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livello elementare.
ARGOMENTO: NAUTICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MEDICINA
parole chiave: semeiotica, emergenza in mare, primo intervento
Trovarsi in località remote o difficilmente raggiungibili, sia materialmente che telefonicamente, può accadere per il diportista nautico più facilmente di quanto si pensi. È sufficiente essere all’ancora in una rada di un’isola, al riparo da condizioni meteo marine insostenibili per la navigazione e puoi renderti conto che, anche a pochi chilometri di distanza dalla civiltà, sei praticamente tagliato fuori.
L’alta scogliera della baia che ci da riparo dai marosi può impedire ogni tipo di comunicazione sia VHF che telefonica. A meno di avere un telefono satellitare o una radio SSB (una dotazione che pochi possono permettersi di avere su piccole imbarcazioni) qualunque cosa accada a bordo della barca non avremo la possibilità di chiedere soccorso o aiuto. In queste situazioni se il problema riguarda la barca, la questione si potrà risolvere con relativa calma, ovviamente rispolverando tutte le nozioni di meccanica, carpenteria, elettrotecnica, idraulica che di volta in volta si rendono necessarie per intervenire sui guasti di bordo. Per questo la biblioteca del diportista nautico prevede una serie di manuali per la manutenzione, istruzioni per principianti che possono coprire molte emergenze.
Quando i problemi sono nostri
Poco o nulla c’è in circolazione se il problema riguarda la salute di uno dei membri dell’equipaggio, specialmente qundo si è a bordo delle imbarcazioni da diporto. Per questo mi è venuto in mente di redigere un piccolissimo sunto delle principali patologie che possono affliggere un componente dell’equipaggio e come riuscire a fare un’ipotesi diagnostica mentre ci dirigiamo in porto. Non prenderò in considerazione i traumi conseguenti ad incidenti, che a bordo sono purtroppo frequenti e che bene o male ognuno di noi è abituato a fronteggiare, entro certi limiti, durante i corsi di Medic First Aid o di pronto soccorso. Mi limiterò ad analizzare quelle patologie dolorose che normalmente riempiono le sale d’attesa dei pronto soccorso degli ospedali e darò dei semplici suggerimenti per aiutarvi a capire ciò che provoca il malessere.
Visto che siamo obbligati per legge ad avere a bordo una serie di farmaci, una volta formulata una possibile diagnosi, potremo in emergenza anche pensare di autosomministrarci un farmaco.
Attenzione, sebbene la prescrizione e la somministrazione di un farmaco sia un atto medico (ci sono stati casi in cui skipper troppo zelanti sono stati accusati di esercizio abusivo della professione), in caso di necessità e mancando il parere di un medico, il farmaco dovrà essere assunto per volontà e per mano del paziente stesso.
Ciò non toglie che, se si hanno delle minime basi, si potrà distinguere il dolore dovuto ad un’appendicite da quello di una colica renale o biliare ed agire con prudenza di conseguenza.
I dolori addominali
Qualora ci trovassimo di fronte ad un quadro di forte dolore addominale possiamo avvalerci di diversi metodi per risalire alle cause ed eventualmente intervenire.
In caso di possibile appendicite, per giungere alla diagnosi senza la possibilità di ricorrere ai dati di laboratorio e agli esami strumentali, un buon punto di partenza è sicuramente quello di valutare i segni clinici visibili e i sintomi che il paziente ci riferisce
Il sintomo principale è rappresentato da un dolore continuo che aumenta progressivamente, localizzato al quadrante inferiore destro dell’addome (punto di MacBurney). È abitualmente accompagnato da nausea, vomito e febbre. Dopo aver preso in considerazione lo stato clinico del soggetto possiamo affidarci ad alcuni segni di semeiotica medica. La manovra semeiologica più importante che possa venire in nostro soccorso per una diagnosi clinica di appendicite è la manovra di Blumberg.
Questa si esegue con il paziente in posizione supina e con l’addome, per quanto possibile, rilassato. La manovra consiste nel poggiare delicatamente le dita della mano sulla parete addominale ed esercitare una pressione in modo lento e progressivo. Successivamente si rilascia la mano dalla parete addominale in modo brusco. Se questo esame semeiologico riporta una “dolorabilità al rimbalzo” ci indica che ci può essere una possibile presenza di infiammazione a carico della parete addominale. Il segno sarà positivo e indice di appendicite se il soggetto avvertirà un dolore acuto trafittivo nel punto di Macburney.
