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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVIII SECOLO
AREA: MARE DEL NORD – OCEANO ATLANTICO
parole chiave: relitto, Rooswijk, Compagnia delle Indie Orientali
Nel 2016, archeologi marittimi olandesi e britannici effettuarono una spedizione subacquea congiunta sul sito del relitto della Rooswijk, al largo della costa britannica. La nave apparteneva alla Compagnia olandese delle Indie orientali (Vereenigde Oost-Indische Compagnie o VOC) ed affondรฒ sulle Goodwin Sands nel Kent, nel gennaio 1740, con un carico di lingotti d’argento e monete a bordo.
Ma cosa avvenne in quel tragico giorno?
In una fredda giornata di gennaio, la nave, colta da una terribile tempesta, fini su quei banchi famosi per aver mietuto centinaia di vite umane. Le cronache del tempo parlarono di fogli di lettere ritrovate sulla spiaggia, unica testimonianza del naufragio. La nave affondรฒ senza restituire nessun sopravvissuto e non fu possibile effettuare soccorsi fino alla successiva primavera, quando perรฒ tutte le tracce visibili della nave erano ormai state cancellate dal mare. Tutto cadde nel dimenticatoio fino a quando, nel 2004, un subacqueo ricreativo scoprรฌ all’estremitร nord-est di Kellett Gut delle casse sul fondo, a circa 24 metri di profonditร . Le prime immersioni rivelarono che, dopo il naufragio, le travi dello scafo si erano spezzate, facendo cadere i ponti della nave l’uno sull’altro, offrendo ai sommozzatori un’istantanea della vita a bordo di quella nave. Di fatto dopo lโincaglio il collasso delle strutture creรฒ tre separazioni fisiche: uno strato superiore, costituito dalla sala da pranzo degli ufficiali, quello intermedio dove risiedeva la cabina del conestabile, contenente ancora 50 moschetti, e lo strato inferiore con il deposito munizioni ed il ponte cannoni. Tutti ben visibili.
Ship of the Dutch East India Company – autore Thomas Quine File:Ship of the Dutch East India Company (39520926212).jpg – Wikimedia Commons
Una scoperta eccezionale che attirรฒ subito molti curiosi, ma non solo. Nel dicembre 2005, fu reso pubblico che tra maggio e settembre di quell’anno una squadra guidata da Rex Cowan aveva recuperato in segreto, per evitare di attirare saccheggiatori, parte della nave e del suo contenuto. I manufatti recuperati includevano circa mille lingotti d’argento, monete d’oro e โฆ un barattolo di senape. Questa operazione di salvataggio suscitรฒ da subito aspre critiche da parte delle organizzazioni per la Tutela del Patrimonio di tutto il mondo, poichรฉ violava alcuni dei principi internazionali relativi alla protezione del patrimonio archeologico ovvero il Trattato di La Valletta del 1992 e la Convenzione UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale sottomarino del 2001. Nel 2007, il Rooswijk fu quindi designato sito protetto ai sensi della legislazione britannica che ne impedรฌ ulteriori lavori di โsalvataggioโ. Nello stesso anno lโOlanda cambiรฒ le sue regole, rendendo impossibile il rilascio di ulteriori diritti di salvataggio per relitti storici. Secondo la legge, i resti della nave, che si trovano sul territorio del Regno Unito, rimangono di proprietร del governo olandese. Questo perchรฉ, quando nel 1798 la Compagnia olandese fu sciolta, i suoi possedimenti furono ereditati dalla Repubblica Batava, il cui successore legale รจ ora lโOlanda, che puรฒ quindi rivendicare il possesso degli oggetti del Rooswijk.
Nel 2016 il relitto fu inserito nell’Historic England’s Heritage at Risk Register a causa dell’erosione persistente, delle teredini che ne attaccavano il legno e … dell’elevato numero di immersioni non autorizzate sul relitto da parte di cacciatori occasionali di tesori. Nacque cosรฌ il progetto Rooswijk 1740 che ebbe inizio nel 2017 guidato da MSDS Marine. Durante gli scavi, furono effettuate nuove scoperte di reperti, poi conservati in un magazzino a Ramsgate, una cittร costiera nel Kent orientale, Inghilterra, per la loro registrazione prima di essere restituiti allโOlanda.
Il progetto Rooswijk 1740
Il progetto non si concentrรฒ solo sul lavoro archeologico subacqueo, ma anche sulla ricerca storica, collaborando con l’Istituto Internazionale di Storia Sociale (IISG) di Amsterdam. In realtร questa iniziรฒ prima della parte subacquea, concentrandosi su diversi temi, come il contrabbando di argento verso le Indie orientali, il carico della nave durante il suo ultimo viaggio e sul suo equipaggio. Queste ricerche di archivio hanno permesso di inquadrare il contesto storico, raccontando storie degli sfortunati membri dell’equipaggio che non potrebbero semplicemente emergere dalla ricerca archeologica sul sito.
