ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: VIII SECOLO a.C. – V SECOLO d.C.
AREA: MARE MEDITERRANEO
parole chiave: Roma, potere marittimo romano, architettura navale

relitto romano del I secolo fotografato negli abissi del mar Nero
In un precedente articolo abbiamo visto come Roma consolidò il suo impero adottando un’organizzazione pragmatica, basata su un sistema amministrativo suddiviso in numerosi uffici, regolati da procedure unificate. Questo sistema si affermò in epoca imperiale nel I secolo d.C. e tolse lentamente potere al Senato, rappresentando una vera rivoluzione concettuale. Un potere formalmente subordinato a quello imperiale, ma continuamente favorito dalla proliferazione di leggi e regolamenti che confluirono nel Corpus Iuris sul quale si basò il diritto europeo sino agli inizi del XIX secolo. Norme e codici furono tramandati grazie all’immensa mole di documenti che gli amministratori ma anche gli uomini comuni del tempo ci hanno lasciato. Un’importante flotta mercantile solcava un mare ormai pacificato da ogni pericolo, acquistando merci che venivano poi rivendute nei mercati delle Province.
L’importanza economica
A Roma si diceva che un viaggio in mare poteva rendere un uomo ricco. Q. Orazio Flacco, nei Sermones, scrisse ” … il soldato e i marinai che in ogni dove percorrono audaci il mare, a sentir loro si sobbarcano a tante fatiche con l’intenzione in vecchiaia di ritirarsi a riposare in pace, una volta messo da parte il necessario“. Un lavoro non facile che gli faceva dire … ” Fortunati i mercanti”, esclama il soldato oppresso dagli anni e con le membra rotte da tanta fatica … “Meglio la vita militare” ribatte il mercante sulla nave in balia dei venti … “. Entrambi solcavano il mare alla ricerca di fortuna ma anche per il benessere e la gloria di Roma.
Le Navi mercantili romane
Le navi commerciali, essenzialmente a vela, non avevano bisogno di molti membri di equipaggi e spesso bastava un equipaggio di quattro o cinque persone per poterla manovrare. Esse erano le più adatte per il trasporto di merci sulle rotte dell’Impero perché erano economiche da gestire e avevano un rapporto costo/efficacia favorevole. Nello stesso tempo potevano godere di una certa sicurezza grazie al capillare controllo delle rotte da parte della flotta. Certo c’era sempre l’incognita delle tempeste ma faceva parte del gioco.
Avevano nomi diversi: corbita, gaulus, ponto, cladivata, etc., che variavano a seconda della loro origine geografica e della forma dello scafo e, naturalmente, per il loro uso.
Tra le categorie più famose:
– naves bestiariae o cercuri adibite al trasporto del bestiame ma anche agli animali richiesti dai circhi, dotate di grandi portelli laterali e poppieri per agevolare l’imbarco e lo sbarco degli animali.
– naves lapidariae, adibite al trasporto dei marmi. Erano di notevole grandezza e spesso, dopo essere state utilizzate per il trasporto dei loro carichi “eccezionali”, non potevano essere impiegate.

relitto di nave lapidaria del II secolo d.C. a Kamarina
– naves vinariae, adibite al trasporto di anfore contenenti prodotti di ogni tipo, famose sono quella di Albenga e quella fluviale, detta del vino di Trier, Germania.

ricostruzione pittorica della nave di Albenga

la nave del vino di Treviri (odierna Trier, Germania)
– naves granariae, adibite all’approvvigionamento alimentare dell’Impero. Al tempo del proprio splendore Roma giunse ad importare 3,5 milioni di quintali di frumento. necessari per rifornire Roma e le legioni di stanza ai confini (annona militaris). Le campagne contro i pirati di Pompeo e di Cesare furono condotte proprio per mantenere sicure le rotte di approvvigionamento di grano dal mediterraneo orientale. Sebbene il grano fosse importato da Roma da diverse Provincie (Sicilia, Sardegna, medio oriente e africane), la maggior parte arrivava dall’Egitto. Non a caso, Ottaviano dopo aver sconfitto Cleopatra e Marco Antonio, salvaguardò gli interessi romani nell’area e assoggettò l’Egitto al ruolo annonario del futuro, amministrato da un suo funzionario di rango equestre, il prefetto d’Egitto.
Sebbene una parte del rifornimento di grano per Roma era ottenuto attraverso il mercato libero (una fonte non indifferente di guadagni per i mercanti), grossi quantitativi di frumento arrivavano anche dalle imposte in natura. Parte di questo grano veniva distribuito ai funzionari ed ai soldati e parte veniva venduto a prezzo di mercato.
Le campagne contro i pirati di Pompeo e di Cesare erano state necessarie proprio per mantenere libero il rifornimento di grano dal mar mediterraneo orientale. Le navi impegnate nel trasporto di grano per l’annona trasportavano un minimo di 50.000 modii (340 tonnellate), ma venivano utilizzate navi con una maggiore capacità di carico, fino a 1200 tonnellate.
Ma come venivano protette? Ne parleremo nel prossimo articolo.
fine parte II – continua
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. E’ docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione scientifica.
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