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Il mistero del Karlshrue e dei pannelli della Camera d’Ambra di Leningrado

tempo di lettura: 7 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO

AREA: MAR BALTICO
parole chiave: Relitti, Karlshrue, Operazione Hannibal
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Si sa …. le notizie dei ritrovamenti dei relitti riempiono sempre le pagine dei giornali, spesso raccontando più i sogni di cacciatori di tesori che la storia reale. 

Veniamo alla notizia: la scoperta di un relitto della Seconda guerra mondiale, recentemente localizzato al largo della costa della Polonia, che potrebbe contenere i pannelli della famosa Camera d’Ambra, un tesoro russo saccheggiato dai nazisti e scomparso misteriosamente dal 1945. Dopo 75 anni sul fondo del Baltico è stato scoperto dalla Baltitech un gruppo di subacquei che opera attivamente nel Mar Baltico, per valorizzare i tanti relitti per la comunità subacquea, il relitto del piroscafo tedesco Karlsruhe. I resti della nave si trovano a circa 88 metri di profondità, a poche decine di miglia a nord della località turistica di Ustka, Polonia. Il team del Baltictech ha individuato il relitto a giugno e ne ha annunciato il ritrovamento all’inizio di ottobre. Nell’aprile 1945, il Karlsruhe salpò da Königsberg trasportando centinaia di tonnellate di merci e 1.083 passeggeri, che cercavano disperatamente di fuggire a seguito dell’avanzata militare sovietica in Prussia e Polonia. 

L’operazione Hannibal
Si trattò di una delle più grandi evacuazioni della storia denominata Hannibal, un’operazione navale tedesca per il trasferimento via mare di truppe e civili tedeschi dalla Courland, dalla Prussia orientale e dal corridoio polacco, condotta da metà gennaio al maggio del 1945, per sfuggire all’avanzata delle truppe dell’Armata Rossa comandata dal generale Ivan Chernyakhovsky, un’offensiva iniziata il 13 gennaio del 1945. Il Grand Admiral tedesco Karl Dönitz ordinò all’ammiraglio Oskar Kummetz, Comandante della Marina tedesca nel Baltico, ed al Contrammiraglio Konrad Engelhardt, Capo del dipartimento delle spedizioni della Kriegsmarine, di pianificare ed eseguire un’operazione di evacuazione senza precedenti ovvero evacuare personale militare e civili tedeschi dalle zone che sarebbero presto state invase dall’Armata Rossa. Un’operazione di grandi dimensioni che fu maggiore di quella britannica effettuata a Dunkerque cinque anni prima. Per un periodo di 15 settimane, oltre 1.000 navi di tutti i tipi, da navi da guerra a semplici pescherecci, trasportarono tra 800.000 e 900.000 civili tedeschi e 350.000 soldati dal Mar Baltico alla Germania ed alla Danimarca occupata dai Tedeschi.

L’operazione Hannibal iniziò il 23 gennaio 1945. Il 30 gennaio, tre unità mercantili tra cui la nave passeggeri Wilhelm Gustloff lasciarono il porto di Gdynia nella Polonia occupata, diretti a Kiel.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è MARINA-TEDESCA-Bundesarchiv_Bild_183-L12212_Lazarettschiff__Wilhelm_Gustloff_.jpg

La nave ospedale Wilhelm Gustloff” porta i combattenti di Narvik feriti in patria – Autore Augst – Fonte Archivi Federali tedeschi Allgemeiner Deutscher Nachrichtendienst – Zentralbild (Bild 183) – Accession number Bild 183-L12212Bundesarchiv Bild 183-L12212, Lazarettschiff “Wilhelm Gustloff”.jpg – Wikimedia Commons

