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livello medio
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ARGOMENTO: MEDICINA SUBACQUEA
PERIODO: ODIERNO
AREA: MDD – PATOLOGIE DA DECOMPRESSIONE
parole chiave: micro particelle, decompressione, bolle
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Le bolle determinano, talvolta, il danno alla parete dei vasi sanguigni. Sono i detriti del danno (Micro Particelle, MP) che attivano lโinfiammazione e i sintomi della Patologia da Decompressione (PDD). La correlazione diretta รจ tra MP e PDD, non con il grado doppler delle bolle. In sintesi il motto SIMSI: โNO MP, NO PDDโ.
Premessa
Secondo la teoria nota come “della doppia fase” ogni immersione produce bolle. Le bolle circolanti nascono verosimilmente da micro-nuclei a livello endoteliale ovvero di quel tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, dei vasi linfatici e del cuore. Come sappiamo essi in qualche modo si attivano aumentando di volume durante la fase di risalita. E’ importante comprendere che esistono una serie di fattori bioumorali che si controbilanciano ed il cui equilibrio fa la differenza tra una bella immersione ed una terminante con una patologia da decompressione.
Le azioni delle bolle sono molteplici:
Sicuramente possiamo affermare che circolano nel torrente ematico ed attivano una risposta bioumorale massiva nel nostro organismo. Gli studi del professor Stephen Thom (2010) hanno dimostrato che i micro-nuclei attivati sono in grado di stimolare la risposta infiammatoria attraverso dei meccanismi bioumorali che riconoscono in queste microparticelle il loro attore principale.
Le manifestazioni della malattia da decompressione (DCI o PDD) sono di fatto il risultato di una risposta infiammatoria generalizzata del nostro organismo, innescata dalle bolle ma sostenuta da mediatori bioumorali. Questo nuovo modo di interpretare la DCI ha cambiato anche l’atteggiamento terapeutico della medesima. Quello che oggi chiediamo all’OTI non รจ di ricomprimere le bolle ma di fermare l’infiammazione.
Dal 2006 (e anche prima) si era intuito che non ci fosse una correlazione diretta tra grado doppler delle bolle e patologia da decompressione (PDD). Molte bolle (grado doppler 4) possono non causare nessun danno. Gli studiosi (in particolare lโamericano Stephen R. Thom) hanno studiato i detriti (MicroParticelle, MP) che derivano quando le bolle danneggiano la parete dei vasi sanguigni. Immaginateli come una polverina costituita da piccole sfere cave della dimensione di pochi micron. A volte sono vuote, altre piene di messaggeri chimici (detti citochine) che attivano lโinfiammazione. Questa รจ un meccanismo di difesa dellโorganismo, non specifico e presente sin dalla nascita (innato), contro il danno da agenti fisici (come le bolle in decompressione), chimici e biologici. In immersione cโรจ sempre infiammazione, piรน o meno duratura e intensa a secondo della forma fisica, dello stato di salute, dello stile di vita del subacqueo.
Un subacqueo con un indice di massa corporea (Body Mass Index) superiore a 30, una circonferenza dellโaddome superiore a 102 centimetri, un colesterolo cattivo (LDL) superiore a 160 milligrammi per decilitro, sedentario (meno di ottomila passi al giorno) ha certamente una maggiore risposta infiammatoria (piรน potente) che, associandosi ad altre variabili, aumenta la probabilitร dellโincidente da decompressione.

Grafici della ricerca pubblicata dai ricercatori Enzo Spisni, Pasquale Longobardi e altri su Diving and Hyperbaric Medicine Journal, 2017. Lโimmersione ricreativa in aria e la decompressione mnemonica (TDT 70 minuti) determinano un significativo aumento della risposta infiammatoria (citochine) rispetto alla decompressione con modello compartimentale (TDT 57 minuti). Dopo la pubblicazione dello studio, รจ stata modificata la procedura: lโattuale Ratio Deco 2.0 prevede un minore tempo di decompressione.
Era quindi necessario verificare questa affascinante teoria in una reale immersione. Lo ha fatto un nutrito staff di ricercatori italiani delle Universitร di Bologna, Scuola Superiore SantโAnna di Pisa, CNR-Istituto di Fisiologia Clinica, Centro iperbarico Ravenna con la collaborazione di cinquantuno subacquei e lโassistenza dellโArgentario Diving Center (Porto Ercole, GR).
