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Petizione OCEAN4FUTURE

Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

Salve a tutti. Noi crediamo che l'educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado sia un processo irrinunciabile e che l'esempio valga più di mille parole. Siamo arrivati a oltre 4000 firme ma continuiamo a raccoglierle con la speranza che la classe politica al di là delle promesse comprenda realmente l'emergenza che viviamo, ed agisca,speriamo, con maggiore coscienza
seguite il LINK per firmare la petizione

  Address: OCEAN4FUTURE

La misteriosa vita delle anguille

Reading Time: 8 minutes

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livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANI
parole chiave: Anguilla anguilla

 

Esiste un pesce veramente particolare, capace di vivere in acqua salata e in acqua dolce, di percorrere migliaia di chilometri per riprodursi e mutare più volte il suo aspetto: l’anguilla europea. 

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Una comune anguilla europea (Anguilla anguilla Linnaeus, 1758),  un pesce teleosteo della famiglia Anguillidae. In alcune regioni italiane la femmina di grandi dimensioni (fino a un metro e mezzo) viene chiamata capitone mentre il maschio, molto più piccolo (40–60 cm), prende il nome di buratello – autore della fotografia GerardM – Wikimedia Commons– immagine da http://www.digischool.nl/bi/onderwaterbiologie/Anguilla anguilla.jpg – Wikimedia Commons

Fa parte dell’Ordine degli Anguilliformi come le Murene ed i Gronghi ma ha molte particolarità che vi racconterò oggi. La maggior parte delle anguille vive nelle acque poco profonde dell’oceano, penetrando nella sabbia, nel fango o nascondendosi tra le rocce. Sebbene sia più facile osservarle di notte (la maggior parte delle specie sono notturne), a volte, vengono viste insieme coabitare in buchi nel sedimento, quelle che vengono chiamate le “fosse di anguille”. Solo i membri della famiglia dell’Anguilla anguilla abitano regolarmente nell’acqua dolce, ma tutte tornano in mare per la riproduzione.

Oggi parlerò di questa specie decisamente particolare per il suo curioso ciclo vitale
Ne avrete certamente sentito parlare. Questo pesce ha una vita decisamente particolare, un ciclo biologico che, come vedremo, la porterà ad avere numerose straordinarie metamorfosi nella sua vita.  

Tutto ha inizio e fine nel mar dei Sargassi, una zona marina compresa fra le isole Azzorre e gli arcipelaghi delle Grandi Antille, dove vengono deposte migliaia di milioni di uova. Le femmine possono infatti deporre singolarmente da 1 a 6 milioni di piccole uova del diametro di 1–3 mm che, dopo la schiusa, genereranno delle larve, chiamate leptocefali di forma nastriforme e di circa 5 millimetri di dimensione.

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larva di anguilla di vetro di un grongo –  Leptocephalus larva of a conger eel 7.6 cm – Photo credit Uwe Kils – larger image on http://www.fishbase.org/larvalbase/Photos/PicturesSummary.cfm?ID=300&what=larvae – autorizzazione CC BY-SA 3.0 via Commons LeptocephalusConger.jpg – Wikimedia Commons

Queste larve, nel lungo viaggio che intraprenderanno negli oceani, si nutriranno di plancton, galleggiando quasi in superficie sospinte dalle correnti oceaniche. Inizia così un lento viaggio dai caldi mari tropicali verso Oriente, sfruttando le correnti atlantiche che gli consentiranno dopo anni di arrivare alle coste europee e nord africane.

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Ciclo vitale di Anguilla anguilla. Vengono illustrati gli stadi di sviluppo sia della fase oceanica (in azzurro) sia di quella continentale (in verde) da sinistra verso destra, andando in senso orario: uova, leptocefali, anguille di vetro, ceche (elver), anguille gialle (yellow eel), anguille argentine (silver eel), riproduzione (spawning) e di nuovo uova. disegno di Salvor Gissurardottir, 2006 File:Eel-life-circle1.svg – Wikimedia Commons

Dopo circa due mesi queste larve, i leptocefali, incominciano a mutare di forma, allungandosi ed appiattendosi, forse per favorire aerodinamicamente il loro trasferimento. Raggiungeranno le coste europee dopo un lungo viaggio che può avere una durata anche di 24 mesi, durante i quali avranno una lenta metamorfosi, diventando le cieche, ovvero delle piccole anguille con dimensioni che vanno dai 60 ai 90 millimetri, con una cute non ancora pigmentata.

