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Le attività marittime della civiltà della valle dell’Indo e degli antichi regni tamil

tempo di lettura: 7 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: ARCHEOLOGIA 
PERIODO: 4 – 2 millennio a. C.
AREA: OCEANO INDIANO
parole chiave: Civiltà della Valle dell’Indo, Civiltà di Harappa, Tamil, Cholas

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La Civiltà della Valle dell’Indo, nota anche come Civiltà di Harappa, prosperò dal 2.600 al 1.900 a.C. in un’area dal Mar Arabico al Gange, su quello che oggi è il Pakistan, l’India e l’Afghanistan e fu una delle tre prime civiltà insieme all’antico Egitto e alla Mesopotamia. Si pensa che nell’età del bronzo si diffuse fino all’odierno Pakistan e nell’India nord-occidentale e, al suo apice, raggiunse cinque milioni di persone che vivevano principalmente nelle città costruite lungo il bacino del sistema fluviale Ghaggar-Hakra. La loro ricchezza, derivata dalla grande fertilità dei terreni e lo sviluppo di linee commerciali organizzate, sia via terra che via mare, portarono questa civiltà tutt’altro che primitiva a fiorire in parallelo a quella degli antichi Egizi. Di notevole importanza il ritrovamento a Lothal del più antico cantiere navale conosciuto al mondo, con un’area portuale organizzata di 37 metri da est a ovest e di quasi 22 metri da nord a sud. Il suo molo collegava la città al corso del fiume Sabarmati, che era la via commerciale tra le città di Harappan nel Sindh e la penisola di Saurashtra (immagine pittorica in alto).

Intorno al II millennio a. C., in relativamente poco tempo, una grave crisi portò al crollo delle economie locali. Una teoria ipotizza che fu dovuta ad un improvviso cambiamento del clima che indebolì la struttura politico economica, portando al collasso quella civiltà. I climatologi ritengono che circa 4000 anni fa avvenne una improvvisa e critica siccità, seguita da un deciso raffreddamento delle temperature, che segnò l’inizio dell’attuale fase dell’Olocene. Le conseguenze furono gravissime, sia dal punto di vista economico che politico. All’indebolimento della governance seguì un lento sfaldamento del controllo statale e, forse, l’invasione di un popolo proveniente da Ovest, gli Arii, ma questa è un’altra storia.

ricostruzione di una nave del regno tamil di Cholas ricostruita dall’Archaeological Survey of India (ASI) – Government Museum, Tirunelveli, Tamil Nadu State, India – Immagine originale di Everdawn su Wikipedia in inglese. Caricato da Dr Avantika Lal, pubblicato il 15 agosto 2018. Il detentore del copyright ha pubblicato questo contenuto con la seguente licenza: Creative Commons Attribution-ShareAlike Chola Ship (Illustration) – World History Encyclopedia

Come fu possibile un crollo così repentino?
Innanzitutto cerchiamo di capire quale fu l’impatto che causò la caduta di una civiltà così avanzata. Geograficamente parlando il sistema fluviale del Ghaggar-Hakra è alimentato dalle piogge monsoniche,  per cui la prosperità delle aree agricole dipende dalle periodiche inondazioni. Intorno  al 1800 a.C. il clima della Valle dell’Indo divenne significativamente più freddo e secco intorno, a causa di un indebolimento dei monsoni. Questo portò a inondazioni irregolari e meno estese che resero le coltivazioni agricole meno sostenibili. La rapida aridificazione dei terreni causò la fine della Civiltà della valle dell’indo, disperdendo la sua popolazione verso oriente, che in parte si spinse verso il Tamilakam.

civiltà della valle dell’Indo – periodo Harappan – Fonti: McIntosh, Jane (2008). The Ancient Indus Valley: New Perspectives. ISBN 978-1-57607-907-2 Background http://www2.demis.nl/mapserver/mapper.asp made with GIMP – autore Avantiputra7
Indus Valley Civilization, Mature Phase (2600-1900 BCE).png – Wikimedia Commons

I regni del Tamilakam
Nella parte meridionale dell’India si trovava il Tamilakam, una regione abitata dall’antico popolo Tamil distribuito su su diversi territori. Le fonti storiche li descrissero come un’unica area culturale, dove il tamil era la lingua principale. Il Tamilakam era diviso in regni di cui i più noti erano i Cheras, Cholas, Pandyans e Pallavas. Durante il periodo Sangam, la cultura Tamil iniziò a diffondersi anche al di fuori del Tamilakam in Sri Lanka e alle Maldive (Giravarus).

Dal IV secolo a.C. in poi, l’urbanizzazione e l’attività mercantile lungo le coste occidentali e orientali portarono allo sviluppo di quei quattro regni Tamil, spesso in guerra tra di loro per il dominio del vasto territorio ma anche delle rotte dove, fiorirono prospere attività testimoniate nel Tolkappiyam, un antica opera letteraria tamil. L’inizio delle loro attività marittime potrebbe essere datato intorno al 3.500 a.C.,  sviluppandosi nel tempo con un picco dal 2.250 al 1.950 a.C..

