livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MARINA MERCANTILE
parole chiave: RMS Titanic
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Nella serie fortunata di telefilm “Love Boat” troviamo un equipaggio alquanto ridotto: Il Comandante Stubing, il Dottore, il Capo commissario, uno steward e una hostess. Sappiamo che sulle navi da crociera la “bassa forza” non ha l’accesso alla classe, ma gli ufficiali, sia di coperta che di macchina, sono particolarmente “attivi” con la loro presenza anche fuori dei limiti di orario imposti dal Comando.
Il Titanic nelle prove in mare, 2 aprile 1912 – Fonte National Archives and Records Administration RMS Titanic sea trials April 2, 1912.jpg – Wikimedia Commons
Pure a bordo del TITANIC, dove specialmente gli ufficiali di macchina erano molto numerosi, data la vastità e complessità dell’apparato motore, i saloni delle varie classi pullulavano di “blue-jackets” oppure di “dinner-jackets” a seconda se la serata era normale o di gala. La sera del 14 Aprile 1912 il mare era calmo e la nave scivolava veloce su quella superficie scura incontro ad una notte stellata, ma senza luna, mentre l’aria si faceva sempre più fredda per l’approssimarsi della zona dei ghiacci. Nei saloni riscaldati i signori in smoking e le signore in abito da sera si intrattenevano in una atmosfera allegra al suono dell’orchestra di bordo. Alcuni ballavano, altri conversavano con gli ufficiali i quali non disdegnavano la compagnia delle signore più giovani. Chi ha vissuto a bordo di una nave, o almeno ha fatto qualche crociera, sa per esperienza personale che la nave è un enorme “vibratore”. Le vibrazioni trasmesse dalle eliche a tutto lo scafo procurano a tutti una sensazione strana, ma ben definita, per cui non occorre essere laureati in sessuologia per comprenderne l’effetto.
Vero o no, l’atmosfera di una crociera è sempre piacevole e inspirevole per i passeggeri che sembrano essere portati ad una maggiore voglia di simpatizzare. Immaginiamoli scendere la sontuosa scala principale per unirsi agli altri ospiti.
La scalinata del RMS Olympic, nave gemella del Titanic – Autore foto William H. Rau, giugno 1911 – Fonte United States Library of Congress’s Prints and Photographs division Grand Staircase aboard the RMS Olympic (William H. Rau 1911).jpg – Wikimedia Commons
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Non si può immaginare la vita su di una nave passeggeri solo sotto l’aspetto serioso delle conversazioni fra il Comandante Edward J. Smith ed il Presidente della White Star Line, Bruce Ismay, o il passaggio di consegne fra il Primo Ufficiale William M. Murdoch ed il Secondo Ufficiale, Charles H. Lightoller. Qualcuno pure si divertiva nei sontuosi locali e nei lussuosi appartamenti e qualche giovane leone aveva scovato la sua preda … Fra le miriadi di passeggeri imbarcati sul TITANIC, alcuni di essi avrebbero lasciato un ricordo indelebile, sia per le loro testimonianze, sia per le loro azioni.
Lawrence Beesley nella sala ginnastica dell’RMS Titanic. Beesley (nato il 31 dicembre 1877 a Wirksworth, nel Derby shire – morto il 14 febbraio 1967), era un insegnante di inglese, giornalista e autore che sopravvisse all’affondamento dell’RMS Titanic – Fonte London Illustrated News, 20 aprile 1912 http://www.abratis.de/ship/interior/- Autore Central News and Illustrations Bureau – da Wikipedia
Lawrence Beesley in the Gymnasticroom.jpeg – Wikimedia Commons
Oltre al professore di fisica Lawrence Beesley ed al colonnello Archibald Gracie, (entrambi scriveranno un libro con dovizia di particolari sul naufragio), vi erano i coniugi Isidor e Ida Strauss, proprietari dei grandi magazzini “Macy’s” di New York. Erano due coniugi già avanti negli anni, ma uniti da un amore completo, immenso, che col passare del tempo, anziché affievolirsi, si era ingigantito come la buona pianta che, col passare degli anni, diventa sempre più rigogliosa e mette nuovi rami e nuove radici; perché quando l’amore è vero trova sempre nuovi spunti, nuovi aneliti e nuove fantasie e salda due persone in una persona sola fino alla morte.
