.
livello elementare
.
ARGOMENTO: SCIENZE DEL MARE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Vespucci, Marina Militare
.
martedì 5 novembre 2024
Dopo il breve scalo tecnico nella città di Belawan, in Indonesia, dove comunque, in meno di 48 ore di permanenza, oltre 5.000 visitatori sono saliti a bordo, la nave è partita alla volta della grande isola tailandese di Phuket, in anticipo di un giorno sulla tabella di marcia. La navigazione è stata piuttosto piacevole e varia, costeggiando le innumerevoli verdeggianti isole delle Andamane, tra cui le turisticamente famose Phi Phi Island. Ieri sera, l’equipaggio di Nave Vespucci, al tramonto, ha tenuto, in occasione della Festa delle Forze Armate, la cerimonia dell’ammaina bandiera solenne, con la partecipazione di tutto l’equipaggio libero dalla guardia schierato sul ponte.
Come preannunciato, Nave Amerigo Vespucci, approderà oggi, per la prima volta, in Thailandia, nella grande isola di Phuket, segnando la 27^ tappa della sua campagna addestrativa intorno al mondo, terza tappa nel Sud-est asiatico e sarà accolta dall’Ambasciatore d’Italia a Bangkok S.E. Paolo Dionisi e dalle autorità civili e militari locali. Nei prossimi giorni, sono previsti incontri con le autorità locali e italiane tra cui il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) Francesco Lollobrigida e il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare Ammiraglio di Squadra Giuseppe Berutti Bergotto.
Vorrei sottolineare come le soste nell’ambito della campagna siano occasioni uniche di scambio culturale e economico con tutti i Paesi visitati, eventi che hanno già dato molti frutti sia nell’ambito della cooperazione bilaterale che economico, ottenendo contratti milionari a favore del nostro Paese nell’ambito dell’export. In particolare, il MASAF, fin dalla partenza da Genova nel luglio 2023, ha scelto Nave Vespucci come piattaforma privilegiata per promuovere la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’UNESCO. In tale ambito, nella sosta a Singapore, erano stati consegnati a bordo riconoscimenti agli ambasciatori della qualità, a sostegno di questa importante candidatura per il nostro Paese.
mercoledì 6 novembre 2024
Nave Amerigo Vespucci è in porto a Phuket, ormeggiato al Deep Sea Cruise Terminal di Phuket. Da oggi sono iniziate quindi le visite che si preannunciano come sempre numerosissime.
Phuket era conosciuta in antichità con il nome malese Ujang Salang, in cui ujang significa capo (essendo in precedenza una penisola della terraferma) e Salang per il nome che i malesi davano ai cosiddetti zingari del mare presenti a Phuket sin dall’antichità, una popolazione nomade che si occupava principalmente di pesca e di pirateria, costruendo case sull’acqua lungo le coste del sud est asiatico. All’arrivo dei primi esploratori portoghesi, intorno al XVI secolo, il nome fu storpiato in Junk Ceylon. Qualcuno potrebbe ricordare che anche il termine per descrivere alcune imbarcazioni asiatiche era “giunca”, proprio perché erano costruite con legno di giunco. Nel XIX secolo si intensificarono le estrazioni di stagno, dalle miniere dell’isola, situate nella zona montuosa sud-orientale, e fu creato un porto commerciale destinato all’esportazione del metallo che fu chiamato Bukit, termine malese per montagna. In seguito i Thai storpiarono questo nome in Phuket, che divenne la città più grande dell’isola. La ristrutturazione amministrativa di fine Ottocento di re Rama V tolse il potere al signore locale e fece della città di Phuket la sede del governatore, nominato da Bangkok; negli anni successivi l’intera isola prese nome Phuket. Storicamente le sue importanti risorse naturali comprendono falesie calcaree ricche di stagno, circondate dalle famose spiagge, all’interno di baie protette e foreste tropicali che nel tempo hanno fatto di Phuket la più ricca tra le isole della Thailandia del Sud, conosciuta come la perla delle Andamane, in cui il turismo è oggi la maggiore risorsa.