Il Gustloff, con più di 10.000 civili e militari a bordo, fu silurato dal sottomarino sovietico S-13 al largo della costa della Pomerania, ed il suo affondamento causò oltre 9.000 vittime, per lo più morte congelate nelle fredde acque del Baltico. Gli affondamenti si susseguirono. Il 9 febbraio, il cargo passeggeri  SS General Von Steuben salpò da Pillau con a bordo tra 3.000 e 4.000 persone per lo più militari, diretti a Swinemünde ma la nave fu anch’essa silurata dall’S-13. Solo 650 sopravvissero. Ai primi di marzo, una task force composta dall’incrociatore tedesco Admiral Scheer con tre cacciatorpediniere tedeschi e la torpediniera T36 classe Elbing stava dando copertura a una testa di ponte tedesca vicino a Wollin. Durante l’azione, piccole imbarcazioni della marina evacuarono oltre 75.000 soldati e civili che erano rimasti isolati in quella zona. Furono trasportati sulle navi da guerra più grandi con dei trasporti ma un certo numero di loro venne affondato. Nella notte tra il 4 e il 5 aprile, una flottiglia di piccole imbarcazioni e mezzi da sbarco evacuò oltre 30.000 soldati e civili per un totale di quasi 265.000 persone da Oxhöfter Kämpe e li portò a Hela. Pochi giorni prima un piroscafo, il Karlshrue, con a bordo 150 soldati e 913 civili subì la stessa fine. Era il 13 aprile, gli aerei sovietici bombardarono il convoglio e il Karlsruhe impiegò solo tre minuti per affondare.



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Ma perché il Karlsruhe suscita così tanto interesse?
Innanzitutto non si tratta dell’omonima nave da guerra affondata dal sommergibile britannico HMS Truant, ritrovata nel giugno del 2020 a 13 miglia nautiche da Kristiansand,  Norvegia, durante delle manutenzioni alle linee elettriche sottomarine, ma di uno dei tanti mercantili tedeschi usati durante l’operazione Hannibal. I subacquei della Baltictech iniziarono la ricerca del Karlshrue nel 2019, utilizzando documenti storici per la loro ricerca. Lo strano assortimento di carichi che i subacquei hanno trovato nel relitto sottolineò la natura dell’evacuazione tedesca, un insieme di veicoli militari, effetti personali, porcellane e molte casse con contenuti ancora sconosciuti.

La SS Karlsruhe fu costruita nel cantiere navale G. Seebeck Bremerhaven nel 1905. Dimensioni: Lunghezza – 66,3 m / Larghezza – 10,1 m / Pescaggio – 3,6 m / Dislocamento del carico – 897 tonnellate In quell’ultimo viaggio partì da Pilawa (il porto di Königsberg) l’11 aprile 1945. A bordo c’erano 150 soldati del reggimento “Herman Gornig”, 25 ferrovieri e 888 profughi. Insieme all’equipaggio c’erano un totale di 1.083 persone. Dal manifesto di carico sembrerebbe che la nave trasportasse 360 tonnellate di “merce a rendere” in casse irregolari e veicoli militari. Un convoglio composto da quattro mercantili e tre dragamine si formò proprio prima della penisola di Hel e lasciò la rada il 12 aprile in serata. Dopo poche ore, la mattina del 13 aprile, il convoglio fu rilevato da degli aerei sovietici che attaccarono la Karlsruhe affondandola. La nave affondò in soli tre minuti con l’intero carico. Furono salvate circa 100 persone. 

Sono proprio quelle casse anonime, che sembrano emergere dal fango e tra le lamiere contorte, ad aver attirato l’attenzione dei ricercatori che sospettano o forse sarebbe meglio dire sperano contengano i pannelli della Stanza d’Ambra, uno dei più grandi tesori saccheggiati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. 

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La Stanza d’ambra fu costruita da abili scultori tedeschi e artigiani dell’ambra nel 1700, una stanza di 55 metri quadrati rivestita completamente dal pavimento al soffitto in ambra di diverse tonalità, con ogni pannello sostenuto da foglie d’oro. Sebbene la stanza fosse stata originariamente costruita nel Palazzo civico di Berlino, dimora del re prussiano, Federico Guglielmo I la diede in dono allo zar Pietro I di Russia nel 1716. Pietro I la regalò alla sua seconda moglie, Caterina I – Fonte Courtesy Special Collections – Autore Branson DeCou  (1892–1941) Catherine Palace interior – Amber Room (1).jpg – Wikimedia Commons

