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Un nuovo attacco multiplo da parte delle forze ucraine affonda il sottomarino russo Rostov on Don

tempo di lettura: 6 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR NERO
parole chiave: Superiorità marittima. forze aeronavali, guerra ibrida, guerra asimmetrica
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Nella lunga e tormentata guerra in corso nel mar Nero si è recentemente aggiunto il presunto affondamento di un sottomarino russo,  il Rostov on Don, a seguito del massiccio attacco missilistico contro la base navale di Sebastopoli (Crimea) in cui sono stati danneggiate anche postazioni lanciamissili S-400. Sebbene dall’ottobre 2023 gran parte della flotta del Mar Nero sia dislocata nel porto di Novorossijsk, al fine di godere di una maggiore protezione dagli attacchi ucraini, a Sebastopoli era rimasto solo il naviglio non ancora in grado di navigare come il sottomarino Rostov on Don; una ritirata strategica da parte della flotta russa per mettere al sicuro le loro unità navali e subacquee dalle ondate di attacchi combinati di droni e missili da crociera ucraini che dall’inizio del conflitto sono stati in grado di affondare o danneggiare 26 unità navali russe, circa un terzo della loro intera flotta nel Mar Nero. Questo nonostante l’intera flotta ucraina fosse stata resa inoffensive all’inizio della guerra. Come è potuto avvenire? Tatticamente, la marina ucraina in stretto coordinamento con l’aeronautica e l’esercito, ha messo in atto con estrema efficacia una guerra ibrida, utilizzando con successo diversi tipi di droni autonomi senza equipaggio a lungo raggio come il Sea baby e il Magura, supportati da attacchi aerei e missilistici simultanei.

Questi droni navali, relativamente poco sofisticati, sono in grado di colpire i loro bersagli ad una distanza di quasi 500 miglia attraverso il Mar Nero, lanciandosi con la stessa tattica dei barchini esplosivi italiani della seconda guerra contro i bersagli nemici, posizionando mine navali (che sembra siano state in grado di colpire quattro navi russe), e lanciando missili contro obiettivi terrestri e marittimi. La loro ridotta superficie radarabile li rende difficilmente scopribili in tempo utile cosa che pone gli studiosi di tattiche navali di fronte a nuove sfide che vanno a rimodellare la guerra navale tradizionale. In altre parole, come al termine della seconda guerra mondiale le vittorie dei mezzi subacquei degli assaltatori italiani fecero da battistrada per un nuovo modo di combattere, anche in questo caso ci poniamo di fronte ad un nuovo dilemma: come affrontare mezzi autonomi, con spiccate caratteristiche stealth, in ambienti operativi saturati dalla complessità di minacce multiple? Esaminiamo ora questo nuovo evento, il presunto affondamento avvenuto il 2 agosto del sottomarino Rostov sul Don B-237 (Rostov-na-Donu) nel porto di Sebastopoli.

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il sottomarino convenzionale Rostov na Donu, classe Kilo Project 636.3 Б-237 «Ростов-на-Дону»Fonte «Ростов-на-Дону».jpg – Wikimedia Commons

Un destino segnato dal fato
Rostov na Donu
(B-237), in russo: Б-237 «Ростов-на-Дону», è un sottomarino d’attacco classe Kilo, Improved Project 636.3, della Marina russa, costruito nel 2014, in forza alla Flotta del Mar Nero costruito nel cantiere navale di San Pietroburgo. (impostato il 21 novembre 2011, varato il 26 giugno 2014 e messo in servizio il 26 dicembre 2014). Le sue caratteristiche sono:

Dislocamento Emersione: 2.300 tonnellate
Immersione: 3.040 tonnellate a pieno carico
Lunghezza 76,2 m
Immersione 6,5 m
Propulsione diesel-elettrica 2 generatori diesel da 1.000 kW (1.300 CV)
1 motore di propulsione da 5.500–6.800 shp
Velocità Emersione: 10–12 nodi
Immersione: 17–25 nodi
Profondità di prova 300 m
Equipaggio 52
Armamento 6 tubi lanciasiluri da 553 mm (21,8 pollici)
18 siluri
24 mine
8 missili terra-aria SA-N-8 Gremlin o 8 missili terra-aria SA-N-10 Gimlet
Missili da crociera d’attacco terrestre Kalibr/Club, missile antinave e missile antisommergibile

A seguito dell’attacco missilistico ucraino del 13 settembre 2023, contro il cantiere navale di Sebastopoli, effettuato con droni autonomi e dieci missili da crociera, erano state danneggiate la nave da sbarco Minsk (Ropucha Class) e la Rostov-na-Donu, entrambe in riparazione. Le fonti governative russe avevano minimizzato l’accaduto, affermando che i danni sarebbero stati presto riparati ed il battello (un assetto strategico per la marina russa grazie alla sua capacità di lancio di missili Kalibr) sarebbe stato presto riportato allo stato operativo. Questa affermazione dissentiva da quella ucraina che affermava che le due unità (Minsk e Rostov na Donu) erano state “probabilmente danneggiate in modo irreparabile“; una valutazione che era stata confermata dal Ministero della Difesa del Regno Unito che, in particolare, aveva valutato che il sottomarino aveva “probabilmente subito danni catastrofici“.