Anche se nella maggior parte dei casi è necessario ricorrere all’intervento chirurgico di appendicectomia, talvolta forme lievi di appendicite si possono risolvere con la somministrazione degli antibiotici. In assenza di possibile intervento medico i farmaci più indicati sono sicuramente FANS (antinfiammatori non steroidi) e antibiotici ad ampio spettro.
Deve essere stigmatizzato che l’utilizzo di antinfiammatori deve essere limitato a minimizzare il dolore lancinante ma potrebbe mascherare la sintomatologia e portare ad un’evoluzione silente del processo infiammatorio.
Prima di descrivere la manovra, è bene sottolineare quali siano i sintomi di una colica biliare. Essa comporta un dolore acuto e intermittente che migra verso l’alto, il dorso e la regione sotto la scapola e la spalla destra. Altri sintomi da non sottovalutare sono poi nausea, vomito e in caso in cui il quadro sfoci in una colecistite acuta può insorgere anche febbre ed ittero. Un’altra manovra semiologica di semplice e rapida esecuzione che è bene tenere a mente è la manovra di Murphy che torna utile nel caso in cui la causa del dolore addominale sia una calcolosi biliare.
Anche in questo caso per la diagnosi, in assenza di una struttura dotata di strumenti diagnostici, possiamo avvalerci della semeiotica. La manovra di Murphy si esegue con la mano destra appoggiata a piatto sul quadrante superiore destro dell’addome. Si imprime una pressione con le punte dell’indice e del medio sotto la 10ª costa di destra, nel cosiddetto punto colecistico.
Successivamente, sempre continuando a comprimere con le dita, si fa inspirare profondamente il paziente, così da spingere verso il basso e in avanti la colecisti fino a toccare la parete anteriore dell’addome. Se è presente una calcolosi biliare, il tocco dell’organo da parte delle due dita esacerberà il dolore, per cui il paziente smetterà bruscamente di inspirare. In caso di calcolosi è opportuno somministrare Ioscina butil bromuro 1f i.m. (conosciuto commercialmente con il nome Buscopan). Se la sintomatologia comprende, oltre alla componente spastica, anche un dolore subcontinuo, si può associare un analgesico non narcotico come: Diclofenac 1 f i.m. (nome commerciale Voltaren).

Calcoli renali … che dolore!!!
Un dolore colico, forte, improvviso ed intermittente può essere provocato anche dai calcoli renali. Il dolore rappresenta il sintomo più frequente e si sviluppa a cicli e parossismi della durata di 20-60 minuti. Insorge a livello lombare monolaterale, in corrispondenza del rene interessato dal processo litiasico. Con periodi di stasi e di riacutizzazione, dunque, il dolore si irradia in senso discendente fino alla regione sacrale, genitale e anteromediale della coscia.
Ci indirizzerà verso la diagnosi la manovra di Giordano in cui l’operatore che esegue la manovra si posiziona di fianco al paziente e con la parte ulnare della mano, posizionata di taglio, percuote con un colpo deciso nella loggia renale del paziente. Se il paziente, in seguito alla manovra, manifesta dolore, vi può essere una situazione di calcolosi renale.
Una volta posta la diagnosi la terapia di base si fonda sul controllo del dolore ed abbondante idratazione, perciò per un primo approccio farmacologico sarà utile assumere dei FANS come il Diclofenac o il Ketorolac (Toradol).
In ogni caso, all’arrivo in porto, fatevi sempre visitare da un medico che nel caso provvederà a farvi effettuare gli esami necessari.
Ci fermiamo per ora qui … ma voglio ricordare che i naviganti di tutto il Mondo possono usufruire del CIRM (Centro Internazionale Radio Medico), una fondazione italiana che offre assistenza medica e che può essere contattata telefonicamente, via internet e tramite stazioni radio costiere.
Linda Maria Lucarini
Linda Maria Lucarini
ha conseguito la Laurea con lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Perugia ed è attualmente un medico specializzando in radiodiagnostica presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Ovviamente è un’amante del mare e, cosa non comune, dalla nascita ha trascorso almeno un minimo di 150 giorni l’anno in barca, navigando nel Mar Mediterraneo. Pratica la subacquea ed è in possesso della Patente nautica.
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