Un furto d’arte politico
Oltre due secoli dopo la sua costruzione, le forze naziste si accanirono invano per catturare San Pietroburgo (allora chiamata Leningrado). Non ci riuscirono ma, nel 1941, si avvicinarono abbastanza da conquistare il Palazzo di Caterina, a 30 km a sud della città. I curatori sovietici cercarono di rimuovere e nascondere l’ambra e i pannelli con della carta da parati dorata prima dell’arrivo del famoso Gruppo tedesco nord, noto per le razzie fatte nei musei per soddisfare i desideri di Hitler. I Tedeschi non si fecero però ingannare e li trovarono subito, smontando i delicatissimi pannelli in oro e ambra in solo 36 ore. Dopo di che i pannelli furono inviati a Königsberg, dove il regime nazista pianificò di ricostruire la Stanza d’ambra e metterla in mostra come trofeo di guerra.

Nell’agosto 1944, i bombardieri britannici Lancaster lanciarono bombe incendiarie su Königsberg in una serie di drammatiche incursioni. Quasi la metà delle zone residenziali della città e la maggior parte del suo centro storico, inclusa una cattedrale medievale, furono ridotte in macerie. Nella primavera del 1945, l’artiglieria sovietica distrusse gran parte della già martoriata città portuale e, la Stanza d’ambra svanì. Distrutta dai bombardamenti, dal fuoco delle artiglierie o … nuovamente trafugata? Come per il tesoro di Rommel si entra ora nella leggenda. L’unica cosa certa è che Königsberg fu l’ultimo luogo conosciuto della loro conservazione e che la sfortunata Karlsruhe e il suo convoglio salparono nell’aprile 1945. 

La scoperta del relitto
Cavalchiamo ora l’ipotesi che i pannelli siano stati  imbarcati a bordo del mercantile Karlshrue per essere trasportati in qualche porto tedesco sicuro. Se fosse verificata potrebbe essere recuperato uno dei più grandi tesori dell’Umanità. Il recente ritrovamento del mercantile tedesco da parte della Baltitech apre quindi una nuova possibilità. Un sogno che per i ricercatori e gli amanti dell’arte potrebbe diventare realtà. Ora si tratterrà di recuperare le casse con le dovute cautele per evitare che gli eventuali oggetti contenuti gelosamente nelle casse per 75 anni possano deteriorarsi. Dopo le prime immersioni le attività subacquee sono state sospese. In particolare, a cavallo tra novembre e dicembre la Baltitech ha completato una nuova spedizione di ricerca sul relitto mappando, con il supporto dei tecnici dell’azienda MEWO, tramite un sistema sonar multibeam circa 4 km2 di fondale marino per tre giorni consecutivi. Inoltre sono state effettuate delle nuove riprese con il ROV (Remotely Operated Vehicle) di bordo. Le immagini raccolte hanno restituito molti punti con presenza di oggetti interessanti.  Intorno al Karlshrue sono stati identificati numerosi bauli, di cui alcuni presentano delle guarnizioni in gomma, cosa che fa sperare possano contenere dei dipinti.

Ma le sorprese non sono terminate, a soli 550 metri dal Karlsruhe è stata scoperta la presenza di un secondo relitto. L’intera operazione è stata supervisionata dall’ispettore dell’Ufficio marittimo locale, imbarcato a bordo della nave di ricerca MINTAKA I. Alla fine della spedizione, è stato osservato un doveroso momento di silenzio, commemorando la morte dei 970 profughi tedeschi e dei sei aviatori sovietici caduti nel combattimento. Baltotech tornerà sul relitto di Karlsruhe nella prossima primavera 2021. Se vogliamo il ritrovamento del Karlsruhe è comunque una scoperta straordinaria, con o senza i pannelli della Stanza d’ambra. Ci racconta quegli attimi frenetici e drammatici negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale, quando uomini e donne fuggivano dal loro destino per cercare rifugio in Patria ma trovarono la morte in quelle fredde e gelide acque del Baltico. 

 

 in anteprima un estratto dal video di Diving Talks You tube

 



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