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anguille “cieche”  in fase di transizione – photo by Uwe Kils – Fonte https://en.wikipedia.org/wiki/Image:Glasseelskils.jpg File:Glasseelskils.jpg – Wikimedia Commons

Le cieche tenderanno a colonizzare le lagune e gli estuari, iniziando una nuova metamorfosi verso un nuovo stadio detto delle anguille “gialle”. In questa fase le cieche iniziano a formare le scaglie ma anche il loro corpo si modificherà: gli occhi si ridurranno e la testa si allargherà … inoltre il loro colore tenderà al bruno sul dorso e giallo limone sui lati per potersi mimetizzare meglio nelle acque salmastre. Le anguille gialle diventeranno dei formidabili predatori, quasi insaziabili che si nutrono di crostacei, vermi ed insetti. Tenderanno a rassomigliare sempre più a dei serpenti, cosa che probabilmente è la ragione per cui oggi chiamiamo anguilla questo animale … ci arriveremo.

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Anguilla anguilla – fase della anguilla giallaAale angeln – darauf müssen Sie achten | Tackle-Deals.eu Blog

Le anguille gialle trascorreranno nel continente europeo un tempo piuttosto lungo, legato al raggiungimento della loro maturità sessuale. Le femmine raggiungeranno dimensioni maggiori (fino a 150 cm) mentre i maschi raramente supereranno i 50. In quel periodo, le anguille accumuleranno i grassi che saranno necessari per l’ultima parte della loro vita, ovvero il ritorno nel mar dei Sargassi da dove erano partite. Ma prima di affrontare nuovamente questo viaggio di oltre 6000 chilometri, subiranno una nuova trasformazione, cambiando il loro colore giallognolo brunastro (utile per cacciare nelle acque salmastre e fangose) in una colorazione scura sul dorso e chiara sul ventre, con riflessi metallici che le aiuterà a sopravvivere lungo il cammino oceanico dai predatori.  

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in alto l’anguilla argentina, ovvero della fase finale, in basso l’anguilla gialla. La colorazione è legata all’ambiente in cui vive.Leptocephalus Conger e Anguilla anguilla (filmatidimare.altervista.org)

Uno straordinario mimetismo naturale che in mare aperto gli consentirà, se osservate dal basso, di rendersi quasi invisibili in quanto il loro colore argenteo chiaro renderà il loro profilo evanescente e confuso con la luce solare. Se invece osservate dall’alto, lo scuro del dorso si confonderà con il blu scuro degli strati profondi. Anche i piccoli occhi si trasformeranno aumentando di dimensioni ed i pigmenti all’interno dell’occhio, responsabili per la visione, si adatteranno alla diminuzione di luce delle profondità alle quali si svolgerà la migrazione. Questo gli consentirà di adattare la quota di migrazione nuotando di giorno a profondità più elevate, per poi risalire durante la notte, in un range compreso tra 100 e 200 m di profondità. Durante il trasferimento sfrutteranno le riserve di grasso accumulate precedentemente. Il viaggio durerà molto meno, circa sei mesi, potendo nuotare, grazie alla loro forma a siluro, a velocità variabili da 3 a oltre 40 km al giorno. Come facciano ad orientarsi è ancora un mistero ma si ipotizza che siano in grado di percepire il campo magnetico terrestre per seguire la loro rotta lungo la corrente delle Canarie e quella Nord-equatoriale. Al loro arrivo avverrà la riproduzione alla quale i genitori non sopravvivranno.

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possibili percorsi dell’anguilla europea (Anguilla anguilla), in azzurro, e dell’anguilla americana (Anguilla rostrata), in arancione. Fonte: Newscientist

