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Dalla Reichmarine alla Kriegsmarine

tempo di lettura: 4 minuti

 

livello elementare

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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: GERMANIA
parole chiave: Kaisermarine, Reichmarine
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Hitler era fermamente ostile all’assetto di poteri dettato in Europa dal trattato di Versailles, ma vista l’impreparazione della Germania ad una guerra su ampia scala decise di agire inizialmente per vie diplomatiche e in qualche modo concilianti; pur autorizzando la Reichsmarine a proseguire i suoi studi sui sommergibili e a progettare una versione potenziata delle “corazzate” Deutschland che violava ampiamente i limiti di dislocamento previsti da Versailles, Hitler cercò un riconoscimento ufficiale dei progetti di riarmo tedeschi da parte delle grandi potenze.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è German_cruiser_Deutschland_in_1935_cropped-1.jpgLa Deutschland e le sue due navi gemelle, furono varate tra il 1931 e il 1934, e furono utilizzate durante la seconda guerra mondiale dalla Kriegsmarine venendo definite dagli Alleati corazzate tascabili (pocket battleship), in relazione alla grande potenza di fuoco e alla piccola stazza dei bastimenti. Questa classe di unità  era notevolmente più piccola rispetto alle precedenti navi da battaglia, di fatto rispettando i limiti per le costruzioni navali imposti dal trattato di Versailles alla Germania, ma il loro armamento era notevolmente più potente di quello di un incrociatore tipo “Washington”, anche se comunque inferiore a quello di una corazzata o di un incrociatore da battaglia. Il progetto di queste navi venne elaborato alla fine degli anni venti, seguendo un concetto riassumibile in questa frase: “più potente di qualunque nave più veloce, più veloce di qualunque nave più potente” ovvero la capacità teorica di attaccare qualunque incrociatore leggero o pesante dotato di calibri 152mm e 203mm, e poter sfuggire alle corazzate armate di 320mm e 381mm. Gli ingegneri navali tedeschi ripresero alcune caratteristiche degli eccellenti incrociatori da battaglia germanici della prima guerra mondiale, introducendo però anche sostanziali novità. Pur mantenendo le artiglierie maggiori da 280mm e la compartimentazione dello scafo, per limitare gli allagamenti anche dopo aver subito colpi a segno, fu adottata la tecnologia di costruzione con saldature, riducendo il peso dato dai rivetti d’acciaio, usata nella tecnica tradizionale a piastre chiodate, e la propulsione diesel, mai stata applicata su unità così grandi. Il motore diesel, rispetto ad un apparato su caldaie e turbine a vapore, consentiva un cospicuo risparmio di pesi e spazi a bordo, minori consumi e quindi una maggiore autonomia, minori emissioni di fumo e tempi di approntamento breve. L’incognita era però l’affidabilità, tanto da richiedere frequenti revisioni. Questo comportò che nei successivi progetti degli incrociatori classe Scharnhorst si tornò ad un apparato propulsivo a vapore convenzionale – estratto da wikipedia

Il 16 marzo 1935 Hitler annunciò ufficialmente il rigetto da parte della Germania delle limitazioni imposte dal trattato di Versailles in materia di armamenti e la reintroduzione della leva militare obbligatoria, ma al tempo stesso mantenne aperto un canale di trattativa con il Regno Unito che portò il 18 giugno alla stipula di un accordo navale anglo-tedesco: legalizzando in pratica la violazione del trattato di Versailles, l’accordo consentiva alla Germania di costruire navi da guerra per un tonnellaggio complessivo pari al 35% di quello della flotta britannica (il 45% per quanto riguardava i sommergibili), riconoscendo quindi alla Reichsmarine un limite totale di 425.865 tonnellate di naviglio in luogo delle 144.000 tonnellate autorizzate da Versailles.

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Foto dell’incrociatore leggero tedesco Karlsruhe (1929-1940), 1930 circa – Fonte http://www.history.navy.mil/photos/sh-fornv/germania/gersh-k/karlsru3.htm, fotografia del Centro storico navale degli Stati Uniti. Foto n.: NH 99643 – Autore Arthur Renard, Kiel, Germania. Un’iscrizione sul retro della stampa originale afferma che fu donata come ricordo di una visita al porto durante una delle crociere della nave. Donazione di Floyd Kent, 2004 Karlsruhe h99643.jpg – Wikimedia Commons

Di fatto senza più alcun vincolo, lo sviluppo della Marina tedesca poté proseguire indisturbato. Il 1º giugno 1935, la vecchia Reichsmarine assunse la nuova denominazione di Kriegsmarine, avviando subito ampi programmi per il suo potenziamento. Con la denuncia dei trattati e la nascita della Kriegsmarine terminarono anche i presupposti di molte delle attività parallele, riservate o illegali mantenute per oltre un decennio dalla Reichsmarine, in particolare di quelle relative alla progettazione e costruzione all’ estero di sommergibili Contrariamente alla vulgata diffusa, in quanto a concetti operativi e a mezzi tecnici ed a molti dei suoi protagonisti la Marina Tedesca affrontò la seconda guerra mondiale in uno spirito di continuità dei progetti e programmi della 1^ GM, non solo morale di rivalsa e riscatto della sconfitta subita in prima battuta, ma anche di scarsa evoluzione tecnica. Al contrario di quanto avvenne per la flotta di superficie, le costruzioni subacquee furono percepite e realizzate in termini di continuità e non di radicale innovazione a livello cantieristico, adottando schemi, progetti ed attrezzature nel complesso già ampiamente datati facenti riferimento alle esperienze acquisite nella Prima guerra mondiale.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è GERMANIA-Bundesarchiv_Bild_101II-MN-1009-39_Danemark_Reichskriegsflagge.jpg

Immagine di propaganda, la bandiera della Kriegsmarine viene alzata a bordo di un’unità tedesca in acque danesi, circa 1940 – PK Marine NordBundesarchiv Bild 101II-MN-1009-39, Dänemark, Reichskriegsflagge.jpg – Wikimedia Commons

Le uniche vere novità furono tardive e non sono attribuibili ai cantieri ma al genio organizzativo di Speer e della sua struttura;  facendo tesoro dell’ esperienza dell’IvS e della polverizzazione degli ordini che avevano permesso di mascherare la preparazione del programma di costruzione dell’arma sottomarina tedesca,  fu organizzata e gestita la costruzione modulare decentrata, che coinvolse nelle subforniture una miriade di strutture lontane non solo fisicamente ma anche concettualmente dalla cantieristica navale, strutture che imposero le poche innovazioni introdotte nella costruzione degli “scafi”.

Giancarlo Poddighe

 

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