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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVII – XVIII SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Venezia, Ottomani
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Nella maggior parte dei libri di storia italiani sembra che dalla battaglia di Lepanto al Risorgimento gli Stati italiani non abbiano mai partecipato a conflitti se non come vittime impotenti di invasioni straniere. Questo trascura completamente l’operato degli eserciti sabaudi che abbarbicati sulle alpi e nelle pianure piemontesi ebbero un ruolo di rilievo, sebbene sproporzionato alle dimensioni del Paese, nelle guerre del XVII e XVIII secolo, e la terribile serie di guerre Turco veneziane che si svolsero tra la metà del 1645 ed il 1718 di cui parlerò in questo breve saggio.
La guerra di Candia, anche nota come quinta guerra turco-veneziana, fu un conflitto combattuto da Venezia e dai suoi alleati contro l’Impero ottomano per il possesso dell’isola di Creta, il più grande e più ricco tra i possedimenti veneziani d’Oltremare. La guerra di Candia durò dal 1645 al 1669 e fu combattuta non solo sull’isola ma anche sul Mar Egeo ed in Dalmazia. Creta fu conquistata dagli Ottomani nei primi anni di guerra ma la piazzaforte di Candia, capitale dell’isola, resistette con successo per 22 anni, il più lungo della storia. In questo contesto storico i Veneziani, stremati dal lungo assedio, pensarono di usare la peste per sconfiggere l’Impero Ottomano. Ben presto la guerra si spostò anche sul mare dove si svolsero numerosi scontri navali in cui Venezia mantenne la superiorità sui mari vincendo numerose battaglie navali. In realtà mancò il suo obiettivo principale ovvero il blocco dello stretto dei Dardanelli che avrebbe impedito agli Ottomani di rifornire le truppe turche presenti a Creta. Gianluca Bertozzi affronta in questo breve saggio questo importante periodo della storia navale mediterranea
Candia
Il conflitto più lungo e duro tra la piccola Repubblica di Venezia e l’enorme e potente impero turco fu il conflitto per Candia che, scoppiato nel 1645, si concluderà solamente 24 anni più tardi, nel 1669. Un conflitto che costò un numero spropositato di vite da ambedue le parti: circa 130.000 furono i morti per i Turchi e 29.000 per i Veneziani. Se per terra la superiorità turca era schiacciante per mare era un’altra storia e di fatto la marina Veneziana, con un impressionante serie di vittorie, guadagnò all’esercito numerose campagne assicurando regolari rifornimenti ad un fronte lontano ben 1900 chilometri dalla madrepatria e ponendo un blocco navale allo stretto dei Dardanelli che di fatto tagliò spesso i rifornimenti alle truppe turche sull’isola di Candia.
Per meglio comprendere lo sforzo sostenuto dalla repubblica di Venezia e le dimensioni delle battaglie sostenute bisogna considerare che nel XVII secolo in media una galeazza imbarcava 500 uomini e 34 cannoni, un vascello 450 uomini e 60 cannoni, una semplice galea 300 uomini e 7 cannoni. Questo vuol dire che nel 1656 nello stretto dei Dardanelli la sola flotta veneta imbarcava 24000 uomini e 1950 cannoni. Un numero enorme per un piccolo stato come la Serenissima; basti pensare che ad Abukir si affrontarono 13 vascelli inglesi (962 cannoni) e 13 vascelli e 4 fregate francesi (1200 cannoni) mentre nella celebrata battaglia di Trafalgar la flotta inglese affrontò con 27 vascelli 4 fregate (2148 cannoni 17256 uomini) i 33 vascelli e le 5 fregate franco spagnole (21580 uomini e 2656 cannoni).
battaglia tra Veneziani e Olandesi contro i Turchi nella base di Focchies (attuale Foça, 1649) dipinto di Abraham Beerstratenm, 1656
L’ammiraglio veneziano Giacomo da Riva, il 12 maggio del 1649 nelle acque di fronte a Focchies, affrontò con 19 navi ben 72 galee, 20 navi e 10 maone (galeazze per i turchi) ottomane. Nella sconfitta i Turchi persero 10 vascelli e 4 maone.
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Quando nel 1651 la flotta turca trovò nuovamente il coraggio di prendere il mare venne intercettata nelle acque di Paros da quella veneziana guidata da Alvise Tommaso Mocenigo. Quest’ultimo, a capo di una flotta di 28 vascelli, 6 galeazze e 24 galee, affrontò la flotta turca, forte di 53 galee, 6 maone e 55 vascelli (di cui però solo 37 armati), sconfiggendola in uno scontro che durò dal 7 al 10 luglio del 1651. A quest’ultima battaglia parteciparono, in veste di semplici capitani, molti di coloro che si distingueranno negli anni successivi come: Lazzaro Mocenigo, Lorenzo Marcello e Francesco Morosini. Nella battaglia i Turchi persero sedici navi e una maona. Sfortunatamente nessuna delle 72 galee turche venne catturata o affondata. In questo modo rimaneva in mano turca il principale strumento per continuare a traghettare rinforzi a Creta.
“Quando el leon alza la coa tutte le bestie sbasa la soa” motto della Serenissima legato al fatto che la Repubblica di Venezia in seguito adottò sui loro stendardi due varianti del leone, ovvero quella di pace, con il libro aperto e la coda abbassata e quello portato in guerra con il libro chiuso e la coda alzata. Da ciò i marinai veneziani amavano affermare con orgoglio che (in dialetto veneto) quando il leone di San Marco alzava la coda, e quindi entrava in guerra, tutte le altre bestie (con riferimento ai simboli delle insegne nemiche) abbassavano la loro per paura. Questa versione pittorica è ancora usata nel jack della Marina Militare italiana in cui il leone ha la coda alzata.
Il 17 maggio 1654 la flotta turca si presentò ai Dardanelli per forzare il blocco, preparata a dar battaglia e non solo per cercare di forzare il blocco navale. Forte di quaranta galee, sei maone e trenta navi, trovò ad attenderla la flotta veneziana guidata da Iseppo Dolfin e da Daniele Morosini, con sedici navi, due galeazze e varie galee. Lo scontro che ne seguì fu estremamente caotico ma possiamo dire che, a uscirne vincitori, furono i Turchi che riuscirono alla fine a forzare il blocco. Gli Ottomani persero nella battaglia 1000 uomini, 2000 feriti, un vascello bruciato, sette galee affondate, tre gravemente danneggiate e molte altre danneggiate e dieci galere che dovettero essere disarmate perché rese inutilizzabili dal combattimento. Ma le cose cambiarono già l’anno successivo quando Lazzaro Mocenigo inflisse una nuova sconfitta alla flotta ottomana composta da 60 galee, 3 maone, 30 Navi e 45 galeotte. Era il 21 giugno del 1655 ed i Veneziani, che disponevano di 24 galee, 6 galeazze e 25 Navi a vela quadra, si impadronirono di tre sultane (grandi vascelli) in perfetto stato, che furono poi inviate a Venezia come trofeo, mentre quasi tutte le altre navi a vela andarono perdute per incendio o per incaglio.
Complessivamente perirono diecimila ottomani e furono catturati cinquecento prigionieri contro solo duecento morti e altrettanti feriti tra i Veneziani.
Battaglia dei Dardanelli (1656) Pieter Casteleyn – Legermuseum, Delft
fine parte I
Gianluca Bertozzi
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Fonti
L’Esercito veneziano e la difesa di Candia 1645-1669
Il costo di una vittoria mancata Laureando Roberto Vaccher
Wikipedia Il blocco dei Dardanelli
1654-1657 “Arremba San Marco!” di Lanfranco Sanna
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