.
livello elementare.
ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: pesci abissali
Oggi effettuiamo un viaggio nella zona oscura, dove la luce solare non riesce a penetrare ed altre forme di vita si sono straordinariamente adattate. Attraverseremo la zona epipelagica, ancora illuminata, per entrare in quella mesopelagica e batipelagica.
Le zone pelagicheFile:Pelagiczone.svg – Wikipedia
Un viaggio negli abissi
Oltre la zona illuminata, si apre un mondo oscuro, al di sotto della zona epipelagica o fotica del mare. Si ritiene che solo il 2% circa delle specie marine conosciute abiti l’ambiente pelagico e la maggior parte di loro vive nella colonna d’acqua. Gli organismi marini delle acque profonde abitano le zone bati-pelagiche (tra i 1.000 e i 4.000 metri di profonditร ) e abisso-pelagiche (tra i 4.000 e i 6.000 m di profonditร ) definite afotiche, ovvero le regioni abissali in cui non c’รจ presenza di luce. Le profonditร oceaniche ospitano tipi molto diversi di pesci pelagici che si sono adattati a vivere in quelle oscure zone profonde.
Cosa ci possiamo aspettare?
Se potessimo visitarle di persona ci ritroveremmo avvolti, in un mondo freddo ed ostile, da una lenta e continua caduta di detriti, prevalentemente organici, che precipitano per gravitร dagli strati superiori della colonna d’acqua.
Il melanoceto o diavolo nero, รจ un pesce abissale appartenente alla famiglia Melanocetidae. Questa specie รจ diffusa in tutti gli oceani temperati o tropicali, fino ad una profonditร di 4500 metri. Le femmine hanno grandi denti e un organo leggero su uno stelo tra gli occhi, l’illicio, provvista sulla punta di fotofori, che utilizza come esca luminosa per catturare le prede. I maschi sono molto piรน piccoli e hanno narici enormi che usano per annusare i loro compagni al buio. autore Ryan Somma – https://www.flickr.com/photos/ideonexus/2897239064/in/photostreamMelanocetus johnsonii1 – Melanocetus johnsonii โ Wikipรฉdia (wikipedia.org)
Questa โneveโ marina ha unโimportanza notevole per la sopravvivenza delle forme di vita abissali, includendo sedimento organico composto da plancton, protisti (come le diatomee) e materiale fecale ed inorganico trasportato dalle correnti. Il materiale precipitato si accumula nel tempo e puรฒ raggiungere diversi centimetri, e puรฒ impiegare settimane prima di raggiungere il fondo dell’oceano. Tuttavia, la maggior parte dei componenti organici viene consumata da microbi, zooplancton e altri animali filtratori entro i primi mille metri del loro viaggio, cioรจ all’interno della zona epipelagica. Essa rappresenta la base degli ecosistemi mesopelagici e bentonici di acque profonde: poichรฉ la luce solare non puรฒ raggiungerli, gli organismi delle acque profonde fanno molto affidamento sul precipitato come fonte energetica di sopravvivenza.
Oltre la vista
I pesci di acque profonde si sono evoluti per sopravvivere in questa regione. Non esistendo fonti di illuminazione naturale, non possono fare affidamento esclusivamente sulla loro vista per localizzare prede e compagni ma anche per evitare i predatori. Molti di questi organismi sono quindi ciechi e fanno affidamento su altri sensi per catturare il cibo ed evitare di essere catturati; ad esempio possono essere in grado di percepire variazioni sulla pressione locale ma anche odori per noi impercettibili. I sistemi sensoriali piรน importanti sono solitamente l’orecchio interno, che risponde al suono, e la linea laterale, che risponde alle variazioni della pressione dell’acqua. Il sistema olfattivo puรฒ anche essere importante per i maschi che ricercano le femmine tramite l’olfatto.
