.
livello elementare.
ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Serpenti marini
I ricercatori dell’area indopacifica hanno ricevuto delle segnalazioni su un comportamento quanto meno anomalo dei serpenti marini maschi. Sembrerebbe che, nella stagione degli amori, si avvicinino particolarmente ai costumi da bagno dei bagnanti. Questa notizia curiosa ci dà lo spunto per parlare di questi particolari rettili marini che, circa quindici milioni di anni fa, si adattarono ad una vita completamente acquatica.
serpente di mare dal ventre giallo (Pelamis platurus) – credit Aloaiza, CC BY 3.0, Pelamis platura, Costa Rica.jpg – Wikimedia Commons
Serpenti marini
Gli appassionati dei mari orientali ricorderanno di averli visti nuotare in superficie nelle calde acque costiere orientali, a volte intrecciati fra di loro durante la stagione degli accoppiamenti. I serpenti marini sono confinati negli oceani tropicali, principalmente nell’Oceano Indiano e nell’Oceano Pacifico occidentale. Alcune specie, come il serpente di mare dal ventre giallo (Pelamis platurus), sono presenti fino al Pacifico orientale, prediligendo le acque pelagiche (ovvero in mare aperto) piuttosto che quelle adiacenti alla terraferma o le acque interne. In alcune occasioni sono visti “galleggiare” in gruppi di centinaia di individui, specialmente nella stagione della riproduzione. Ma esistono anche specie costiere. Ad esempio, il serpente di mare oliva (Aipysurus laevis) tende a vivere nei pressi delle scogliere dove può trovare maggiori prede.
Un’origine terrestre
I serpenti marini appartengono alla famiglia degli Elapidae, la stessa dei serpenti cobra. Non a caso la maggior parte dei serpenti marini è velenosa (fa eccezione solo il genere Emydocephalus).
I serpenti di mare appartengono agli Elapidae che si suddivide in Cobra (terrestri) e nei Hydrophiinae (acquatici) a loro volta suddivisi nei sea krait e negli altri serpenti marini
La loro fama sinistra è legata al loro veleno, tra i più potenti di tutti i serpenti, essendo strettamente imparentati con i serpenti cobra. Il loro veleno contiene alcune sostanze chimiche che si trovano anche in quello dei loro parenti terrestri ma in quantità molto più concentrata.
Yellowbelly Sea Snake, Hydrophis platurus, un serpente velenoso con denti frontali, una caratteristica dei cobra e degli altri Elapidae – photo credit Carpenter – Public Domain File:Yellowbelly sea snake.jpg – Wikimedia Commons
Nonostante ciò, il loro potenziale pericolo per gli Umani va ridimensionato. Questi serpenti non sono particolarmente aggressivi e mordono solo quando provocati, per cui in genere la maggior parte di loro mantiene un comportamento distaccato o al più difensivo. I subacquei sanno che sono animali molto curiosi che tendono a rimanere affascinati dagli oggetti allungati, come ad esempio i tubi ad alta pressione, che confondono per altri serpenti durante la stagione riproduttiva. Ricercatori australiani, che lavorano sulla Grande Barriera Corallina meridionale, hanno scoperto che i serpenti marini d’oliva, in particolare i maschi, si avvicinavano ripetutamente ai subacquei, avvolgendosi attorno alle pinne, con movimenti rapidi a scatti. Questo avviene durante la stagione della riproduzione ma le loro intenzioni non sono aggressive e sono legate semplicemente alla ricerca di … compagnia.
Descrizione
I serpenti marini sono moderatamente grandi e raramente superano i due metri di lunghezza (a parte la specie Hydrophis spiralis, che può raggiungere i tre metri). Nella loro evoluzione la coda ha assunto la forma di una pagaia e molti hanno corpi compressi lateralmente, cosa che gli conferisce un aspetto simile alle anguille. A differenza dei pesci non hanno pinne e non hanno branchie per cui devono affiorare regolarmente per respirare attraverso la pelle. Oltre il 90 percento dell’anidride carbonica di scarto e il 33 percento del loro fabbisogno di ossigeno possono essere trasportati attraverso la respirazione cutanea.
