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livello elementare
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ARGOMENTO: RECENSIONI LIBRARIE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: LETTERATURA
parole chiave: Sirene
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Promiscuo, estremo, radicale: Sirene, il romanzo d’esordio di Laura Pugno, non è per tutti.
Siamo in un futuro non meglio precisato, e la vita, sul Pianeta, è possibile solo nelle città sottoterra o sotto il mare: il sole uccide, brucia la pelle, provoca il cancro nero, un’epidemia altamente contagiosa, che dilaga e dilania gli abitanti della Terra. Underwater, città dove sono ambientate le vicende, è sotto il controllo di una mafia giapponese, la yakuza. E in mare sono state scoperte creature bellissime e selvagge, le sirene, immediatamente allevate per la loro carne prelibata o per soddisfare gli appetiti sessuali degli yakuza più abbienti.
Samuel, addetto al controllo delle piscine in cui vengono nutrite le sirene per il macello, forse per dimenticare il suo passato travagliato, o forse per alleviare il dolore della perdita della sua compagna, uccisa dal cancro nero, decide di immergersi per tentare un’impresa molto pericolosa: accoppiarsi con una sirena durante il suo estro. L’azione, rischiosa a causa del comportamento estremamente violento delle sirene dopo l’accoppiamento, dà un frutto non previsto: Mia. La sirena è infatti rimasta incinta, e partorisce una mezzo-umana.
Solo Samuel ne è a conoscenza, e deciderà di mettersi contro la yakuza per evitare alla figlia, che nelle sue fantasie si mescola in maniera incestuosa al suo grande amore, di finire al macello o schiava delle voglie dell’élite di Underwater. Sirene si configura come una distopia toccante, un grido di vendetta del pianeta contro l’Uomo, artefice della sua distruzione. Il buco nell’ozono, che permette al sole di lacerare la pelle, è una punizione per la violenza perpetrata ai danni delle creature del mare? Che vengono fatte nascere e messe all’ingrasso senza alcuna preoccupazione per il loro benessere psico-fisico. Proprio come accade negli allevamenti intensivi appartenenti alla nostra società.
Laura Pugno, tramite le pagine del suo volume, rilegge il mito delle sirene, capovolgendone la figura archetipica da carnefice a vittima. Attacca duramente il mondo contemporaneo e il suo cinismo, la sua mancanza di rispetto nei confronti dell’ambiente e dell’ecosistema. Si scaglia contro un pianeta costruito a misura umana, dove non c’è spazio per qualcosa o qualcuno che non faccia parte della nostra specie. Ma va anche oltre: la critica si espande alla ricchezza e al potere, che si manifesta anche nei confronti delle classi sociali più umili, lasciate a morire fuori dal perimetro della città, bruciate da quel sole che un tempo era vita e adesso è indissolubilmente intrecciato all’immagine dell’apocalisse.
Uomo mangia Uomo, e non si ferma davanti a niente. Le sirene, come l’Umanità, come Mia, come qualunque forma di vita si frapponga tra l’essere umano e il suo rendiconto personale. È possibile tornare indietro? Si può scampare ad un destino di morte e distruzione? “L’epidemia sarebbe cessata solo quando l’Umanità avesse restituito le sirene all’oceano, venerandole, mettendosi al loro servizio” (p. 132).
Il romanzo è di quelli che lasciano il segno. Meno di centocinquanta pagine, edizione tascabile (ci riferiamo all’edizione Einaudi del 2007; il volume è stato recentemente ripubblicato per Marsilio), una lettura tutta d’un fiato. Senza dubbio uno degli esordi più interessanti della narrativa italiana degli ultimi vent’anni. Ma bisogna avere stomaco e voler affrontare, senza tapparsi gli occhi, il demone del genere umano.
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Laura Pugno, nata a Roma nel 1970, è autrice di romanzi, poesia, saggi e testi teatrali. Ha pubblicato i seguenti romanzi La metà di bosco, La ragazza selvaggia e Sirene (Marsilio), la raccolta poetica I legni (Pordenelegge/Lietocolle), il saggio In territorio selvaggio. Corpo, romanzo, comunità (Nottetempo) e, con Giulio Mozzi, l’Oracolo manuale per poete e poeti (Sonzogno). Ha vinto il Premio Campiello Selezione Letterati, il Frignano per la Narrativa, il Premio Dedalus, il Libro del Mare e il Premio Scrivere Cinema per la sceneggiatura. È presente in varie antologie di prosa e poesia, ed è tra i curatori della collana di poesia I domani di Aragno. |
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Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Lingua e Letteratura Italiana, quella in Letterature e Filologie Europee all’Università di Pisa, e un master in Estudios Literarios all’Università Complutense di Madrid, Carola Farci è stata insignita del titolo di dottoressa di ricerca in Letterature Comparate all’Università di Padova e Limoges. Insegna italiano e storia in una secondaria superiore di Cagliari dove impiega parte delle proprie lezioni alla sensibilizzazione ambientale. Ama il trekking e le immersioni, è volontaria della protezione civile e di alcune associazioni ambientaliste e vorrebbe poter fare di più per la salvaguardia del pianeta.
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