La marittimità nei regni dell’India risale ad oltre 3 millenni fa. In questa moneta, emessa durante il regno del re Satavahana Vashishthiputra Shri Pulumavi (130 d.C. – 150 d.C.), viene raffigurata una nave con due alberi – Fonte: British Museum, London, United Kingdom.

Una curiosità
questa marineria asiatica ha lasciato tracce anche ai giorni nostri. Pensiamo alla parola catamarano, che viene dal tamil kaööa-maram, “albero legato”, e indicava una specie di zattera a remi e vela triangolare, usata nell’India fino all’Oceania per traversare le barre degli atolli e raggiungere l’alto mare.

Il Tamil durò fino a quando gli Arabi iniziarono a prendere il controllo a Ovest ed i Cinesi a Est della penisola indiana.

catamarano tamil
Marine Solutions: Origin of Catamaran – Tamilnadu, India (marinesolutionsindia.blogspot.com)

La marittimità Tamil
Oltre 4000 anni fa, nell’area dell’Oceano Indiano, esisteva quindi una vasta rete commerciale marittima che operava tra le civiltà Harappa e Mesopotamica con gran parte del commercio gestito da intermediari, i mercanti Dilmun, antichi abitanti degli attuali Bahrain e Failaka (un isola di fronte al Kuwait) nel Golfo Persico. Tale commercio marittimo a lunga distanza divenne fattibile con lo sviluppo di imbarcazioni costruite con lunghe assi, dotate di un unico albero centrale che supportava una vela di giunchi intrecciati o di stoffa.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è DSC_0028-1024x651.jpg

Manama National Museum, oltre 4.000 anni fa, il Bahrain era già un importante hub commerciale che agiva da intermediario con i regni della regione – photo credit andrea mucedola

Si ritiene che il commercio tra la Valle dell’Indo ed i vicini occidentali avveniva lungo il Golfo Persico anziché via terra. Ciò è stato provato dalla distribuzione di manufatti della Valle dell’Indo ritrovati nella penisola dell’Oman, in Bahrain e nella Mesopotamia meridionale che rende quindi plausibile l’ipotesi che gli antichi mercanti effettuassero una serie di tappe marittime dai porti indiani fino alla regione del Golfo. Negli anni ’80 importanti scoperte archeologiche fatte a Ras al-Jinz (Oman) confermarono l’esistenza di collegamenti marittimi della Valle dell’Indo con la penisola arabica.

sigillo epoca Dilmun – photo credit andrea mucedola

Le capacità marittime degli antichi Tamil
Per correlare le testimonianze archeologiche degli antichi Tamil con la Civilizzazione della Valle dell’Indo, vanno considerate le fonti letterarie antiche, poiché le testimonianze archeologiche esistenti non vanno oltre il 2000 a.C. fino al periodo storico al VI secolo a. C.. Degna di nota è una composizione scritta del periodo Sangam, presentata dal dottor Rama Krishna Rao all’International Symposium on Indus Civilization and Tamil Language di Chennai nel 2007. Nel racconto viene descritto con pregevoli dettagli il viaggio di una di quelle antiche navi commerciali.

Dal documento ho estratto alcuni punti (prima colonna) esplicitati nella seconda colonna. Dalla loro lettura si comprende quanto fosse sviluppata la marittimità in quelle terre lontane.

antica nave a bilanciere indiana (?), VIII secolo d.C. Borobudur, Giava – Fonte Mahavamsa 19: Ankunft des Bodhi-Baums (payer.de)

Dall’analisi di queste descrizioni si comprende che gli antichi Tamil, forse 4000 anni fa, erano già in possesso di conoscenze avanzate di navigazione e di tecniche di costruzione navale. Le prove archeologiche sono ancora limitate ma studiosi della Tamil University hanno ritrovato ancore di pietra nelle aree costiere dell’India meridionale del III secolo a.C.. e qualche rappresentazione delle loro navi sui templi e su qualche moneta.

Dwaraka, resti del porto – Fonte JNANASELE: Krishna’s City Dwaraka found Underwater (gkjnanasele.blogspot.com) 

ancora in pietra, Dwaraka – Fonte JNANASELE: Krishna’s City Dwaraka found Underwater (gkjnanasele.blogspot.com)

Importante è stata la scoperta di un porto sommerso a Dwaraka, nell’oceano indiano occidentale. Il porto fu probabilmente un centro importante per i commerci verso il mare arabico ma fu distrutto da un cataclisma 5.000 anni fa.

Dwaraka ha ora incominciato a restituire degli artefatti, comprese le antiche ancore in pietra, ma è ancora troppo poco per comprendere le conoscenze di questi antichi marinai che, oltre quattro millenni fa, solcavano i mari orientali, sfidando monsoni e tifoni. C’è ancora molto da scoprire e chissà che il ritrovamento di qualche nuovo relitto ci possa aiutare a conoscerli meglio.

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2 commenti

  1. Liliana Romagna Liliana Romagna
    17/11/2020    

    Molto interessante, non potevo immaginare che questi indiani fossero tanto esperti da navigare con le loro imbarcazioni nell’oceano, cosa non facile !

    • 17/11/2020    

      In realtà questo ci fa comprendere che la lancetta della storia dovrebbe essere messa indietro di almeno duemila anni

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