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Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

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seguite il LINK per firmare la petizione

  Address: OCEAN4FUTURE

Celacanto: un fossile vivente degli abissi

Reading Time: 4 minutes

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livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA E ECOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO 

AREA: OCEANO INDIANO
parole chiave: celacanto, latimeria
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Nel 1939 un peschereccio trovò nelle sue reti uno strano pesce al largo delle coste del Sudafrica.  Gli scienziati che lo osservarono restarono sbalorditi: si trattava di un pesce considerato estinto dall’epoca dei dinosauri, il celacanto.

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Fossile di celacanto – Fonte Museum Berger, Eichstaett – autore foto Ghedoghedo Coelacanthiformes indet solnhofen 34.jpg – Wikimedia Commons

I celacanti appartengono alla sottoclasse Actinistia, un gruppo di pesci con pinne lobate imparentati con i dipnoi ed alcuni pesci devoniani estinti come osteolepiformi, porolepiformi, rizodonti ed il Panderichthys, un vertebrato  vissuto nel Devoniano, circa 380 milioni di anni fa. Si pensava che i celacanti si fossero estinti nel tardo Cretaceo, circa 66 milioni di anni fa, ma furono riscoperti negli anni ’30 al largo delle coste del Sud Africa.

La ricerca dei fossili viventi: i celacanti odierni
Iniziò così la ricerca di altri esemplari che furono rinvenuti soprattutto alle Comore e, nel 1995, anche al largo di Tulear, sulla costa occidentale del Madagascar. Sopravvissuti  per centinaia di milioni di anni, di fatto questi pesci possono essere considerati una specie vincente in quanto, riusciti a sopravvivere a molte estinzioni, è ancora presente lungo le coste del Sudafrica e del sud del Madagascar, in profondità comprese tra i 150 ed i 400 (alcuni pensano fino agli 800) metri.

Questo stranissimo pesce ha grandi dimensioni che possono superare i due metri, con un peso di più di 90 chilogrammi e recenti studi hanno confermato che probabilmente è tra i più longevi, con una durata media di vita di oltre 60 anni. Provvisto di un corpo tozzo, ricoperto da squame robuste e da un muco che lo rende viscido al tatto, può raggiungere mediamente il peso di 60 chilogrammi. Il capo presenta due occhi sensibili alla luce grazie all’evoluzione dei bastoncelli visivi (dobbiamo pensare che si tratta di un pesce di profondità). Il Celacanto ha un cervello piccolissimo, ospitato nella cavità cranica che è occupata quasi al 99% di grasso.

Di colore blu intenso ha pinne supportate da vere e proprie ossa, che i ricercatori ipotizzarono fossero utilizzate per strisciare sul fondale. In realtà esse sono sostenute da un solo asse osseo, anatomicamente omologo dell’omero e del femore dei tetrapodi. Queste pinne sono utilizzate esclusivamente per nuotare, peraltro in modo lentissimo, sia in avanti che all’indietro, alternando il movimento delle pinne in modo simile a quello della sequenza con cui gli altri animali provvisti di quattro arti muovono le loro zampe.

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esemplare preservato di chalumnae (Coelacanth) al Natural History Museum, Vienna, Austria – questo esemplare fu catturato il 18 ottobre 1974, nell’area di Salimani/Selimani (Grande Comore, Comoros Islands) – autore foto Alberto Fernandez FernandezFile:Latimeria Chalumnae – Coelacanth – NHMW.jpg – Wikimedia Commons

Gli esemplari catturati avevano un colore variabile tra il bruno e il blu-nerastro cosa che, da predatori, consente una buona mimetizzazione alle alte profondità. Per comprendere meglio questa specie, un team di biologi genetisti ha analizzato ben 71 individui della costa orientale dell’Africa, esaminandone i marcatori genetici del nucleo cellulare e dei mitocondri, le “centrali elettriche” delle cellule. 

Non solo un tipo
Ne sono state identificate due popolazioni indipendenti nelle acque del Sud Africa e della Tanzania. In particolare, i celacanti scoperti intorno alle Comore appartengono a due gruppi geneticamente distinti.

Latimeria chalumnae, fu il primo esemplare scoperto al largo delle coste del Sudafrica, pescato tra una profondità di 100 e 400 metri, mentre il maggior numero di avvistamenti visivi (ottenuti durante immersioni tecniche ad alta profondità) è avvenuto fra 190 e 210 metri. Secondo, gli scienziati (Foley et alii) il limite di vita dell’animale è legato alle oscillazioni batimetriche della isoterma di 18 °C. Il suo peso medio è di 80 kg e può raggiungere i 2 metri di lunghezza. Le femmine adulte sono leggermente più grandi dei maschi.

Latimeria menadoensis, presente a nord dell’isola di Celebes (Indonesia) e scoperta solo nei primi anni duemila, ha una lunghezza di 1,2-1,4 metri e vive a una profondità più superficiale di 150-200 metri. Si nutre di seppie, calamari, pesci lanterna e altri pesci di piccole e medie dimensioni. Vedere, anche se solo in fotografia, questi fossili viventi è straordinario, una finestra nel passato. Chissà quante sorprese gli oceani ci nascondono ancora nelle loro profondità.

 

in anteprima Celacanto Fonte West Indian Ocean Coelacanth (Latimeria chalumnae) presso l’Abdallah Al Salem Cultural Center in Salmiyah, Stato del Kuwait – autore foto Jaffacity
Coelacanth in Kuwait by Prof Dr Norman Ali Khalaf July 2019.jpg – Wikimedia Commons

 

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