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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: Relitto, mine navali, U80
Poco dopo lo scoppio della guerra, la S.S. Laurentic, una nave di lusso della White Star Line, fu requisita e trasformata in nave da trasporto truppe per la Canadian Expeditionary Force. Nel novembre 1914 La nave, denominata HMS Laurentic, fu trasformata un incrociatore mercantile armato in servizi di pattugliamento e trasporto in Estremo Oriente, sulla costa occidentale dell’Africa, nelle Indie orientali ed occidentali, in Cina ed in Nord America.
La S.S. Laurentic fu varata il 10 settembre 1908 e costruita da Harland & Wolff a Belfast, lo stesso cantiere navale che, solo pochi anni dopo, avrebbe varato il Titanic. Era una nave di lusso della White Star Line, la stessa del Titanic, costruita per il traffico passeggeri transatlantico. Con un dislocamento di circa 15.000 tonnellate e una lunghezza di oltre 170 metri, la nave poteva trasportare 1660 passeggeri e raggiungere una velocità massima di 20 nodi. Il suo viaggio inaugurale iniziò il 29 aprile 1909 sulla rotta da Liverpool a Montreal. Il primo di tanti nei mari degli oceani.
foto del White Star Line steamer SS Laurentic, 1929 – autore ignoto – Fonte https://www.flickr.com/photos/191666705@N08/51025727737/SS Laurentic 1929.jpg – Wikimedia Commons
Poco dopo lo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914, la S.S. Laurentic, come tante altre navi civili, fu requisita in servizio di guerra come nave da trasporto per il trasporto di truppe e materiale bellico e rinominata HMS Laurentic.
L’ultimo viaggio
In suo ultimo tragico viaggio iniziò il 24 gennaio 1917, quando la nave salpò da Liverpool per Halifax, Canada, trasportando 475 uomini, e circa 3.200 lingotti d’oro. L’oro, valutato all’epoca in circa cinque milioni di sterline, sarebbe stato utilizzato per acquistare le munizioni necessarie per la guerra in Europa. Mentre navigava lungo la costa settentrionale dell’Irlanda, l’HMS Laurentic ricevette l’autorizzazione ad entrare a Lough Swilly, un’insenatura riparata nella contea di Donegal. Il capitano della nave, Reginald Norton, doveva sbarcare a Buncrana quattro marinai che avevano contratto la febbre gialla. Nelle acque sicure dello Swilly, Norton concesse una breve franchigia a terra per alcuni membri dell’equipaggio prima di riprendere la navigazione transatlantica che si preannunciava piuttosto dura viste le condizioni meteo.
La SS Laurentic della Compagnia di navigazione White Star – Fonte http://www.geocities.com/White_Star_Liners/Laurentic4.jpg – Autore Walter Thomas (1870 – 1933) Laurentic.jpg – Wikimedia Commons
Lough Swilly, grazie alle sue caratteristiche di riparo, era una fiorente base navale al servizio delle navi dirette verso l’Atlantico che in passato aveva ospitato anche la British Grand Fleet. Un ottimo obiettivo per i sommergibili tedeschi che si aggiravano in agguato lungo la costa, posando delle mine navali per affondare l’affollato traffico marittimo. In quei giorni l’Ammiragliato aveva diffuso la notizia che in zona si trovavano degli U Boote tedeschi ed uno era stato avvistato nei pressi dell’accesso del Lough Swilly. Sembra che la HMS Laurentic avrebbe dovuto ricevere una scorta di cacciatorpediniere da Fanad Head, ma il comandante Norton scelse di salpare indipendentemente, forse sperando nel mal tempo che avrebbe inficiato le capacità di manovra del sommergibile. Nel tardo pomeriggio di un freddo 25 gennaio, la HMS Laurentic uscì dal Lough Swilly, verso il mare aperto lasciando sulla dritta le batterie difensive di Dunree Fort e sulla sinistra il faro di Fanad Head.