Il luogo di riproduzione
Dopo quel lungo viaggio arriveranno nel mare dei Sargassi, una zona marina compresa fra le isole Azzorre e gli arcipelaghi delle Grandi Antille, da dove erano partite sotto forma di larve decenni prima. La domanda che ci si pone è perché da quel mare. La risposta potrebbe essere legata alle caratteristiche oceanografiche che lo caratterizzano. Si tratta di un bacino delimitato non da coste ma dalle correnti oceaniche, ovvero da nord dalla Corrente del Golfo, ed a sud dalle correnti tropicali. Ciò comporta che le sue acque restino isolate dal resto dell’oceano e si muovono molto più lentamente rispetto alle acque circostanti. Questo era stato notato da Cristoforo Colombo nel suo primo viaggio. Dal punto di vista fisico si generano due strati d’acqua diversi per temperatura e densità: ovvero una massa di acqua più calda e leggera che sovrasta delle acque molto più fredde. In quella superficiale, si sviluppa un’alga del genere Sargassum (non a caso viene chiamato mare dei Sargassi) che ospita una grande biodiversità. Inoltre, non sono presenti grossi predatori o specie pelagiche rendendolo quindi un mare idoneo per fare da nursery per la schiusa delle uova e lo sviluppo delle larve.

Il viaggio verso Occidente non è comunque facile: molte anguille non riescono a completare il loro viaggio, non per l’esaurimento delle loro risorse, accumulate negli anni, in quanto sembra che ne venga utilizzato meno del  40%, ma per gli incontri prima e lungo il percorso. Un ruolo importante è la perdita progressiva di habitat di vita durante la loro vita giovanile e la pesca eccessiva di adulti e novellame per ripopolare gli allevamenti. Questo fa dell’anguilla europea e altre anguille di acqua dolce, dei pesci a rischio di estinzione. Ad esempio il Giappone ne consuma oltre il 70% del pescato mondiale.

Un nome antico che significa serpente
Prima di chiudere questo racconto, voglio tornare al suo nome, anguilla. Esso deriva dall’unione di due antichi nomi ang e ill, usati per identificare il serpente. Non a caso, per gli anglosassoni, l’anguilla è chiamata eel che deriva dall’inglese antico ǣl e si ritrova nel germanico iel, ma anche nella parola greca per “anguilla”, egkhelys. La parola  anguis (“serpente”) si ritrova in altre parole indoeuropee per “serpente” derivanti dal proto-indoeuropeo.

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Raffigurazione del mito del Dio del Cielo Teshub che uccide il dragone Illuyankas; Neo-ittiti; 850-800 a.C. – conservato al Museo delle Civiltà Anatoliche, Ankara, Turchia – photo credit Georges Jansoone File:Museum of Anatolian Civilizations082 kopie1jpg.jpg – Wikimedia Commons

Curioso il fatto che nei miti ittiti un drago venisse chiamato Illuyanka dove  la parte illuy è affine alla parola illa e la parte -anka è affine ad angu. Insomma la nostra povera anguilla, fu chiamata così per la sua apparente somiglianza con un grosso serpente, cosa che le attirò nel tempo, per ignoranza, la cattiva fama di animale pericoloso. Si pensi solo al mito della murena, un altro tipo di anguilla, che fu per secoli considerato un animale pericoloso per l’Uomo, arrivando a dire che gli schiavi venivano buttati nelle vasce delle murene per nutrirle. Si diceva che Vedio Pollione, ricco cavaliere romano, aveva l’abitudine di punire gli schiavi gettandoli in pasto alle sue murene. Una fake news del tempo.

L’unico pericolo viene dal suo sangue
Se vogliamo l’unico pericolo di queste specie di anguille risiede nel loro sangue che contiene una proteina tossica, l’emoittiotossina che a contatto con il sangue umano e animale, è in grado di rompere le membrane dei globuli rossi distruggendoli. Le conseguenze sull’organismo umano sono paralisi sensoria e motoria, blocco della respirazione e anche morte. Ma la tossina è termolabile, cioè viene neutralizzata dal calore, per cui le carni delle anguille, dei gronghi e delle murene se cotte sono mangiabili. Tranquilli … sono tutte inoffensive. Non vi morderanno a meno di mettergli la mano in bocca. Lasciatele in pace e limitatevi ad ammirarle nelle vostre immersioni, sempre se le riuscirete a vedere.

 

in anteprima anguille photo credit @Steven Kovacs

 

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Bibliografia

  1. General zoology, sixth edition, di Storer, Usinger, Stebbins, Nybakken 1979, Mc Graw Hill
  2. The European Eel (Anguilla anguilla), its Lifecycle, Evolution and Reproduction: A Literature Review – van Ginneken V. J. T., Maes G. E., Reviews in Fish Biology and Fisheries, 2005, 15:367-398
  3. Wikipedia
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