Image: #Rooswijk1740 project – Medaglia commemorativa con attacco Rooswijk Shipwreck Excavation Update 2020 | Weblog | Cultural Heritage Agency (cultureelerfgoed.nl)
In particolare, parliamo oggi di un aspetto poco conosciuto, il contrabbando dellโargento sulle navi della Compagnia delle Indie Orientali. Il Rooswijk partรฌ per il suo ultimo viaggio dai Paesi Bassi con destinazione Batavia (l’odierna Giacarta) con molto argento a bordo, destinato per lโacquisto delle preziose merci asiatiche. L’argento era molto richiesto e veniva scambiato con spezie e porcellane che potevano essere rivendute in Europa ad un prezzo decisamente maggiore. Si pensa che il valore del carico della Rooswijk fosse di oltre 300.000 fiorini che comprendeva lingotti d’argento e “pezzi da otto” messicani. Monete coniate secondo un peso standard riconosciuto, che le rendeva perfette per il commercio internazionale. La quantitร delle monete recuperate nel relitto del Rooswijk include diverse centinaia di pezzi d’argento messicani del XVIII secolo cosรฌ come “dollari” e monete di altre zecche. Una quantitร superiore a quanto ci si aspettava.
Gli archeologi hanno quindi presunto che circa la metร del denaro a bordo era destinato al commercio illegale, in quanto non facevano parte del carico. Molte delle monete scoperte presentavano dei piccoli fori deliberati, il che fa pensare che i membri dell’equipaggio le cucivano nei loro vestiti per rivenderle nelle Indie orientali olandesi, dove non c’erano miniere d’argento. Gli archeologi hanno scoperto anche molte altre monete piรน antiche nel sito del relitto, inclusi i ducati della Repubblica e dei Paesi Bassi meridionali (ora Belgio) che non facevano parte del carico. Ciรฒ ha di fatto confermato il sospetto che i passeggeri e l’equipaggio della Rooswijk trasportavano dellโargento personale per contrabbandarlo illegalmente nelle Indie. Sebbene il contrabbando di argento fosse ufficialmente proibito dalla Compagnia olandese delle Indie orientali, era una pratica diffusa tra i membri degli equipaggi che cercavano un guadagno aggiuntivo al termine dei loro pericolosi viaggi. Gli archeologi ritengono che metร dellโargento trasportato dal Rooswijk fosse illegale. Una prassi tollerata dalla Compagnia, tanto che fu stimato che, solo nel XVII e XVIII secolo, furono contrabbandati illegalmente in Asia dai 20 ai 40 milioni di ducati dโargento.
Una straordinaria scoperta
Gli archeologi continuano ad indagare sul relitto che ha restituito numerosi oggetti personali. Il team ha lavorato sul punto in cui dovrebbe essere la poppa della nave, ritrovando un pettine, un contenitore di piombo per il formaggio, vasi di peltro ed una scatola piena di ditali, oggetti personali di cui ora si รจ riusciti, attraverso ricerche incrociate, a scoprire le identitร . Si tratta di 19 dei 237 membri dell’equipaggio di Rooswijk che, grazie a documenti conservati negli archivi di Amsterdam, hanno finalmente un nome. Inizialmente lโunica informazione nota era che la nave era comandata dal capitano Daniรซl Ronzieres, ma nulla si conosceva sul resto dellโequipaggio in quanto tutti i registri erano andati persi nel naufragio. I genealogisti olandesi hanno condotto una ricerca negli archivi storici e sono stati in grado di identificare altri membri dell’equipaggio ritrovando le loro lettere di trasporto negli archivi della cittร di Amsterdam. Le lettere di trasporto erano delle deleghe che autorizzavano terze persone a riscuotere parte dello stipendio di un membro dell’equipaggio dalla Compagnia delle Indie Orientali. Queste deleghe, in mancanza di denaro o di credito, venivano utilizzate per pagare l’alloggio, acquistare provviste o scambiarle con denaro contante. Altri nominativi sono stati scoperti perchรฉ gli sfortunati avevano redatto un testamento prima della partenza presso un notaio, nei cui archivi erano stati conservati gli atti che contenevano il nome della nave di appartenenza. Tra quelli identificati, un chirurgo di nome Gerrit Hendrik Huffelman, che aveva allโattivo molti viaggi in Oriente, Thomas Huijdekoper, un 19enne al suo primo viaggio e Pieter Calmer, un marinaio che era sopravvissuto in precedenza a un naufragio al Capo di Buona Speranza. Inoltre si รจ scoperto che gli uomini a bordo della Rooswijk erano per lo piรน nati nei Paesi Bassi ma vi erano alcuni di origini tedesche, svedesi e norvegesi.
Il Rooswijk nasconde ancora tanti segreti e tante storie che furono spezzate in quel freddo gennaio del 1740 da una terribile e spietata tempesta. Anche questa รจ una storia del mare, che da millenni racchiude nel suo scrigno vite e sogni degli uomini e delle donne che lo solcarono.
in anteprima Silver coin from the East Indiaman (VOC) Rooswijk (sank 1739 offshore England) – autore Ra’iKe
File:Silver coin from East Indiaman (VOC) Rooswijk.jpg – Wikimedia Commons
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), รจ laureato in Scienze Marittime della Difesa presso lโUniversitร di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude allโUniversitร di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. ร docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).