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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XIX SECOLO
AREA: FILIPPINE
parole chiave: Kinley, Dewey, Battaglia di Manila
Il 1° maggio di 125 anni fa, nel 1898, avvenne uno scontro navale a Manila nelle Filippine che sebbene minore e per fortuna poco sanguinoso, cambiò la storia di quella regione asiatica per molto tempo.
Le Premesse
In quegli anni il Presidente William McKinley governava con pugno fermo gli Stati Uniti. McKinley era l’ultimo veterano della guerra di secessione dalla quale si era congedato con il grado di maggiore grazie al suo valore in battaglia. Dopo un periodo di Governatore dello Stato dell’Ohio, in cui si distinse per la sua abilità nella gestione dei conti e per la protezione sociale delle classi più povere, William McKinley si presentò alle elezioni di Presidente degli Stati Uniti (25°) che vinse nel 1897 con largo margine sul suo avversario democratico, avviando immediatamente il suo programma protezionistico. Un periodo complicato da problemi interni (la guerra civile era terminata da pochi anni) e esterni come la questione di Cuba, una colonia spagnola nella quale, dal 1895, era in atto una rivolta indipendentista che trovava un appoggio da parte degli Stati Uniti che avevano da un lato cospicui interessi nelle piantagioni di zucchero locali, dall’altro una certa simpatia verso quella rivolta che ricordava la propria guerra d’indipendenza contro gli Inglesi. McKinley, essendo contrario alla guerra, si era subito impegnato a risolvere la questione per via diplomatica ma la Spagna si era limitata a concedere, a partire dal 1º gennaio 1898, una forma di governo autonomo che gli indipendentisti cubani di fatto non avevano accettato.

Cartolina del relitto del USS Maine. Il suo affondamento del USS Maine e le foto della carestia nell’isola spinsero gli Stati Uniti ad entrare in guerra – autore sconosciuto File:Havana – Maine wreck.jpg – Wikimedia Commons
I tumulti continuarono e, la sera del 15 febbraio 1898, la santa barbara della corazzata USS Maine, inviata nella rada dell’Avana per garantire la sicurezza e gli interessi dei cittadini statunitensi, esplose affondando la nave e provocando la morte di 266 marinai. Gli Spagnoli sostennero la teoria di un incidente ma l’indagine della Marina militare americana concluse (anche se non all’unanimità) che fosse stato provocato da un’esplosione sotto lo scafo della nave forse causata da un siluro o da una mina navale. McKinley guidò con decisione la guerra che fu rapida e vittoriosa. Cessati i combattimenti il 12 agosto, il successivo trattato di pace assegnò agli Stati Uniti il possesso delle ex colonie spagnole di Porto Rico, Guam e delle Filippine.
Il coinvolgimento della USN e la battaglia di Manila
Gli Stati Uniti alla fine del XIX secolo dovevano affrontare ancora molti problemi interni, eredità della sanguinosa guerra civile che aveva indebolito in particolar modo gli Stati sudisti ma che si ripercuoteva anche su quelli dell’Unione. Al fine di affermarsi internazionalmente incominciarono a ricercare una maggiore influenza politica, conquistando posizioni strategiche e, soprattutto, il dominio sul mare delle Antille e sull’Oceano Pacifico, obiettivi propagandati e ampiamente condivisi nelle teorie dell’ammiraglio Mahan. Uno dei punti focali era il controllo dello sbocco atlantico del Canale di Panama ma anche le rotte oceaniche da attuarsi con una flotta agile dislocata in Squadroni in differenti bacini marittimi. I possedimenti spagnoli d’oltre oceano erano considerati aree di instabilità insidiose per gli Stati Uniti, in particolare nel mare dei Caraibi e, in minor misura, nelle Filippine, isole sconosciute alla maggior parte degli americani, compreso il Presidente, dove anche la US Navy non gravitava da anni. Per gli strateghi marittimi il pensare di combattervi una guerra navale era una possibilità remota anche se esistevano piani contingenti sviluppati dagli ufficiali del Naval War College (fondato nel 1884) per operare ovunque fosse necessario.
Sebbene l’attenzione maggiore dei pianificatori fosse rivolta all’area caraibica, erano comunque a conoscenza dei possedimenti spagnoli in estremo oriente. I pianificatori avevano quindi considerato che un’azione militare in quell’area avrebbe comportato l’apertura di un secondo fronte che sarebbe stato difficile da gestire per gli Spagnoli a meno di indebolire quello occidentale caraibico. Nell’ambito della Marina vi erano però diverse teorie intese a mantenere un impegno di altura, impiegando le forze dello Squadrone del Pacifico [2] per il contrasto al traffico mercantile. Alla fine fu deciso, nel giugno 1897, di ripristinare il piano di attacco alle Filippine, limitatamente però alla città di Manila, e di porre le navi dello Squadrone sud orientale sotto il comando del Commodoro George Dewey.
