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livello elementare
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ARGOMENTO: CONOSCERE IL MARE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICO
parole chiave: Santa Barbara
Oggi è il 4 dicembre e sulle navi della Marina militare, come nelle caserme degli artiglieri e dei vigili del fuoco, si festeggia Santa Barbara.
La storia della santa iniziò in Turchia nel III secolo d.C. quando, pur di non abiurare la sua fede cristiana, la povera fanciulla subì il martirio per mano del padre. Le terribili torture a cui fu soggetta non corruppero il suo corpo e il suo spirito, facendola diventare un simbolo di forza e di coraggio. Barbara nacque a Nicomedia, l’attuale İzmit, in Turchia, nel 273 dopo Cristo. La sua conversione alla fede cristiana da parte di Origine, uno tra i principali scrittori e teologi cristiani dei terzo secolo, provocò l’ira del padre e la ragazza fu costretta a rifugiarsi in un bosco dopo aver distrutto gli dei nella villa del padre. Nella leggenda, ll padre di Barbara, Dioscoro, fece allora costruire una torre per rinchiudervi la bellissima figlia richiesta in sposa da moltissimi pretendenti. Barbara. però, non aveva alcuna intenzione di sposarsi ma di consacrarsi a Dio. Prima di entrare nella torre, non essendo ancora battezzata e volendo ricevere il sacramento della rigenerazione, si recò in una piscina d’acqua vicino alla torre e vi si immerse tre volte dicendo: “Battezzasi Barbara nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
Il padre, che era pagano, venuto a conoscenza della conversione cristiana della figlia, decise di ucciderla, ma ella, passando miracolosamente fra le pareti della torre, riuscì a fuggire nel bosco. Nuovamente catturata, il padre la condusse davanti al magistrato, affinché fosse interrogata e torturata. Il prefetto Marciano a Nicomedia cercò di convincere Barbara a recedere dal suo proposito. Vista la sua resistenza ordinò di far avvolgere tutto il suo corpo in panni rozzi tanto da farla sanguinare in ogni parte.
Secondo il racconto la notte, Barbara ebbe una visione e fu completamente risanata. Il giorno seguente il prefetto la sottomise a nuove e più crudeli torture: sulle sue carni nuovamente dilaniate fece porre piastre di ferro rovente ma le fiamme, accese ai suoi fianchi si spensero quasi subito. I carnefici le tagliarono quindi i seni, la colpirono alla testa con un martello, e venne fatta sfilare nuda per le strade per poi rientrare nuovamente vestita. Alla fine, suo padre la condusse in cima a una montagna e la decapitò lui stesso. Insieme con lei fu uccisa un’altra giovane cristiana, Giuliana che era stata accomunata nelle torture con il fuoco. Sceso dalla montagna, Dioscoro venne incenerito da un fulmine (o da un fuoco venuto dal cielo) come punizione per l’abominevole omicidio.
Perchè diventò nel tempo la protettrice di tutti coloro che con la loro professione hanno contatto con il fuoco e, in particolare, di tutti i marinai?
Nel tempo, dopo l’invenzione della polvere da sparo, i fattori “fuoco e pericolo” che coesistono nei depositi munizioni, in particolare sulle navi da guerra, portarono al creare una particolare devozione verso la santa, tale da far riporre sulle pareti degli stessi un’immagine della santa “perché siano preservati dal fuoco e dai fulmini celesti i depositi delle polveri che si chiamano appunto Santebarbare” come scriveva Padre Alberto Guglielmotti, un religioso, teologo e storico italiano, erudito storico della marina militare. Questo è il motivo per cui nelle navi da guerra il deposito delle munizioni fu denominato “Santa Barbara”, per assicurare la sua protezioni al punto di una nave dove basta un solo colpo per far saltare immediatamente tutta l’imbarcazione.
A seguito del Breve Pontificio di Pio XII del 4 dicembre del 1951, Santa Barbara fu proclamata solennemente Celeste Patrona ed ogni 4 dicembre gli uomini della Marina Militare e quanti operano per essa, nel ritrovarsi con le comuni origini e valori, festeggiano la loro Santa Patrona. Ancor oggi, a bordo delle navi della Marina Militare si festeggia questa festa e l’equipaggio usa donare al direttore del tiro della nave una rosa rossa, simbolo del martirio della Santa, esempio etico della serenità nel momento del sacrificio, di forza di fronte al pericolo. La Santa estende quindi la sua protezione al punto di una nave dove basta un solo colpo per farla saltare, ovvero il deposito delle munizioni, che è ancora denominato “Santa Barbara”.
La Santa è inoltre patrona di tutto ciò che riguarda il lavoro in miniera, degli artiglieri, dei geologi, dei vigili del fuoco, degli addetti alla preparazione di fuochi pirotecnici, degli artificieri, dei membri del soccorso alpino e speleologico, e in generale chi lavora all’aperto o in cantiere. Il patronato sugli artiglieri e sui minatori risale almeno al XV secoli. Essa veniva infatti invocata per scongiurare i pericoli del fulmine e della morte “improvvisa e priva dei conforti sacramentali“, il che l’ha fatta entrare nel numero dei santi ausiliatori, un gruppo di quattordici santi alla cui intercessione la tradizione popolare attribuisce una particolare efficacia in determinate necessità.
Anche se sulle navi e nelle caserme quest’anno questa festa non avrà la consueta partecipazione, essendo stata festeggiata in date diverse o con restrizioni legate alla situazione locale, voglio comunque augurare a tutti una Buona Santa Barbara.
Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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