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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: REGIA MARINA MILITARE ITALIANA
parole chiave: Romolo Polacchini, Regia Marina italiana, sommergibili
La Marina Militare italiana ha rappresentato una parte molto importante della mia vita: mio padre Vittorio e mio nonno Romolo erano due Ammiragli, e il mio bisnonno Vittorio servì nella Regia Marina come Capitano. Io ho vissuto nell’ambiente della Marina fino a quando avevo ventidue anni, ma non ho seguito le loro orme e non ho frequentato l’Accademia Navale. Dopo essermi laureato in Giurisprudenza, la mia vita – pur con qualche rimpianto – ha preso una strada lontana dal mare, molto diversa da quella di mio padre e mio nonno. Il mare però fa parte del mio DNA, e loro mi hanno lasciato in eredità un immenso amore per il mare, che ho potuto esprimere facendo per molti anni regate veliche e divenendo istruttore subacqueo. Nonostante non abbia fatto la carriera militare, ho sempre coltivato la passione per la nostra Marina Militare e per la sua storia, in particolare per le imprese della gloriosa e sfortunata Regia Marina italiana durante l’ultimo conflitto mondiale.
In questa serie di racconti voglio ripercorrere la lunga carriera militare di mio nonno, Romolo Polacchini, che partecipò a tutte le guerre del secolo scorso ed è ricordato nei libri di storia della Seconda Guerra Mondiale soprattutto per essere stato, dal 15 aprile 1941 al 28 dicembre 1942, prima Capo di Stato Maggiore e poi Comandante Superiore delle Forze Subacquee Italiane in Atlantico e della Base di Bordeaux (in codice “BETASOM“).
Molto è stato scritto sulle imprese dei nostri “battelli” e dei loro valorosi comandanti ed equipaggi che nell’ultima guerra si resero protagonisti di gloriose pagine di storia durante la “Battaglia dell’Atlantico“. In quella lunga guerra combattuta nell’Oceano, che vide contrapposte le Marine italo-tedesca e anglo-americana, i sommergibili italiani, sicuramente di gran lunga inferiori per numero e caratteristiche a quelli degli alleati tedeschi, specialmente nel periodo in cui furono al comando dell’Ammiraglio Polacchini, conseguirono risultati proporzionalmente non inferiori, anzi in certi periodi persino superiori a quelli tedeschi. Pur essendo spesso citato nei libri di storia della nostra Marina nell’ultima guerra, la figura del mio valoroso nonno non è stata descritta completamente. Ecco allora che, servendomi della documentazione che mi ha lasciato (molta della quale assolutamente inedita) e dei racconti che mi faceva quando ero ragazzo, ho deciso di raccontare alcuni aspetti forse meno noti del periodo che egli trascorse al comando della Base di Bordeaux, cercando di tratteggiare meglio la sua figura.
Romolo Polacchini è stato un ufficiale pluridecorato della Regia Marina Italiana, Grande Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia e Medaglia d’Argento al Valor Militare. Figlio del Capitano della Regia Marina Vittorio Polacchini, Cavaliere della Corona d’Italia, Romolo Polacchini nacque a La Spezia il 20 maggio 1897, entrò giovanissimo alla Regia Accademia Navale di Livorno nel 1911 e ne uscì il 25 maggio 1915 con il grado di Guardiamarina, imbarcandosi e iniziando subito a combattere nella Prima Guerra Mondiale.
Durante la sua lunga carriera militare fu imbarcato su diverse unità di superficie e soprattutto su sommergibili. Partecipò alla Guerra Italo-Turca (campagna di Libia) del 1911-1912, alla Prima Guerra Mondiale nel 1914-1918, alla Guerra di Spagna nel 1936-1937, alle operazioni militari del 1938 nell’Africa Orientale Italiana, alla spedizione in Albania del 1939 e, infine, alla Seconda Guerra Mondiale dal 1940-1943.
Per la sua partecipazione a questi eventi bellici fu insignito di numerose decorazioni del Regno d’Italia, tra le quali sei Croci al Merito di Guerra e 2 Croci di Guerra al Valor Militare, oltre alla già citata Medaglia d’Argento al Valor Militare. Fra i principali incarichi in destinazioni a terra ebbe quelli di: Comandante del Gruppo Sommergibili di Taranto, Comandante del Gruppo Sommergibili di Lero, Comandante della Base Navale di Venezia, Capo di Stato Maggiore del Comando in Capo dell’Alto Adriatico, Comandante Superiore del Traffico per l’Albania, Comandante della Scuola Sommergibili di Pola, Capo di Stato Maggiore e successivamente Comandante Superiore delle Forze Subacquee Italiane in Atlantico, Comandante della Base Navale di Palermo, Comandante della Base Navale di Livorno e, dopo l’armistizio del 1943, Comandante della Base Navale di Venezia.
Questa, per sommi capi, la sua lunga carriera militare
Romolo Polacchini fu promosso Tenente di Vascello nel 1918, si specializzò come “sommergibilista” e fu imbarcato su molti sommergibili. Tra il 1924 e il 1941 comandò in tutto una quindicina di “battelli”.

al comando del F 19, in uscita dal mar Piccolo a Taranto (1925)
In seguito, durante la sua lunga carriera militare, ricoprì anche importanti comandi di diverse navi di superficie e Comandi terrestri in diverse basi navali. Il 30 ottobre 1924 fu nominato Comandante di Sommergibili e, tra il 1924 e il 1927, comandò nell’ordine i Regi sommergibili ”N5” (1924), ”N1” (1924), ”N6” (1925), ”N2” (1925), ”F19” (1925), ”F7” (1926), ”X2” (1926-1927), ”H1” (1927).

regio sommergibile Argonauta, classe 600 – una bella immagine a centronave del sommergibile Argonauta in bacino da “Sommergibili italiani” di A. Turrini e O.O. Miozzi – USMM – 1999
Promosso capitano di corvetta l’8 maggio 1927, nel 1929 assunse il comando del nuovissimo Regio Sommergibile Tito Speri (10 febbraio 1929 – 24 maggio 1930) e fu poi imbarcato sul Regio Sommergibile Argonauta.

