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Navigare lungo costa … senza perdere la rotta – parte VII

tempo di lettura: 6 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: NAUTICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: navigazione costiera

 

Ci siamo lasciati in navigazione. Abbiamo calcolato la Prora bussola da mantenere nella nostra rotta ed ora ci dirigiamo sul primo punto di accostata, ovvero dove dovremo modificare la nostra rotta per la successiva tratta. Avete già capito che la navigazione dovrà essere seguita con attenzione per evitarci sorprese spiacevoli. Anche se non è sempre obbligatorio, tenete un binocolo al collo, il miglior amico dello skipper.

Tutto procede bene ma … guardiamoci intorno. In caso di navigazione costiera, ovvero in prossimità della costa, potremo vedere dei punti cospicui che, dopo averli verificati con il binocolo,  potremo usare per prendere i rilevamenti bussola necessari per fare dei punti ottici per il controllo della nostra navigazione.

Il punto ottico
Abbiamo imparato a conoscere le carte nautiche negli articoli precedenti. Sappiamo che esse sono rappresentazioni del mondo reale in una determinata scala. Questo significa che quanto più piccole saranno, meno dettagliati saranno i punti costieri. Ricordate il problema del fattore di scala? Questo è il motivo per cui dovremo sempre usare le carte con la scala maggiore.

La carta nautica ci indica lungo la costa le posizioni dei punti cospicui che ci possono essere utili per seguire la nostra navigazione. Questi possono essere scogli di grandi dimensioni, piattaforme petrolifere, chiese, fari e fanali. Questi ultimi sono ben descritti con il loro simbolo sulle carte e li potremo utilizzare anche per rilevarli nelle navigazioni notturne.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è simboli-topografici-da-nautica-1024x720.jpg

principale simbologia delle carte nautiche, estratto da Topografia nautica: i problemi di navigazione, la carta nautica e il carteggio
https://digilander.libero.it/fse/topografia%20nautica.htm

Prendere il rilevamento bussola di un punto cospicuo sulla costa ci consentirà di tracciare sulla carta delle linee di posizione (LOP), naturalmente sempre corrette con le correzioni inerenti la declinazione magnetica che abbiamo citato nell’articolo precedente. Considerate che il valore di declinazione, che avrete calcolato precedentemente, sarà sempre lo stesso per cui potrete applicarlo facilmente a tutti i vostri rilevamenti bussola.

Tenete conto che per ottenere un punto ottico avrete bisogno di almeno tre rilevamenti bussola di oggetti in costa, sufficientemente distanziati angolarmente.

situazione ideale … praticamente un’utopia

Dall’intersezione delle LOP possiamo costruire un area di posizione. Idealmente i tre rilevamenti dovrebbero intersecarsi in un unico punto ma, essendo l’imbarcazione in movimento, è facile che per vari motivi otteniate un’area di incertezza di forma triangolare.

Nella figura potete vedere le aree di incertezza che si generano avendo più di due LOP. In realtà per ogni LOP esiste una loro incertezza, a destra e a sinistra di ogni rilevamento, dovuta all’uso della bussola (per ipotesi +-2 gradi). Anche utilizzando solo due rilevamenti, le intersezioni delle linee di posizione (LOP) creeranno un’area questa volta quadrangolare entro la quale stimeremo di trovarci. Questa area viene chiamata, ormai lo abbiamo capito, area di incertezza. Per quanto sopra i punti ci daranno un’area in cui stimeremo di essere (scordatevi il siamo). Sulla carta ne segneremo il baricentro che congiungeremo con il successivo. 

Non ultimo, nella scelta dei punti cospicui consideriamo che la differenza angolare ottimale tra due punti cospicui è di 90 ° e  120 ° su tre. Inoltre, l’orientamento su oggetti distanti determina maggiore incertezza nella posizione man mano che il settore si allargherà.

Pur ricercando la maggior precisione possibile, consideriamo sempre che siamo su una imbarcazione di medie dimensioni che subirà dei movimenti di rollio e beccheggio che falseranno la misura che state prendendo. Inoltre, essendo in movimento, i punti saranno presi in istanti diversi per cui anche questo fattore renderà meno preciso il vostro punto ottico.

Si fa presto a parlare di precisione
Prima di andare avanti, vorrei aprire una parentesi sul termine Precisione che ricorderete abbiamo trattato più compiutamente in questo articolo.

