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livello elementare
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ARGOMENTO: MALACOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: cipree
Conchiglie con una storia antica
Le prime cipree apparvero sulla Terra circa cento milioni anni or sono, nel basso Cretaceo. In seguito, nel Pliocene e nel Pleistocene, grazie ad un clima di tipo subtropicale, comparvero numerose famiglie di cipree, oggi caratteristiche di mari caldi. Grazie a quelle favorevoli condizioni climatiche le cipree si diffusero quindi anche latitudini più elevate. Nei giacimenti fossiliferi pliocenici italiani è relativamente frequente la possibilità di imbattersi nel ritrovamento di esemplari di quelle antiche specie di cipree.
Fu in quel vasto, caldo e poco profondo golfo (l’attuale pianura Padana) che, tra cinque e due milioni di anni fa, si formò un grande bacino di acqua salata collegato ad est con l’attuale mar Adriatico. Le sue coste erano delimitate a nord e ad ovest dalla attuale cerchia prealpina ed a meridione dal versante padano dell’appennino. Era un ambiente quasi tropicale, adatto alla vita delle cipree che vi si poterono riprodurre in maniera copiosa.
Un simbolo di fertilità
La loro forma caratteristica, che richiama il sesso femminile, era considerata dai primi popoli un simbolo di fertilità; il che le rendeva estremamente popolari e ricercate anche nell’antichità per la confezione di collane bracciali.
Nel tempo le conchiglie di questi bellissimi molluschi divennero conosciute come mezzi di pagamento, al punto di diventare dei veri simboli di ricchezza e di potere. Questo loro “uso monetario” continuò ad esistere in molti luoghi fino al XX secolo. Se osserviamo alcune cipree possiamo comprendere come varietà come la Cypraea moneta o la Cypraea annulus potessero essere utilizzate come mezzi di pagamento. Tutte le caratteristiche tipiche del denaro, vale a dire durata, praticità, convenienza, riconoscibilità e divisibilità, sembrano essere incorporate in questi piccoli gusci. Inoltre, a confronto con altri prodotti organici, le conchiglie resistono ad una facile manipolazione.
Le cipree sono piccole e facilmente trasportabili e la loro forma e look offre una perfetta protezione contro la falsificazione. Inoltre, il loro conteggio non era sempre necessario in quanto, avendo le stesse dimensioni, il loro peso complessivo era sufficiente per determinare il valore di un pagamento. Le conchiglie potevano essere imballate o stringate in unità più grandi. Sul mercato bengalese grandi pagamenti venivano effettuati con cestini pieni di cipree, ognuno contenente circa dodicimila conchiglie.
In breve, divennero un mezzo di pagamento comunemente utilizzato in gran parte dell’Estremo Oriente, dall’Asia all’Africa, dall’Oceania fino anche in alcuni luoghi in Europa. Il ritrovamento di oggetti bronzei cinesi, risalenti al XIII secolo avanti Cristo, ne hanno rivelato questo uso monetario. Questa tradizione ha lasciato tracce nella lingua cinese scritta al punto che rappresentazioni semplificate della conchiglia della ciprea fanno ancora parte dei caratteri di parole che hanno un significato fortemente economico (come ad esempio nei termini relativi a monete, acquisto e tesoro).
Queste cipree, in mandarino chiamate bèi, erano già usate dal 2 millennio prima di Cristo dalla dinastia cinese Shang (fino alla dinastia Zhou) e furono un’intelligente soluzione per essere utilizzate come “moneta corrente”. Esse venivano pescate nel sud della Cina e solo i monarchi potevano approvvigionarsene assumendone quindi il monopolio. Inoltre, essendo conchiglie naturali non potevano essere contraffatte. In seguito, si arrivò ad imitarle facendole in osso, giada, creta, bronzo ed argento placcato in oro. Sebbene si pensi che le prime potrebbero essere state usate come monete di sepoltura, le imitazioni in metallo erano sicuramente impiegate come moneta corrente.
Il carattere bei, mostrato in forma semplificata, fa parte dei 400 caratteri cinesi e significa il termine “valore”. I due segni orizzontali simbolizzano le linee della parte inferiore della ciprea.
Una curiosità: se osservate il simbolo potrete riconoscere le stringhe con cui le conchiglie “moneta” venivano poste intorno al collo, ovvero in una collana.
La raccolta delle cipree ed il loro commercio diventarono quindi un’industria in molti luoghi dell’Oceano e Indiano e Pacifico, come alle Maldive dove sia gli uomini che le donne dei villaggi erano coinvolti nella raccolta ed avevano precise responsabilità lavorative. Le donne tessevano dei tappetini con le foglie degli alberi di noce di cocco che poi venivano messi in mare. I molluschi ricoprivano queste stuoie che venivano poi ripescate e lasciate sulle spiagge a seccare. Il caldo e gli insetti provvedevano alla pulitura dell’animale e in poco tempo le conchiglie erano pronte per iniziare la loro vita come valute. Un sistema decisamente pratico.
Gioielleria
Le cipree avevano quindi un uso economico come moneta di scambio. Esporre bracciali o collane era quindi considerata una dimostrazione di opulenza, in particolare da parte delle donne che indossavano ricche collane ed ornamenti che si prestavano particolarmente per via della loro costanza di dimensioni e colori. Più cipree venivano mostrate, più abbiente era la donna che le portava.

Credits Photography/Creative Director: Emmanuel Arewa | @spotlightpi Makeup: Jibike Faborode | @kikyfabz Models: Bonita Nanfe J.Kefas | @mimzbee of Zahara Model MGT Aduke Shitta Bey | @adukebey__ of Beth Model MGT Teminikan Idowu | @teminikan__ of Few Model MGT Image Retouching: Toyin Adeleke | @verified_imagery
In Africa si usano tuttora come decorazione intorno alle braccia o fra i capelli. L’uso delle cipree come gioielli è da considerarsi quindi molto antico ed è stato anche rivisitato, come potete vedere nella fotografia, in tempi moderni. In un prossimo articolo continueremo il nostro viaggio nel mondo delle cipree parlando però delle loro caratteristiche biologiche e di molto ancora.
Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare.
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