.
livello elementare
.
ARGOMENTO: NAUTICA E METEOROLOGIA
PERIODO: XIX SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Storm glass, FitzRoy
Probabilmente la parola Storm glass potrebbe ingannare molti. Tranquilli non si tratta di una violento e sconosciuto fenomeno meteorologico ma di un particolare barometro. Oggi Paolo Giannetti ci racconta la storia di questo strano dispositivo. Lo storm glass o barometro di Fitzroy era costituito da un contenitore ermetico di vetro, riempito con un liquido che permetteva di fare previsioni meteorologiche osservandone l’aspetto.
Catalogo del 1863 di Storm Glass di J. Hicks da Illustrated and Descriptive Catalogue of Standard, Self-Recording, and other Meteorological Instruments and all kinds of Chemical and Philosophical Apparatus
Storm glass Hicks.jpg – Wikimedia Commons
All’epoca in cui apparvero per la prima volta i barometri essi erano relativamente costosi. La maggior parte dei marinai doveva affidarsi su metodi più economici di previsione del tempo e, probabilmente nel XVII secolo, un inventore il cui nome restò sconosciuto, sviluppò lo storm glass.
Copia fotografica del ritratto in litografia fatto da Herman John Schmidt (1872-1959), di Auckland, del Vice-Admiral Robert Fitzroy (1805-1865), Governatore della Nuova Zelanda 1843-1845, Autore Charles Hemus (1849-1925) – https://natlib.govt.nz/records/22822133
Robert Fitzroy.jpg – Wikimedia Commons
Questi strani oggetti divennero poi popolari a metà del 1800 dopo che l’ammiraglio della marina britannica, l’ammiraglio Robert Fitzroy, li usò a bordo della HMS Beagle nella storica campagna di Charles Darwin intorno al mondo. Il liquido contenuto nelle sfere era costituito da un insieme di composti chimici aggiunti ad acqua distillata: etanolo, nitrato di potassio, cloruro di ammonio e canfora. Questa miscela fu poi perfezionata da Robert Fitzroy, che documentò durante quel viaggio verso le Galapagos l’aspetto dei precipitati al suo interno, ricavandone di volta in volta le possibili previsioni:
liquido limpido | tempo sereno |
liquido torbido | tempo nuvoloso e probabili precipitazioni |
puntini nel liquido | tempo umido o nebbia |
piccoli cristalli | temporali |
piccoli cristalli (con tempo soleggiato) | neve in arrivo |
cristalli più grandi | nuvoloso nelle zone temperate o neve in inverno |
cristalli sul fondo | gelo |
filamenti nella parte superiore | vento |
cristalli all’interno di uno Storm Glass – autore Eigenes – Foto Rene BNRW
Storm Glass FitzRoy Sturmglas Crystals Kristalle.JPG – Wikimedia Commons
Fitzroy fu talmente entusiasta degli storm glass che sponsorizzò il loro utilizzo in tutto il Regno Unito per aiutare i primi meteorologi a prevedere meglio il tempo. I glass storm caddero però presto in disuso, alla fine del XIX secolo, quando i barometri al mercurio divennero più convenienti.
Curiosità Il 1859 fu un pessimo anno dal punto di vista meteorologico per la Gran Bretagna, che fu flagellata da fortissimi temporali. In quel periodo, la Marina inglese iniziò a distribuire “storm glass” a molte piccole comunità costiere delle Isole britanniche affinché potessero essere consultati dai comandanti delle navi in porto, prima di salpare. |
Ma funziona veramente?
Uno storm glass lavora sul principio che la temperatura e la pressione atmosferica incidono sulla solubilità, a volte rendendo il liquido trasparente, altre volte causando una precipitazione del soluto. In realtà, i risultati hanno una variabilità notevole per cui la sua precisione è poco accurata. Però, se ne avete voglia, potete costruirne una a scopo … decorativo.
Come costruire una storm glass
Ingredienti
900 ml di una miscela 50/50 di acqua ed etanolo (c’è chi usa lo stesso quantitativo in Wodka ma perché sprecarla?) |
85 g di canfora |
30 g di nitrato di potassio |
30 g di cloruro di ammonio |
una bottiglietta in vetro trasparente adeguata a contenere il liquido |
Questa ricetta può essere aumentata o diminuita a seconda delle dimensioni del contenitore utilizzato.
Procedura
Mettere la miscela dei 900 ml di acqua/etanolo in un pentolino, aggiungete 85 g di canfora e 30 g di nitrato di potassio e 30 gr di cloruro di ammonio. Mettete il pentolino su un fornello a fuoco basso per consentire agli ingredienti di sciogliersi più facilmente. Per evitare che l’alcol evapori, coprite con un coperchio il pentolino. Dopo circa 10 minuti di riscaldamento si dovrebbe essere tutto disciolto ed è pronto per essere versato in una qualsiasi bottiglia o barattolo di vetro. Non preoccupatevi se i liquidi si separeranno in più strati anziché mescolarsi completamente.
Quando la bottiglia si raffredderà l’effetto sarà rapido e spettacolare ma, attenzione, questa visualizzazione iniziale si verificherà solo quando il vetro si raffredderà partendo da una temperatura elevata. La formazione di cristalli che potrete osservare giorno per giorno sarà invece molto più lenta dandovi un’idea molto approssimativa dei cambiamenti meteorologiche.
|
Per ottenere risultati migliori, mettete la bottiglia sul davanzale di una finestra o anche all’aperto, dove subirà gli sbalzi di temperatura più drastici. Ad ogni variazione di temperatura i cristalli varieranno nella loro solubilità, mostrando ogni giorno nuove formazioni cristalline.
Ricordo che NON è un sistema di previsione meteorologico attendibile ma è sicuramente divertente e d’effetto. Cieli sereni.
Paolo Giannetti
Ti è piaciuto questo articolo? Se sì, puoi fare una piccola donazione (anche un euro) per sostenere il nostro portale. Basta poco, per aiutarci a sostenere le spese di OCEAN4FUTURE, il portale del Mare e della Marittimità. La donazione può essere singola o puoi decidere di renderla automatica ogni mese. Per donare in sicurezza, Clicca sul link DONAZIONE oppure Scrivici per aiuto alla mail: infoocean4future@gmail.com
.
Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, pur rispettando la netiquette, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo
- autore
- ultimi articoli
entrato in Accademia nel 1977 (Corso SAOREN) ha prestato servizio e comandato numerose unità navali, specializzandosi nel tempo in Idrografia (Idrographic Surveyor di categoria “A”) e Oceanografia con un Master presso la Naval Postgraduate School di Monterey, California. Appassionato divulgatore ha creato Capitan Bitta, detto il “Gianbibbiena”, un personaggio immaginario che racconta con brevi scritti curiosità di nautica, meteorologia e astronomia
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.