Banded Sea Krait (Laticauda colubrina) credit Bernard Dupont Banded Sea Krait (Laticauda colubrina) (14641328165).jpg – Wikimedia Commons
Solo il genere Laticauda (che comprende il Black Banded Sea Krait) ha le tipiche scaglie ventrali dei serpenti ed è considerato il meno evoluto dei serpenti marini. I serpenti marini amano le acque calde e tropicali, tuttavia, quando l’acqua diventa troppo calda, si immergono in profondità o dove possono trovare temperature più fresche.
Attraverso il monitoraggio con trasmettitori, i biologi marini hanno valutato che alcuni serpenti, come i Pelamis platurus, possono immergersi fino a circa 50 metri di profondità, rimanendo sott’acqua per più di tre ore. Sono dotati di “valvole” sulle narici che si chiudono ogni volta che il serpente si immerge. Come altri animali che si sono adattati alla vita in un ambiente marino, i serpenti marini ingeriscono molto più sale rispetto ai loro parenti terrestri attraverso la loro dieta. Per questo motivo ha necessità di regolare la concentrazione di sale nel sangue. Ciò viene fatto attraverso delle ghiandole sublinguali posteriori, situate sotto e intorno alla guaina della lingua, che consentono ai serpenti di espellere il sale con l’azione della lingua. In altre parole, ogni volta che un serpente di mare muove la sua lingua, espelle sale nell’acqua. I serpenti marini si nutrono di pesci (comprese le anguille) e crostacei ma vi sono specie che si sono specializzate nel mangiare uova di pesce (genere Emydocephalus).
Emydocephalus annulatus, un caratteristico serpente marino mangiatore di uova, non ha denti sulle ossa dentaria e palatina e manca di veleno, cosa che li rende gli unici elapidi non velenosi – nella foto un esemplare di E. annulatus dalle Philippines – autore divecycle – Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 Emydocephalus annulatus.png – Wikimedia Commons
A differenza dei serpenti terrestri che impiegano la vista e l’udito per cacciare, questi sensi sono poco efficienti in acqua a causa della scarsa visibilità, e della difficoltà a percepire vibrazioni.
Per quanto concerne la vista, uno studio sui fotorecettori retinici dei serpenti marini (Lapemis curtus, Acalyptophis peronii) ha scoperto tre classi di pigmenti visivi, tutte provenienti da cellule coniche. Nonostante l’effettiva assenza di bastoncelli nei loro occhi, si è scoperto che i geni delle cellule dei bastoncelli (rh1) sono ancora esistenti per cui si presume che alcuni coni potrebbero essere dei bastoncelli trasmutati. Un sensore interessante è stato scoperto nel serpente di mare oliva, Aipysurus laevis, che possiede dei fotorecettori nella pelle della coda che gli consentono di rilevare la luce. L’Apisurus laevis ha un corpo grande e spesso, a disegno variabile con due forme principali, forma orientale grigio scuro screziato con testa più scura, forme settentrionale e occidentale grigio chiaro con dorso scuro interrotto da scaglie grigio chiaro, in entrambe le forme ha la testa di color marrone oliva. Velenoso anche se non aggressivo, è un animale curioso, spesso si avvicina e si attorciglia attorno ai subacquei.