giovedì 7 novembre 2024
Nave Amerigo Vespucci in porto a Phuket. Continuano le visite a bordo e gli eventi a contorno di questa importante sosta. A bordo anche il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Giuseppe Berutti Bergotto che ha sottolineato l’importanza dei rapporti di cooperazione tra i due Paesi e dell’attività di Naval Diplomacy svolta dalla Forza Armata nell’area dell’Indo-Pacifico: “la Marina Militare è presente in quest’area, nel rispetto delle indicazioni della Difesa, e i rapporti con la Marina thailandese sono fondamentali, sia dal punto di vista militare che industriale. L’amicizia e la cooperazione tra le due marine, consolida ancora di più i rapporti diplomatici tra i due Paesi, anche attraverso le attività di Naval Diplomacy che svolgono le nostre navi in quest’area di interesse strategico per il Paese. La Marina Militare, il Capo di Stato Maggiore Ammiraglio Credendino e io siamo vicini a Nave Amerigo Vespucci, per tutto quello che sta facendo durante il giro del mondo: 24 mesi durante i quali si è lontani dalle proprie famiglie e per cui è particolarmente importante che l’equipaggio senta la vicinanza di tutta la Forza Armata”. Durante la visita a Bangkok l’Ammiraglio Berutti Bergotto ha incontrato il Capo di Stato Maggiore della Royal Thai Navy, Admiral Jirapol Wongwit e, a Phuket, il suo omologo thailandese, Admiral Chonlathis Navanugraha con i quali ha rinnovato la volontà della Marina italiana di accrescere la cooperazione con la Marina thailandese. A testimonianza del forte legame tra le due marine, la presenza di 10 allievi dell’Accademia Navale thailandese che, nella tratta Belawan – Phuket, hanno svolto un periodo addestrativo a bordo del Vespucci. Inoltre, in uscita dal porto di Phuket Nave Amerigo Vespucci, svolgerà un’esercitazione con la Marina Militare thailandese.
Essendo stato più volte in Thailandia, sia in vacanza che a bordo di Nave Zeffiro, durante la campagna operativa Eastern Seas del 1997, vorrei cercare di condividere con voi alcuni aspetti di questo meraviglioso paese. Fra i magici suoni e profumi dell’Oriente, quelli della Thailandia sono fra i più vivi e ricchi di suggestione; ciò che colpisce maggiormente il viaggiatore è lo sguardo degli abitanti, occhi scuri e penetranti che si perdono nei dolci sorrisi delle ragazze thai che, avvolte nei loro abiti tradizionali, sembrano aver fermato il tempo all’epoca remota e felice dell’Eden. I marinai sono sempre stati dei viaggiatori, non dei turisti, e nelle loro soste cercano di comprendere le diverse realtà con gli occhi curiosi di chi vuole conoscere e la Thailandia è forse una delle mete più interessanti. Non vi parlerò della Thailandia turistica, dei locali affollati, delle bellissime ragazze di Patong road e dei locali di body massage, dei ring di Thai box, ma di una Thailandia non del tutto perduta e delle sue meravigliose bellezze naturali ancora sconosciute ai più che i nostri marinai potranno scoprire durante la loro sosta a Phuket. Il popolo Thai (la parola significa liberi) ha costumi molto semplici; la loro società si basa sulla famiglia, allargata anche ai nonni ed ai parenti più stretti, che continuano a rispettare anche dopo la loro morte, costruendo dei piccoli tempietti di fronte alle loro case. C’è molto rispetto e l’attitudine mentale è quella di vivere in armonia con la natura, accettando con filosofia le “intemperie” della vita e predisponendosi sempre in maniera positiva verso ogni problema. E’ la filosofia del Mai Pen Rai, un’espressione comune thai che si potrebbe tradurre “cerca di avere pazienza e tutto si risolverà”, minimizzando le ansie della vita quotidiana.
