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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Canarias
La Marina Spagnola, finita la guerra civile, si vide priva di ogni strumento aereo, dipendendo da un’ipotetica collaborazione con la neonata aviazione. Tuttavia la Marina Spagnola, aveva una sua tradizione ed esperienza operativa con aeromobili e non intendeva rinunciarvi. Questo portò, nella fase iniziale della seconda guerra mondiale, ai tentativi di ottenere i progetti della Joffre francese e della Zeppelin tedesca.
Il progetto di una portaerei era inserito in un programma ambizioso di una forza navale assolutamente sovradimensionata (ed irraggiungibile economicamente) per la Spagna. Ancora nel 1943, lo studio prevedeva la costruzione di quattro navi da battaglia derivate dalle Littorio e quattro portaerei, più una consistente forza leggera e di scorta e subacquea.
Nell’immediato dopoguerra la marina spagnola continuò a studiare la possibilità di dotarsi di una portaerei e già nel 1946 aveva definito un requisito per una portaerei di scorta ed una portaerei leggera di squadra.
In particolare i progetti prevedevano:
– per la portaerei leggera di squadra, un’unità intorno alle dodicimila tonnellate di dislocamento con 32 nodi di velocità massima e la possibilità di imbarcare 32 velivoli;
– per la portaerei di scorta, un unità complementare all’unità di squadra, da ottenere dalla conversione di un’unità mercantile esistente o dall’adattamento di un progetto in uso presso cantieri spagnoli.
Il tutto era conforme a quanto fatto dagli Stati Uniti e dal Regno Unito durante la Seconda Guerra Mondiale. Ad esempio, il primo progetto ricordava le piccole portaerei di squadra americane della classe Indipendence, derivate da scafi di incrociatori, ed il secondo era simile a quello delle portaerei di scorta della U.S. Navy delle classi Bogue e Sangamon e, Commencement Bay, derivate da scafi di unità mercantili.
L’acquisizione all’estero venne esclusa per l’impossibilità di effettuare tale acquisto a causa dell’isolamento internazionale dato che, anche la sola cessione, generalmente per riconversione in unità mercantili, delle numerosissime portaerei di scorta approntate dagli Alleati nel corso della II GM, era soggetta a controlli e limitazioni di uso e destinazione.
Nel 1947 furono quindi valutate per la trasformazione delle vecchie navi passeggeri (ex trasporto truppe americani), Cabo de buena esperanza e Cabo de hornos, della nave mista Habana, delle petroliere tipo Calvo Sotelo (ritenute le più idonee alla trasformazione, anche se limitate ad una velocità intorno ai 12.5-13 nodi), delle navi in costruzione della classe Monasterios, o in progetto come i transatlantici di tipo E o le petroliere di tipo G da 14.000 T e 17 nodi della Empresa Nacional Elcano statale che era formalmente parte dalla Marina Mercantile ma in realtà controllata dalla Marina Spagnola.
Ritenendole le più fattibili fu sviluppato il progetto n. 59 (agosto 1947) concernente le petroliere classe Almirante F. Moreno e Almirante M. Vierna per una portaerei di scorta monoelica, realizzata con minimi scostamenti dal progetto originale che prendevano l’imbarco di circa 30 velivoli, anche se con sistemazioni di tipo ridotto.
Nel gennaio 1948 fu valutata l’offerta di acquisto a buon mercato ad Amsterdam (40 milioni di pesetas) del relitto della HMS Nabob, una portaerei di scorta canadese ex USA (ACV-41 Edisto), silurata da un U 354 il 22 agosto 1944 nell’Artico e mai riparata e quindi venduta come relitto ad una società olandese. La nave fu però rifiutata dagli spagnoli perché in pessime condizioni.
Fu quindi valutato il progetto n. 65 (giugno 1949), sviluppo del n. 59, questa volta su due assi, per l’imbarco di circa 40 velivoli in sistemazioni più complete e funzionali per la componente aerea imbarcata. che fu sospeso a dicembre dello stesso anno. Le difficoltà riscontrate nel definire il progetto ed i risultati prevedibilmente piuttosto deludenti, portò alla sua sospensione nel dicembre dello stesso anno, anche se stancamente continuarono gli studi in proposito della portaerei ausiliaria.
Successivamente per la portaerei di squadra fu presentato il progetto n. 66 del febbraio 1950 per una portaerei ricavata dal Canarias, costruito tra il 1928 ed il 1936 nei cantieri del Ferrol, con assistenza inglese sui piani degli incrociatori tipo County, insieme al gemello Baleares (andato perduto nel corso della Guerra civile). Era chiaro che partendo dallo scafo e dai macchinari dell’incrociatore la complessità del progetto (e il costo) si sarebbero notevolmente ridotti. Va detto che il progetto era molto generale e non aveva approfondito aspetti quali la stabilità in diverse condizioni di carico della nave, nè aveva definito come sarebbero state acquisite le dotazioni per il funzionamento degli aeroplani, come le catapulte ed i cavi di arresto. I disegni della portaerei “Canarias” ricordavano le portaerei leggere britanniche delle classi “Colossus” e “Majestic“, con prua e poppa chiuse ed un’ampia isola.
Dalla relazione che accompagnava il progetto si deduce che sarebbe stata una nave da 14.000 tonnellate di dislocamento, 32 nodi di velocità, 204,50 metri di lunghezza con un ponte di volo di 198 per 22,20 metri, con un armamento composto da due torri binate da 120 mm, sette istallazioni binate da 37mm e 20 quadruple da 20mm. La componente aerea prevedeva 48 aerei (36 caccia e 12 siluranti), 31 da trasportarsi in coperta e solo 17 nell’hangar. Date le dimensioni dell’unità sarebbe stata una valutazione ottimistica in quanto i 32 aerei del requisito iniziale sarebbero stati il massimo numero imbarcabile.
La linea di volo sarebbe stata servita da due ascensori di 13,40 per dieci metri per la manovra dalla coperta al hangar, quest’ultimo con le dimensioni di 141,52 metri di lunghezza per 19,45 di larghezza e 8,50 di altezza. Sarebbe stata equipaggiata con una catapulta con dieci cavi e tre barriere d’arresto. Sulla portaerei sarebbe stato previsto un equipaggio di 794 uomini, compresi quelli del servizio aereo.
Malgrado si trattasse di una discreta unità, all’interno dell’Armada vi erano resistenze alla trasformazione dell’unità maggiore della flotta che, per di più, malgrado fosse derivata da un progetto datato, era una di quelle con meno anni di servizio.
Il progetto, inoltre, avrebbe privato la Marina Spagnola dell’unica unità di “bandiera” idonea alla proiezione di potenza ed al tiro contro costa, potenzialità importante nel contesto ancora coloniale dell’epoca. Iniziò quindi la ricerca di scafi alternativi su cui realizzare il progetto.
Gianluca Bertozzi
FONTI
La Marina Spagnola e i progetti di conversione in portaerei degli incrociatori Canarias e Trieste di Gian Carlo Poddighe
Giorgerini, A. Nani, Gli incrociatori italiani, USMM, Roma 1961
Buques de la Armada Espanola – Los anos de la post guerra, J. L. Coello Lillo 1994
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