Maggiore importanza si dà alle vibrazioni sonore e alla capacità di chemiocezione. Uno studio ha identificato la presenza di piccoli organi sensoriali sulla testa dei Lapemis curtus, simili ai meccanocettori degli alligatori, usati per percepire il movimento delle prede dei pesci. Per quanto riguarda la chemiocezione, apro una breve parentesi. Tutti gli organismi animali, compresi noi Umani, riceviamo informazioni su alcune sostanze con cui veniamo in contatto tramite i chemiorecettori, cellule specializzate della membrana plasmatica in grado di reagire con alcune sostanze presenti nell’ambiente, innescando risposte automatiche. Tipici esempi sono le cellule olfattive e le cellule gustative. Oltre alla reazione ad odori e sapori, esistono in alcune specie animali la capacità di percepire sostanze che possono indicare la presenza di animali di sesso opposto disponibili per la riproduzione. Nel caso dei serpenti di mare, vista la difficoltà ad identificarsi visivamente, sembrerebbe che la produzione di secrezioni cutanee (feromoni) nella specie Emydocephalus annulatus, possa aiutare ad identificare ed attrarre possibili partner. Questo spiegherebbe la “voglia” di vicinanza di questi serpenti nella stagione dell’accoppiamento.
L’Hydrophis belcheri, conosciuto come faint-banded sea snake, è un serpente marino molto velenoso. Nella lingua italiana il suo nome può essere tradotto in serpente marino di Belcher. Fortunatamente si tratta di un animale molto docile che difficilmente attacca un essere umano. Per mordere deve proprio essere provocato pesantemente. Inoltre, anche quando morde, inietta solo una parte del veleno.
Riproduzione
Fatta eccezione per un singolo genere, tutti i serpenti marini sono ovovivipari (ovvero le uova rimangono all’interno del corpo della madre fino a quando non si schiudono o stanno per schiudersi).
I piccoli nascono quindi vivi in acqua dove vivono tutto il loro ciclo vitale. In alcune specie, i giovani sono abbastanza grandi, a volte lunghi fino alla metà della loro madre. L’unica eccezione è il genere Laticauda, che è oviparo ovvero le uova dono depositate all’esterno.
Quanto sono pericolosi?
Dopo le premesse iniziali questa domanda sorge spontanea. Un loro morso potrebbe essere infatti mortale. È comunque opinione comune che la pericolosità debba essere rivista. In particolare, i subacquei non devono preoccuparsi di essere attaccati mentre nuotano in prossimità di questi serpenti marini.
Secondo Rick Shine, un biologo esperto in rettili marini del Macquarie University, Australia, “Pochissimi utenti ricreativi dell’oceano vengono morsi dai serpenti marini, quindi il pericolo è basso” … “La maggior parte dei morsi, compresi quelli fatali, sono subiti dai pescatori …” quando cercano di estrarre i rettili dalle reti. Sono eventi rari ed il caso di decesso più recente è stato segnalato a seguito del morso di un serpente krait dagli anelli neri (Laticauda semifasciata) che era stato catturato in una rete da un peschereccio al largo della costa settentrionale dell’Australia nel 2018.
Inoltre, la presenza di guanti e mute in neoprene può proteggere da un morso accidentale in quanto la lunghezza dei loro denti raramente supera i 4 mm.
Recentemente sono apparse delle segnalazioni di serpenti maschi che si avvicinavano particolarmente ai costumi da bagno dei bagnanti. Questo comportamento è stato legato al periodo dell’amore, quando i maschi, in frenesia sessuale, ricercano le femmine. Vista la loro vista non ottimale cercano di percepire gli odori (per scoprire possibili compagne) per cui si avvicinano anche alle parti intime “annusandole”. Nulla di pericoloso anche se, possiamo immaginarci, non è un’esperienza esaltante.
In sintesi, in caso di incontri, valgono sempre le solite regole: restate calmi, godetevi l’immersione e rispettate le altre forme di vita.
in anteprima File:Yellowbelly sea snake.jpg – Wikimedia Commons
Una sorpresa per te su Amazon Music unlimited Scopri i vantaggi di Amazon Prime
Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

è composta da oltre 60 collaboratori che lavorano in smart working, selezionati tra esperti di settore di diverse discipline. Hanno il compito di selezionare argomenti di particolare interesse, redigendo articoli basati su studi recenti. I contenuti degli stessi restano di responsabilità degli autori che sono ovviamente sempre citati. Eventuali quesiti possono essere inviati alla Redazione (infoocean4future@gmail.com) che, quando possibile, provvederà ad inoltrarli agli Autori.