venerdì 8 novembre 2024
Come i Cinesi, i Thai fanno parte del ceppo etnico mongolide; dal VI secolo a.C. seguendo i grandi fiumi essi si stabilirono verso Sud. Alcuni, andando verso occidente, raggiunsero i territori della attuale Birmania, altri, spostandosi verso oriente, arrivarono alla valle del Mekong fino all’attuale Vietnam; infine un altro gruppo scese lungo le pianure del fiume Chao Phya fino al mare, e costituì il ceppo etnico dell’attuale Thailandia. Nei secoli invasioni ed espansioni successive si succedettero causando il mescolarsi di popoli diversi e lasciando nel Paese frammenti culturali delle varie dominazioni insieme ad opere d’arte di inestimabile valore. Lo sviluppo maggiore incominciò però in tempi relativamente recenti; nel 1851, sotto il regno del re Mongkut, Rama IV, un sovrano dotato di grande cultura e lungimiranza, incominciò un processo di modernizzazione straordinario, che coinvolse tutte le classi sociali. Il suo successore, Rama V (1868-1910), abolì la schiavitù, costruì la prima ferrovia ed inviò la futura classe dirigente in Europa, affinché si formasse in maniera occidentale. Nel 1932 un colpo di stato, senza spargimento di sangue, trasformò la monarchia assoluta in costituzionale e mise le basi per la creazione di uno stato moderno proiettato verso l’occidente. Dal 1946, è al potere il re Bhumibol Adulyadej, Rama IX, che, continuando l’opera di modernizzazione, iniziò numerosi progetti per lo sviluppo rurale delle Provincie. In particolare, tra gli anni ottanta e novanta del XX secolo, la Thailandia iniziò un processo di industrializzazione che l’ha portata ad essere una delle potenze a medio reddito più potenti del Sud-est asiatico nei settori economici del turismo, manifatturiero e dell’export. Da un punto di vista interno, dopo numerosi periodi turbolenti, che compresero anche un colpo di Stato da parte dei militari nel 2014, le richieste dei dimostranti per una radicale riforma che prevedeva pesanti tagli ai privilegi del re, furono soffocate dal governo che emanò un severo stato di emergenza, reprimendo le pacifiche manifestazioni di piazza. Le proteste ebbero fine l’anno dopo quando fu reintrodotta la severa legge sulla lesa maestà, con la quale furono incarcerati molti del leader dei dimostranti. Anche in Thailandia, come negli altri paesi dell’area, è tuttora in vigore la pena di morte per l’omicidio, per il traffico di droga e per i reati gravi. Ciononostante, come si diceva un tempo, “male non fare e paura non avere“; il Paese, oltre ad essere bellissimo, è sicuro e offre tante bellezze che incantano il viaggiatore, facendo scoprire aspetti straordinari di questo antico e pacifico popolo.
sabato 9 novembre 2024
Nella stagione del monsone da Nord-Est, le correnti marine creano nel mare delle Andamane un massiccio aumento del zooplancton e, di conseguenza, favoriscono l’avvicinarsi dei grandi pelagici come lo squalo balena e le maestose mante; questi pesci, un tempo facilmente avvistabili fin sotto costa a Phuket, sembrano attualmente però preferire le isole più meridionali come Rok e Terutao, un territorio marino abitato dagli zingari del mare di etnia Moken, uno dei tanti popoli nomadi del Sud Est asiatico, che si spostano da un’isola all’altra su sottili imbarcazioni in legno, chiamate kabang, e che si stabiliscono sulla terraferma solo nella stagione dei monsoni. Gli zingari del mare vivono principalmente di pesca, raccogliendo molluschi ed altre specie marine che si procurano grazie alla loro abilità nelle immersioni subacquee in apnea. Una curiosità: uno studio di un’università svedese ha scoperto che la visibilità subacquea dei bambini moken (una delle etnie nomadi che vive nel mare delle Andamane) sia doppia rispetto a quella dei bambini europei. Ma non solo, analizzando il DNA dei Bajau, un popolo del mare similare che vive nel Borneo, hanno scoperto una mutazione in un gene coinvolto nelle regolazione dell’ormone T4, prodotto dalla ghiandola tiroidea e responsabile della velocità con cui il corpo utilizza l’energia disponibile. Questo ormone consente di contrastare le ridotte quantità di ossigeno indotte dalle immersioni. Come abbiamo raccontato in un articolo precedente, gli scienziati ritengono che lo stile di vita unico del Bajau abbia comportato degli adattamenti fisiologici all’ipossia indotti dalle loro frequenti immersioni attraverso una selezione naturale.
Tornando alle grandi creature acquatiche di quelle meravigliose acque, gli “zingari del mare” sono fieri della loro indipendenza; sono convinti che un giorno i grandi pesci ritorneranno ma per ora, più che saggiamente, questi giganti del mare, disturbati dall’eccessivo turismo subacqueo, preferiscono incrociare nelle isole più lontane, nel silenzio delle profondità marine, incuranti dei nostri problemi e dei nostri affanni. Non possono parlare, ma se potessero, giurerei che anche loro ci direbbero “Mai Pen Rai”.
domenica 10 novembre 2024
Ultimo giorno a Phuket dove Nave Amerigo Vespucci ha riscosso un grandissimo successo di pubblico nella sua 27^ tappa del Tour Mondiale. Sono stati infatti oltre 41.000 i visitatori che si sono affollati per questa occasione unica di visitare la nostra nave scuola. Una sosta che si è confermata ricca di occasioni di scambi culturali e di eventi a sostegno della nostra economia. Il Vespucci riprenderà oggi il mare, scortato da unità della marina tailandese con prossima tappa Mumbai dove ritroverà il Villaggio Italia che sarà aperto dal 28 novembre al 2 dicembre.