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La missione di Dewey
Al suo arrivo in Giappone George Dewey scoprì che tra le quattro navi al suo comando, una cannoniera ed un piroscafo a pale della Guerra Civile erano sprovvisti di munizioni. Inoltre, la sua nave ammiraglia, l’incrociatore Olympia, doveva tornare a breve negli Stati Uniti. Dewey, senza richiedere direttive, di iniziativa ordinò alle sue navi di concentrarsi a Mirs Bay, un’area adiacente a Hong Kong ma in acque cinesi, in modo da non dover subire eventuali restrizioni da parte dei Britannici.
Nell’aprile 1898 il suo gruppo navale fu rinforzato da due navi di rifornimento acquistate localmente, il pattugliatore McCulloch e tre incrociatori aggiuntivi. Il 27 aprile 1898 lo Squadrone navale, composto dagli incrociatori USS Olympia, USS Boston, USS Baltimore e USS Raleigh, le cannoniere USS Concord e USS Petrel, le navi rifornitrici USS Nanshan e USS Zafiro ed il URSC McCulloch partì da Mirs Bay ed entrò nella baia di Manila, nell’isola di Luzon nelle Filippine, la sera del 30 aprile 1898.

battaglia di Manila – fonte “The Philippine Islands. A political, Geographical, ethnographical, social and commercial history of the Philippine Archipelago and its political dependencies, embracing the whole period of Spanish” – autore John Foreman – public domain File:The Philippine Islands. A political, Geographical, ethnographical, social and commercial history of the Philippine Archipelago and its political dependencies, embracing the whole period of Spanish (14778371062).jpg – Wikimedia Commons
Con il favore della notte l’USS Olympia entrò furtivamente nella baia di Manila seguito dalle altre navi in linea di fila. Un’azione perfetta se, nel transito, non avesse preso fuoco il fumaiolo del USRC McCulloch nei pressi del El Fraile Rock dove sussisteva una batteria spagnola. La batteria iniziò a sparare contro la nave illuminata dalle fiamme che rispose al fuoco insieme all’USS Boston che la precedeva. Nell’evento morì l’ingegnere capo del pattugliatore McCulloch, Frank B. Randall, morì per “sforzo eccessivo e esaurimento da calore” mentre cercava di spegnere il fuoco del fumaiolo. Al termine della battaglia fu l’unica vittima statunitense. La batteria fu messa a tacere e le unità continuarono a procedere come da ordini verso il porto.
La battaglia in porto, stampa da The hero of Manila, autore Johnson, Rossiter 1840-1931, conservato al The Library of Congress File:The hero of Manila; Dewey on the Mississippi and the Pacific (1899) (14762655795).jpg – Wikimedia Commons
Una volta scapolata la batteria, Dewey fece ridurre la velocità a quattro nodi in modo da raggiungere l’estremità della baia di Manila al largo di Cavite (una penisola che si protende nella baia appena a sud di Manila) alle prime ore dell’alba del 1° maggio 1898. Nella battaglia della baia di Manila, iniziata alle 05:40, le navi di Dewey effettuarono cinque serie di tiri a distanza ravvicinata, provocando devastazioni sulla flotta spagnola che, al comando dell’ammiraglio Patricio Montojo, subì l’azione essendo in netta inferiorità. A mezzogiorno, nessuna delle navi nemiche era rimasta a galla e 161 marinai spagnoli erano morti; nessuna nave americana era stata gravemente danneggiata e nessun marinaio americano era stato ucciso in combattimento.
relitto dell’incrociatore protetto spagnolo Isla_de_Cuba, colpito durante l’attacco nel porto di Manila da U.S. Naval Historical Center photo fonte http://www.history.navy.mil/photos/sh-fornv/spain/spsh-hl/is-cuba.htm Wreck of protected cruiser Isla de Cuba.jpg – Wikimedia Commons
Una vittoria strepitosa ma a Dewey mancava la forza anfibia per occupare Manila; il presidente McKinley ordinò rapidamente al Dipartimento della Guerra di inviare il 5° Corpo d’Armata da Tampa a Cuba, in modo che il Maggiore Generale Wesley Merritt potesse inviare speditamente gli uomini del Dipartimento del Pacifico (poi ribattezzato 8° Corpo d’Armata) a bordo di trasporti noleggiati da San Francisco fino alle Filippine (7.000 miglia). Di fatto, entro la fine di luglio, quasi 11.000 soldati avevano raggiunto le Filippine senza incidenti.
