In sintesi, il bacino di Santos, nel margine brasiliano sudorientale, è una regione con una grande quantità di coralli profondi. Analizzando le registrazioni video è stato verificato che la maggior parte dei siti di corallo erano cumuli di corallo distribuiti sul pendio medio, mentre i siti di barriera corallina dominavano il pendio superiore.
Non ultimo, a margine di questa importante scoperta, va fatta una constatazione. In momenti di grande difficoltà per reperire i fondi per la ricerca, l’interazione tra università/centri di ricerca e l’industria offshore può permetterci di scoprire le diverse specie profonde e valutare quali siano i fattori influenzanti il loro sviluppo. Questo fattore diverrà particolarmente importante nei prossimi anni per valutare uno sfruttamento sostenibile delle risorse profonde, in accordo con il nuovo trattato dell’alto mare.
Riferimento
Carvalho, N.F., Waters, L.G., Arantes, R.C.M. et al. Underwater surveys reveal deep-sea corals in newly explored regions of the southwest Atlantic– Communications Earth Environment 4, 282 (2023).
https://doi.org/10.1038/s43247-023-00924-0
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