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l’attacco du Sebastopoli del 13 settembre 2023 Rob Lee on X: “A # of Russian Telegram channels posted videos of explosions and a fire reportedly at the 13th Ship Repair Plant in Sevastopol, possibly from a missile strike. https://t.co/Pr645WM7Kt https://t.co/6vKPel4yht https://t.co/jXTfViRBy9 https://t.co/6AQB0skAdK https://t.co/p13j5iL0gt https://t.co/Fgg1FTPKkn” / X

L’azione del 13 settembre era stata condotta con un bombardiere Sukhoi Su-24 dell’aeronautica militare ucraina che aveva lanciato missili da crociera Storm Shadow di fabbricazione britannica sui due bersagli che erano in bacino di carenaggio per manutenzione. Lo Storm Shadow, ufficialmente pubblicizzato come avente una gittata superiore a 250 km. è il risultato di una joint venture franco-britannica costruita dal produttore di missili europeo MBDA, simili ai missili da attacco terrestre Tomahawk, che hanno però una gittata maggiore.

Lo Storm Shadow usa una testata di tipo BROACH (Bomb Royal Ordnance Augmented Charge) che impiega un’esplosione ritardata a due tempi (con due cariche successive); in parole semplici, una volta raggiunto il bersaglio, la prima carica (carica cava) crea un’apertura nella struttura attraverso la quale passa la seconda testata. La detonazione principale avviene quindi all’interno causando danni estesi e maggiormente invalidanti. La letalità del missile è legata dall’elevata furtività e dal suo sistema di guida terminale a corrispondenza di immagini asservito da algoritmi di intelligenza artificiale. Sebbene non sia chiaro se l’Ucraina abbia ricevuto dagli Inglesi il modello in dotazione alle forze britanniche o uno a raggio ridotto (per aderire al regime di controllo degli armamenti MTCR, ovvero con una gittata non maggiore di 190 miglia), l’esito del suo impiego è stato letale.

Dalle immagini trapelate dai social, sembrerebbe che il missile avesse colpito lo scafo del Rostov permettendo la penetrazione della seconda carica che quindi detonò al suo interno. Di fatto le immagini mostravano danni molto estesi allo scafo, con due grandi aperture, una sul lato di dritta verso la parte posteriore della torretta di comando e un’altra sulla prua superiore.

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Ma l’odissea del sottomarino russo non era finita
Sebbene sembrerebbe fosse stato trasferito in un molo diverso per renderlo non identificabile, il 2 agosto 2024, la marina ucraina, coordinando nuovamente i suoi attacchi con l’aeronautica militare, ha effettuato un nuovo attacco su Sebastopoli, impiegando probabilmente un altro missile Storm Shadow (SCALP 1), per distruggere definitivamente il sottomarino russo che, secondo le fonti della difesa di Mosca, era stato riparato dopo l’attacco del 2023 ed era in fase di pre test. Questa dichiarazione si scontra con le previsioni degli analisti occidentali che avevano ritenuto che il sottomarino sarebbe stato fuori uso per tutta la durata della guerra, in attesa di essere trasferito ai cantieri navali dell’Ammiragliato a San Pietroburgo per essere riparato o messo in disarmo.

Secondo le forze ucraine, il Rostov na Donuè affondato sul posto” a seguito di un nuovo attacco aereo combinato di droni e missili su Sebastopoli che ha anche danneggiato un lanciatore multiplo di missili S-400. Se ulteriori informazioni ne confermeranno l’affondamento, sarà una nuova perdita imbarazzante per la Flotta del Mar Nero che 29  mesi fa superava di gran lunga la piccola flotta ucraina, di fatto annientata nei primi giorni della guerra, ma che ancora oggi non pare essere in grado di contrastare in maniera efficace attacchi asimmetrici simultanei lasciando il dominio marittimo all’Ucraina.
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  1. Lo SCALP, acronimo di Système de croisière conventionnel autonome à longue portée, è un missile da crociera aviolanciabile a lungo raggio, sviluppato fin dal 1994 dalla Matra ed attualmente commercializzato dalla MBDA. La versione britannica in dotazione alla RAF è stata rinominata Storm Shadow  in grado di colpire il nemico in profondità, a prescindere dalla difesa aerea (grazie alle sue caratteristiche stealth). Il missile è disponibile sia in versione aria-superficie (Scalp-EG/Storm Shadow) e mare-superficie (Scalp Naval o Missile de croisière naval (MdCN)) lanciabile da navi oppure da sommergibili con una gittata di circa 1600 km e una velocità di 1000 km/h.
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Fonti

Ukraine’s military says it sunk Russian Black Sea Fleet submarine, damaged S-400 missile system in ‘successful hit’ (kyivindependent.com)

Russia’s $300 million Kilo-class submarine hit in attack on Black Sea Fleet naval base… – LBC

Submarine Rostov on Don suffers critical damage: new photos reveal extent of September 13 attack (armyrecognition.com)

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