Profilo dellโimmersione (Nasim II):
50 metri in trimix (18/45) per un tempo di fondo di 25 minuti.
Decompressione con aria arricchita in ossigeno (OEA 50, โnitroxโ50) e ossigeno.
Confronto tra due profili di decompressione:
– modello compartimentale per un tempo totale di decompressione (TDT) di 57 minuti (algoritmo Buhlmann ZH-L16 con gradient factor low/high 30/85 โ nota: al 2018 SIMSI suggerisce 40/80)
– decompressione mnemonica (Ratio Deco) per un TDT di 70 minuti (Nota: dopo il lavoro รจ stata modificata la procedura: la nuova Ratio Deco 2.0 ha un minore tempo totale di decompressione).
Sono stati esaminati 23 subacquei ricreativi (immersione in aria a 30 metri / 25 minuti) e 25 nuotatori in superficie per verificare lโeffetto dello sforzo (nuoto in superficie e in immersione). Eโ stato rilevato sia il grado doppler di bolle sia i valori dei mediatori chimici dellโinfiammazione (citochine), questi ultimi tramite un prelievo di sangue
Risultato:
Si รฉ osservato un incremento significativo delle citochine circolanti sia nei subacquei ricreativi che in quelli tecnici decompressi con la decompressione mnemonica (livello di significativitร per la citochina CCL2 rispettivamente p = 0.001 e p <0,001 mentre per la citochina CCL5 p= 0.006 e p = 0,003).

Alcuni computer (come lโiXtreme della Dive System) consentono sul fondo di valutare il livello di saturazione dei compartimenti e prevedere, previa formazione, la durata del tempo totale di decompressione (TDT). In alcune situazioni questa funzione consente di gestire il tempo di fondo (BT) in modo da minimizzare lโinfiammazione (TDT ridotto = minore infiammazione).
I subacquei tecnici decompressi con modello compartimentale NON hanno avuto un aumento significativo dellโinfiammazione.
Il messaggio รจ che lโelio (trimix) รจ protettivo rispetto all’aria cosรฌ come รจ prudenziale il tempo di decompressione piรน breve, ragionevolmente sicuro.
Nel 2018 lโattenzione รจ sulla genetica
Alcuni individui hanno un polimorfismo dei geni che controllano la Ossido Nitrico Sintetasi (NOS), lโEnzima di Conversione dellโAngiotensina (ACE) e la formazione dei trombi, che รจ associato ad una maggiore predisposizione al danno della parete dei vasi sanguigni. Lโassociazione tra predisposizione genetica e cattiva forma fisica rende piรน probabile โ rispetto alla media della popolazione – infarto, ictus, alcuni tumori, eclampsia (ex gestosi), ed edema polmonare da apnea profonda.
I risultati di uno studio, che presenterรฒ in settembre (2018) a Durban (Sud Africa) al Congresso Tri-Continentale di Medicina Subacquea e Iperbarica, evidenziano una correlazione tra il polimorfismo di quattro o piรน geni e lโaumento della probabilitร di patologia da decompressione.
Sarete aggiornati su www.simsi.it e www.ocean4future.org: cultura รจ sicurezza.
Pasquale Longobardi
Ricercatore affiliato Istituto Scienze della Vita, Scuola Superiore SantโAnna, Pisa
World Union Wound Healing Societies (WUWHS), External advisor of the Executive Board
Presidente Societร Italiana Medicina Subacquea e Iperbarica (SIMSI) www.simsi.it
Direttore sanitario Centro iperbarico Ravenna
www.iperbaricoravenna.it
direzione@iperbaricoravenna.it
tel. 0544-500152; cel. 335-369120 – email personale: divedoc@libero.it
Riferimento bibliografico
Enzo Spisni, Claudio Marabotti, Luigia De Fazio, Maria Chiara Valerii, Elena Cavazza, Stefano Brambilla, Klarida Hoxha, Antonio LโAbbate and Pasquale Longobardi.
A comparative evaluation of two decompression procedures for technical diving using in๏ฌammatory responses: compartmental versus ratio deco. Diving and Hyperbaric Medicine Volume 47 No. 1 March 2017
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รจ Direttore Sanitario del Centro Iperbarico di Ravenna, laureato in Medicina e Chirurgia alla Seconda Universitร di Napoli con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attivitร Subacquee allโUniversitร degli Studi G. dโAnnunzio di Chieti. Ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia internazionale delle Scienze e Tecniche subacquee