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Perché votare al referendum del 17 aprile

tempo di lettura: 4 minuti

Elementare, direbbe Sherlock Holmes, perché solo esprimendo la nostra opinione possiamo essere protagonisti del nostro futuro.

Non andare a votare domenica significa nascondere la testa sotto la sabbia. Stiamo parlando del nostro ambiente, dell’eredità dei nostri figli … e non di un altro pianeta.
Ascoltando le trasmissioni televisive sono rimasto colpito dall’insieme di mezze verità che ci vengono propinate continuamente. Giornalisti televisivi che conducono talk show e tribune di pensiero ponendosi apertamente su posizioni vicine a quelle dell’attuale Governo. E’ scandaloso vedere che questi signori e signore non solo NON modulano la discussione (cercando di far capire ai telespettatori le ragioni delle due parti) ma spingono l’elettorato verso il NO o cercano di dare una spiegazione  alla non necessita’ di votare sollevata dal Premier e appoggiata dal Presidente emerito. Resto sempre più perplesso …

Non ho la pretesa di parlare al posto di illustri geologi o ecologi ma vorrei cercare di far valere il buon senso. Dopo un attenta valutazione e lettura delle posizioni dei due schieramenti, ho deciso di votare per il SI e queste sono le mie ragioni … naturalmente siete liberi di non condividerle ma avrei piacere che qualcuno provasse a convincermi del contrario con qualche argomentazione valida.

Perche’ continuare a trivellare per trovare petrolio e gas (tra l’altro in quantità non sufficiente a coprire il nostro fabbisogno naturale)? Ma siamo cosi’ sicuri di trovarlo a rischio zero? E poi, anche trovandolo di quanto ridurrebbe la nostra dipendenza dai fossili per gli anni futuri? Dovrebbe farci pensare la decisione di alcuni grandi paesi produttori di investire nelle rinnovabili. Se è vera la notizia che l’estrazione del presunto mare di gas e petrolio della Basilicata è in mano a Total e Shell e questo darà lavoro solo a qualche centinaia di persone, suddivisi tra i punti di estrazione, e Taranto (dove dovrebbe essere inviato per la raffinazione), pensiamo davvero che valga la pena rischiare di continuare ad inquinare l’ambiente giustificando tale azione con un migliaio di posti di lavoro e royalties ridicole? Avete dei dubbi ? Leggete questo articolo, molto chiaro ed esaustivo di cui riporto alcune conclusioni:

“Questo è un referendum contro una idea fossile della nostra economia e per una nuova idea di società in cui il benessere del cittadino ritornano al centro dell’economia spodestando la logica del profitto che ha ispirato tutta l’era fossile, il “petrolitico”. Si tratta di accelerare verso la Terza Rivoluzione Industriale sfruttando con intelligenza l’immensa forza del sole e lasciando gli idrocarburi  là dove sono.”

Dobbiamo puntare sulle rinnovabili per ottenere rapidamente un’indipendenza energetica da altri paesi. Inoltre avremmo una riduzione delle spese evitando di mantenere in vita strutture sempre più obsolete e potenzialmente pericolose che, in caso di calamità naturali (non dimentichiamo la sismicità del nostro territorio), o per incidente tecnico ci potrebbero far pagare una bolletta molto più cara della luce e del gas.

Tra le tante cose, vorrei ricordare che a Parigi anche noi ci siamo impegnati a ridurre l’impatto delle font fossili, oppure eravamo in campagna elettorale? Investire nello sviluppo delle fonti rinnovabili può creare più posti di lavoro degli attuali impianti; certo bisogna incrementare la ricerca e disegnare un business plan compatibile con l’ambiente ed adeguato per consentire il transito dalle vecchie alle nuove tecnologie. Ci vorranno anni ma bisogna iniziare ora.

Energia eolica, fotovoltaico, maree, correnti marine  e nucleare sono solo alcune delle aree che hanno avuto nel mondo un incremento notevole di efficienza energetica negli ultimi anni. Dobbiamo adeguarci e, parallelamente, dobbiamo rivedere il nostro modo di vivere, riducendo gli sprechi e di consumi. Ma dobbiamo intraprendere una politica energetica programmatica se no … sarà solo l’ennesima campagna elettorale.
Perdita di posti di lavoro? Innanzitutto cerchiamo di capire che questi posti potrebbero essere a rischio solo alla lunga. Inoltre buona parte delle maestranze potrebbe essere riassorbita sia in altri settori tecnici sia nella necessaria opera successiva di smantellamento (ci aveva mai pensato qualcuno prima di concedere le licenze?).

Si parla di rischi nelle perforazioni in mare. Il rischio purtroppo esiste sia geologico sia accidentale; gli sversamenti sono più frequenti di quanto si pensi. Gli incidenti durante le attività di perforazione e nella successiva movimentazione dei combustibili fossili, per quanto controllati, possono succedere ovunque.

Recentemente ce ne sono stati anche nel Mediterraneo, tra l’altro nelle piattaforme al largo delle coste nord africane (ma nessuno lo ha detto). Un altro punto da esplicitare è se gli impianti esistenti (nazionali e non) possano creare problemi all’ambiente.
Il Ministero dell’Ambiente asserisce che questi impianti sono monitorati (sembrerebbe dallo stesso ENI che li gestisce) e che sono sicuri. Sono sicuro che ENI faccia di tutto per mantenere un livello di sicurezza elevatissimo e che esista  un’analisi seria del rischio ma non e’ nota a tutti. Inoltre, sembrerebbe che i dati forniti dal Ministero dell’Ambiente non siano poi cosi’ esaustivi e non coprano tutte le 135 (se non erro) piattaforme nelle nostre acque. Forse sarebbe opportuno che la vigilanza venisse portata avanti da terzi e non dall’agenzia che comunque ne ha un vantaggio. Giovenale diceva “Quis custodiet ipsos custodes”. 

Sinceramente, comunque la pensiate, domenica andate a votare. Esprimete il vostro parere perché non farlo significherebbe non applicare un vostro sacrosanto diritto, previsto dalla Costituzione …  Il fatto che chi è al potere giustifichi di non andare a votare e quindi di NON esercitare un vostro diritto vi dovrebbe come minimo far pensare.

BE SMARTER … pensate al futuro  e domenica 17 aprile  andate a votare 

foto in anteprima  credit andrea mucedola

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Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

 

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