Regio incrociatore leggero Luigi Cadorna
In seguito, nel 1937, con il grado di capitano di vascello, gli fu assegnato il comando dell’incrociatore leggero Luigi Cadorna, facente parte della IV Divisione Incrociatori, con il quale partecipò alla battaglia di Punta Stilo del 9 luglio 1940, ottenendo la sua prima Croce di Guerra al Valor Militare con la seguente motivazione: «Comandante di unità rimasta isolata e fatta segno di violenti e insistenti attacchi aerei, malgrado le menomate condizioni della nave, reagiva efficacemente col fuoco e con la manovra, riuscendo a sventare l’offesa nemica» (Mare Ionio, 9 luglio 1940).
Nel 1941 fu destinato a Bordeaux alla base atlantica dei sommergibili “BETASOM“, prima come Capo di Stato Maggiore e poi, promosso Contrammiraglio per meriti di guerra (nel settembre 1942 a soli quarantaquattro anni, risultando all’epoca il più giovane ammiraglio della Regia Marina italiana), divenne il Comandante Superiore delle Forze Subacquee Italiane in Atlantico.
Durante questo suo comando guidò i sommergibili italiani nella dura “Battaglia dell’Atlantico” contro gli Alleati angloamericani, ottenendo “sul campo” la sua seconda Croce di Guerra al Valor Militare e le Croci di Ferro di Ia e IIa classe dal governo germanico.
Fedele al Re, al termine della guerra, si rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e fu incarcerato a Venezia per alcuni mesi. Dopo essere stato rilasciato, collaborò con il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Nel 1946, dopo la Liberazione, fu promosso Ammiraglio di Divisione e l’anno successivo prestò giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana. Avendo contratto una grave malattia dipendente da causa di servizio, nel 1950 fu collocato in congedo assoluto. Fu iscritto al Ruolo d’Onore della Marina Militare e nel 1958 fu promosso Ammiraglio di Squadra. Morì a Venezia il 16 ottobre 1968.

l’Ammiraglio di Squadra R.O. Romolo Polacchini riceve la Medaglia Mauriziana a Comar Venezia
Nei prossimi articoli, sulla base della documentazione in mio possesso, vi racconterò attraverso la sua vita, alcuni episodi storici, a volte poco conosciuti e dibattuti che dimostrano come Romolo Polacchini fu sempre un militare fedele alla Patria ed alla Regia Marina, che egli servì per trentacinque anni, dimostrando sempre correttezza, umanità ed integrità morale, unite ad onestà e grande coraggio. Questi scritti, attraverso il racconto del periodo in cui comandò BETASOM, ripercorreranno brevemente anche la vicenda eroica e umana di quei sommergibilisti italiani che combatterono con tanto onore in Atlantico.
Marcello Polacchini
foto di famiglia
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veneziano, classe ’52, ha ereditato la grande passione per il mare dal padre e dal nonno, entrambi Ammiragli della Marina Militare. Laureato in Giurisprudenza, ex dirigente d’azienda, in seguito libero professionista, ha abbandonato definitivamente l’attività lavorativa nel 2014 per dedicarsi esclusivamente alle sue grandi passioni: scrivere, leggere, viaggiare e immergersi. Per oltre vent’anni ha navigato in barca a vela, regatando anche come professionista in tutto il Mediterraneo. Abbandonata la vela agonistica, dalla metà degli anni ’90, dopo aver conseguito i necessari brevetti, si è dedicato all’immersione subacquea affiancando alla sua attività professionale quella d’istruttore e guida subacquea. Avendo alle spalle centinaia di immersioni, dal 2007 ha abbracciato la cosiddetta “subacquea tecnica”, immergendosi con miscele ternarie e con il rebreather a circuito chiuso e potendo così ampliare gli orizzonti delle sue esplorazioni. Per divulgare la sua passione per il mare dal 2004 gestisce il sito “marpola.it, interamente dedicato alla subacquea e ha scritto diversi articoli, racconti e libri in materia (“Da solo nel relitto”, Magenes Ed. 2009, “Ovunque c’è acqua”, Magenes Ed. 2011, “Il Ritorno”, E-book 2013).
Complimenti! Seguo sempre con molto piacere i tuoi racconti. Gioia
Mario Polacchini era primo cugino di mio padre l’ammiraglio Vittorio Polacchini ed era il figlio dell’ammiraglio Remo Polacchini, fratello di mio nonno Romolo…. una famiglia di marina!!
Interessante la carriera dell’Ammiraglio Romolo Polacchini. Il sottoscritto nel 1966, imbarcato su nave Impetuoso, ho avuto come C° Servizio IOC, un giovane Tenente di Vascello, Mario Polacchini; vorrei sapere se è un discendente di Romolo Polacchini. Grazie.