John Jacob Astor, ex militare, ai primi del Novecento era una delle persone più ricche del mondo, con un patrimonio netto di circa 87 milioni di dollari quando morì (equivalenti a 2,4 miliardi di dollari nel 2021. Astor scandalizzò l’opinione pubblica dell’epoca divorziando dalla prima moglie per sposare, una giovinetta da cui lo separava una differenza d’età di ventinove anni, Madeleine Force (1893-1940), figlia di William Hurlbut Force. Per sfuggire ai pettegolezzi, la coppia intraprese un viaggio in Europa e in Egitto ma, rimasta incinta, decisero di rientrare negli Stati Uniti, imbarcandosi in prima classe sul Titanic il 10 aprile 1912 a Cherbourg. Il destino volle che quattro giorni più tardi il Titanic urtò contro un iceberg e naufragò. La moglie di Astor venne imbarcata su una lancia di salvataggio, salvandosi, mentre Astor, dopo essersi sincerato del trasbordo della moglie, si vide negato l’imbarco da parte del secondo ufficiale Charles Lightoller e rimase sulla nave, con altri uomini della prima classe perendo. Il suo corpo sfigurato fu ripescato il 22 aprile dalla nave Mackay-Bennett e identificato grazie alle iniziali J.J.A. sotto il colletto della camicia – da Wikipedia
John Jacob Astor, multimiliardario discendente da una famiglia di grandi commercianti di pellicce, non era più nel fiore degli anni: a quei tempi un uomo di quarantasette anni era già in piena maturità. Aveva divorziato dalla moglie pochi mesi prima, forse un matrimonio combinato dalle famiglie con la benedizione del dio denaro come si usava nella High Society di quei tempi. La nuova moglie Madeleine Force, diciotto anni, bellissima, di quella bellezza fatta insieme di candore e di sensualità che l’incipiente maternità rendeva ancora più prorompente, ritornava col marito dal viaggio di nozze in Egitto. Avevano entrambi la gioia ed il desiderio di Paolo e Francesca, di quell’amore che “a nullo amato amar perdona”. Era l’amore di un uomo maturo per una donna giovane, un amore sconvolgente ed impetuoso come un incendio che iniziato in sordina con una scintilla, un filo di fumo, era poi ingigantito e ardeva di un fuoco sempre più violento. Era un amore fatto di gioia e dolore insieme di adorazione e di sofferenza con la consapevolezza di qualcosa di proibito e di irraggiungibile. Un destino implacabile stava per travolgere queste vite che l’amore avrebbe unito per sempre, anche dopo la morte. Fra le miriadi di passeggeri imbarcati sul TITANIC, alcuni di essi avrebbero lasciato un ricordo indelebile, sia per le loro testimonianze, sia per le loro azioni.
Renato Cerutti
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in anteprima Madeleine Force Astor nel 2015, in una foto scattata dopo la perdita del marito sul Titanic – Fonte US Biblioteca del Congresso – Autore sconosciuto – estratto dalla foto originale https://www.loc.gov/pictures/resource/ggbain.19150/ – Madeleine Astor at Belmont Park 1915.jpg – Wikimedia Commons
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Genovese, classe 1930, e successivamente anche veneto “per adozione”, dopo essersi diplomato all’Istituto Tecnico Nautico di Genova, sezione Costruttori Navali, svolge il servizio di leva come Ufficiale di Complemento del Genio Navale, con imbarco sulla Corvetta Baionetta. Successivamente, dopo un breve periodo passato all’Ansaldo a Genova, inizia una lunga carriera come ufficiale di macchina che lo porterà ad effettuare imbarchi su varie tipologie di navi mercantili e compagnie di navigazione quali, ad esempio, Home Lines, Costa e Texaco, ricomprendo incarichi di livello sempre più elevato, fino a quello di Direttore di Macchina di varie Unità. Continuerà con tale attività, intervallata da un paio di brevi esperienze a terra, fino alla pensione. Appassionato di materie tecnologiche, soprattutto (ma non solo) quelle attinenti alla propulsione navale, ha coltivato, oltre alla passione per la marineria, anche un entusiastico interesse per l’aeronautica, quale “mancato pilota” (per motivi contingenti transitori). Da pensionato ha collaborato con l’UNUCI e la Marina Militare Italiana tramite i sui scritti nautici, come quello qui proposto, pubblicato dalla Rivista Marittima nel 1998. Renato Cerutti ci ha purtroppo lasciato nel 2020, insieme a tanti altri, con la prima “ondata” del COVID.
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