Admiral Dewey a bordo del USS Olympia nella Battaglia di Manila dipinto di Rufus Fairchild Zogbaum conservato al Vermont State House Montpelier, Vermont – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?title=User:Decumanus&action=edit&redlink=1 File:USS Olympia with Dewey at Battle of Manila bay DSCN4191 at Vermont State.jpg – Wikimedia Commons
In realtà, al loro arrivo in rada non trovarono molta resistenza. Dewey aveva negoziato un accordo informale con il governatore generale Fermin Jaudenes secondo cui Manila si sarebbe arresa “dopo che fosse stata offerta una certa resistenza [simbolica]“. La mattina del 13 agosto 1898, la USN iniziò a bombardare le opere difensive esterne della città e due brigate dell’Esercito attaccarono la città da sud. I soldati americani non erano però a conoscenza dell’intesa di Dewey con Jaudenes e sei americani furono uccisi e novantadue feriti prima che il breve periodo di combattimento giungesse al termine. Per ironia, il 12 agosto i due governi avevano già firmato un protocollo a Washington, DC, di immediata cessazione delle ostilità ma all’insaputa dei belligeranti perché il cavo sottomarino, che Dewey aveva ordinato di recidere il 2 maggio, doveva essere ancora riparato.
L’occupazione americana di Manila pose fine alla guerra contro la Spagna nelle Filippine. La relativa facilità con cui gli americani vinsero rifletteva solo in parte la superiorità delle loro armi e capacità perché gli Stati Uniti non erano l’unico nemico della Spagna nelle isole e gli Spagnoli temevano molto di più gli insorti che gli americani. Nel dicembre 1898 l’acquisizione delle Filippine da parte degli Stati Uniti sancita dal Trattato di Parigi pose formalmente fine alla guerra ispano-americana ma rese inevitabile un conflitto più duraturo e di gran lunga più sanguinoso, la guerra filippino-americana (1899-1902) da parte del “Generalissimo” Emilio Aguinaldo che voleva vedere riconosciuta l’indipendenza delle Filippine dagli Stati Uniti d’America, che di fatto si erano sostituiti alla precedente dominazione coloniale della Spagna al termine della guerra ispano-americana. Ma questa è un’altra storia.
Dewey, tornato negli Stati Uniti il 27 settembre 1899, ricevette un trionfo salutato da una parata di due giorni e fu promosso contrammiraglio nel maggio 1898 e subito ammiraglio, a pieno titolo, l’anno successivo. Con atto del Congresso fu promosso al grado speciale di Ammiraglio della Marina nel 1903, con data retroattiva al 1899. Ufficiale illuminato e visionario, rimase in servizio navale attivo fino alla sua morte, svolgendo un ruolo importante nel sostenere l’introduzione delle nuove tecnologie nella Marina degli Stati Uniti, in particolare per lo sviluppo dell’aviazione navale e dei sommergibili.
Andrea Mucedola
immagine in anteprima “la battaglia di Manila” da The hero of Manila, autore Johnson, Rossiter 1840-1931, conservato al The Library of Congress
The hero of Manila: Dewey on the Mississippi and the Pacific (1899) (14760310764).jpg
Note
[1] Margaret Leech, In the Days of McKinley (New York: Harper & Brothers, 1959), 138, 162. Si diceva che McKinley avesse ammesso che “‘non avrebbe [ancora] saputo dire dove fossero quelle maledette isole nel raggio di duemila miglia'”.
[2] David Trask, The War with Spain in 1898 (New York: Macmillan, 1981), 72-80. Dall’inizio del XIX secolo, la USN aveva il compito primario di proteggere il commercio marittimo americano attraverso la dislocazione di Squadroni, che oggi potremmo definire Gruppi navali, dislocate in diversi bacini oceanici (ma anche nel Mediterraneo, La Spezia). Quella asiatica era stato formata nel 1870, assumendo i compiti precedentemente svolti da quella indiana orientale. Il sistema a Squadroni venne in seguito sostituito dalla creazione di Flotte di corazzate.
Bibliografia
J.H. Moore, Admiral Dewey at Manila and the Complete Story of the Philippines: Life and Glorious Deeds of Admiral George Dewey, Including a Thrilling Account of Our Conflicts with the Spaniards and Filipinos in the Orient. Philadelphia. 1899. p. 123. OCLC 6437000.
Graham A. Cosmas, An Army for Empire: The United States Army in the Spanish-American War (1971);
James A. LeRoy, The Americans in the Philippines (1914); reprint, New York: AMS Press, (1970);
Lawrence, William J. ] [from old catalog (1899). “A concise life of Admiral George Dewey, U. S. N”. Boston;
Margaret Leech, In the Days of McKinley, New York: Harper & Brothers, (1959)
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare.