.
livello elementare.
ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: ASIA
parole chiave: Kazakistan,
Le violente proteste scoppiate da qualche giorno sono state indirizzate contro il repentino ed elevato aumento del prezzo del gas. Ma non è escluso che possa trattarsi di un pretesto per inscenare una nuova piazza Maidan. In un contesto fluido come questo, militari e Guardia nazionale sono naturalmente costretti ad un intervento più blando se non alla resa, visto che, se sparassero sulla folla (cosa che sembrerebbe sia avvenuta negli ultimi giorni ndr), prenderebbe forma una situazione alterata e non in linea con gli effettivi avvenimenti. Si segnalano inoltre carenze e défaillance delle forze dell’ordine schierate, che risultano in alcuni casi addirittura passate, con diversi militari, tra le fila degli insorti.

La polizia antisommossa kazaka interviene per bloccare i manifestanti durante una protesta ad Almaty, Kazakistan, mercoledì 5 gennaio 2022. La sommossa è scoppiata a seguito del raddoppio dei prezzi del gas liquefatto e da Almaty si è propagata in altre città del nazione. (Foto AP/Vladimir Tretyakov)
Nel frattempo alcuni manifestanti sono entrati in possesso di equipaggiamento bellico della Guardia nazionale, mentre internet risulta del tutto bloccato. Aerei russi, compreso un aereo cargo strategico Il-76, risultano atterrati ad Almaty.
Siamo di fronte ad una nuova Ucraina?
Probabile, ma di certo Mosca starà attenta a non rimanere di nuovo dal lato perdente del tavolo. In Bielorussia l’anno scorso ha scongiurato una nuova rivolta grazie all’intelligence locale coordinata con la Fsb/Gru russa. La situazione kazaka è più difficile e complessa, data la multi etnicità e multiculturalità del paese. Non si può escludere un intervento deciso del Cremlino, indirizzato ad evitare situazioni peggiori ed incontrollabili.

truppe del CSTO presto raggiungeranno in una missione di pace il Kazakhstan
L’interesse occidentale sembra volto a tenere la Russia occupata su un altro fronte. Al momento il premier armeno Pashinyan ha dichiarato che la Russia, su richiesta del presidente kazako Tokajev, sta intervenendo in Kazakistan con “forze di mantenimento della pace”, operanti nell’ambito del Trattato di sicurezza collettiva, CSTO, un’alleanza militare che comprende Armenia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizstan, Tajikistan e Russia (vedi nota della redazione).
Nota della redazione: L’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO) nasce nel 2002, quale sviluppo istituzionale del Trattato di sicurezza collettiva, un’alleanza militare difensiva stipulata nel 1992 tra alcuni paesi membri della Comunità degli stati indipendenti (CIS) composta da alcuni dei paesi nati dalla frammentazione e dissoluzione dell’Unione Sovietica. In estrema sintesi, il Trattato, a forte guida russa, afferma l’impegno dei firmatari a rinunciare all’uso della forza nella risoluzione delle controversie tra loro e, a similitudine dell’art. V della NATO, introduce una clausola in base alla quale un atto di aggressione esterna nei confronti di uno dei paesi aderenti sarebbe considerata un attacco a tutti. Ovviamente i firmatari non possono aderire ad Alleanze militari. Questo ha portato, la Georgia e l’Azerbaigian a fuoriuscire nel 1999. Nel 2007 CSTO ha firmato un accordo con l’Organizzazione per la cooperazione di Shangai (SCO), composta da Cina, Russia ed altri paesi dell’Asia centrale, per rafforzare la cooperazione per attività di contrasto al crimine organizzato ed al traffico di droga. Da notare che, in occasione della guerra russo-georgiana del 2008, il CSTO ha approvato, nel 2009, la creazione di una Forza di reazione rapida con base in Kirghizistan da impiegare in caso di attacco militare o terroristico. Il principale organo decisionale è il Consiglio sulla sicurezza collettiva (CSC), cui partecipano i capi di stato e di governo dei paesi membri e che, tra le altre cose, ha il potere di decidere sull’eventualità di un intervento. Attualmente la presidenza spetta al Kirghizistan. Il generale russo Nikolaj Bordjuža è, dall’agosto 2003, segretario generale dell’Organizzazione, un ex ufficiale generale dell’esercito russo e del Kgb, che era stato anche segretario del Consiglio di sicurezza nazionale russo nell’ultimo anno della presidenza di Boris El’cin (1998-99). |
Notizie non confermate da “Nastojashcheje Vremja“, riferiscono che la Russia ha inviato personale militare in Kazakistan, citando la preparazione di un aereo speciale da trasporto truppe presso un aeroporto militare vicino a Orenburg, a non più di 160 km dalla frontiera kazaka; a questo potrebbe aggiungersi l’11a brigata genieri di stanza nella città di Kamensk-Shakhtinsky.

Forze di pace russe si imbarcano su un aereo militare russo in un aeroporto fuori Mosca, per volare in Kazakistan giovedì 6 gennaio 2022. Nella stessa data il CSTO ha annunciato l’invio di truppe di pace in Kazakistan. Servizio stampa Ministero Difesa russo /AP
Con l’arrivo delle forze dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO), il Kazakistan potrebbe dare l’addio alla sua indipendenza, con un intervento che richiama alla memoria quello in Bielorussia. Il coinvolgimento del CSTO consentirà di rendere i confini impermeabili. È presumibile che con i confini meridionali controllati, con internet e telefonia mobile bloccati, popolazione in casa, diventi più facile dare la caccia ai possibili agenti stranieri che dovranno esporsi direttamente, se vorranno tenere viva la rivolta.
Per Mosca, avere teste da mostrare ai negoziati sotto l’egida dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) di metà gennaio, potrebbe essere determinante, visto che tutti gli Stati del CSTO appartengono all’OSCE. Per l’Italia potrebbe essere un disastro energetico visti i legami di Eni con il Kazakistan.
Nota della Redazione: Eni e KazMunaiGas (la compagnia statale del Kazakistan) hanno siglato nel luglio 2021 nuovi accordi di cooperazione per lo sviluppo di progetti nell’ambito delle energie rinnovabili, idrogeno e biofeedstock. Eni è presente nel paese asiatico dal 1992 ed è impegnata nella costruzione di due parchi eolici e di un impianto fotovoltaico per una capacità totale di circa 150MW. |
Gino Lanzara
articolo pubblicato originariamente su DIFESAONLINE
Una sorpresa per te su Amazon Music unlimited Scopri i vantaggi di Amazon Prime
Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

romano del ’65, Ufficiale MM, laureato in management e comunicazione d’impresa e scienze diplomatiche e strategiche, è specializzato in analisi geopolitica e sicurezza, ed ha pubblicato un saggio sulla guerra economica. Specializzato sull’area MENA, collabora con testate online sempre in tema geopolitico.
Lascia un commento