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livello elementare.
ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR NERO
parole chiave: Guerra russo-ucraina, Saratov, Ropucha, Berdyansk
Le autorità ucraine hanno dichiarato di aver distrutto giovedì mattina una grande nave da sbarco e trasporto russa nel porto di Berdyansk occupato dai Russi. La notizia è stata confermata da colonne di fumo, esplosioni e fiamme che si alzavano violentemente da una nave attraccata al porto della città.
Il porto di Berdyansk, nel Mare di Azov, situato a 43 miglia a sud-ovest della martoriata città di Mariupol, è attualmente un importante sorgitore utilizzato dalla marina russa per fornire rifornimenti alle truppe terrestri. L’attacco missilistico ucraino è avvenuto nelle prime ore del mattino di giovedì quando una telecamera di sicurezza, puntata verso il molo, ha filmato una densa colonna di fumo che si alzava dalle banchine del porto. In seguito si sono avvertite forti esplosioni a catena, apparentemente intorno ad una nave avvolta nelle fiamme.
Nelle drammatiche immagini estratte dai filmati in rete si notano anche due navi militari russe allontanarsi velocemente dal porto, di cui almeno una in fiamme.
Il danno alla nave colpita dal missile è ingente, come confermato dalle prime immagini provenienti dall’Ucraina, e ne avrebbe causato la distruzione e l’affondamento. Le esplosioni fanno presupporre che siano state causate dalla presenza di munizioni a bordo, cosa probabile essendo l’unità dii supporto adibita al trasporto dei materiali dii supporto alle forze terrestri. Secondo la BBC, il fuoco sembrerebbe essersi poi diffuso a terra, interessando un deposito di munizioni e un terminal con un serbatoio di carburante da 3.000 tonnellate.
Qual è l’identità della nave?
Inizialmente le autorità ucraine avevano identificato la nave distrutta come l'”Orsk“, una nave logistica/anfibia della flotta russa del Mar Nero. Cosa plausibile in quanto lo stesso Ministero della Difesa russo aveva recentemente riferito in una sua nota che la Orsk era stata la prima nave da guerra della Federazione Russa ad entrare nel porto di Berdyansk per sbarcare mezzi corazzati e personale.

Saratov nel suo ultimo transito nel Bosforo
Le ultime notizie parlano invece di un’altra unità, la Saratov e di altre due unità, una nave anfibia classe Ropucha, il Caesar Kunikov (apparentemente con fiamme a bordo) e il cargo Novocherkassk rimaste coinvolte nell’esplosione che hanno però rapidamente abbandonato il porto. Secondo le fonti ucraine, il Saratov è stato colpito da un missile lanciato da terra dalle forze armate ucraine. Si tratterebbe di un missile balistico a corto raggio (SRBM) Tochka (SS-21 Scarab) a propellente solido, cosa che lo rende facile da mantenere e rischierare grazie alla sua piattaforma su ruote. Un’arma di costruzione sovietica utilizzabile per attacchi di precisione su obiettivi tattici nemici, come posti di controllo, ponti, depositi, concentrazioni di truppe ed aeroporti (con una precisione intorno a 100 metri). La sua testata a frammentazione può essere sostituita con una testata nucleare, biologica o chimica.

parata ucraina durante il giorno dell’Indipendenza con il passaggio di sistemi di lancio del missile Totchka
L’attacco sembra essere iniziato intorno alle 7:45 ora locale, quando è stata notata una significativa esplosione a bordo di una delle navi in porto a Berdyansk, inizialmente identificata con l’Orsk che, nei giorni scorsi aveva sbarcato munizioni e mezzi nel porto. Subito dopo l’esplosione, una classe Ropucha-II Progetto 775, Tsesar Kunikov, e il cargo Novocherkassk, sono state viste lasciare rapidamente il porto. Dalle immagini sembrerebbe che la Ropucha fosse in fiamme nella parte poppiera. Nell’esplosione sembrerebbe che sia stata danneggiata anche la nave da sbarco russa Konstantin Olshansky (classe Ropucha – catturata agli Ucraini nel 2014). Non si hanno notizie dell’Orsk.
Il Saratov apparteneva alla classe Tapir, chiamata Project 1171 (in campo NATO classe Alligator), inquadrata come Large Landing Ship, costruita sulle esperienze della precedente classe Polnocny, navi da sbarco medie da 900 tonnellate che potevano però trasportare solo sei carrarmati e 180 soldati. Il progetto 1171 fu avviato nel 1959 dalla Marina russa e sviluppato in quattro diverse configurazioni.
Nave da trasporto e sbarco | classe Alligator |
Velocità | 16 – 18 nodi |
Propulsione | 2 diesel, 2 assi, 9,000 bhp (6,700 kW) |
tonnellaggio | 3,400 tons standard a 4,360-4,700 tons a pieno carico |
Autonomia | 4.800 miglia |
Equipaggio | 69 |
Lunghezza | 112.8 metri |
Larghezza | 15,3 metri |
Capacità di carico | 1000 tonnellate materiali o 20 carrarmati o 40 AFVs e da 300 a 425 truppe |
Armamento | 1 lanciarazzi da bombardamento navale Grad da 122 mm (in alcune unità), 3 × SA-N-5 cannoni: 1 binato da 57 mm/70 cal DP, 2 binati 25 mm AA in alcune. |
Il Saratov (BDK-65) entrò in servizio nel 1966 con il nome di Voronezhsky Komsomolets e fu assegnato a Donuzlav (flotta del Mar Nero) fino al collasso dell’Unione, dove rimase bloccato a Odessa fino al 1994.
La nave fu poi utilizzata dalla marina russa, dal 2013, con il Nikolai Fil’chenkov per il trasporto di equipaggiamenti militari da Novorossijsk a Tartus (Siria), durante la guerra civile siriana, insieme alle navi della classe Ropucha.
Come avevamo scritto in un precedente articolo, la marina russa ha dislocato diverse navi da guerra al largo delle coste dell’Ucraina nel Mar Nero e nel Mar d’Azov, comprese navi combattenti di superficie che abbiamo intravisto lanciare missili contro la città di Mariupol e di Odessa dal mare.
L’attività più evidente è stato però il supporto alle forze anfibie sbarcate nei pressi di Mariupol dalle navi classe Ropucha.
Sebbene la distruzione della nave sia di importanza minimale per il peso della guerra, avviene in un momento di stasi in cui l’avanzata russa è bloccata tra difficoltà logistiche e operative non chiare.
Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. E’ docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione scientifica.
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