Il Vespucci transiterà nel mare delle Andamane per poi attraversare il Golfo del Bengala ed il mare delle Laccadive, per poi risalire la costa occidentale dell’India verso Mumbai dove dovrebbe arrivare il 28 novembre, percorrendo oltre 3.000 chilometri.
lunedì 11 novembre 2024
Nave Vespucci dirige verso Occidente con vento di poppa, ripercorrendo l’antica via commerciale che dall’Oriente giungeva in India. Le prime isole che incontrerà sulla sua dritta sono le Andamane (sebbene visibili solo al radar, navigando la nave più a sud) e le Nicobare, un insieme di isole e isolotti nel Golfo del Bengala che hanno una lunga storia marittima. Un cenno sulle prime; la più antica testimonianza archeologica dell’insediamento delle isole Andamane risale al I millennio a.C. ma furono in realtà colonizzate circa 26.000 anni fa quando i livelli del mare erano molto più bassi, riducendo la distanza tra le isole Andamane e la terraferma asiatica. I popoli andamanesi hanno una particolarità: sono un gruppo geneticamente distinto, molto diverso dagli altri asiatici, ormai ridotto a pochi individui che vivono in gran parte mantenendo i costumi antichi. Quando l’Impero Chola di Rajendra I prese il controllo delle isole Andamane e delle Nicobare le utilizzò come base navale strategica per lanciare una spedizione contro il potente impero Sriwijaya, un impero talassocratico buddista che aveva sede nell’isola di Sumatra nella prima metà del VII secolo e che esercitò grande influenza su buona parte del Sud-est asiatico.
le Andamane e le Nicobare – da Google Earth
Anche il viaggiatore europeo Marco Polo le nominò, impiegando il nome “Necuverann“, una forma corrotta del nome in lingua Tamil Nakkavaram da cui deriva il nome moderno Nicobar con il quale vennero conosciute durante il periodo coloniale britannico. I Britannici, nel 1789, vi istituirono una base navale, Port Blair (dal tenente dei Marine di Bombay Archibald Blair che lo fondò), e una colonia penale sull’isola di Chatham nella baia sud-orientale di Great Andaman. Dopo due anni, la colonia fu spostata nella parte nord-orientale di Great Andaman e fu chiamata Port Cornwallis in onore dell’ammiraglio William Cornwallis. Negli anni ’30 e ’40 dell’Ottocento, i naufraghi che sbarcavano alle Andamane venivano spesso attaccati e uccisi dai nativi e le isole avevano una pessima reputazione di cannibalismo, cosa che all’epoca allarmò non poco il governo britannico.
immergersi a Havelock, isole Andamane The Coral Reef at the Andaman Islands.jpg – Wikimedia Commons
I fondali sono ancora cristallini ed incontaminati e meta di un turismo subacqueo abbastanza controllato. Di fatto, in questi ultimi anni, le immersioni sono diventate un’attività turistica molto popolare che offre acque limpide ed una ricca vita marina accessibili a subacquei di tutti i livelli. Le condizioni ottimali per le immersioni sono dopo il periodo dei monsoni, tra novembre e aprile. Tra i migliori siti di immersione si segnala il faro di Havelock Island, Neil Island Junction, il parco nazionale marino Mahatma Gandhi di North Bay Island, Cinque Island e Barren Island. Non c’è che l’imbarazzo della scelta in quanto le immersioni subacquee non si limitano alle vivaci barriere coralline e alla vita marina che le popola ma c’è la possibilità di immergersi in grotte sottomarine, antichi relitti ed imbarcazioni affondate come barriere artificiali.
Andrea Mucedola
foto della Thailandia di Guido Alberto Rossi @ FOTO FINE ART | FOTO VEDUTA AEREA | FOTO GEOGRAFICHE | GUIDO ALBERTO ROSSI
foto della sosta di nave Vespucci per gentile concessione UPICOM – si ringrazia l’STV Alessandro Cazzato, PAO (Public Affairs Office) di nave Amerigo Vespucci per le cortesi e puntuali informazioni da bordo
,
PAGINA PRINCIPALE - HOME PAGE
.
Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo
.
- autore
- ultimi articoli
ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.