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livello elementare.
ARGOMENTO: METEOROLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: meteo, temperature estreme, oceani
Siamo entrati nella primavera meteorologica, ma in queste ultime settimane ci sono stati ancora colpi di gelo invernali, con tempeste di neve che ci ricordano che per quella astronomica ci vorrà ancora qualche giorno.
Alcuni si domandano che relazione ci sia con i cambiamenti climatici in atto. Nessuna, perché parliamo di situazioni meteorologiche circostanziate, ovvero su una scala molto breve, che non hanno nulla a che fare con l’andamento climatologico che invece rappresenta un periodo più lungo.
Ma quanto può scendere la temperatura sul nostro pianeta?
Il monitoraggio satellitare ha registrato un nuovo record della temperatura più bassa della Terra: -98 ° C, comunicato dal US National Snow and Ice Data Center (NSIDC), che ha teoricamente stracciato tutte le misurazioni precedenti. La zona oggetto di questo record è situata sull’altopiano antartico orientale, che include il Polo Sud, analizzando i dati acquisiti dai satelliti tra il 2004 e il 2016, dove questa bassa temperatura sembra verificarsi ogni volta che si presentino delle condizioni particolarmente favorevoli. In generale, geograficamente, le temperature più fredde si verificano vicino ai poli e lontano dagli oceani che non possono così influire nella mitigazione delle temperature. L’altopiano antartico orientale, la Siberia centro-orientale e la calotta glaciale centrale della Groenlandia offrono tutte queste condizioni.
Il diagramma mostra il ghiaccio accumulato del sistema subglaciale del lago Vostok in Antartide. Fonte: Osservatorio terrestre Lamont-Doherty della Columbia University Data 5 marzo 2007 Fonte https://www.nasa.gov/vision/earth/lookingatearth/antarctic_lakes.html Autore Columbia University, Lamont-Doherty Earth Observatory Subglacial Lake Vostok System.jpg – Wikimedia Commons
Il record precedente apparteneva alla stazione di Vostok in Antartide, misurata nell’inverno australe nel luglio 1983 di -89,2 gradi Celsius, dove precedentemente, nell’agosto 1960, era stata registrato il valore negativo precedente di -88,3 ° C. Vostok non è sicuramente un posto piacevole, si trova al centro della calotta glaciale dell’Antartide orientale, a circa 1.300 chilometri dal polo sud geografico dove è installata una stazione di ricerca russa ad un’altitudine di 3.420 metri.
Le condizioni che causarono questo calo eccezionale della temperatura fu la combinazione di cieli sereni accompagnati da un’assenza di vento che impediva il mescolamento verticale dell’aria.
Il nuovo record … sebbene contestato
Nel 2005, scienziati cinesi e australiani hanno installato una stazione meteorologica automatica sul Dome Argus, più comunemente chiamato Dome A, un picco sulla calotta glaciale dell’Antartide orientale. Sebbene sia il punto più alto del continente, il Dome A è in realtà una sottile vetta nel mezzo di un massiccio e piuttosto piatto campo di ghiaccio posto a 664 metri di quota rispetto a Vostok.
Durante i suoi primi cinque anni di funzionamento, la temperatura più fredda registrata fu registrata nel luglio 2005 (-82,5 °C), ma, dall’analisi dei valori misurati dai satelliti della NASA, in un periodo dal 2003 al 2013, furono ritrovate temperature superficiali nelle vicinanze del Dome A inferiori al record di Vostok. La più bassa, misurata il 10 agosto 2010, era di -93,2 °C. Un’altra lettura, quasi altrettanto fredda (-93,0 °C) si verificò il 13 luglio 2013 in piccole cavità del paesaggio ghiacciato dove tende a raccogliersi l’aria fredda.
Il nuovo record di -98 ° C , registrato nell’agosto del 2010, non è stato però riconosciuto dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, un comitato internazionale che verifica anche gli estremi meteorologici. La ragione è legata all’attendibilità delle misure di telerilevamento dei satelliti, ritenute meno precise di quelle tradizionali. Per quanto sopra, il record di Vostok di -89,2 gradi Celsius, realizzato utilizzando attrezzature e metodi standard, è ancora la temperatura ufficiale più fredda mai registrata sul Pianeta.
Yakutsk – autore Якупова Инна File:Якутск.jpg – Wikimedia Commons
Al di fuori dell’Artico, la Siberia, una regione nord orientale russa, offre le temperature più fredde del mondo. Non sempre si tratta di aree scarsamente popolate. Ad esempio la città russa di Yakutsk, dove le temperature hanno raggiunto meno 60 °C, ospita circa 336.200 persone, molte delle quali lavorano per una società che gestisce una miniera di diamanti. Ma esistono luoghi abitati da secoli che sono ancora più freddi, temperature fino a -67,7 °C furono misurate il 5 e 7 febbraio 1892 a Verkhoyansk, ed a Oymyakon, che ospita un insediamento di circa 500 persone, raggiunse nel 1924, meno 71,2° C.
Perchè le temperature scendono a questi minimi?
Da un punto di vista termico le temperature, sia alte che basse, sono legate alla morfologia e collocazione dei luoghi; in generale le aree interne sono più fredde di quelle costiere perché i continenti si riscaldano o si raffreddano più velocemente degli oceani. Questo comporta che le variazioni termiche sono più lente ai bordi dei mari dando climi più miti.
la capacità termica degli oceani è circa 4 volte maggiore dell’aria – Planetary Vision: Trenberth’s missing heat still missing
Nel caso delle regioni nelle alte latitudini, come la Siberia, entra in gioco anche la copertura di neve e ghiaccio che aiutano a mantenere rigide le temperature riflettendo la radiazione solare. La combinazione di alte latitudini e coperture glaciali porta alla creazione di vaste zona di alta pressione semipermanente che, nel caso della regione russa, si formano nella zona chiamata “Alta Siberia”. Condizioni necessarie per avere queste gelide temperature sono bassi valori di umidità e cieli tersi che consentono alla radiazione solare riflessa dal suolo (nelle frequenze degli infrarossi e delle microonde) di raggiungere la sommità dell’atmosfera e perdersi nello spazio, togliendo quindi calore e favorendo temperature superficiali più fredde al suolo.
Questo comporta che si vengono a formare sacche di aria fredda, relativamente “pesante”, che possono rimanere intrappolate nel fondovalle e che, se intrappolate dalle catene montuose circostanti, non riescono a mescolarsi con l’aria più calda. Insomma brividi assicurati ma, per fortuna, abbiamo gli oceani … una ragione di più per preservarli.
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