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ARGOMENTO: SUBACQUEA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: METODO
parole chiave: organizzazione
Per un appassionato di subacquea andare ad un dive show è come per un bambino andare in un negozio di dolci: attratti dalle tante novità, pronti a toccare con mano quell’attrezzatura che abbiamo visto in qualche rivista specializzata, contenti di rivedere amici ed interessati a partecipare a qualche convegno e conferenza.
Ma cosa accade prima? Come si organizza un evento che spesso coinvolge espositori da ogni parte del mondo?
La partecipazione alle fiere della subacquea è quasi sempre programmata da un anno all’altro. Aziende ed espositori, infatti, devono avere il tempo di organizzarsi. Oltre a prenotare lo stand, le cui dimensioni variano in funzione del materiale che si vuole presentare ma anche del budget disponibile, occorre trovare l’alloggio, i voli, organizzare il trasporto dei materiali e pubblicizzare con buon anticipo la propria partecipazione per attirare potenziali clienti. Pianificare lo stand è uno dei punti più importanti per assicurarsi un buon impatto visivo. Occorre definire che tipo di grafica si vuole usare, identificare l’illuminazione migliore per esaltare i prodotti presentati, avere uno spazio per ricevere i clienti, scegliere “strategicamente” la propria posizione rispetto agli altri stand. In molte fiere quest’ultima importante decisone è facilitata dagli organizzatori che definiscono “aree tematiche” per gli espositori. Ad esempio, una zona per i diving che offrono viaggi, un’altra per le didattiche e altre ancora per i produttori e rivenditori. Una volta che le dimensioni dello stand sono state definite si passa alla scelta dell’attrezzatura da esporre.
La scelta dovrebbe coprire tutte le tipologie offerte con particolare attenzione ai prodotti che si vogliono evidenziare di più. Sebbene la programmazione cominci con molto anticipo bisogna anche essere flessibili a cambiamenti dell’ultimo minuto. Un nuovo prodotto che non è pronto come previsto e che deve essere sostituito, qualche nuova richiesta da un cliente importante, un avvicendamento del personale.
Uno dei nodi logistici cruciali è come movimentare i materiali. Ovviamente le necessità di un produttore di maschere sono molto diverse da quelle di un produttore di bombole in termini di pesi e mezzi di trasporto. Per le fiere all’estero bisogna anche considerare gli obblighi doganali ed eventuali permessi di trasporto. Una volta che la parte burocratica ed amministrativa è risolta si passa alla fase operativa. Di solito gli espositori arrivano in fiera almeno un giorno prima dell’apertura al pubblico. Questo è il minimo necessario per montare lo stand e preparare i materiali. Lo spazio fieristico, all’inizio dei lavori, è quasi sempre rappresentato da un ambiente coperto di notevoli dimensioni ma praticamente privo di rifiniture. Il pavimento è diviso nei vari settori, le posizioni degli stands sono marcate da codici e numeri. All’inizio è difficile orientarsi ma dopo qualche tempo si capisce la struttura della fiera e si crea una specie di “mappa locale” del proprio stand in relazione agli altri. Le ore che precedono l’apertura al pubblico sono caratterizzate da un’intensa attività. Col passare del tempo i vari stand prendono forma. È interessante vedere come strutture anche complesse siano stivate in contenitori relativamente piccoli e vengano montate come in un puzzle tridimensionale. Se da una parte gli espositori sono al lavoro sui propri stand, dall’altra il personale fieristico continua a preparare gli spazi comuni. Il pavimento viene coperto con tappeti, imballaggi e rifiuti vengono prontamente rimossi, si installano cartelli e si sistemano le indicazioni necessarie per orientare il pubblico nel dedalo di stand e corridoi.
Finalmente si arriva alla fatidica ora dell’apertura. Le aspettative di tutti sono elevate. Quanto pubblico ci sarà? Si riusciranno a stringere accordi interessanti? I nuovi prodotti presentati verranno apprezzati? Nei prossimi giorni si capirà se il tempo e le risorse investite hanno dato i frutti sperati. La giornata di un espositore inizia di solito presto. Tipicamente ci si incontra con gli altri colleghi nella sala colazione dell’albergo, tra un cappuccino ed una pasta si pianificano gli impegni. Una volta in fiera le ore passano veloci; si descrivono i prodotti, si discutono accordi commerciali si cerca di presentare al meglio la propria produzione. Quando, finalmente, si chiudono le porte per la giornata bisogna risistemare lo stand e prepararlo per la prossima apertura prima di rientrare in albergo. Durante la cena si discute dei risultati della giornata appena trascorsa e si pianifica la prossima prima di rientrare in camera per il meritato, spesso breve, riposo. Le giornate si ripetono in questo modo per i giorni della fiera fino al giorno di chiusura. Ancora una volta lo spazio fieristico subisce una profonda trasformazione con gli stand che “scompaiono” nei contenitori e l’intenso via vai dei mezzi di trasporto.
Una volta rientrati in sede è il momento dei bilanci. Siamo riusciti ad attrarre nuovi clienti? Abbiamo concluso qualche accordo utile? Siamo soddisfatti del nostro lavoro? Quali che siano le risposte non c’è molto tempo per analizzarle. Bisogna iniziare a prepararsi per la prossima fiera che, come sempre, speriamo sia un altro successo.
Giorgio Caramanna
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geologo (PhD) ed oceanografo, ha fondato la società di consulenza GeoAqua nel 2015 anche al fine di condividere la sua esperienza di ricercatore e subacqueo scientifico, sensibilizzando l’opinione pubblica sui principali problemi ambientali. In possesso di una notevole esperienza in idrogeologia e geochimica ed oltre quindici anni di esperienza come subacqueo scientifico in una varietà di ambienti ha condotto diverse attività di ricerca ed è sttao delegato del gruppo europeo di immersioni scientifiche. Ha lavorato come ricercatore presso molte istituzioni internazionali operando in ambienti multidisciplinari con diverse università. È autore di più di cinquanta articoli ed è revisore di riviste internazionali. Attualmente lavora negli Stati Uniti collaborando come consulente al Woods Hole Oceanographic Institution. Nel 2018 ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche subacquee. Non ultimo è main reporter di OCEAN4FUTURE dagli Stati Uniti
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