I pesci topo della famiglia dei Macrouridae, sono pesci di acque profonde che a volte possono raggiungere piรน di un metro di lunghezza. Vivono fino a 2200 metri di profonditร , normalmente vicino ai fondali marino, spingendosi anche in acque relativamente basse costiere. ร molto sensibile alle vibrazioni dell’acqua che potrebbero essere prodotte da prede come gamberetti o piccoli calamari e pesci. Distribuzione: Atlantico settentrionale: ad oriente, dallโ Islanda e dalla Groenlandia fino allโ Africa settentrionale (20 N); ad occidente, dalla Groenlandia fino allโ Isola di Andros (Bahamas) – Disegno di Coryphaenoides rupestris di Carl Nielsen, Coryphaenoides rupestris.jpg – Wikimedia Commons
Per quanto riguarda la vista, quelli che non sono ciechi, hanno occhi grandi e sensibili che possono essere fino a 100 volte piรน sensibili della luce degli occhi umani. Inoltre possono usare fonti di luce bioluminescente. Gli organismi bioluminescenti sono in grado di produrre luce attraverso reazioni chimiche di molecole (luciferine) nel corso delle quali avviene uno scambio di elettroni (redox). Le luciferine subiscono una ossidazione catalizzata da un enzima che produce un intermedio instabile che decade emettendo luce. Piรน del 50% dei pesci di acque profonde, cosรฌ come alcune specie di gamberetti e calamari, sono in grado di produrre bioluminescenza. Circa l’80% di questi organismi possiede dei fotofori, cellule ghiandolari che producono luce che contengono batteri luminosi delimitati da colorazioni scure.
Come fanno a sopravvivere a queste alte pressioni?
Un altro aspetto interessante รจ la loro capacitร di sopravvivere alle alte pressioni di quelle profonditร . Come sappiamo, la pressione assoluta aumenta di un’atmosfera ogni 10 metri di profonditร (un’atmosfera รจ la pressione esercitata sulla superficie del mare dall’atmosfera sovrastante). Questo comporta che un pesce a 1000 metri di profonditร รจ sottoposto ad una pressione di 1001 atmosfere. Le specie di acque profonde si sono evolute adattandosi a livello cellulare e fisiologico per poter sopravvivere in ambienti con queste alte pressioni assolute che inibiscono i processi interni provocando un aumento interno di liquidi come lโacqua, un componente chiave nei processi biologici, che รจ molto suscettibile alle variazioni di volume, a causa dei costituenti del fluido stesso a livello cellulare. Per adattarsi a questo cambiamento, la struttura proteica dei pesci di acque profonde si รจ evoluta producendo una percentuale maggiore di acidi grassi insaturi nelle membrane interne.
Come si nutrono?
Le loro vesciche natatorie sono assenti o scarsamente operative e i pesci batipelagici normalmente non intraprendono migrazioni verticali. Quando avvengono , ad esempio se spostati dalle correnti possono andare a sicura morte per lo scoppio delle loro vesciche natatorie. Un altro motivo ostativo agli spostamenti verticali รจ il fatto che il riempimento delle vesciche a pressioni cosรฌ elevate comporterebbe enormi costi energetici difficilmente copribili con la scarsitร dei nutrimenti. Insomma ci deve essere un motivo nutrizionale. In realtร , questi animali sono di “bocca buona”, ovvero non sono selettivi nelle loro abitudini alimentari, ma afferrano tutto ciรฒ che gli si avvicina abbastanza. Avere grandi bocche con denti affilati e rastrelli branchiali sovrapposti aiuta ad impedire alle piccole prede ingerite di scappare.
Nonostante il loro aspetto, gli abitanti degli abissi sono per lo piรน pesci in miniatura con muscoli deboli e sono troppo piccoli per rappresentare una minaccia per gli umani. Animali affascinanti che vivono un ambiente ancora in gran parte da scoprire che solo in questi ultimi anni i moderni batiscafi stanno esplorando.
in anteprima un esemplare di Pesce vipera (specie Chauliodus) che vive tra i 400 ed i 1000 metri di profonditร . Si tratta di un feroce predatore, con zanne cosรฌ grandi che la sua bocca non puรฒ chiudersi su di esse e scivolano sulla parte anteriore del pesce quando chiude la bocca. Il collo flessibile gli consente di piegare la testa all’indietro e sporgere la mascella inferiore per afferrare pesci, calamari e crostacei.
Una sorpresa per te su Amazon Music unlimited Scopri i vantaggi di Amazon Prime
Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne lโautore o rimuoverle, puรฒ scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dellโarticolo
PAGINA PRINCIPALE

รจ composta da oltre 60 collaboratori che lavorano in smart working, selezionati tra esperti di settore di diverse discipline. Hanno il compito diย selezionare argomenti di particolare interesse, redigendo articoli basati su studi recenti. I contenuti degli stessi restano di responsabilitร degli autori che sono ovviamente sempre citati. Eventuali quesiti possono essere inviati alla Redazione (infoocean4future@gmail.com) che, quando possibile, provvederร ad inoltrarli agli Autori.