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ARGOMENTO: AMBIENTE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: innalzamento dei mari, adattabilità
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La scarsa consapevolezza e le lacune di conoscenza sulle cause e gli impatti attesi di aumento del livello del mare hanno importanti implicazioni sulle politiche di adattamento da adottare nel prossimo futuro per la salvaguardia delle popolazioni costiere del Mediterraneo.
L’8 luglio di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale del Mar Mediterraneo, bacino stretto tra due terre, L’Africa a sud e l’Eurasia a nord, dove si affacciano 23 Paesi di tre continenti su una superficie pari all’1% di tutti gli oceani della Terra. Così come lo vediamo oggi con i nostri occhi o dallo spazio, attraverso sofisticati sensori satellitari, è il prodotto degli incessanti processi geologici che lo hanno plasmato durante gli ultimi milioni di anni quando movimenti delle placche continentali, terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche e cambiamenti climatici hanno formato valli e catene montuose sottomarine e sommerse, coste frastagliate e pianure.
Variazione delle temperature delle acque del Mediterraneo rispetto al periodo pre-industriale (1750-1850) rilevato dal programma UE Copernicus. © European Union, Copernicus Marine Environment Monitoring Service – Impatto dei cambiamenti climatici nel Mediterraneo – INGVambiente
I cambiamenti morfologici del Mediterraneo
Il fattore principale che ha più volte cambiato la morfologia delle coste del Mediterraneo è l’oscillazione del livello marino indotta dai ripetuti accrescimenti e depauperamenti delle calotte glaciali avvenute nel passato geologico in conseguenza dei cambiamenti climatici. L’ultimo massimo glaciale è avvenuto circa 20.000 anni fa, quando il livello del mare era circa 130 m più basso di oggi e la temperatura media della Terra era anch’essa più bassa di oggi. Il successivo riscaldamento climatico ha causato la progressiva fusione delle calotte glaciali e l’espansione termica degli oceani con il conseguente aumento globale del livello del mare che, in una manciata di millenni, ha cambiato la forma delle coste dei 5 continenti e delle isole di tutto il pianeta. L’aspetto che ha oggi il Mediterraneo è, pertanto, quello che corrisponde all’ultimo istante della sua continua evoluzione. La morfologia del bacino continuerà a mutare nei prossimi milioni di anni, così come avvenuto fino ad oggi. I processi geologici e climatici rimangono la causa più importante per i cambiamenti morfologici e le condizioni ambientali di questo bacino.
le fantastiche strutture sommerse della Sardegna – photo credit @andrea mucedola
I 46.000 km di coste del Mediterraneo, oggi più che in precedenza, sono esposte agli effetti del cambiamento climatico causato dalle attività umane e della sempre più forte pressione antropica (vedi anche il blog di Tommaso Alberti https://ingvambiente.com/2023/07/04/il-cambiamento-climatico-nel-mediterraneo/).
La fascia costiera, in particolare le coste basse e sabbiose, le pianure costiere, i delta fluviali, le lagune e le aree di bonifica, stanno subendo una continua erosione e arretramento della linea di costa con conseguente progressiva invasione marina a causa dell’aumento del livello marino che in questo momento sta procedendo alla velocità di circa 40 cm per secolo. Queste zone, spesso di alto valore ambientale ed economico, sono particolarmente vulnerabili ai multi rischi costieri (inclusi i maremoti, le tempeste estreme e le frane sottomarine), in particolare quando il livello del mare sarà più alto di oggi.
l’evoluzione della Terra possiamo leggerla sulle rocce che ci circondano – nella foto l’autore Marco Anzidei
Le proiezioni per i prossimi decenni, pubblicate dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC, http://www.ipcc.ch), stimano un aumento del livello marino di circa un metro entro l’anno 2100, con la possibilità che questo aumento possa raggiungere 1.5 m circa a causa delle possibili instabilità dei ghiacci della Groenlandia e di parte dell’Antartide.
L’impatto sulle popolazioni costiere
L’aumento di livello marino sta già avendo importanti impatti ambientali e socio-economici sulle popolazioni rivierasche. Salinizzazione delle falde acquifere costiere (cuneo salino), subsidenza e arretramento costiero sono responsabili dell’85% dei costi dei danni lungo le coste del Mediterraneo. La perdita economica prevista per la perdita dei litorali e del loro patrimonio naturale e culturale viene stimata intorno ai 18 miliardi di euro per il periodo 1908–2080. Poiché molti paesi del Mediterraneo sono fortemente dipendenti dal turismo e da altre attività costiere, come agricoltura, allevamento e industria marittima, si prevede che gli impatti economici saranno molto presto significativi. Per ad esempio, in Catalogna (Spagna) l’avanzamento del mare potrebbe portare a una diminuzione del 20% del PIL legato al turismo, mentre la produzione di riso nel delta del fiume Ebro potrebbe ridurre i profitti degli agricoltori fino a circa 300 Euro per ettaro.
Con questi scenari, qual è la consapevolezza dell’aumento del livello marino nelle popolazioni costiere del Mediterraneo dove oggi vivono circa 450 milioni di persone (che potranno diventare 700 milioni nel 2100), distribuite tra grandi città marittime e piccoli villaggi posti anche meno di 2 m al di sopra del livello medio del mare?
Fine I parte – continua
Marco Anzidei
in anteprima “Flooding” photo credit @andrea mucedola
pubblicato originariamente su Mediterraneo: siamo consapevoli dei rischi dell’aumento del livello del mare indotti dai cambiamenti climatici? – INGVambiente
Per approfondire
Alberti, T., Anzidei, M., Faranda, D., A. Vecchio, M. Favaro, A. Papa. Dynamical diagnostic of extreme events in Venice lagoon and their mitigation with the MoSE.
Anzidei, M.; Lambeck, K.; Antonioli, F.; Furlani, S.; Mastronuzzi, G.; Serpelloni, E.; Vannucci, G. Coastal structure, sea-level changes and vertical motion of the land in the Mediterranean.
Loizidou, X.I., L. Orthodoxou, D., I. Loizides, M. D. Petsa, M. Anzidei. Adapting to sea level rise: participatory, solution-oriented policy tools in vulnerable Mediterranean areas.
Progetti Savemedcoasts (www.savemedcoasts.eu), Number ECHO/SUB/2016/742473/PREV16) e SAVEMEDCOASTS-2 (Agreement Number 874398, www.savemedcoasts2.eu), finanziati dall’Unione Europea – DG ECHO
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primo ricercatore all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Laureato in Scienze Geologiche e PhD in Fisica dei Sistemi Complessi, ha ricoperto incarichi di coordinamento e responsabilità in ambito geodetico. È stato professore a contratto presso il Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria e fa parte dell’editorial board di molte riviste scientifiche. Svolge attività di ricerca sulle deformazioni della crosta terrestre e le variazioni del livello del mare nel Mediterraneo. È autore di oltre 120 pubblicazioni e di due premiati documentari scientifici. E’ docente e membro del consiglio scientifico presso l’ISSD. Nel 2024 ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche subacquee.
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