Era buio e faceva un freddo pungente con una brina nera e ondeggiante … La nave aveva aumentato la velocità a sedici nodi e dirigeva verso il largo. Erano circa le 18:00, con violente raffiche di neve che battevano le sue strutture. Ci fu un’esplosione improvvisa, seguita rapidamente da una seconda. Dal resoconto del Comandante Norton subito dopo l’esplosione della prima mina, circa 20 secondi dopo, avvenne una seconda esplosione in corrispondenza della sala macchine, disabilitando la dinamo e le sue pompe. La HMS Laurentic aveva urtato due mine tedesche posate dal U boat tedesco U 80 comandato dal Kapitänleutnant Alfred von Glasenapp (Royal House Order of Hohenzollern). Ci vollero solo venti minuti al grande transatlantico per iniziare ad affondare, tempo insufficiente perché le scialuppe di salvataggio fossero tutte calate nelle acque buie e gelide dell’Oceano Atlantico. Inoltre entrambe le esplosioni avvennero sul suo lato sinistro cosa che accelerò l’inclinazione sul suo fianco. Circa 354 uomini morirono a seguito delle ferite, per annegamento o per congelamento. Tutto fu reso più drammatico dal peggioramento rapido delle condizioni meteorologiche, che al momento dell’incidente si trasformarono in una tempesta di neve con una temperatura di 13 gradi sotto zero. Il comandante fece in tempo a lanciare un razzo di soccorso e ordinare l’abbandono nave. Norton percorse la nave alla ricerca di sopravvissuti, prima di lasciare, per ultimo, la grande nave ormai inclinata di 20 gradi. Mentre il dramma si consolidava in quella terribile notte, la grande nave si adagiò su un fondale di 40 metri.
Molti dei naufraghi morirono per ipotermia nonostante i pescherecci locali mossero immediatamente al soccorso dei sopravvissuti. Ormai esausti e con principi di congelamento solo 121 di essi riuscirono a raggiungere in salvo il porto … mentre i corpi dei periti furono spiaggiati sulle coste per settimane.
Le operazioni di recupero iniziarono subito
Il diario di bordo della Laurentic riporta che il 23 dicembre a Birkenhead erano stati imbarcati oltre 3300 lingotti d’oro che doveva trasportare segretamente per comprare munizioni dal Canada e dagli Stati Uniti. U tesoro che aveva un valore strategico. Le operazioni di recupero iniziarono subito dopo la guerra quando i palombari della Royal Navy tornarono sul posto per il loro complesso e rischioso lavoro. Operando dalla nave di salvataggio, HMS Racer, e usando esplosivi, sezionarono il relitto pezzo per pezzo, rimuovendone enormi parti e riportandole in superficie alla ricerca spasmodica dell’oro perduto.
HMS Racer (1884), uno sloop poi rinconvertito a nave salvataggio nel 1917 – Autore fotografo della UK RN non noto – Fonte non notaFile:HMS Racer (1884).jpg – Wikimedia Commons
La maggior parte del tesoro fu recuperato nel periodo 1917-1924, poi altre tre tonnellate furono trovate negli anni ’30. Le ricerche proseguirono nel tempo ma si ritiene che nelle profondità siano conservate ancora 22 lingotti. Un sogno per i ricercatori di tesori che però, dal 2017, non si possono avvicinare al relitto in quanto protetto dalla legge irlandese.
Immergersi sul relitto
Le caldaie a vapore scozzese della SS Laurentic sono il punto più alto di questa immersione e sono facilmente individuabili grazie ai segnali di transito sia su Fanad Head che su Dunaff Head a Lough Swilly. I resti del relitto sono sparsi su una vasta area a causa delle varie operazioni di recupero effettuate nel corso degli anni. Le caldaie si trovano a circa 30 metri di profondità e la parte più profonda del sito si trova a soli 40 metri. Sebbene le profondità in gioco non siano proibitive, non è un’immersione facile e necessita, come sempre, un’attenta pianificazione. Il problema maggiore sono le condizioni meteorologiche e i permessi necessari per immergersi nel relitto. Chissà forse in futuro sarà riaperto alla subacquea ricreativa per tutti … Ulteriori informazioni sulle immersioni nel relitto possono essere visualizzate sul sito.
Riferimenti
Damant, GCC (1926). “Notes on the “Laurentic” Salvage Operations and the Prevention of Compressed Air Illness”. The Journal of Hygiene. 25 (1): 26–49
Joseph A. Williams, The Sunken Gold: A Story of World War I Espionage and the Greatest Treasure Salvage in History Hardcover – September 1, 2017 – ISBN-10 : 1613737580
Jack Scoltock e Ray Cossum, We Own Laurentic: The story of the Gold Ship – ISBN-10 : 1523742089
Allied Warships of WWII – Armed Merchant Cruiser HMS Laurentic – uboat.net
http://diving.ie/news/the-laurentics-golden-allure/
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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