Con il termine Precisione si intende il grado di approssimazione di un valore misurato rispetto alla realtà; per essere significativo deve essere sempre espresso facendo espresso riferimento all’accuratezza della sua misura. Il riferimento classico di tale misura è il suo σ (sigma) ovvero la sua deviazione standard SD. Quando il valore è riferito ad “un sigma ”  significa che il valore reale si ritrova, con una probabilità del 68,27 %, tra il valore +σ o –σ

Come naviganti cercheremo di migliorare per quanto possibile la nostra precisione riducendo gli errori.

Come ridurli?
Lo abbiamo già detto in altri articoli ma è sempre meglio ripetere:
– utilizziamo carte nautiche a grande scala ovvero piani nautici o carte con scala compresa tra 1:10000 a 1:25000;

– studiamo a priori le carte nautiche ed identifichiamo (cerchiandoli con una matita)  i punti costieri prescelti per i rilevamenti che faremo in mare, utilizzando le carte ed i portolani;

– in navigazione, cerchiamo di rilevare gli oggetti da traguardare sulla costa tutti nello stesso momento;

– rilevare almeno tre oggetti, aventi fra loro una differenza angolare possibilmente di novanta gradi o comunque compresa tra i trenta ed i centocinquanta gradi;

– scegliere oggetti molto alti, ben riconoscibili;

– nel caso l’intercetto dei rilevamenti sia un triangolo, considerare come punto nave il suo baricentro;

– utilizzare matite appuntite per ridurre gli errori di carteggio (considerate che su una carta 1:25.000, un tratto di un millimetro equivale a venticinque metri), e morbide (per ridurre l’usura della carta dovuta alle successive cancellazioni);

– considerare sempre l’errore intrinseco della carta che è legato alla scala utilizzata (non pretendete di avere precisioni di cinque metri impiegando una carta con scala 1:25.000).

Cosa vuol dire se i nostri punti cadono al di fuori della nostra rotta vera?
Abbiamo visto che l’intercetto di più rilevamenti bussola ci fornisce un‘area di incertezza all’interno del quale si troverà la nostra posizione. Collegando i baricentri di ogni area di incertezza noteremo che la nostra imbarcazione sta percorrendo una rotta diversa da quella pianificata. Da cosa potrebbe dipendere?

Dando per buona la vostra ottima capacità al timone, le cause saranno molto probabilmente due: state scarrocciando a causa del vento e/o derivando per una corrente.

Lo scarroccio è lo spostamento laterale della barca sotto l’effetto del vento – photo credit Nico Caponetto da https://www.tuttobarche.it/magazine/come-ti-calcolo-lo-scarroccio.html

Per quanto riguarda lo scarroccio lo potrete valutare, in maniera grossolana, guardando verso poppa. Per prima cosa, osservate la scia della barca. Se diverge dalla rotta seguita vuol dire che sta scarrocciando. Misurando la differenza angolare tra Rv e Pv potremo correggerne l’effetto accostando, ad esempio, verso il vento di tanti gradi quanto stimato. Per quanto riguarda l’effetto del vento, lo potrete calcolare più precisamente misurandone con un anemometro la velocità e (in mancanza di altri strumenti) con la bussola la sua direzione. Analogamente potete calcolare la correzione della deriva dovuta alla corrente mettendo su carta l’effettiva rotta che la nave segue rispetto a quella pianificata. 

© 2005 Corso di Navigazione Senza limiti dalla costa a cura del Cte. Marco Camilletti

I metodi per correggere gli effetti della corrente si basano sulla soluzione grafica del cosiddetto «triangolo della corrente», che utilizza tre vettori: il primo con direzione della Rv e lunghezza uguale alla Velocità effettiva, il secondo la Prora vera e la velocità impostata ed il terzo dato dalla Direzione e intensità della corrente. Lo stesso calcolo può essere fatto al contrario per ricavare la corrente stimata in una determinata area.

Se avrete cura di effettuare punti ottici ogni 30 minuti (o anche meno in acque ristrette) potrete valutare la deriva della vostra barca, e calcolarvi su un foglio la correzione da applicare. Semplice vero?

Con queste correzioni alla Prora e, se necessario, alla velocità, resterete quanto più possibile in rotta e manterrete la vostra pianificazione. Queste cose possono sembrarvi complicate ma vi verranno naturali con l’esperienza. Ma, importantissimo, non dimenticate di guardare sempre fuori. 

La prossima volta parleremo di allineamenti e di altri trucchi per non perdere la rotta. A presto.

 

immagine in anteprima dal blog Yacht racing, sailing news, events and blogs | Yachting World – autore sconosciuto 

 

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